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lunedì 26 aprile 2021

LA RINNEGATA #reviewparty Valeria Usala

 Buon Lunedì Lettori!

Torno dopo una lunga pausa per parlarvi di una lettura che è penetrata fin dentro il mio dna, un romanzo in uscita oggi per Garzanti che parla in modo affascinante e maledetto della mia amata terra, la Sardegna. Una storia che affonda le sue radici in un fatto realmente accaduto che col tempo è passato di bocca in bocca, di generazione in generazione, sbiadendosi per diventare quasi leggenda. Come sempre un grazie speciale a Tiziana Valentino per avermi coinvolto in questo viaggio bellissimo e toccante. 



GARZANTI


REVIEW PARTY 

LA RINNEGATA
Valeria Usala 





IL ROMANZO 


Titolo: La rinnegata
Autore: Valeria Usala
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa
Pagine: 200
Prezzo:  16,00     Ebook: 9,99
Trama:  Senza un uomo accanto, una donna non è nulla. Teresa ha sempre sentito l’eco di questa frase, come il vento durante la tempesta, ma non ci ha mai creduto. Lei che è quiete e fuoco, rabbia e tenerezza, lotta contro il pregiudizio da quando è nata. Rimasta orfana, non ha avuto nessuno a proteggerla dalla propria intelligenza, oltre che dalla propria bellezza. Un intero paese la rinnega, impaurito di fronte alla sua indipendenza, alle sue parole e alle sue azioni. Perché in fondo sono solo queste a renderla diversa dalle altre donne.
Neanche aver creato una famiglia con l’uomo che ama ha messo a tacere le malelingue e i pettegolezzi. Nessuno crede che la sua fortuna, derivante da un emporio e una taverna che ha costruito e gestisce con le sue forze, sia frutto di fatica e tenacia. Ma le voci sono sempre rimaste solo voci, anche quando a rispondere a tono è Maria, la bruja del villaggio, che vaga per le strade senza una meta precisa.
Quando tutto cambia, Teresa deve difendere ciò che ha conquistato e dimostrare che può farcela da sola. Che non rinunciare a sé stessa significa essere libera. Vuole dare a quel vento, pieno di parole feroci, un afflato nuovo; ma il pregiudizio è forte e saldo, come una radice ancorata alla terra.
Non capitava da anni che un esordio venisse accolto con tanto entusiasmo dalle libraie e dai librai che l’hanno letto in anteprima. Valeria Usala ha scelto di dare voce a una donna dimenticata, una donna che ha deciso di resistere contro tutto e tutti. Una giovane autrice rompe il silenzio che avvolge una storia che ha molto da raccontare. Una storia in cui la Sardegna è protagonista attraverso la sua natura, le sue leggende e le sue contraddizioni. Una storia di coraggio e rinuncia. Una storia di amore e potere. Una storia di rinascita e di speranza.



opinione di foschia75

Era arrivato senza che lei l'avesse atteso, il momento propizio: poteva custodire il frutto vero di quella terra, di una vita che le stava stretta, solo spazzando via il superfluo. In quell'istante, la donna capì che crescere non significava smettere i panni di se stessa per diventare un'altra, ma ritrovare la bambina che era stata e tenderle la mano, senza vergogna. 

Non è facile parlarvi di questo romanzo che fin dal prologo mi è entrato sotto pelle per arrivare a far vibrare il mio dna sardo, anzi sardissimo. Non posso  e non devo fare paragoni, ma in questo timbro narrativo ho percepito subito il sanguigno stile deleddiano, quello che parte dalle radici della terra e penetra nell'animo umano, quello che descrive come una istantanea color seppia la vita tra i campi e le vie strette dei paesini senza una geolocalizzazione precisa. Una storia che ha radici in un fatto realmente accaduto ma che è andato sbiadendo nel tempo, passando di bocca in bocca e di generazione in generazione e restituendoci tutto l'ardore degli abitanti di un piccolo e pettegolo paese di campagna. Perché l'omertà sarda è famosa, ma concorre con il "fardettare" delle donne che sanno essere solidali quanto ostili tra loro. Il romanzo è ambientato un secolo fa, ma certi atteggiamenti e costumi ce li portiamo dietro ancora oggi e in contesti sociali ristretti e isolati è più facile si percepisca come un fastidioso sfogo sulla pelle. 
La rinnegata è un asprigno concentrato di femminilità, di resistenza e resilienza, di dolore, rinuncia e perdita. La storia di due donne molto simili, forti e testarde, che non si sono mai sentite veramente parte della comunità nella quale loro malgrado vivono. Maria, ingenua e sognatrice, Teresa orgogliosa e disincantata. La vita con loro è stata particolarmente dura, ma loro sono cresciute in fretta e hanno dimostrato di poter combattere, seppur in modo diverso, contro la onnipresente invidia del paese. 
Mentre leggevo il romanzo, mi sono ritrovata spesso in balìa di emozioni davvero forti, ho sofferto prima accanto a Maria e poi ho stretto i denti accanto a Teresa. Quando una lettura diventa fisicamente emotiva, allora il suo autore ha raggiunto lo scopo per cui scrive: far partecipare il lettore alla storia, farlo diventare personaggio. 
In questo romanzo, tutta la comunità diventa protagonista, con i suoi chiaro scuri, ogni sguardo e ogni parola che pesa come macigno. Valeria Usala ha scritto una storia senza tempo, che oggi ci invita a riflettere sul valore della solidarietà e della sincerità, sull'amicizia che esula da qualsiasi secondo fine e sul complicato quanto insondabile animo femminile. 


L'autrice




Valeria Usala è nata vicino al mare e cresciuta in mezzo a un mare di storie. Dopo una laurea in lingue e comunicazione, un diploma in storytelling e anni di lotte contro il tempo, ha imparato che dedicarne di più a cinema, cibo e cruciverba fa bene alla salute, oltre che alla scrittura.

venerdì 25 settembre 2020

C'È SEMPRE UNA SORELLA PREFERITA Alessandra Ferro Recensione

Non importa il tempo che trascorre, non importa quando si arriva, il bello del viaggio è soprattutto il viaggio stesso e non soltanto la meta. 

Alessandra ferro esordisce nella Narrativa con un viaggio fisico e metaforico di cinque donne molto diverse tra loro ma accomunate dalla voglia di dare un bel colpo di reni e aggiustare un po' la rotta che hanno preso le loro vite. L'amicizia riuscirà a smuovere le vite in stanbye e scrutare l'orizzonte con occhi diversi. 



