sabato 27 gennaio 2018

RIDERE COME GLI UOMINI Fabrizio Altieri Recensione

Dopo L'uomo del treno, Fabrizio Altieri torna a parlare ai ragazzi (e agli adulti!) dell'orrore della guerra. Lo fa in modo sempre terribilmente credibile e questa volta attraverso gli occhi di un ragazzino e un cane. Due voci narranti alternate, nemici da sempre, entrambi braccati. La storia di come un sorriso può far vacillare anche il più rigido addestramento. 




Il battello a vapore 

DAL 16 GENNAIO IN LIBRERIA

Non esiste un'arma 
che non colpisca
chi l'ha creata.

RIDERE COME GLI UOMINI
Fabrizio Altieri


Editore: Piemme
Collana: Il Battello a vapore, Vortici 
Genere: Narrativa per ragazzi
Pagine: 208
Prezzo: 12,00
Brossura


Trama
  
Wolf è solo un cucciolo quando comincia l'addestramento: in poco tempo i padroni neri ne fanno un'arma infallibile, letale, che si alimenta della paura di chi gli sta accanto. Alla prima occasione Wolf decide di scappare dagli orrori della guerra e da ciò che le SS lo hanno fatto diventare. E per la prima volta incrocia uno sguardo diverso, quello di Donata, una ragazzina con la sindrome di Down che sembra non avere alcuna paura di lui. Anche Donata è in fuga, e insieme a lei c'è suo fratello Francesco. Un'ombra nera e silenziosa li sta inseguendo per i boschi della Toscana, qualcuno che sta cercando Donata. Età di lettura: da 9 anni.



opinione di foschia75

Se leggendo L'uomo del treno, avevo capito quanto fosse magistrale nel raccontare l'orrore della guerra, In Ridere come gli uomini mi sono resa conto che si è preso il difficile compito di avvicinare i ragazzi al periodo più buio e crudele della nostra Storia. Parlare della guerra ai nativi digitali non è facile, ma Fabrizio Altieri è riuscito a creare il giusto equilibrio tra empatia e crudeltà. Non alleggerisce il carico, non edulcora la narrazione per evitare la lacrima del lettore. In questo nuovo romanzo, sin dalle prime pagine infligge un duro colpo ai protagonisti, senza giri di parole, ma con descrizioni che lasciano attoniti. All'inizio mi ha spiazzata, non ero preparata, poi pagina dopo pagina ho capito che per raccontare la Storia, è necessario essere sinceri, realisti. Ecco perché credo fermamente che i suoi romanzi dovrebbero essere letti anche dagli adulti e soprattutto adottati nelle scuole di primo e secondo grado.
Ridere come gli uomini è la storia di una silenziosa e commovente amicizia tra due nemici che la guerra ha finito per unire. Lui tedesco, lei italiana. Lui soldato, lei fuggiasca. Lui cane, lei bambina speciale. Una storia d'amicizia impossibile tra un cane addestrato a uccidere e una bambina con la sua personale visione del mondo circostante. Disincantato il primo, innamorata della vita la seconda.
Donata e Wolf affronteranno un lungo e difficile viaggio, prima che fisico, interiore. Alla fine del percorso nulla sarà come prima, la guerra finirà e anche per Donata la visione sarà mutata, nonostante la sua gioia di vivere. 
La narrazione vede alternarsi il punto di vista di Wolf, cane delle SS e Francesco, fratello di Donata, che ha assunto il difficile compito di proteggere la sorellina e scortarla fino alle linee degli alleati. Il loro viaggio sarà lungo e disseminato di pericoli, braccati da un nemico davvero senza scrupoli, dovranno seguire il percorso più impervio e disagevole pur di rimanere lontani dalle squadre tedesche. Lungo il cammino incontreranno persone disposte ad aiutarli, uomini e donne piegati dalle perdite dei propri cari, e fiduciosi nella fine del conflitto. Ma si imbatteranno anche in uomini senza scrupoli pronti a far loro del male per un tozzo di pane.
Quello che arriva dritto al cuore del lettore, è il crudele realismo della narrazione, quasi si percepisce il freddo della notte e il tumulto del cuore allo spezzarsi di un ramoscello nel silenzio del bosco. Le emozioni trasmesse dai pensieri di Wolf e dalle azioni di Donata, tengono il lettore in apnea fino alle ultime pagine, perché il nemico, l'ombra scura e incombente che li ha braccati per tutto il viaggio è sempre lì dietro, pronta a  ghermirli, soprattutto quando abbasseranno la guardia.
Wolf e Donata sono il manifesto stesso della guerra, il bianco e il nero, la freschezza ingenua dei bambini e la spietatezza dei cani soldato. Donata, con i suoi gesti e la sua empatia insegnerà a Wolf la pietà e l'affetto senza aspettarsi nulla in cambio. Donata è una bambina molto più sensibile di tutte le altre, ha una sua visione delle persone, vede quel briciolo di buono anche nel più spietato soldato, persevera nel dimostrare che cambiare si può, che anche un sorriso può essere il seme per la redenzione.  
I protagonisti di questo romanzo sono esseri molto empatici seppur per motivi diversi, e proprio la diversità sarà il punto focale della narrazione. Entrambi si nutrono di emozioni, Wolf della paura di chi fugge e Donata dell'affetto di chi incontra. Credo che questo romanzo abbia molto da insegnare, oltre che sulle atrocità della guerra, sul valore della fiducia che i disabili ripongono nel prossimo, sul loro invidiabile modo di vedere il mondo e amare la vita. 
Ancora una volta Fabrizio Altieri racconta una storia intrisa di emozioni, invitando il lettore a vivere quasi in prima persona gli avvenimenti. La sua passione per la Storia e la divulgazione, ci permettono di conoscere meglio vicende che per nostra fortuna non abbiamo vissuto, ma che abbiamo il compito di conoscere e tramandare a nostra volta. I messaggi dei suoi romanzi sono quanto mai attuali, come quello del grandissimo esempio che i disabili ogni giorno ci danno, senza aspettarsi nulla in cambio. Abbiamo ancora tanto, tantissimo da imparare, ma iniziare col restituire un sorriso a chi è spesso più sensibile di noi, è un ottimo inizio per coltivare emozioni che curano l'anima.



