mercoledì 22 aprile 2020

LA LETTRICE DELLA STANZA 128 #reviewparty Cathy Bonidan

Buongiorno Lettori!
Oggi ho il piacere di partecipare al Review Party La lettrice della stanza 128 e quindi di parlarvi di una storia inaspettata e originale che parla del potere che hanno i libri nel far nascere preziose amicizie (sarà un caso che mi abbia risucchiata senza riserve?). Ringrazio come sempre Raffaella del blog Reading's Love tra le mie più attive "spacciatrici" di bei libri.  


Talvolta tra un libro e un lettore si instaura un legame 
che non può essere frutto del caso.



DeA Planeta


REVIEW PARTY 

(banner di Sara Marrano)



É dunque questo che nutre gli scrittori e 
dà loro la forza di affrontare la pagina bianca? 
La speranza che alla fine dell'avventura potrebbero 
salvare una persona dalla disperazione?





LA LETTRICE DELLA STANZA 128
Cathy Bonidan 

Traduzione di Tania Spagnoli
Editore: DeA Planeta
Genere: Narrativa
Pagine:  254
Prezzo:  16,00
Ebook: 8,99



Trama 

Un amore impossibile. Un manoscritto perduto tra Montréal e Parigi. L’ostinata indagine di una lettrice.
Tutte le sere, cascasse il mondo, Anne-Lise Briard scivola tra le lenzuola e si lascia cullare dalle pagine di un buon libro. È un momento tutto per lei, un rituale al quale non potrebbe mai rinunciare. Perciò, quando nel comodino di un delizioso hotel della costa bretone trova un vecchio plico battuto a macchina, ne approfitta per rimpiazzare il romanzo che, distratta com’è, ha dimenticato di portare con sé da Parigi. Divorare in poche ore l’anonimo dattiloscritto – una struggente storia d’amore – e lasciarsi sedurre dal piccolo mistero che rappresenta per Anne-Lise sono tutt’uno. Ed ecco che, di colpo, un weekend fin troppo tranquillo si trasforma in un’avventura. Sì, perché a pagina 156 di quel racconto così trascinante è annotato un indirizzo – probabilmente quello dell’autore – al quale Anne-Lise decide di rispedire il malloppo, “con tante grazie per la bella lettura che mi ha regalato, sebbene senza volerlo”. Ricostruire le peripezie e i passaggi di mano che hanno portato il libro fino a lei non sarà facile, ma Anne-Lise si getta nell’impresa anima e corpo. Per scoprire il segreto di una storia capace di toccare il cuore e le vite di quanti la leggono. E trovare il coraggio di scrivere per sé un finale inaspettato.


opinione di foschia75

Quando incontri un libro, una volta finito, qualcosa cambia dentro di te, un po' come quando lanci un sasso sulla superficie placida di un lago. Quelle onde si progagano in crescendo generando un moto. Ecco il vero lettore percepisce quel leggero cambiamento e lo porta dentro di sè in modi diversi, più o meno intensi. 
Fin dal prime pagine ho capito e fatto mio quel sentimento irrequieto della protagonista di questa storia, quella sua euforia incontenibile per aver trovato un tesoro in un manoscritto comparso per caso, scritto trent'anni prima e mai pubblicato perché nomade di mano in mano e di Paese in Paese. Ecco, scrivendo questa opinione mi rendo conto solo ora che il vero indiscusso protagonista del romanzo è il manoscritto, il potere che ha avuto di entrare più o meno casualmente nelle vite dei personaggi, quella magia che ancora oggi dopo tante, tantissime letture, non riesco facilmente a spiegare se non attraverso le profonde amicizie strette grazie alle righe. 
Non amo i romanzi epistolari ma questo possiede una forza e una vitalità proprie, ti costringe a leggere come un assetato una lettera dietro l'altra, con una crescente aspettativa e la consapevolezza che ciò che accade ai personaggi sia una cosa del tutto reale, che avviene seppur in modi diversi,nella vita di lettori forti come me. 
Non starò a raccontarvi come si svolge il viaggio del manoscritto ma mi preme raccontare le emozioni contagiose della protagonista (che in fin dei conti tanto tanto disinteressata non è) che travolgono personaggi sconosciuti tra loro e soprattutto le loro vite che hanno subito all'improvviso una nuova e inaspettata accelerazione. Tutti i personaggi hanno letto il manoscritto rimanendone in qualche modo influenzati, lo hanno letto molto probabilmente in un momento preciso della loro vita, quando ignari erano davanti a un bivio. Il manoscritto ha tracciato per motivi che non abbiamo il diritto di conoscere, un nuovo percorso, ridando speranza e fiducia ai protagonisti. Non è forse questo il potere e il fine ultimo di un libro? Incontrare il suo lettore nel momento del bisogno, aiutarlo a guardare dentro se stesso, cogliendo analogie con la storia dei personaggi di carta e traendone qualche volta spunto per ripartire o sentirsi parte di qualcosa. 
Le vite così distanti dei personaggi si intrecciano in un gioco di scatole cinesi alla fine del quale saranno colmati vuoti durati trent'anni, nasceranno nuove amicizie e ognuno dei personaggi avrà avuto il tempo di guardarsi dentro e perdonarsi. 





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