Poderosa Edizioni


C'È SEMPRE UNA SORELLA PREFERITA

Alessandra Ferro 

Editore: Poderosa edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 150
Prezzo:  10,00


Trama 

Romanzo d'esordio di Alessandra Ferro, racconta la storia di un'amicizia speciale tra cinque donne, cinque estranee che si sono conosciute durante una call di gruppo in un percorso di crescita personale al femminile. Le cinque protagoniste, Priscilla, Aurelia, Azzurra, Caterina e Viviana, ci regalano altrettante storie che s'intrecciano una all'altra, lasciando nel cuore di ognuna di loro la certezza di non essere semplici amiche ma anche sorelle di anima, e in quello del lettore il desiderio di continuare a voltare pagina ancora una volta...



opinione di foschia75

Romanzo d'esordio disincantato e quanto mai attuale. Cinque donne prima, cinque amiche poi, si troveranno davanti a una non facile riflessione sulla loro condizione attuale, come ci sono arrivate e perché vorrebbero uscirne. Cinque vite a confronto, donne con caratteri e aspirazioni diverse, ma accomunate da una grande voglia di cambiamento e riscatto personale. Donne all'apparenza appagate che si incontrano online e condividono emozioni e considerazioni che innescheranno una reazione a catena. Non sarà difficile immedesimarsi in almeno una di loro, perché l'autrice le "veste" di quotidianità e realismo, restituendoci figure che inevitabilmente accostiamo a noi stesse o alle amiche più vicine. Non ho potuto fare a meno di pensare che le mie più care amiche le ho conosciute online, che fanno parte delle mie giornate anche a distanza e con le quali ho stretto un legame che va spesso oltre le parole. Come le protagoniste di questo romanzo, sono cresciuta, mi sono confrontata, ho potuto superare momenti difficili e prendere decisioni non sempre facili e loro sono sempre state presenti. Quando conosciamo le protaginiste di questo romanzo, sono donne che hanno realizzato quello che fino a quel momento era il loro traguardo. Poi nei vari momenti di condivisione e confronto, sono riuscite a guardarsi dentro, a capire che un sogno realizzato non è mai un arrivo ma una nuova partenza, che non ci si deve mai sentire "arrivate": il treno è sempre in stazione, pronto per nuovi traguardi. 

Questo è il messaggio dell'autrice, che attraverso gli occhi delle sue donne ci invita a riflettere su quello che abbiamo realizzato fin qui e tutto quello che potremmo ancora fare se dedicassimo un po' più di tempo a noi stesse e ai nostri sogni. Ognuna di noi è artefice del proprio viaggio di crescita, ma avere come punti di riferimento amiche sempre pronte a sostenerti e perché no spronarti, è una grande fortuna. L'amicizia tra donne è possibile, soprattutto quando si ha tanto da condividere e mettere a disposizione per dare l'esempio, nel bene e nel male. La solidarietà femminile è un bene prezioso, quando la trovi, tienila stretta. 


L'autrice 

https://alessandraferro.com/

https://www.facebook.com/laleferro

martedì 23 giugno 2020

UN AMORE QUALUNQUE E NECESSARIO #reviewparty Mary Beth Keane

Buongiorno Lettori! Oggi partecipiamo al review party di un romanzo dalle tormentate dinamiche familiari edito da Mondadori. 

Mi capitava spesso di pensare a come sarebbe stata la mia vita se fossi stato tuo fratello anziché il tuo vicino di casa, ma poi, un po' di tempo fa, mi sono reso conto che non vorrei mai essere tuo fratello perché in quel caso non potremmo sposarci, un giorno. 

Due famiglie molto diverse, due generazioni, equilibri precari nascosti dietro una facciata di perbenismo americano. Un amore qualunque e necessario è un romanzo sofferto fino all'ultima pagina. 




Mondadori


REVIEW PARTY 




IL ROMANZO IN LIBRERIA DAL 23 GIUGNO

Titolo: Un amore qualunque e necessario
Autore: Mary Beth Keane
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa 
Pagine: 457
Prezzo: 19,50  Ebook: 9,99
Trama: Kate Gleeson e Peter Stanhope, nati a soli sei mesi di distanza, sono vicini di casa da sempre, in un piccolo sobborgo alle porte di Gillam, vicino a New York. Le loro famiglie non potrebbero essere più diverse: serena quella di Kate, ultima di tre sorelle; difficile quella di Peter, figlio unico di una madre mentalmente instabile e di un padre che non riesce a proteggerlo. Un evento drammatico colpisce irrimediabilmente entrambe le famiglie, segnando le loro vite per sempre, e divide i due ragazzi. Ma la forza del loro legame è più forte di qualsiasi difficoltà, e Kate e Peter cercano, nonostante tutto, di trovare la strada per tornare l'una verso l'altro. "Un amore qualunque e necessario" è una storia di redenzione, fiducia e perdono, che rivela come i ricordi dell'infanzia, filtrati dalla distanza dell'età adulta, possano cambiare. È il racconto di come, se siamo fortunati, la violenza in agguato nella vita di tutti i giorni possa essere sconfitta dal potere dell'amore.



opinione di foschia75

Un romanzo dal gran potenziale emotivo che però non mi ha travolto come avrebbe potuto. Le tematiche trattate sono coinvolgenti ma la scelta di inserire nel romanzo passaggi non fondamentali per la trama ha reso il romanzo lento e prolisso. 
Un amore qualunque e necessario racconta la storia di due famiglie vicine di casa, genitori e figli, due generazioni a confronto che tengono compagnia al lettore in un lasso di tempo di due decenni raccontandosi attraverso eventi che ne segneranno profondamente gli animi. 
Quello che permea l'intera storia sono i precari equilibri familiari, il costante tentativo di tenere in piedi una facciata di famiglia serena e benestante per poi nascondere profonde crepe emotive e psicologiche che si intrecciano tra presente e passato e sfoceranno in un episodio che segnerà l'esistenza di tutti. 
I profili psicologici dei personaggi sono il filo conduttore dell'intera storia, azioni e reazioni che segneranno in modo doloroso e incisivo le vite di tutti restituendo al lettore una sensazione di instabilità emotiva che lo accompagnerà fino alla penultima pagina. 
La vita di Peter e Kate sarà scandita da eventi che ne forgeranno il carattere, ma mentre Kate è una donna cresciuta in una famiglia unita e serena, Peter è un uomo cresciuto senza veri punti di riferimento, con due genitori che lo amano ma non sono capaci di dimostrarlo presi dai loro problemi mai risolti. In un clima mai sereno, carico di rabbia repressa e difficoltà nel perdonare gli errori propri e degli altri, Kate e Peter affrontano la loro vita cercando di essere migliori dei propri genitori, ma il passato è sempre lì a chiedere il conto e il rischio di cadere negli stessi imperdonabili errori è dietro l'angolo. 
Sicuramente il punto focale del romanzo è il controverso rapporto tra genitore e figlio, l'amore profondo e viscerale che spesso può sfociare un un legame corrosivo al limite dell'ossessione. 
Un romanzo psicologico dal grande potenziale che però risulta a tratti troppo prolisso per via di passaggi inutili alla trama. 


L'autrice 

Mary Beth Keane è una scrittrice americana di genitori irlandesi. È autrice di The Walking People, Fever e Ask Again, Sì. Nel 2011 è stata nominata una delle "5 under 35" della National Book Foundation e nel 2015 ha ricevuto una Guggenheim Fellowship for Fiction.

mercoledì 10 giugno 2020

DORMI STANOTTE SUL MIO CUORE Enrico Galiano #BlogTour Terza Tappa

Buongiorno Lettori! 
Oggi partecipiamo al Blog Tour del nuovo romanzo di Enrico Galiano. In questa tappa vi racconteremo del profondo legame che unisce la protagonista alla sua anziana maestra, il punto di riferimento concreto dai tempi della scuola. Dormi stanotte sul mio cuore è un romanzo bellissimo, tormentato e commovente che vi straconsiglio di leggere. 


GARZANTI


BLOG TOUR
Terza tappa

DORMI STANOTTE SUL MIO CUORE 






















Se vi siete persi le tappe precedenti, le trovate qui




IL ROMANZO 




Titolo: Dormi stanotte sul mio cuore
Autore: Enrico Galiano
Editore:  Garzanti
Genere:  Narrativa 
Pagine: 368
Prezzo:   17,90   Ebook:   9,99
Trama: Mia sa che può sempre contare su Margherita, la sua maestra delle elementari che, negli anni, è diventata anche la sua migliore amica. Nello strambo quaderno che custodisce in un cassetto di casa ci sono scritte tante piccole meraviglie, che sono anche tante grandi risposte. È lei a spiegarle che il cuore di una tartaruga batte sei volte al minuto, quello di un colibrì seicento. E che ogni cuore, quindi, segue il suo tempo. Ma c'è una domanda a cui Margherita non sa rispondere: "perché Fede è andato via?". Fede è il ragazzo che la famiglia di Mia ha preso in affido. Fede non voleva parlare con nessuno, ma ha scelto lei come unica confidente. Fede, con i testi delle canzoni, le ha insegnato cose che lei non ha mai saputo. Fede l'ha stretta nel primo abbraccio in cui si è sentita al sicuro e davvero felice. Fede l'ha ascoltata e capita come nessuno mai. Da quando non ha più sue notizie, Mia non riesce ad avvicinarsi alle persone, non riesce nemmeno a sfiorarle. Mentre il mondo e la storia si inseguono e si intrecciano, lei si è chiusa in un guscio più duro dell'acciaio. E non vuole più uscire. Ma se non si affronta il nemico, il rischio è che diventi sempre più forte, persino invincibile. Se non si va oltre l'apparenza non si conosce la realtà. Anche se provare a farlo è un'enorme fatica; anche se ci vuole molto tempo. Perché, come dice Margherita, ogni cuore ha la sua velocità: non importa chi arriva primo, basta godersi la strada verso il traguardo.



TERZA TAPPA
La maestra Margherita e le sue perle di saggezza 


«La vita, cara Mia, è come un compito in classe, solo che l'è a sorpresa, in un giorno in cui non hai studiato. E siscrive subito in bella. Senza errori la scrivi solo se lo lasci in bianco»

Uno dei rapporti più solidi e concreti del romanzo è quello tra Mia e la sua maestra Margherita, figura sempre presente nel ventennio della storia. Sin dalla prima elementare, la maestra Margherita vede in Mia un bellissimo e raro diamante grezzo, capace di brillare di luce propria se colpito nelle sfaccettature giuste, quelle sfaccettature che una donna ormai matura vede in quegli alunni che hanno un grande potenziale ma non possono ancora sapere di possederlo. La maestra Margherita come tutte le maestre potrebbe essere paragonata a un'artista che modella la creta lasciando alla materia grezza la libertà di prendere forma, la stessa cosa farà Margherita con Mia: lascerà che il suo potenziale venga fuori attraverso la sua visione del mondo ma lasciandole credere di averle indicato la via. In questo romanzo ho percepito tutta la passione e la vera vocazione del Prof. Galiano, quella continua ricerca del modo sempre diverso e personalizzato di forgiare gli uomini e le donne di domani.
La maestra Margherita diventa per Mia un punto di riferimento importante, più dei suoi stessi genitori, perché ha il giusto distacco emotivo per non giudicarla e non giustificarla quando sbaglia. Le sue perle di saggezza contenute nel taccuino dall'aria vissuta, aiutano Mia a mettere a fuoco ciò che non comprende o la fa soffrire, a capire meglio il suo punto di vista e dissipare quei dubbi che spesso si piantano come un grumo sullo sterno. Mia ha smarrito il sentiero, Margherita di volta in volta rischiara la via mai imponendosi ma aiutandola a trarre la giusta conclusione. Il loro rapporto è privilegiato, non sono mai state veramente maestra e alunna ma viandante e saggio perché la vita le ha istruite in tempi diversi, così da permettere alla saggia di potersi sentire realizzata con la creta tra le dita, e alla viandante la consapevolezza di aver trovato la via seguendo le indicazioni per libera scelta.  Questo romanzo ci ricorda il compito mai facile degli insegnanti, che dopo i genitori sono i primi educatori e punti di riferimento per le nuove generazioni sempre più facili a perdersi tra la poca fiducia in se stessi e le "tempeste emotive". 
Molti di noi, leggendo il romanzo, avranno modo di ricordare la propria maestra e ciò che è stato il suo lavoro nel nostro bagaglio personale.



La quarta tappa domani sul blog

martedì 2 giugno 2020

MIA AMATA YURIKO Antonietta Pastore Recensione

Un racconto lieve di un amore che subisce la tragicità della guerra. Un racconto commovente e toccante di una donna che decide di non rinunciare ai propri sentimenti.


Einaudi Editore



MIA AMATA YURIKO 
Antonietta Pastore 

Editore: Einaudi
Genere: Narrativa
Pagine:  144
Prezzo: 16,50
Ebook: 9,99


Trama 

Yuriko è una ragazza caparbia, vitalissima, che vive con la sua famiglia, d'origine contadina, sull'isola di Etajima, vicino all'Accademia navale. Yoshi appartiene invece a una stirpe di samurai, è uno dei migliori allievi dell'Accademia, ma si è iscritto solo per volere dei genitori la sua vera passione è la poesia. In tempo di pace, il matrimonio tra i due sarebbe stato impensabile, ma di fronte alla possibilità che Yoshi venga mobilitato da un momento all'altro, anche i suoi impettiti genitori si ammorbidiscono, acconsentendo alle nozze. L'amore di Yuriko e Yoshi rischia però di essere un'altra vittima della bomba atomica. Yuriko infatti, non avendo da un po' notizie del marito, imbarcato su una nave della flotta giapponese, la mattina del 6 agosto 1945 prende il traghetto diretto a Hiroshima, per andare a chiedere informazioni alle Poste centrali. Antonietta Pastore sa condurci con garbo e sapienza nell'universo giapponese, facendoci da guida tra i colori e i sapori di una società dai codici spesso indecifrabili. Muovendosi nello spazio e nel tempo, ci racconta il dolore struggente dell'abbandono, la fierezza dei sentimenti più profondi, compresa la nostalgia, la dignità di chi pur subendo discriminazioni sceglie di non tradire la parte più vera di sé. 



opinione di Persefone


La vita è una lunga sequela di distacchi, di strappi dolorosissimi; ma se ne soffriamo è perché chi ci lascia ci ha dato tanto.

Mi sono imbattuta nella lettura di questo romanzo per caso, dopo aver seguito una conferenza sulla divinazione giapponese, e dato il mio interesse per tutto ciò che riguarda il Giappone ho deciso subito di iniziare Mia amata Yuriko.
La lettura della storia di Yuriko mi ha commossa ed emozionata. Il romanzo intreccia la storia d’amore tra Yuriko e Yoshi, ma anche la storia di una famiglia che deve affrontare il dopo guerra.
Ho apprezzato i piccoli scatti di quotidianità rievocati  dall’autrice; le descrizioni sono piene di calore ma allo stesso tempo lievi, sguardi, silenzi e la semplicità della condivisione di un pasto nascondono i fili rossi che legano profondamente la famiglia di Yuriko. 
La storia d’amore di Yuriko e Yoshi e del dopo guerra giapponese è filtrata dagli occhi della protagonista: una giovane donna occidentale che tocca con mano gli orrori e le cicatrici della bomba atomica. Ho apprezzato che non ci fossero morali o giudizi etici da parte dell’autrice; la guerra viene sì condannata ma viene lasciato ampio margine al lettore per le proprie riflessioni. Il compito della storia di Yuriko non è quello di condannare ma di mostrare la verità tangibile delle malattie e delle morti causate dalle radiazioni, permettendo al lettore di immergersi nel racconto e riflettere sugli orrori perpetuati. Orrori non solo delle bombe atomiche, ma anche della politica coloniale del Giappone, raccontata tramite le numerose missioni, spesso suicide, di Yoshi.
Yuriko è una delle milioni di vittime delle radiazioni, che hanno colpito non solo il fisico ma anche i rapporti interpersonali; gente tenuta alla larga, additata, città abbandonate a se stesse, pregiudizi e paura.
Mia amata Yuriko è la testimonianza di una giovane donna solare, energica e profondamente innamorata alla quale viene portato via il futuro.



L'autrice


Antonietta Pastore è nata a Torino. Visiting professor all'Università di Ōsaka dal 1977 al 1993, dopo essere tornata in Italia si è dedicata alla traduzione letteraria e alla scrittura. Oltre a gran parte della produzione di Murakami Haruki, ha tradotto le opere di numerosi autori, tra i quali Natsume Sōseki, Inoue Yasushi, Kawakami Hiromi. Con Einaudi ha pubblicato il saggio Nel Giappone delle donne (2004), la raccolta di racconti Leggero il passo sui tatami (2010), e il romanzo Mia amata Yuriko (2016).


giovedì 14 maggio 2020

COME UN RESPIRO #reviewparty Ferzan Ozpetek

Buongiorno Lettori!
Oggi Persefone ci parla del romanzo di Ferzan Ozpetek appena uscito. Come sempre ringraziamo Raffaella e le amiche blogger che hanno partecipato a questo review party e condiviso la lettura del romanzo.



Mondadori


REVIEW PARTY


COME UN RESPIRO 
Ferzan Ozpetek 




IL ROMANZO 



Titolo: Come un respiro
Autore: Ferzan Ozpetek
Editore: Mondadori (Strade Blu)
Genere: Narrativa
Pagine: 157
Prezzo:  17,00     Ebook: 9,99
Trama:  È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d'abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un'ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l'esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre. Ferzan Ozpetek, al suo terzo libro, dà vita a un thriller dei sentimenti, che intreccia antiche e nuove verità trasportando il lettore dall'oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo. Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l'Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata? Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie. Il presente si mescola al passato per narrare la potenza della vita stessa, che obbliga a scelte da cui non si torna più indietro. Ma anche per celebrare - come solo Ozpetek sa fare - una Istanbul magica, sensuale e tollerante, con i suoi antichi hamam, i palazzi ottomani che si specchiano nel Bosforo, i vecchi quartieri oggi scomparsi.




opinione di Persefone 

“Vittorio è stato la nostra malattia, una patologia grave che ci ha devastato dentro. Che ci ha spinte a diventare ciò che mai avremmo voluto essere: due anime perse”


Elsa e Adele, due sorelle inseparabili, che si ritrovano a vivere le loro esistenze distanti e senza mai parlarsi. Perché? Sergio e Giovanna lo scoprono una domenica pomeriggio, circondati dai loro amici e guidati dalla voce ferma e austera di Adele, che apre il suo cuore a sei sconosciuti.
Ho iniziato Come un respiro colma di aspettative per il nome dell’autore, un regista di cui ho avuto modo di apprezzare i lungometraggi e la capacità di raccontare l’animo umano. Tuttavia non ho ritrovato questo aspetto nel libro e ne sono rimasta delusa.
Come un respiro posa le sue fondamenta sul classico cliché della rivalità in amore tra due sorelle e non ho trovato molta caratterizzazione delle motivazioni che hanno spinto Adele e Elsa a contendersi lo stesso uomo, se non l’amore accecante e totalizzante. Come se una donna fosse capace solo di quello.
Ho trovato che i personaggi non fossero dipinti nei loro colori più brillanti, che fosse stata scolpita dall’autore solo la superficie del loro animo. Sia le due sorelle che i sei amici protagonisti sono accennati, alcune dinamiche fatte solo intuire e i loro ruoli alquanto stereotipati.
Adele e Elsa sono presentate come due donne forti e opposte, ma di entrambe abbiamo solo questa visione, il lettore filtra tutto il racconto solo attraverso questa prospettiva; Adele la sorella austera che è rimasta mentre Elsa quella schiacciata dal rimorso che scappa.
L’aspetto che ho apprezzato di più del romanzo sono state le fotografie di una città viva e vibrante; Istanbul viene descritta con colori sgargianti, come una città cosmopolita pronta ad accogliere chiunque.
Come respiro è stata una lettura piacevole, grazie alla scrittura scorrevole e una storia di per sé accattivante; la storia di un legame che viene spezzato, di un amore malato che diventa ossessione e la possibilità del perdono.

“La verità ha bisogno di tempo per essere svelata”


L'autore 

Ferzan Ozpetek, regista e sceneggiatore, è nato a Istanbul, ma dal 1976 vive a Roma. Nel 1997 esordisce con Il bagno turco (Hamam), cui seguono Harem Suaré, Le fate ignoranti, La finestra di fronte, Cuore sacro, Saturno contro, Un giorno perfetto, Mine vaganti, Magnifica presenza, Allacciate le cinture. Ha inoltre diretto Aida (2011) e Traviata (2012). Ha vinto i più importanti premi e riconoscimenti cinematografici e nel 2008 il MoMa di New York gli ha dedicato una retrospettiva. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo libro, il bestseller Rosso Istanbul, e nel 2015 Sei la mia vita.



mercoledì 22 aprile 2020

LA LETTRICE DELLA STANZA 128 #reviewparty Cathy Bonidan

Buongiorno Lettori!
Oggi ho il piacere di partecipare al Review Party La lettrice della stanza 128 e quindi di parlarvi di una storia inaspettata e originale che parla del potere che hanno i libri nel far nascere preziose amicizie (sarà un caso che mi abbia risucchiata senza riserve?). Ringrazio come sempre Raffaella del blog Reading's Love tra le mie più attive "spacciatrici" di bei libri.  


Talvolta tra un libro e un lettore si instaura un legame 
che non può essere frutto del caso.



DeA Planeta


REVIEW PARTY 

(banner di Sara Marrano)



É dunque questo che nutre gli scrittori e 
dà loro la forza di affrontare la pagina bianca? 
La speranza che alla fine dell'avventura potrebbero 
salvare una persona dalla disperazione?





LA LETTRICE DELLA STANZA 128
Cathy Bonidan 

Traduzione di Tania Spagnoli
Editore: DeA Planeta
Genere: Narrativa
Pagine:  254
Prezzo:  16,00
Ebook: 8,99



Trama 

Un amore impossibile. Un manoscritto perduto tra Montréal e Parigi. L’ostinata indagine di una lettrice.
Tutte le sere, cascasse il mondo, Anne-Lise Briard scivola tra le lenzuola e si lascia cullare dalle pagine di un buon libro. È un momento tutto per lei, un rituale al quale non potrebbe mai rinunciare. Perciò, quando nel comodino di un delizioso hotel della costa bretone trova un vecchio plico battuto a macchina, ne approfitta per rimpiazzare il romanzo che, distratta com’è, ha dimenticato di portare con sé da Parigi. Divorare in poche ore l’anonimo dattiloscritto – una struggente storia d’amore – e lasciarsi sedurre dal piccolo mistero che rappresenta per Anne-Lise sono tutt’uno. Ed ecco che, di colpo, un weekend fin troppo tranquillo si trasforma in un’avventura. Sì, perché a pagina 156 di quel racconto così trascinante è annotato un indirizzo – probabilmente quello dell’autore – al quale Anne-Lise decide di rispedire il malloppo, “con tante grazie per la bella lettura che mi ha regalato, sebbene senza volerlo”. Ricostruire le peripezie e i passaggi di mano che hanno portato il libro fino a lei non sarà facile, ma Anne-Lise si getta nell’impresa anima e corpo. Per scoprire il segreto di una storia capace di toccare il cuore e le vite di quanti la leggono. E trovare il coraggio di scrivere per sé un finale inaspettato.


opinione di foschia75

Quando incontri un libro, una volta finito, qualcosa cambia dentro di te, un po' come quando lanci un sasso sulla superficie placida di un lago. Quelle onde si progagano in crescendo generando un moto. Ecco il vero lettore percepisce quel leggero cambiamento e lo porta dentro di sè in modi diversi, più o meno intensi. 
Fin dal prime pagine ho capito e fatto mio quel sentimento irrequieto della protagonista di questa storia, quella sua euforia incontenibile per aver trovato un tesoro in un manoscritto comparso per caso, scritto trent'anni prima e mai pubblicato perché nomade di mano in mano e di Paese in Paese. Ecco, scrivendo questa opinione mi rendo conto solo ora che il vero indiscusso protagonista del romanzo è il manoscritto, il potere che ha avuto di entrare più o meno casualmente nelle vite dei personaggi, quella magia che ancora oggi dopo tante, tantissime letture, non riesco facilmente a spiegare se non attraverso le profonde amicizie strette grazie alle righe. 
Non amo i romanzi epistolari ma questo possiede una forza e una vitalità proprie, ti costringe a leggere come un assetato una lettera dietro l'altra, con una crescente aspettativa e la consapevolezza che ciò che accade ai personaggi sia una cosa del tutto reale, che avviene seppur in modi diversi,nella vita di lettori forti come me. 
Non starò a raccontarvi come si svolge il viaggio del manoscritto ma mi preme raccontare le emozioni contagiose della protagonista (che in fin dei conti tanto tanto disinteressata non è) che travolgono personaggi sconosciuti tra loro e soprattutto le loro vite che hanno subito all'improvviso una nuova e inaspettata accelerazione. Tutti i personaggi hanno letto il manoscritto rimanendone in qualche modo influenzati, lo hanno letto molto probabilmente in un momento preciso della loro vita, quando ignari erano davanti a un bivio. Il manoscritto ha tracciato per motivi che non abbiamo il diritto di conoscere, un nuovo percorso, ridando speranza e fiducia ai protagonisti. Non è forse questo il potere e il fine ultimo di un libro? Incontrare il suo lettore nel momento del bisogno, aiutarlo a guardare dentro se stesso, cogliendo analogie con la storia dei personaggi di carta e traendone qualche volta spunto per ripartire o sentirsi parte di qualcosa. 
Le vite così distanti dei personaggi si intrecciano in un gioco di scatole cinesi alla fine del quale saranno colmati vuoti durati trent'anni, nasceranno nuove amicizie e ognuno dei personaggi avrà avuto il tempo di guardarsi dentro e perdonarsi. 





venerdì 10 aprile 2020

LA LUCE NEI TUOI OCCHI Lucilla Celso Anteprima

Ardo dal desiderio di incontrare la scintilla che fa ardere i tuoi occhi. Vorrei leggervi la passione che li divora. E vorrei conoscere le speranze e i sogni che vagano nella tua anima. 

Lucilla Celso è una scrittrice sempre attenta alle emozioni e alle problematiche femminili. L'abbiamo conosciuta nel suo romanzo d'esordio Un'altra vita (rec. qui), la ritroviamo in questa novella d'amore che promette forti emozioni. Già disponibile su Amazon lo trovate incluso nell'abbonamento KU. 





Self Publishing

LA LUCE NEI TUOI OCCHI
Lucilla Celso

Editore: Lucilla Celso
Genere: Narrativa
Pagine: 88
Prezzo: 1,99
In abbonamento con KU



Trama 

Il buio l'ha avvolta e spinta all'isolamento, ma Marco l’ha trovata, è la donna della sua vita, la sua anima gemella.
Un amore che supera la distanza, nato dietro allo schermo di un computer, così dirompente da spingere Daniela ad affrontare tutti gli ostacoli che troverà sulla sua strada.
Una straordinaria amicizia che rompe gli schemi. L'aiuto di Lara, un bellissimo esemplare di pastore tedesco, le restituirà la libertà, spingendola a rimettersi in gioco.

Anima gemella, ora ti ho incontrato
e ancor di più sento disperata
la mancanza della tua consolazione
Solo
Incompleto
Abbandonato
Mi tormento
Ogni ora, il pensiero di te
mi ossessiona
Così lontana
Eppure così vicina
Tu che sei diventata
Affine assonanza di me stesso.


L'autrice

Il suo sito

Sono nata a Roma in un quartiere tranquillo, non troppo lontano dal centro, ma considerato periferia. Qui sono vissuta per tutta la mia infanzia, adolescenza e vita di giovane donna.
Ho frequentato l'istituto magistrale dove ho conseguito il diploma, sono diventata maestra senza mai esercitare.
Ho ereditato l'attività di mio padre: un vecchio negozio di barbiere, dove lavoro tutt'ora come estetista e pedicure coltivando la mia passione per i massaggi e l'energia. 
Ho pubblicato poesie in svariate raccolte insieme ad altri autori.
Ho partecipato ad una laboratorio di scrittura che è diventato un libro: “La contessa di Campo dei Fiori” pubblicata da Perrone Editore.
Recentemente ho aperto un blog dove condivido pensieri e scrittura, ma anche ricette e piccoli suggerimenti per chi ha difficoltà in cucina.
http://luciliberascrive0tabu.altervista.org/  
ed ho aperto una pagina Facebook :
 https://www.facebook.com/luciliberascrive0Tabu/ 
collegata al blog dove condivido le mie passioni con chi ha voglia di seguirmi.
Tra le mie passioni più grandi c'è l'arte marziale: il Hwa Rang Do, che mi ha insegnato veramente a non arrendermi mai. Forse è entrato nella mia vita troppo tardi.

mercoledì 25 marzo 2020

I COLORI DEL TEMPO Chiara Sbrissa Recensione

Pensò al tempo come una fisarmonica, che si stringe fino a rendere minime le distanze, fino ad annientare cambiamenti e che si espande, fino a gonfiare il cuore e dilatare il tempo che vorremmo vivere più a lungo. 

I colori del tempo è la storia di due generazioni, un uomo e una donna prima, due genitori e i loro figli poi. Attraverso gli occhi di tutti, le pagine della vita si sfogliano con una intensità disarmante fino al magone finale che il lettore empatico dovrà affrontare. Chiara Sbrissa scrive un romanzo così colmo di emozioni da poterle tradurre in colori, dai più tenui ai più intensi. Dalla luce confortante dell'alba in montagna ai tramonti sanguigni africani, ci accompagna in un crescendo di consapevolezza sul potere degli affetti contro lo scorrere inesorabile del tempo. 






Panda Edizioni 



I COLORI DEL TEMPO 
Chiara Sbrissa

Editore: Panda edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 213
Prezzo:  16,00
Ebook: 7,99


Trama

Cosa succede quando, dopo un temporale, il cielo è ancora per metà buio e la luce del sole attraversa le gocce di pioggia disperse nell'atmosfera?
Si forma un arco di colori. E' di questo che parla il romanzo. Di tutte le volte che una tempesta infuria, ma d'improvviso smette e torna a brillare qualcosa di più bello di prima.
Un piccolo paese arroccato sulle Dolomiti bellunesi attende ciò che tarda ad arrivare. E' proprio il filo teso del desiderio a fare da collante fra i protagonisti del romanzo, dove si intrecciano il carisma di Pasquale, la dolcezza di Rosa, il coraggio di Caterina e la sensibilità di Oliviero.
Un tuffo nelle sfumature della vita, cullati dalle sue onde dolcissime, talvolta sorpresi da quelle impetuose. Il tema centrale è la famiglia, il perno attorno al quale condividere le proprie scelte, le sconfitte e le rinascite. La forza dell’amore si mescola alle lacrime gonfie di speranza, fra l'incanto dei boschi montani e l'Africa potente e affascinante.  
E se, finalmente, i sogni si avverano, è perché ogni nuovo colore contribuisce ad arricchire il meraviglioso quadro che è la vita.


opinione di foschia75

In questo momento buio della nostra vita, leggere il romanzo di Chiara Sbrissa ha rinnovato la necessità di tornare sui nostri passi e riflettere sul nostro modo di vivere gli affetti e soprattutto renderci conto che il tempo non torna, scorre inesorabile e certe emozioni hanno un'età che non può essere rivissuta. Allora ci racconta la storia di una famiglia, della sua crescita emotiva e degli affetti che nonostante i cambiamenti e le lontananze, è sempre più unita che mai, un nido al quale tornare nei momenti belli come in quelli meno allegri. Attraverso le vicende e soprattutto le emozioni dei protagonisti possiamo pensare alla grande fortuna che abbiamo e che spesso diamo per scontata.
Rosa e Pasquale creatori di una famiglia unita, vedono i propri figli spiccare il volo dal nido, lontani dalla montagna che li ha visti nascere.  Torneranno a casa realizzati e innamorati, restituendo ai genitori tutte le speranze e tutto l'amore che loro hanno coltivato lungo una vita intera. 
Le emozioni dei personaggi si traducono in una tavolozza di colori, dal bianco abbacinante dell'inquietudne e dell'attesa, al rosso intenso della caparbietà nel raggiungere i propri sogni. I sentimenti dei giovani Castaldo sono gli stessi che ognuno di noi affronta in quella fase della vita che si affronta fuori dal nucleo familiare, quel momento in cui le scelte giuste o sbagliate sanciranno il futuro e la nostra indipendenza. Le giornate non sempre hanno i colori caldi della serenità, possono volgere in un battito di ciglia verso colori freddi e distanti gettandoci in quello sconforto che ci va pensare all'aunico rifugio capace di avvolgerci anche se lontani: la famiglia. 
Ognuno di noi ha fogli bianchi da riempire nel suo libro della vita, ogni momento può essere fermato con un colore diverso legato a un ricordo o a un'emozione, sta a noi cercare i colori più vividi e intensi. 
Bello, intriso di emozioni che accompagnano il lettore in una profonda riflessione sull'importanza del coltivare gli affetti senza mai dimenticare che il tempo passa e una carezza o un bacio non tornano, si cristallizzano in un momento sospeso che sarebbe meglio non dare per scontato e vivere nel modo più genuino possibile. La famiglia è la nostra partenza e il nostro ritorno, quell'abbraccio sempre aperto, pronto a stringerci quando ne abbiamo più bisogno, quando siamo felici e quando siamo smarriti, perché in quell'abbraccio c'è l'essenza di tutti i colori. 

venerdì 20 marzo 2020

NON SUPERARE LE DOSI CONSIGLIATE Costanza Rizzacasa d'Orsogna Recensione

Quanti lassativi dei prendere per farti voler bene da mamma? Quando devi annullarti per farti amare da un uomo? Come fai quando a 130 chili non riesci ad allacciarti le scarpe? Non superare le dosi consigliate è il racconto senza filtri della vita di Matilde, che queste domande se le ha poste tutte. 



Guanda


NON SUPERARE LE DOSI CONSIGLIATE 
Costanza Rizzacasa d'Orsogna

Editore: Guanda
Genere: Narrativa
Prezzo:  15,30
Ebook: 9,99


Trama

«Non c’è un problema che un farmaco non curi, mamma lo dice sempre. A casa nostra non si parla, si prendono medicine. Così lei mi dà il Dulcolax ogni sera perché sono una bambina grassa. Due compresse, quattro, otto. E io non so che legame ci sia tra il Dulcolax e una bambina grassa, visto che non dimagrisco…» C’è un peso che non si può perdere, anche quando l’hai perso tutto. Matilde lo sa: la mamma, bulimica, passa le giornate a vomitare; lei ha cominciato a ingrassare quando aveva sei anni ed è affamata da una vita. A scuola elemosina biscotti, a casa ruba il pane, e intanto sogna che le taglino la mano. Ottanta chili a sedici anni, a diciotto quarantotto; Matilde va in America a studiare, splende, ma la fame e la paura le vengono dietro. Finché, dopo la morte della madre, il tracollo finanziario del padre e una relazione violenta, supera i centotrenta chili. E quando esce, c’è sempre qualcuno che la guarda con disprezzo. ­Allora Matilde si chiude in casa per tre ­anni, e sui social si finge normale. Ma che vuol dire normale? Un romanzo crudo e potente tra due lingue e due culture, tra gli anni Settanta e oggi. Un libro vorticoso tra perfezionismo, autolesionismo, menzogna e dipendenze.



opinione di Persefone 


“La relazione più intensa che ho mai avuto è con il Dulcorax”

Non superare le dosi consigliate, non prendere più di  20 pastiglie di lassativi, anzi forse andrà bene l’intera scatola. Crudo e drammatico, Non superare le dosi consigliate è il racconto dettagliato e cinico di quanto una persona possa toccare il fondo.
La protagonista Matilde nasconde dietro i complicati problemi alimentari una vita di abusi e delusioni. Il rapporto malsano e a tratti sadico con la madre, che ha riversato sulla figlia tutte le proprie aspettative e sogni. Una madre troppo giovane , impreparata a crescere un bambino, una madre che usa come metodo educativo la vergogna e come eredità lascia il Dulcorax.
Dietro la ricerca di un corpo perfetto , c’è la ricerca da parte di Matilde di una vita apparentemente perfetta: un buon lavoro, un ottimo stipendio, il prestigio sociale, l’affetto del padre.
Infatti Matilde ha trascorso la sua esistenza ad elemosinare affetto e attenzioni, trovandole nel cibo, alternando fasi di obesità ad altre di anoressia. La protagonista si è accontentata delle briciole che uomini violenti le lasciavano, ha messo tutto il suo impegno nello studio per cercare di ottenere un po’ di riconoscimento, ha trovato nel pane il suo più caro amico.
Ho apprezzato il flusso di coscienza che è il romanzo; senza apparente nesso logico veniamo travolti dal presente fatto di 130 chili, dai flashback delle violenze psicologiche di Filippo e dall’amarezza di un’infanzia trascorsa ad invidiare le altre bambine.
Non superare le dosi consigliate un diario, un racconto senza inizio né fine; è la fotografia senza filtri di una vita passata a subire ed odiarsi. Il romanzo mi ha colpito molto perché mi sono rivista in alcuni ricordi di Matilde e nella sua ricerca incessante della perfezione.
Il romanzo forse non è una lettura adatta a tutti, sia per i temi trattati sia per la crudezza della storia; nonostante questo rimane un racconto che fa riflettere non solo sulle malattie alimentari ma anche sul rapporto che abbiamo con noi stessi e il potere che lasciamo nelle mani degli altri.

“Quando pesi 130 chili non è solo il tuo corpo che è distorto, ma anche la tua testa. È nella testa che inizia quel lasciarsi andare, quel negare l’evidenza”.


L'autrice



Costanza Rizzacasa d’Orsogna è laureata in scrittura creativa alla Columbia University di New York. Scrive sul Corriere della Sera e sul supplemento culturale la Lettura, e tiene sul settimanale 7 la rubrica anyBody – Ogni corpo vale. Nel 2018 ha pubblicato la favola di successo Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare (Guanda), in corso di traduzione in vari Paesi. Non superare le dosi consigliate è il suo primo romanzo.

sabato 14 marzo 2020

FINCHÉ IL CAFFÈ È CALDO #reviewparty Toshikazu Kawaguchi

Buongiorno Lettori! 
Oggi ospitiamo la terza tappa del #blogtour Finché il caffè è caldo! Vi ricordo le prime due tappe sul blog Esmeralda viaggi e libri e sul blog Rachel Sandman Author. Oggi vi faremo un identikit dei personaggi di questo romanzo originale che apre una finestra sull'animo soprattutto femminile. Come sempre un grazie speciale a Marianna del blog A spasso coi libri


Garzanti Libri 


BLOG TOUR 
FINCHÉ IL CAFFÈ È CALDO 


TERZA TAPPA
IDENTIKIT DEI PERSONAGGI 


Il romanzo


Titolo: Finché il caffè è caldo
Autore: Toshikazu Kawaguchi 
TraduttoreClaudia Marseguerra
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa
Pagine: 177
Prezzo: 16,00   Ebook: 9,99
Trama: Un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici.
ECCO LE 5 REGOLE DA SEGUIRE:
1. Sei in una caffetteria speciale. C’è un unico tavolino e aspetta solo te.
2. Siediti e attendi che il caffè ti venga servito.
3. Tieniti pronto a rivivere un momento importante della tua vita.
4. Mentre lo fai ricordati di gustare il caffè a piccoli sorsi.
5. Non dimenticarti la regola fondamentale: non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi.

In Giappone c’è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kotake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutti scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.


IDENTIKIT DEI PERSONAGGI

Non starò a cercare immagini che rispecchino i personaggi come io li ho immaginati, ma vi farò un identikit sulla base del loro modo di approcciare alla vita e al valore che danno agli affetti, perché questo è il fulcro del romanzo che, essendo ambientato a Tokio racconta di personaggi giapponesi, perciò chi è appassionato di manga potrebbe anche vederli come io ho provato a immaginarli dentro la scenografia di un film d'animazione. 

Finché il caffè è caldo è un romanzo sul potere del tempo e sul valore che noi gli diamo quando si parla di affetti, una storia dove prevalgono i personaggi femminili alle prese con i nodi della propria esistenza. 

La donna con il vestito bianco

Su tutti spicca un personaggio più sfuggente degli altri che l'autore ha magistralmente tenuto un po' sullo spartiacque della scena e che ha pungolato non poco la mia curiosità perché di lei non si saprà niente per tutto il romanzo ma sembra tenere più o meno in equilibrio il tutto. Una figura eterea eppure incisiva, con un forte potere emotivo che scaturisce da come ognuno la "vede". Sembra una donna placida e distratta dal libro che legge davanti a una tazza di caffé, ma in realtà ha chiaro tutto ciò che le succede intorno. Insomma una figura che sembra avere un ruolo centrale nella vita della caffetteria, perciò ogni lettore si farà una personale idea su di lei. Io ancora mi sto ponendo non poche domande. 

Fumiko Kiyokawa 

Cliente della caffetteria, giovane donna al principio della sua carriera, afflitta dalla partenza del suo fidanzato che li terrà lontani molto tempo, parla sei lingue, veste in modo sobrio ma elegante e frequenta abitudinariamente il locale perché ne è rimasta affascinata dal primo caffé che casualmente si è trovata a bere proprio lì in una circostanza che ha messo in standbye la sua vita. 

Kazu Tokita

Cugina del proprietario della caffetteria, lavora per pagarsi gli studi universitari, dispensa perle di saggezza. Nonostante la sua giovane età sembra sempre avere in pugno la situazione dentro il locale anche quando uno degli avventori si ritrova smarrito nei suoi sensi di colpa o pensieri profondi. Kazu c'è sempre quando qualcuno ne ha bisogno, grande e paziente preparatrice di verò caffè, gira con un vassoio d'argento con sopra una tazzina bianca e una caffettiera anch'essa d'argento (in questo romanzo nulla è lasciato al caso, neanche le più piccole suppelletili). Sembra una "guida emotiva" quando i clienti hanno perso la bussola, come se sapesse tutto sul mondo nonostante la sua giovane età.

"Kazu era il genere di persona che trova i rapporti interpersonali piuttosto noiosi"

Nagare Tokita

Proprietario del locale, un uomo di una certa stazza ma fondamentalmente pacifico e di poche parole,  lascia carta bianca alla moglie e alla cugina che gestiscono i rapporti con il pubblico e interviene solo quando vi è una reale necessità nel calmare gli animi o far riflettere le persone. Insieme a Kazu tiene i rapporti con la clientela ma senza grandi exploit, preferisce dare spazio e voce alle donne che lo circondano, tra tutte la moglie Kei.

Yaeko Hirai 

Cliente abituale, trentenne, eccentrica nel vestire e proprietaria di uno snack bar vicino alla caffetteria, il primo caffé della mattina lo passa a bere sempre da Nagare, non ha problemi a girare per la città in bigodini e vestiti appariscenti e striminziti. Uno dei personaggi che mi ha colpito di più per il suo vissuto e il suo modo di affrontarlo. Il suo carattere è "camaleontico", capace di cambiare repentinamente ma è molto brava a mascherare le sue emozioni, anche quelle più forti. Ha sempre un sorriso e riesce a sdrammatizzare se necessario ma dentro secondo me è un fiume di emozioni in piena. Conosce tutti gli avventori della caffetteria e probabilmente la frequenta assiduamente perché per lei è diventata una specie si famiglia allargata. 

Kei Tokita

Moglie di Nagare, molto amica di Kazu e come lei serve il caffè nel locale del marito. Ognuno di loro fa il caffè con un procedimento diverso che forse rispecchia proprio il loro modo di vedere la vita. Kei ha una salute cagionevole da quando era bambina, spesso ha delle ricadute e per questo è seguita con affetto e attenzione un po' da tutti. È una donna che si troverà davanti a una scelta non facile dimostrando tutta la sua forza che a un primo sguardo un avventore qualsiasi non noterebbe. 

"Kei era nata debole di cuore e aveva passato tutta la vita a fare dentro e fuori dagli ospedali. Eppure aveva un'indole allegra e spensierata e riusciva sempre a regalare un sorriso, anche quando stava male."


Fusagi e Kotake 

Marito e moglie, clienti abitudinari del locale, una coppia unita ma allo stesso divisa da un' ombra che incombe inesorabile e che corre con il tempo. Kotake è una donna forte, determinata a tenere in piedi il suo matrimonio, dal canto suo Fusagi è un uomo che frequenta la caffetteria come fosse il faro in mezzo al mare buio e in tempesta, si siede tutti i giorni al suo tavolo e mentre beve il caffé sfoglia una rivista di viaggi, spesso perso nei suoi pensieri. A riportarlo alla realtà ci pensa la moglie che con gesti sempre dolci e pacati lo tiene avvinto alla realtà. 


