Confesso di avere terminato questa lettura un paio di giorni
fa, e di avere atteso che si sedimentasse
nella mia testa e nel mio cuore per
tentare di parlarne senza sembrare in
stato confusionale. Mirya è un vulcano, erudita, intensa e irrefrenabile : come
avevo potuto appurare in Di carne e di carta, riscontrandolo ancor più in
questo Trentatré, è una scrittrice con la
capacità di farmi sentire emotivamente spossata
e al contempo arricchita, disarmata e
appagata. Insomma, di farmi provare un’ emozione e il contrario della stessa
nell' arco di poche pagine, di stregarmi
con i suoi ragionamenti che mi spingono a guardarmi dentro e a cercare la mia
verità: magari arrivando alla conclusione che non ho nulla da perdere a credere negli unicorni rosa.
TRENTATRE'
MIRYA
Autore: Self publishing
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 381
Prezzo: ( solo ebook): € 2,68
La Trama
Trentatré sono i giorni che Dio Si impegna a trascorrere sulla terra,
senza i Suoi poteri, prima che Suo Figlio acconsenta ad aiutarLo
nell’Apocalisse; ma scopre subito che l’umanità è un abito scomodo da
indossare.
Trentatré sono i giorni di cui Grace dispone per persuadere quel vecchio pazzo convinto di essere Dio che l’universo non deve finire; ma c’è un asino dagli occhi azzurri a complicarle la vita e a lei non resta che cercare di trasformarlo in un unicorno rosa.
Trentatré sono i giorni in cui Michele deve affrontare i suoi demoni, per liberarsi del marchio di Caino e imparare di nuovo ad avere fiducia; ma c’è una rossa intenzionata a combattere contro di lui che invece forse potrebbe combattere al suo fianco.
Trentatré sono i giorni necessari a cambiare per sempre le vite del vecchio Giò, di Amir, di Juliette e di tutti coloro che ruotano attorno allo stesso locale, quel locale che in fondo può assomigliare ad una casa, come loro in fondo possono assomigliare ad una famiglia.
Perché la fortuna non è positiva né negativa, le cose migliori accadono per caso e il mondo è pieno di incastri.
Trentatré sono i giorni di cui Grace dispone per persuadere quel vecchio pazzo convinto di essere Dio che l’universo non deve finire; ma c’è un asino dagli occhi azzurri a complicarle la vita e a lei non resta che cercare di trasformarlo in un unicorno rosa.
Trentatré sono i giorni in cui Michele deve affrontare i suoi demoni, per liberarsi del marchio di Caino e imparare di nuovo ad avere fiducia; ma c’è una rossa intenzionata a combattere contro di lui che invece forse potrebbe combattere al suo fianco.
Trentatré sono i giorni necessari a cambiare per sempre le vite del vecchio Giò, di Amir, di Juliette e di tutti coloro che ruotano attorno allo stesso locale, quel locale che in fondo può assomigliare ad una casa, come loro in fondo possono assomigliare ad una famiglia.
Perché la fortuna non è positiva né negativa, le cose migliori accadono per caso e il mondo è pieno di incastri.
Opinione di Charlotte
Non voglio approfondire la sinossi per non sciupare l' "effetto sorpresa" . C'è Dio che scende sulla terra
come un comune mortale ingenuo e smarrito e che si imbatte in una ragazza piena
di grazia, in un uomo disilluso, in un locale frequentato da personaggi singolari “ incastrati” uno all’ altro. C'è una storia d' amore travolgente
a modo suo, che trasuda sentimento e sensualità. E c’è molto, moltissimo altro. Poiché Trentatré non è un
romanzo di pura evasione ma un
libro pregno di contenuto, e a mio
avviso per apprezzarlo a dovere occorre essere preparati preventivamente a scossoni
emotivi e a possibili autoanalisi in corso di lettura.
Trovo Mirya una geniale trasformista dall’ innegabile maestria: che
nelle sue pagine, in un susseguirsi di
colpi di scena funzionali allo sviluppo narrativo, propone decine di temi sui quali ragionare, piangere,
identificarsi, ironizzare. Vado matta per il suo travolgente
senso dell' umorismo ma al contempo beneficio degli spunti di riflessione suggeriti dalle sue
“provocazioni emotive”. Trentatré è l’ esempio lampante dell’ incisività della sua autrice: una
lettura di "taglio" particolare, molto cerebrale nonostante la
naturalezza e la disinvoltura che la contraddistinguono, che graffia in più modi e in profondità. Per questo motivo a primo impatto e in
determinati frangenti può apparire fin quasi
troppo intensa , salvo poi rivelarsi un imprevisto strumento di supporto alla visione più lucida
e in prospettiva inedita di drammi e
comportamenti umani.
Da quanto esposto è evidente come
Mirya metta davvero tanta carne al fuoco: la ricchezza di spunti viene
sviluppata con estrema coerenza e fluidità in modo assolutamente accattivante, spontaneo
ed esauriente.
Il fatto che uno dei protagonisti
sia Dio non rende in alcun modo
irriverente il romanzo: Trentatré è una “favola per grandi” e il suo protagonista un mezzo per parlare di
noi uomini, delle nostre paure e della nostra condizione, nel bene e nel male.
Con ironia, magari alternando iconologia tradizionale e Peppa Pig, assestando
qualche cazzotto a luoghi comuni e preconcetti e sdrammatizzando subito dopo con una risata. Così come succede
nelle nostre vite: quando ci troviamo ad
affrontare la malattia, la morte, la
disillusione, ma allo stesso tempo la nascita, la spensieratezza, la speranza:
cercando di dare un senso a tutto questo " bombardamento" e di ricomporne il puzzle intuendone
la logica .
In quest' ottica ogni capitolo del libro è un
giorno alla scoperta della vita quotidiana dell’ umanità, con i suoi pro e
contro. Attraverso le esperienze e le
sensibilità opposte di Grace e di Michele,
ma anche gli occhi innocenti del bambino o lo sguardo più cinico dell’ uomo maturo, del furfante, della donna
abbandonata : ognuno fragile a suo modo, ognuno con un bagaglio di esperienze
positive e negative, un prezzo pagato,
un percorso da compiere in un’ inesorabile concatenazione causa- effetto che vede tutti protagonisti.
Fra una stoccatina e una battuta
pungente, Trentatré si assapora con lentezza
immedesimandosi in una Storia d’ Amore Universale dalle mille sfaccettature: sorridendo ed
emozionandosi per la maternità, l’ attrazione fisica, l’ amicizia ma essendo
comunque serenamente consapevoli che la
commozione, la serietà, l’ imprevisto
possono essere dietro l’ angolo; che la fortuna può repentinamente lasciare posto al prezzo da pagare; e infine, che ci si può arrabbiare con Mirya quando fa soffire i suoi personaggi , ma che considerando il suo lavoro nell' insieme la si assolve, la si comprende appieno e la si giustifica intuendone le motivazioni.
L' Autrice
Mirya continua a vivere a Ferrara , dove D l' ha incastrata e fino a quando D vorrà; a volte finge di parlare con lui e a volte finge di essere lui, per la gioia del marito e del figlio e il tormento dei suoi studenti, e viceversa. Spera che anche D faccia la pace con lei, prima di metterla nel suo libro. Cerca la neve in qualunque stagione .
Della stessa autrice: Di carne e di carta ( recensione QUI )
Il suo blog: http:// mirya76. blogspot.it
La sua pagina Facebook: https:// www.facebook.com/ pages/ Mirya/ 235687706608699
3 commenti:
Grazie mille! Di' la verità: un po' ti sei arrabbiata con me, vero? Mi nascondo dietro il mio Giò Giò personale! Questa recensione non è solo generosissima: è pura poesia e io mi inchino davvero, di gratitudine e di ammirazione.
Mirya, il tuo Giò Giò personale è uno scudo troppo potente contro la rabbia! :-) Seriamente: devo ammettere che in alcuni momenti mi è " cascata la mandibola" . Poi ho compreso che non si trattava di provocazioni gratuite ma di un disegno ben preciso, e l' ho apprezzato esattamente così come l' hai concepito. Grazie per avere ancora una volta deliziato i tuoi ammiratori ( tra i quali la sottoscritta ormai è da considerarsi un ultrà sfegatato )con la tua bravura, la tua simpatia e la tua lungimiranza!
Confesso che ho comperato il libro perchè la trama me ne ricordava un altro di Marc Levy che ho letto qualche anno fa.
Sono rimasta senza parole. L'ho finito questa notte. E poi non c'entrava niente con quello che avevo già letto.
Ben scritto, fa ridere, piangere e poi tutto insieme.
Sono contenta di averlo letto e mi piacerebbe ancor più che uscisse l'edizione cartacea.
Consigliato a chiunque ha ancora voglia di sognare.
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