venerdì 31 agosto 2018

IL GIARDINO DI AMELIA Marcela Serrano Recensione

Una storia  intima e sofferta incentrata sulle vicende di un uomo e di tre donne,   che parla di fiducia, di complicità, di tradimento e di perdono:   per un romanzo delicato e spietato che attraversa un trentennio di politica, società e cultura  spaziando dalla dittatura cilena al cosmopolitismo inglese.  

Feltrinelli
IL GIARDINO DI AMELIA 
MARCELA SERRANO


Traduzione: M. Finassi Parolo
Collana: Universale Economica 
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine. 248 
Prezzo: € 9.50
ebook: € 6.99
Disponibile su Audible, narrato da Perla Liberatori 
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La Trama
Cile, anni ottanta, sotto la dittatura del generale Pinochet. Un giovane sovversivo, Miguel Flores, sospettato di svolgere attività rivoluzionarie, viene mandato al confino in un paese nei pressi di una grande tenuta, La Novena, di proprietà di una ricca latifondista, Amelia. Tra i due, dopo un'iniziale diffidenza, nasce un profondo legame, arricchito dal gusto per la lettura. Amelia è una signora avanti negli anni, vedova con figli, molto colta, che ha molto viaggiato ed è stata traduttrice. La sua mentore è stata una cugina, Sybil, che abita a Londra e lavora in una grande casa editrice. La vita scorre tranquilla, Amelia e Miguel conversano, meditano sul loro presente, sulla vita, sui libri; il legame si fa sempre più stretto, lui va a vivere da lei, finché una notte arrivano i militari a dargli la caccia perché sono state scoperte delle armi sepolte nella tenuta. Miguel riesce a fuggire, Amelia invece viene catturata, torturata e solo quando è riconosciuta estranea ai fatti viene rilasciata. Molti anni dopo Miguel, malgrado si sia rifatto una vita in Europa, rimane ossessionato dai ricordi e tramite Sybil viene a sapere cosa è successo ad Amelia dopo la sua fuga. Gettato nel più totale sconforto, capisce che l'unica chiave per superare i suoi sensi di colpa è tornare in Cile e affrontare il proprio passato.

Opinione di Charlotte 
Tra confino, esilio volontario, violenza  e ritorno alle proprie radici, Il giardino di Amelia  penetra nell' animo del lettore raccontando  di pulsioni umane universali e perenni  . Il microcosmo  di partenza è una tenuta di campagna,  oasi felice nel caos silenzioso della feroce dittatura militare cilena:   un luogo in cui  il legame tra Amelia e Miguel innesca una vicenda dolceamara che ha il sapore disarmante della vita sofferta,  assaporata, subita, accettata, condivisa. Spesso emerge il Dolore accennato,  che nell' assenza di dettaglio risulta ancora più incisivo, e a contrastarlo è l' Amore che mai esplicito lascia spazio a sottintesi che poco hanno a che fare con la morale e molto con l' affinità d' animo. Gli omaggi alla letteratura vittoriana  e al piacere della lettura, che hanno un impatto nel cuore e nelle scelte di vita dei protagonisti, nonché  la minuta  ed empatica  descrizione di  paesaggi ed oggetti, rendono fascinosa la narrazione di una storia di sentimenti sussurrati e non esibiti, che sembrano urlare in silenzio la loro importanza. 
La prima parte del romanzo sviluppa il legame tra Miguel e Amelia, lui uno studente rivoluzionario squattrinato emarginato dalla società per i suoi ideali, lei una donna matura e benestante con tanta passione per la natura,  i libri, la musica, e per tutti i piccoli vizi  che rendono piacevole la vita. Tra una conversazione e un bicchiere di vino, condividendo con lui  le sue vicissitudini e le sue prese di posizione,  Amelia  inconsapevolmente   è  mentore di Miguel, che assorbe tutti gli stimoli, li interiorizza e li interpreta: ma che sarà anche il carnefice della donna che tanto gli dona di sé e alla quale deve di più. Le fasi successive del racconto muovono dalla distruzione, dall' abbandono, dalla ripartenza,  e attraverso  la catarsi   veicolata dal senso di colpa cercano di arrivare alla chiusura di un cerchio. In questo cammino frammentato e imprevedibile che coinvolge Amelia, Miguel e altre due donne straordinarie in un concatenarsi di bisogni e di esistenze diverse, come accade nella vita il caso non gioca sempre a favore del lieto fine;  molte volte non vi sono spiegazioni razionali alle reazioni dei  personaggi , e spesso le influenze determinanti sono anche quelle inconsapevoli. Amare e odiare, credere e disilludersi, sperare e desiderare l' oblio sono pulsioni che spesso entrano in conflitto tra loro, in un romanzo di passioni che estrinseca la fragilità degli intenti, la stupidità della superficialità e la tenacia dei legami veri, palesando al lettore la straordinaria forza femminile, la ciclicità delle stagioni  e delle emozioni umane,   il valore  inestimabile della sopravvivenza e del perdono  richiesto e concesso. 

L' Autrice


Nata a Santiago del Cile nel 1951, Marcela Serrano è una delle voci più importanti della narrativa sudamericana. Nel 1973 si trasferisce a Roma a causa del golpe e torna in Cile nel 1977, dove si diploma in incisione e lavora in diversi ambiti delle arti visive. Presto, però, decide di lasciare questo lavoro e si dedica alla scrittura.
Il suo editore di riferimento in Italia è Feltrinelli, con il quale ha pubblicato: Noi che ci vogliamo così bene (1996), che ha vinto in Francia il premio Côté des Femmes, Il tempo di Blanca (1998), L’albergo delle donne tristi (1999), Antigua, vita mia (2000), Nostra Signora della Solitudine (2001), Quel che c’è nel mio cuore (2002), Arrivederci piccole donne (2004), I quaderni del pianto (2007), Dieci donne (2011), Adorata nemica mia (2013), Il giardino di Amelia(2016).

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