Nella caffetteria gravitano le vite di questi personaggi, come una famiglia allargata che nel momento dell'appiglio emotivo entra e fa tintinnare la campanella. Qui il tempo sembra scorrere in modo diverso rispetto all'esterno, è buffo notare alcuni particolari del locale e del suo arredamento che fanno pensare al lettore che chi entra sospende il tempo della propria giornata, gli viene data la possibilità di fermarsi e riflettere, soffrire, decidere dolorosamente, liberarsi di un fardello. Su tutti aleggia il vapore avvolgente di una tazza di caffé caldo, un momento sospeso durante il quale potrebbe passarci davanti un'intera esistenza, fatta di rimpianti, decisioni mai prese o desideri mai esauditi. Il "tempo" necessario perché il caffè non ri raffreddi, questo è quello che può fare la differenza se ti siedi in questo luogo molto, molto particolare. 



L'autore

Toshikazu Kawaguchi è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971, dove lavora come sceneggiatore e regista. Con Finché il caffè è caldo, suo romanzo d’esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival.



Vi ricordo che domani il #blogtour prosegue sul blog 




martedì 25 febbraio 2020

LA VITA A UN PASSO DA NOI #reviewparty Christian Berkel

Buongiorno Lettori!
Oggi prendiamo aprte al #reviewparty di La vita a un passo da noi, letto e recensito dalla nostra Persefone. Ringrazio le nostre amiche blogger che con noi partecipano a questa lettura. Un grazie come sempre sincero e grande a Raffaella del blog Reading's Love che ci coinvolge sempre in letture intense e toccanti. 



L’oblio può essere l’unica forma di salvezza quando si è toccato il fondo? Quando il tuo Paese ti volta le spalle e sei costretto a scappare per tutta la vita? La vita a un passo da noi è un racconto familiare e del tentativo di comprendere le proprie radici.




Mondadori


REVIEW PARTY 

LA VITA A UN PASSO DA NOI 
Christian Berkel 















IL ROMANZO 


Titolo: La vita a un passo da noi
Autore: Christian Berkel
Editore: Mondadori
Genere: Storico, drammatico
Pagine: 355
Prezzo: 20,00    Ebook: 10,99
Trama:  Berlino 1932: Sala e Otto hanno tredici e diciassette anni quando si incontrano e si innamorano. Sono diversissimi e provengono da mondi molto lontani tra di loro, Otto dalla classe operaia, Sala da una famiglia di intellettuali ed è ebrea per parte di madre. Sei anni dopo, nel 1938, Sala è costretta a lasciare la Germania a causa delle persecuzioni razziali e si rifugia a Parigi presso una zia, fino a quando, due anni dopo, i tedeschi non invadono la Francia. Otto, che nel frattempo si è laureato in medicina, va in guerra come medico della Wehrmacht. Sala, tradita mentre sta tentando di fuggire da Parigi, è portata a Gurs, un campo di internamento nei Pirenei, dove si muore rapidamente di fame e di malattia. Chi sopravvive fino al 1943 viene deportato ad Auschwitz. Ma lei è fortunata, riesce a fuggire e a nascondersi. Poco prima della fine della guerra, Otto viene fatto prigioniero in Russia, riuscendo a rientrare in patria solo nel 1950. Anche per Sala è nel frattempo iniziata un'odissea che la porta fino a Buenos Aires, dove cerca di costruirsi una nuova vita. Quando decide di tornare a Berlino, lei e Otto non si vedono da ormai dieci anni, ma Sala sa di non averlo mai dimenticato. Christian Berkel racconta il romanzo della sua famiglia e una grande storia d'amore, conducendo il lettore attraverso un intero secolo da Ascona a Berlino, da Parigi a Gurs, da Madrid a Buenos Aires, e raccontando le vicende terribili e avventurose di due innamorati che non potrebbero essere più diversi, ma che rimangono legati per tutta la vita.


opinione di Persefone

“Com’è possibile essere gettati all’inferno senza aver commesso alcun male?”


Un racconto familiare, un tentativo di comprendere i silenzi, le parole non dette, l’esigenza di cercare le proprie radici in un passato così doloroso. La vita a un passo da noi è un racconto che non cela nulla sulla sofferenza della guerra e sulla mancanza di radici; una storia che cerca di dipanare tutti i nodi della famiglia di Thomas.
Attraverso le testimonianze di tre generazioni di donne ebree l’autore dipinge un’Europa inferocita, pronta a perseguitare e distruggere il prossimo. Ho apprezzato che le protagoniste fossero Sala e le donne della sua vita, perché questo mi ha permesso di vedere la guerra dalla prospettiva di chi è rimasto in patria e ha dovuto lo stesso lottare per sopravvivere.
Sala comincia un viaggio non voluto, che non sa dove la porterà, perché indesiderata ovunque. L’aspetto che più ho apprezzato è stata la capacità dell’autore di trasmettere con poche diapositive il senso di abbandono di Sala. Abbandonata da sua madre Iza, poi dal suo paese, la Germania, e infine da Otto. Ho percepito attraverso le pagine il senso di angoscia di non appartenere ad alcun luogo, la sensazione di essere un’estranea a casa propria, di essere un’ebrea e poi una sopravvissuta.
Thomas cerca in tutti i modi di comprendere i silenzi e le stravaganze della madre Sola, ma a volte l’oblio non è l’unica forma di salvezza possibile? Dimentica il dolore della perdita, dimenticare l’umiliazione di diventare un corpo senza volto, un numero in mezzo ad altri mille, dimenticare di aver perso la propria umanità pur di sopravvivere.
Sia il racconto di Sala nel lager e poi quello di Otto nel campo di prigionia in Russia riportano una realtà dei fatti che ancora oggi è per me sconcertante: fame, malattia, sopravvivenza e poi solo  morte.
Nonostante sia stata abbandonata da Iza e dal suo Paese, Sala non perde la capacità di amare altre donne, che in qualche modo le hanno dato il sostegno che le è mancato: Lola, Mimì, Mopp e infine sua figlia Ada.
La vita a un passo da noi è la storia forte e toccante di una famiglia che cerca le sue origini nelle pieghe del dolore della guerra.


“Potevo davvero trovare nel suo oblio una forma di ricordo?”


L'autore




Christian Berkel (Berlino, 28 ottobre 1957) è un attore tedesco.
Figlio di un medico militare, dall'età di 14 anni ha vissuto a Parigi, dove ha preso lezioni di teatro con Jean-Louis Barrault e Pierre Berlin. A diciannove anni venne scoperto da Ingmar Bergman, che lo ha voluto per il film L'uovo del serpente, consigliandogli poi di lavorare in teatro; recitò così, dal 1977 al 1999, nei teatri di Augusta, Düsseldorf, Monaco di Baviera e Vienna. Ha poi studiato alla German Film and Television Academy di Berlino.
A partire dal 2006 diventa il protagonista della serie televisiva Il commissario Schumann interpretando l'omonimo personaggio, Bruno Schumann. Ha preso parte a molte produzioni televisive tedesche, ricoprendo inoltre il ruolo del dottor Ernst-Günther Schenck in La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler, nominato al Premio Oscar. Ebbe inoltre ruoli significativi nel film di Paul Verhoeven Black Book e in alcune pellicole statunitensi come Flightplan - Mistero in volo.
Nel 2008 diventa uno dei protagonisti della pellicola Operazione Valchiria, nella quale interpretava il colonnello Albrecht Mertz von Quirnheim, mentre l'anno successivo prende parte al film Bastardi senza gloria, di Quentin Tarantino. Prende parte nel 2015 al film Operazione U.N.C.L.E., recitando al fianco di Henry Cavill, e, sempre nello stesso anno, entra nel cast del film di Jay Roach L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo.