Possiamo davvero scappare da chi siamo? C’è la reale possibilità di guarire da chi ci ha dilaniato nel profondo? In quale modo possiamo dissociarci da una relatà che continua a farci sanguinare? Julian ha provato tutto: scappare in un altro stato, rinnegare l’amore per suo fratello, ma soprattutto per se stesso. Tutto chiuso tranne il cielo si rivela un romanzo sincero, moderno e toccante.
Mondadori
TUTTO CHIUSO TRANNE IL CIELO
Eleonora C. Caruso
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Genere: Narrativa
Pagine: 155
Prezzo: 17,00
Ebook: 9,99
Trama
Julian è un diciannovenne esile e pallido, la sua anima è azzurra come la sua chioma. Mangia pochissimo, ha sempre in mano il cellulare, ma sente e osserva ogni cosa. Abbraccia tutti, poi scappa. Se permettesse a qualcuno di toccarlo davvero si troverebbe a dover affrontare sentimenti dai quali ha preso una distanza di quasi 10.000 chilometri: quelli che separano Milano da Tokyo. Dopo un anno trascorso in Giappone è proprio a Milano, il luogo della sua ferita originale, che Julian sta tornando. Siamo all'inizio dell'estate, ad accoglierlo trova la desolazione della città oppressa dalla canicola e la vita annodata da cui era scappato: credeva che la realtà avesse smesso di fargli del male, invece si trova a dover realizzare che il suo rapporto con la realtà si era semplicemente interrotto. Si sente ancora prigioniero di un segreto a cui non riesce a dare un nome, come se fosse vittima di un maleficio - e forse a lanciarglielo è stato Christian, il suo splendido e sfuggente fratello maggiore. Julian si separa sempre di più dal proprio corpo, ma una fantasmagorica serie di incontri lo trascina in avanti quasi suo malgrado. C'è An, la sua migliore amica cinese, che da lui vorrebbe qualcosa di più che amicizia; Leo, il cassiere trentaduenne di un supermercato, disincantato come un saggio orientale e cinico in modo tutto occidentale; Cloro, una celebre youtuber che domina gli altri con disinvoltura, ma è fragile come una bambina; e poi Dante, il quarantenne dissacrante e commovente che lo accompagna nella riscoperta di sé. Julian dovrà ritrovare la sua voce e affrontare la difficoltà di comunicare emozioni complesse in un mondo in cui tutto è sempre più rapido e superficiale.
opinione di Persefone
«Quanto può svuotarsi una persona, e rimanere una persona?»
La prima sensazione che mi ha lasciato il romanzo è stata quello di spaesamento; mi sono ritrovata a girare senza meta come i personaggi, in una città che non ha nulla da offrire se non una realtà disincantata. Julian, così come Cloro o Leo, sono travolti da un’esistenza che corre troppo e che domanda ancora di più. Una realtà in cui non sai qual è il tuo posto o chi dovresti essere per fare meno male possibile. Ho apprezzato come questo aspetto fosse trasmesso dallo stile dell’autrice, attraverso una mescolanza di lingue e gerghi; un riversamento di coscienza.
Julian rappresenta una generazione che si è vista portare via anche i sogni. Il protagonista viviseziona tutto ciò che lo circonda, analizza ogni pezzo di sé per non perderlo, per tenere cucito insieme tutto il tumulto e tutto il vuoto che lo divorano.
Julian è divorato dalla solitudine, dai silenzi che troppo spesso ha dovuto accettare. Da questi silenzi che lo hanno sempre costretto a mettersi da parte, che gli hanno domandato di occupare meno spazio possibile. E lui ha smesso semplicemente di essere.
Julian rifiuta il cibo così come rifiuta se stesso e quello che ha subito. Rigetta ogni versione di sé, si svuota del suo essere perché ormai non è rimasto più nulla, dopo che Christian ha continuato a travolgerlo e consumarlo. Come può un singolo individuo plasmarci così tanto? Chi siamo senza tutti gli strati di bugie che ci raccontiamo? Chi siamo senza le persone che amiamo o crediamo di amare? Julian non lo sa e non sa neanche come poter ritrovare la versione intatta di sé.
Ho amato come il coro dei personaggi esprimesse il senso di voracità e vuoto dell’intero romanzo: tutti continuano ad avere quella ferita originale che sanguina, fa male e continua inesorabilmente ad espandersi.
La scrittura della Caruso si riconferma essere estremamente sincera, quasi da far male, lucida e vivida. Tutto chiuso tranne il cielo è il racconto di chi viene mangiato da se stesso, dalle innumerevoli versioni di sé e dal vuoto che lo circonda.
“Perché si sente tranquillissimo, come se l’avesse capito solo adesso: non può scappare da lui, non davvero. Christian sarà sempre suo fratello.”
L'autrice
Eleonora C. Caruso è nata nel 1986 in provincia di Novara. Ha iniziato a scrivere fanfiction nel 2001 con il nickname di CaskaLangley (da cui la “C”) e non ha mai smesso. Nel 2012 ha pubblicato Comunque vada non importa con Indiana Editore. Collabora con varie riviste e case editrici di fumetti. Vive a Milano con il suo compagno e la sua collezione di manga.
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