Ringrazio il Professore Fabrizio Altieri 
per aver dedicato del tempo alle mie domande:



1. Ciao Fabrizio, questo è il tuo secondo romanzo "per non dimenticare". Come è nata questa storia? Qual è stato il tuo pensiero principale durante la scrittura?


 Avevo letto ‘Abbaiare stanca’ di Pennac e mi era piaciuto molto il fatto che l’autore faceva pensare il cane come se fosse stato una persona. Pochi mesi prima mi aveva colpito un programma in televisione di Marco Paolini in cui si parlava dei cosiddetti ‘Ausmerzen’ ovvero quelle persone disabili che il regime nazista sterminò appunto per la loro condizione. Mettendo insieme questi input sono comparse le domande, dalle quali sempre nascono le mie storie. Se un cane addestrato dalle SS a uccidere si fosse ribellato ai suoi padroni? Se avesse incontrato una ragazzina Down che fuggiva con suo fratello inseguiti proprio da un SS che voleva ucciderla solo perché era Down? E poi ho cominciato a scrivere.
Essendo una storia ambientata in un tempo che non ho vissuto in prima persona il pensiero principale era che fosse credibile dal punto di vista storico e da quello umano. Perciò ho fatto delle ricerche per quanto riguardava la situazione storico-sociale di quel periodo e sulle persone con la sindrome di Down. E l’altro pensiero costante era come far arrivare al lettore l’assurdità di voler uccidere una persona che ha un tesoro immenso da donare, il tesoro che hanno le persone Down.


2. Se avessi la possibilità di lasciare un messaggio in bottiglia per la nuova generazione, cosa scriveresti?

Nella bottiglia metterei un veliero e scriverei sulle vele: ‘Questa nave sei tu, la bottiglia i pregiudizi; liberati e esci a navigare in mare’



3. Cosa pensano i tuoi alunni de L'uomo del treno?

Quelli che l’hanno letto, soprattutto grazie alle mie colleghe di italiano, dicono che gli è piaciuto. Qualcuno mi dice che ha pianto leggendolo. Una ragazza qualche giorno fa mi ha detto che le era piaciuto molto e non riusciva a smettere di leggerlo. Poi mi ha chiesto se era uscito il nuovo ‘Ridere come gli uomini’. Allora io, seguendo uno schema pregiudiziale, le ho detto ‘Sei una che legge molto eh?’ e lei:
‘Veramente ‘L’uomo del treno’ è il primo libro che ho letto in vita mia’.

Ecco, è il più bel complimento che mi si poteva fare.


4. Perché scrivi Narrativa per ragazzi?

Sai quando scopri che qualcosa ti corrisponde totalmente? Per me scrivere per ragazzi e bambini è questo, ovvero un’esperienza paragonabile all’amore. In realtà da quando pubblico mi sono reso conto che i miei libri sono per tutti. Incontro spesso adulti che mi dicono che hanno cominciato a leggere i miei libri ai loro figli e se ne sono appassionati. Io gli rispondo che hanno il cuore giovane. Anche questo, nel mestiere che faccio, mi rende felice.





L'autore



Fabrizio Altieri è nato e vive a Pisa.  Insegna in un Istituto Professionale  e pubblica libri per ragazzi e per bambini con Il Battello a Vapore (PIEMME) ed Einaudi Ragazzi.
Fa parte dell’Associazione Italiana Scrittori per Ragazzi ICWA (Italian Children Writers Association).

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