“Esiste una persona speciale per ciascuno di noi, qualcuno che corrisponde a un proprio bisogno primordiale. Non lo sappiamo finché non la incontriamo, possiamo vagare tutta la vita nella sua ricerca e non trovarla mai e vivere un giorno dopo l’altro in apparente serenità, con un fondo di insoddisfazione e di inconsapevolezza. Poi un giorno conosci qualcuno che corrisponde a quel paesaggio interiore che non riuscivi bene a definire e ad afferrare e ti senti finalmente a casa.”
SELF
FINE DELL’ESTATE
Giulia Mancini
Genere: Romanzo contemporaneo
Pagine: 178
Ebook: 1.99€
Romanzo autopubblicato
Trama
È l’anno 1983, epoca in cui l'unico modo di conoscersi è quello di incontrarsi nei luoghi di ritrovo più consueti: un parco, una piazza, il centro città, la scuola.
Claudio ha diciannove anni, ma a volte pensa di averne molti di più tanto è insofferente la sua anima, cerca di nascondersi sotto una maschera di sicurezza e spavalderia, ma lo tradiscono la sua espressione inquieta e le troppe sigarette che fuma rabbiosamente. Vorrebbe scappare dalla soffocante cittadina di provincia in cui vive e forse anche dalla sua vita.
Silvia ha sedici anni, tanti sogni da realizzare, tra cui quello di vivere altrove, e tanta immaginazione per dare forma alle sue fantasie, ama i libri e scrivere i suoi pensieri su un diario. Quando conosce Claudio le sembra di trovare la risposta a tutti i suoi interrogativi irrisolti e soprattutto alla sua richiesta d’amore.
Sono arrabbiati con il mondo intorno a loro: i genitori, i professori, le convenzioni sociali opprimenti della piccola città di provincia, troppo attenta alle apparenze e al pettegolezzo. Entrambi manifestano il loro rancore con i mezzi che hanno a disposizione, il disprezzo, il disappunto e la ribellione. Si incontrano casualmente in un pomeriggio d’estate e si innamorano. Il loro incontro diventa un manifesto e il loro punto di forza contro il mondo, ma anche l'occasione di una possibile felicità. Grazie alla loro incoscienza e al loro amore assoluto e totalizzante, come solo sa essere l'amore adolescenziale, tutta la loro vita sembra prendere una direzione diversa e finalmente positiva. Un grande dolore travolge però inaspettatamente la loro vita. Può un amore così giovane resistere alle prove più dure? Forse la realtà riserva alla loro vita un epilogo differente. O forse il loro è stato soltanto il sogno breve di un'estate.
“Non lo aveva preventivato, non aveva pensato che un giorno avrebbe provato un così grande attaccamento alla vita, una voglia di vivere così forte e disperata, lui che aveva sempre scherzato con la morte quasi credendo di dominarla. Non si era mai reso conto di quanto la vita fosse preziosa, fino a quel momento, il momento in cui capiva che poteva perderla e che era al di fuori del suo controllo.”
Opinione di Sybil
Il primo vero amore è una tempesta. Arriva quando meno te lo aspetti e ti travolge, coinvolgendo ogni parte di te. Non si sceglie come, dove e quando affrontare quest’uragano, ti investe e basta e ti cambia per sempre, nel bene e nel male. Può arrivare quando ancora si è giovanissimi o anche quando si è più grandi, maturi e disincantati. Nonostante l’approccio sia diverso nelle due fasce d’età, il risultato è lo stesso, non ci sono regole, canoni, principi che regolano questo passaggio. Arriva e basta.
Il primo amore ti lascia senza fiato, ti toglie la fame, il sonno, la sete, ti fa restare sveglio nel letto per i motivi più banali, ti fa perdere nei sentieri della mente fino a notte fonda. Il primo amore, ridefinisce i tuoi confini senza toglierti l’illusione dell’infinito, disegna le tue caratteristiche, sfumando quelle già esistenti e dipingendone di nuove, plasma la tua anima seguendo un nuovo modello, ti rende potente, forte, coraggioso e ti regala per un attimo l’impressione che tutto sia possibile, che ogni cosa sia eterna, immutabile.
Il primo amore regala al cuore un nuovo luogo dove rifugiarsi: il per sempre.
Ed è magnifico, ma spesso fa male, perché la vita, si sa, non si piega ai nostri idealismi, ai nostri desideri, siamo noi a doverlo fare.
Leggere romanzi che parlano del primo amore è sempre un’esperienza meravigliosa, perché risveglia una parte dell’anima che anno dopo anno finisce per nascondersi inevitabilmente dietro le tende della quotidianità. Ti da la forza per urlare al mondo che anche tu hai provato quelle emozioni, ti sei sentita così forte, speranzosa, unica e indispensabile per qualcuno, anche tu hai fatto parte di questa centrifuga che ti ha fatta girare giorno e notte, mese dopo mese, anno dopo anno, con un solo unico pensiero: amare. Da brava sognatrice, credo nell’amore e soprattutto nella potenza del primo amore, non credo affatto sia un’illusione e sono sempre più convinta che essere troppo disincantati sia nocivo non tanto per gli altri quanto per noi stessi, in quanto ci precludiamo la possibilità di vivere davvero ogni sentimento, anche se spesso è la vita stessa a farci diventare cinici, stanchi e disillusi. Sono storie come quella scritta da Giulia Mancini che risvegliano dentro di noi emozioni sopite, forze contrastanti, ricordi che scatenano domande. Nel suo libro l’autrice ci parla dell’amore tra Silvia e Claudio, due giovani che si incontrano in un parco all’inizio dell’estate, la prima della loro vera vita. È il 1983 e Silvia e Claudio hanno appena finito la scuola. Claudio deve affrontare la maturità mentre Silvia, dato che è più piccola, si gode i primi giorni di vacanza. Nel momento stesso nel quale le loro vite si incontrano, avvertono quel familiare senso di appartenenza, quell’inconfondibile legame che ad occhi chiusi ti permette di riconoscere l’altra parte di te, la parte mancante della tua anima, quella che ti completa e rimette in dubbio tutta la tua vita. Il dono più prezioso. E lo è anche per i due protagonisti del romanzo, tanto che sin da subito sboccia tra loro l’amore, l’irrazionale, passionale, distruttivo, indispensabile primo vero amore.
Guidati dalle emozioni che normalmente si vivono a quell'età, Silvia e Claudio lotteranno per il loro amore, cercando di ritagliarsi il loro piccolo spazio nell’eternità, ma la vita ha altri progetti per loro e con dolore, dovranno ridimensionare i loro sogni e farli diventare qualcos'altro. Silvia, timida e insicura, sboccerà tra le mani giovani ma più esperte di Claudio e tirerà fuori la grinta che ancora non sapeva di possedere e Claudio si dimostrerà essere un ragazzo completo, complicato, chiuso in se stesso ma aperto alla vita, bisognoso di quello slancio che solo Silvia con il suo tenero amore è in grado di dargli. Sono entrambi due personaggi che si completano a vicenda, che hanno bisogno di crescere e che affrontano tutte le sfide con maturità e speranza.
Con uno stile elegante e preciso, Giulia Mancini arriva dritta al cuore del lettore, risvegliando vecchi ricordi e con essi, la maestosa potenza dei terremoti del cuore.
L'autrice
GIULIA MANCINI è nata in Puglia, ma dal 1983 vive a Bologna dove si è trasferita giovanissima, ha studiato e conseguito la Laurea in Economia. Lavora nell'amministrazione di una grande azienda, ma non è mai riuscita a staccarsi dalla sua passione per la scrittura creativa.
Fin da bambina ha sempre amato leggere e ha iniziato a scrivere a circa undici anni quando cercava di fissare i propri pensieri su un diario. Nel corso degli anni ha scritto a fasi alterne, romanzi e racconti brevi, ma solo per se stessa e per pochi amici.
Il suo primo romanzo autopubblicato con Narcissus (ora Streetlib Selfpublish) si intitola “La libertà ha un prezzo altissimo”.
Potete trovarla sul suo blog: http://liberamentegiulia.blogspot.it
e sulla pagina Facebook: Giulia Mancini Autore
2 commenti:
Cara Sybil
hai scritto una recensione bellissima, sono rimasta senza parole!
Hai colto il senso pieno del mio romanzo e mi sono emozionata leggendoti.
Grazie davvero con tutto il cuore
Giulia
Carissima Giulia, come già ho scritto nella recensione , adoro le storie che ci fanno tornare indietro nel tempo, che risvegliano i ricordi. Con le tue parole sei arrivata dritta al cuore e hai dato vita ad emozioni forti e travolgenti.
Grazie a te Giulia,
Un abbraccio
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