mercoledì 19 giugno 2019

CIRCE Madeline Miller Recensione

La mitologia greca mi ha sempre affascinata, così come le sue rivisitazioni. Circe è sempre stata una figura complessa e contorta, mai ben definita. L’autrice svolge un profondo lavoro di introspezione e scava in tutte le insenature di una dea che si dimostra essere così umana.  

La nostra Persefone torna con una nuova sentita recensione su un romanzo tra i più belli degli ultimi decenni. 



Sonzogno

CIRCE
Madeline Miller 

Traduzione di:  Marinella Magrì
Editore: Sonzogno
Collana: Sonzogno
Genere: Epico
Pagine: 411
Prezzo:  19,00
Ebook: 9,99


Trama 

Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino - con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché - non più solo maga, ma anche amante e madre - dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare. 


opinione di Persefone 


« Una gabbia dorata è pur sempre una gabbia»

L’aspetto predominante del romanzo è la presenza di imponenti figure femminili, anche se sotto un’ottica prettamente maschilista. Circe, sua madre, la sorella Pasifae e infine Penelope; tutte costrette a loro modo a subire le decisioni di uomini e dei spregiudicati e privi di ogni morale. La loro forza risiede nell’essere costanti e stabili, nell’osservare e comprendere come funziona il  mondo. 
Circe si è rivelato, oltre che un romanzo di formazione, un inno alla donna in tutte le sue sfaccettature: figlia, sorella, amante e madre. Grazie alla scrittura lineare e descrittiva dell’autrice, il lettore osserva il lento evolversi della protagonista, la scoperta del suo enorme potere che deriva solamente dalla sua forza di volontà e dalla sua tenacia.
Schiacciata, umiliata e derisa, Circe trova la sua essenza in se stessa e nel suo costante essere. Nonostante non ne abbia mai ricevuto, la protagonista è sempre mossa dall’amore. Prima da quello fraterno per Eete, poi da quello giovanile per Glauco e infine da quello più potente, l’amore per suo figlio Telegono. Le scene in cui vengono descritti tutti i tentativi e i gesti estremi che Circe compie per proteggere il figlio sono toccanti e traboccanti di sentimento. 
Circe rappresenta a suo modo una donna moderna, indipendente e forte. Tuttavia l’esilio non le permette solo di essere finalmente libera dalla angherie della sua famiglia, bensì la immerge in una profonda e costante solitudine, che pesa come un macigno sulla sua anima immortale.
L’aspetto che più ho amato del romanzo è l’umanità di Circe; dea, immortale e figlia del Sole non sono mai stati per lei appellativi dei quali vantarsi. Fin dal primo episodio di ribellione con Prometeo, la protagonista dimostra di essere più affine ai mortali che non alla sua gente. Per tutto il romanzo sono presenti episodi in cui le dubita di se stessa, dimostra tutta la sua fragilità e i suoi dubbi senza però mai perdere la dignità e la sua essenza di donna e maga.
L’ultima magia che compie è quella su se stessa, l’ultimo stadio per completare la sua metamorfosi e trasformarsi nella sua forma più vera e pura, quella umana. Esiliata, umiliata e stuprata, Circe ha continuato ad  andare avanti, a battersi per la sua isola e la sua magia. 
La bravura e l’attenta ricerca della Miller si ritrovano nelle insenature e negli scorci delle storie degli eroi, dei loro cuori in realtà corrotti, e nella violenza che si portano con sé, oltre la fama immortale. 
Circe è un romanzo con un forte impatto, potente ma lieve nel suo incedere. Un lento scorrere che mostra la forma più vera di una figura ambigua e sfuggente.

« Ma in un’esistenza solitaria, sono rari i momenti in cui un’altra anima si fonde con la tua, così come le stelle sfiorano la terra una volta all’anno. Una tale costellazione era stato lui per me »



 L'autrice




Madeline Miller è nata a Boston, ha un dottorato in lettere classiche alla Brown University e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale. Attualmente vive a Narberth, Pennsylvania, con il marito e due figli. Il suo primo romanzo, La canzone di Achille (Sonzogno 2013), è stato un successo internazionale, ha vinto l’Orange Prize ed è stato tradotto in venticinque lingue. Pubblicato negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2018, Circe ha scalato le classifiche dei libri più venduti del New York Times e del Sunday Times ed è stato “libro dell’anno” per le principali riviste letterarie americane.




Nessun commento: