mercoledì 17 gennaio 2018

LA SPOSA DEL LAGO Rita Bonfanti Recensione

Lo ammetto, ero intimorita da questo romanzo, avevo paura che per la storia narrata potesse essere lenta e prolissa. Quello che ho letto è invece un romanzo intenso e caratterizzato da una narrazione incalzante, che ci presenta una protagonista avanti per il suo tempo, un grande esempio di emancipazione e coraggio. Questa è la storia vera di una donna che ha combattuto contro la crudeltà del lago e della vita, che non ha mai abbassato la testa davanti all'infausto destino, una donna vissuta tanto tempo fa, eppure capace di insegnarci a tenere la testa alta davanti al dolore. 






Edizioni Della Goccia

LA SPOSA DEL LAGO
Rita Bonfanti

Editore: Edizioni Della Goccia
Collana: Giallo grano n.5
Genere: Narrativa storica
Pagine: 195
Prezzo:  12,00
Ebook: 2,99


Trama

Como, alba del 3 maggio 1891. In una casa del Paradisett, piccola frazione affacciata sul lago, Cecilia si sveglia col cuore colmo di emozione: dopo anni di contrasti col papà Zaverio, intravede finalmente uno spiraglio di luce nel proprio futuro. Alessandro, un ragazzo di origini umbre di cui è profondamente innamorata, è l'oggetto dei litigi: non è il tessitore sognato come genero da suo padre, anzi, è un semplice impiegato mal retribuito, un "imbratacarta", e per di più forestiero. Tuttavia, con determinazione e un pizzico di astuzia, Cecilia riesce a spuntarla e a Ferragosto dello stesso anno convola a nozze col suo grande amore.
Il lago, presenza imprescindibile nella vita di quei luoghi, segnerà profondamente l'esistenza di Cecilia nel giorno stesso del matrimonio e, undici anni dopo, sarà ancora arbitro del suo destino.
Il romanzo è ispirato alla storia di Cecilia Gioconda Teodolinda Rossi, bisnonna dell'autrice.



opinione di foschia75


Rita Bonfanti ricostruisce la storia di sua bisnonna, una donna molto sfortunata, piegata ma non spezzata dalla vita. Attraverso la pregevole narrazione di questa bravissima autrice, siamo invitati sul lago di Como a cavallo tra Ottocento e Novecento, in una modesta famiglia di tessitori. 
Rita Bonfanti ci presenta una giovane donna che sin dalle prime pagine dimostra una forza d'animo come poche, che non ha paura di tenere testa al caratteraccio del padre, che è pronta a prendere due schiaffi pur di far valere le proprie idee. L'autrice dimostra una grande passione nel ricostruire non solo le vicende della bisnonna, ma anche le usanze e i costumi di fine secolo, la condizione della donna in seno alla famiglia e sul posto di lavoro. Attraverso gli occhi e il cuore di Cecilia, il lettore verrà risucchiato in uno scenario che genera emozioni via via più vivide e struggenti. 
Non mi aspettavo davvero una narrazione così viva e incalzante, non mi aspettavo una protagonista così stoica e testarda, così forte e coraggiosa da costruire una famiglia numerosa e sopravvivere al dolore di non poche perdite.
Un romanzo dove la vita dona e subito dopo prende, dove le donne devono combattere la battaglia quotidiana per far valere il loro pensiero. 
In questo romanzo, l'acerrimo nemico della protagonista è il lago, quella distesa d'acqua sulla quale pulsano le vite dei personaggi di questa storia, quello specchio traditore che presto chiederà il suo tributo al fresco entusiasmo di una giovane donna e sarà sempre lì a lambire cupamente i momenti di gioia della famiglia.
La protagonista è una figura femminile forte e paziente, dedita alla famiglia e al lavoro, colpita più volte dalla perdita eppure capace di rialzarsi e andare avanti spinta da quella inspiegabile forza interiore che l'evoluzione ha voluto affidare proprio a noi, prima figlie, poi mogli e infine madri, forgiate dalla vita, carezzate dall'illusione dei sogni.
Lo stile dell'autrice è asciutto e incisivo, ha saputo dare la giusta marcia alla narrazione, rendendo partecipe il lettore di una storia triste ma incalzante, dove la vita e la morte giocano una partita a scacchi con le emozioni dei personaggi.



L'autrice



Essere l’ultima di cinque figli non offre molte prospettive, soprattutto se il papà è operaio e la mamma casalinga e non si nasce, con la vocazione di sgomitare, di primeggiare, di superare gli altri. Tutto è successo per caso o solo perché era scritto nel destino.Sono stata la prima della famiglia a prendere un diploma, e la prima a laurearmi. Una laurea da zappatrice, come dice scherzando mio marito, ma pur sempre una laurea. Sono cresciuta in simbiosi coi boschi e coi prati in un paesino collinare a due passi da Como. La natura mi ha sempre incantata ed è stata fonte per me di tanti sogni ad occhi aperti. Da adolescente sognavo di coltivare immense distese di grano per sfamare i popoli in miseria. Forse per questo mi iscrissi ad agraria senza l’appoggio paterno, lui voleva che trovassi subito un lavoro per collaborare all’economia della famiglia. Un fatto imprevisto mi portò a Milano e lì cominciai a frequentare l’università e a lavorare per mantenermi.Poi arrivò una borsa di studio e, qualche anno dopo, un lavoro fisso vicino a casa, oltre che la profonda soddisfazione di essere diventata l’orgoglio di mio padre. È per seguire un guardaparco del Gran Paradiso che mi sono trasferita in Valle d’Aosta e il resto è venuto da sé: il matrimonio, due splendidi figli e un nuovo lavoro che mi vede ancora impegnata a guardare insetti e bacherozzi di ogni sorta.Come mai ho scritto un romanzo e ne ho almeno altri due nella penna? Tutto è nato il giorno in cui ho avvertito l’urgenza di ricostruire il destino “straordinario” della mia bisnonna Cecilia, scoprendo, con sorpresa e piacere, che esistono infinite storie fuori e dentro di me, storie che aspettano solo di essere raccontate. E questo è solo l’inizio, sto già lavorando al sequel de La sposa del lago, una vera e propria saga familiare.



Qui trovate una sua intervista a cura del blog Gli scrittori della porta accanto



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