Inclinai il viso e socchiusi gli occhi, come se avessi deciso davvero di addormentarmi. Tra i fili d'erba, scorsi un mucchio disordinato di fogli: sporchi, corrosi, in parte strappati. Ne raccolsi un paio: sopra c'erano disegnati dei mammut minuscoli, rifiniti in ogni particolare. Alcuni di loro si distinguevano perfettamente nella rovina dei fogli. Erano stati disegnati con inchiostro nero, forse usando un pennarello sottile o una stilografica. Avevano occhi enormi: dolci e inquietanti mammut-bambi.
Lo ammetto, avevo deciso di leggere questo romanzo spinta dal titolo originale e inquietante. Non potevo immaginare il turbinio di emozioni e pensieri che ne sarebbe scaturito. Un romanzo così denso e struggente da farsi ricordare a lungo.
GoWare
LA CUSTODE DI BAMBINI MORTI
Maria Ielo
Editore: GoWare
Collana: I pesci rossi
Genere: Narrativa noir
Pagine: 148
Prezzo: 10,99
Trama
Beatrice muore a tredici anni in un incidente nella campagna umbra. Trent’anni dopo Alessio, suo padre, offre a Cristiana uno strano lavoro: fare da custode alla figlia, rimasta sola nel casale di famiglia. Cristiana accetta, e si ritrova immersa in un mondo favoloso e inquietante, in cui si affollano misteri, protagonisti e “fantasmi” del passato. Myrsine, una “governante” con poteri oscuri, aiuterà la donna a sciogliere le sue domande. Si può custodire e far rivivere ciò che è andato perduto per sempre?
opinione di foschia75
È incredibile constatare che a volte i romanzi di appena centocinquanta pagine hanno molti più contenuti di quelli che ne hanno più del doppio...
È incredibile constatare che a volte i romanzi di appena centocinquanta pagine hanno molti più contenuti di quelli che ne hanno più del doppio...
Dopo averlo chiuso, mi rendo conto che questa è una di quelle letture che inspiegabilmente mi ha chiamato. Avevo davvero bisogno di leggere una storia così struggente e fuori dal comune che sarà difficile dimenticarla.
Apprezzo moltissimo quando un romanzo mi lascia senza parole, ammaliata da emozioni e pensieri "assordanti", quando mi conduce attraverso scorci indimenticabili di umanità, quando scava nel profondo dell'animo femminile, in un crescendo di stati d'animo che investono l'ignaro lettore.
La custode dei bambini morti è un romanzo denso di vita! Una storia dove i veri fantasmi, quelli con i quali convivere, sono dentro di noi, e non intorno come il titolo ci vuole far credere.
Pagina dopo pagina la lunga storia di Beatrice si intreccia con quella di diverse donne, ciascuna con un passato da raccontare e un presente da vivere prigioniere di se stesse.
Il romanzo è ambientato nella bellissima e malinconica campagna umbra, ma l'autrice è così brava a creare l'atmosfera che potrebbe essere un luogo qualunque, isolato dal resto dell'umanità: un affascinante quanto triste microcosmo che rapisce sin dalle primissime pagine, restituendoci le vite di personaggi che meritano la pellicola.
Esistenze diverse che si incontrano nella dimora di campagna dove tutto sembra cristallizzato, dove il tempo sembra scorrere in modo diverso rispetto al resto del mondo. Protagonista una ragazzina che avrà per sempre tredici anni: Beatrice, donna-bambina che accompagnerà le vite di sua madre e delle persone che avranno il difficile compito di prendersi cura di lei (o forse di se stesse?).
Quello che colpisce il lettore come un'onda d'urto è il contrasto tra la vita triste dei personaggi vivi e la spensieratezza e freschezza dei fantasmi, quella genuina ingenuità dei bambini che si scontra con la malinconia e i sensi di colpa degli adulti.
Maria Ielo ha saputo plasmare magistralmente personaggi che bucano le pagine, prigionieri delle proprie scelte e dell'amore che spesso può rivelarsi la gabbia peggiore, ci ha avvinti alle pagine con una narrazione toccante e capace di far riflettere sulla condizione umana, sulla capacità di accettare la morte e liberarci dei sensi di colpa.
Essere la custode dei bambini morti è un compito che non tutti possono portare a termine, perché giorno dopo giorno, inevitabilmente, si dovrà fare i conti con il proprio io, con quella parte di noi incapace di sapersi perdonare.
In questo romanzo l'amore è narrato in tutte le sue più toccanti e profonde gradazioni: quello tra una madre e una figlia persa, quello tra due donne che troppo tardi si renderanno conto di essersi amate al punto da annientarsi a vicenda, quello segreto tra un uomo e una donna, quello tra una sagace bambina e la sua tata impreparata.
Insomma come avrete capito in questo romanzo la vita si fa strada fra le crepe del dolore e della perdita, tra le pieghe di rapporti umani mai facili, riuscendo a lasciare un segno indelebile nel cuore di chi lo leggerà.
La custode dei bambini morti non è un romanzo sulla visione degli spiriti, ma un profondo quanto difficile viaggio alla ricerca di se stessi.
La custode dei bambini morti è un romanzo denso di vita! Una storia dove i veri fantasmi, quelli con i quali convivere, sono dentro di noi, e non intorno come il titolo ci vuole far credere.
Pagina dopo pagina la lunga storia di Beatrice si intreccia con quella di diverse donne, ciascuna con un passato da raccontare e un presente da vivere prigioniere di se stesse.
Il romanzo è ambientato nella bellissima e malinconica campagna umbra, ma l'autrice è così brava a creare l'atmosfera che potrebbe essere un luogo qualunque, isolato dal resto dell'umanità: un affascinante quanto triste microcosmo che rapisce sin dalle primissime pagine, restituendoci le vite di personaggi che meritano la pellicola.
Esistenze diverse che si incontrano nella dimora di campagna dove tutto sembra cristallizzato, dove il tempo sembra scorrere in modo diverso rispetto al resto del mondo. Protagonista una ragazzina che avrà per sempre tredici anni: Beatrice, donna-bambina che accompagnerà le vite di sua madre e delle persone che avranno il difficile compito di prendersi cura di lei (o forse di se stesse?).
Quello che colpisce il lettore come un'onda d'urto è il contrasto tra la vita triste dei personaggi vivi e la spensieratezza e freschezza dei fantasmi, quella genuina ingenuità dei bambini che si scontra con la malinconia e i sensi di colpa degli adulti.
Maria Ielo ha saputo plasmare magistralmente personaggi che bucano le pagine, prigionieri delle proprie scelte e dell'amore che spesso può rivelarsi la gabbia peggiore, ci ha avvinti alle pagine con una narrazione toccante e capace di far riflettere sulla condizione umana, sulla capacità di accettare la morte e liberarci dei sensi di colpa.
Essere la custode dei bambini morti è un compito che non tutti possono portare a termine, perché giorno dopo giorno, inevitabilmente, si dovrà fare i conti con il proprio io, con quella parte di noi incapace di sapersi perdonare.
In questo romanzo l'amore è narrato in tutte le sue più toccanti e profonde gradazioni: quello tra una madre e una figlia persa, quello tra due donne che troppo tardi si renderanno conto di essersi amate al punto da annientarsi a vicenda, quello segreto tra un uomo e una donna, quello tra una sagace bambina e la sua tata impreparata.
Insomma come avrete capito in questo romanzo la vita si fa strada fra le crepe del dolore e della perdita, tra le pieghe di rapporti umani mai facili, riuscendo a lasciare un segno indelebile nel cuore di chi lo leggerà.
La custode dei bambini morti non è un romanzo sulla visione degli spiriti, ma un profondo quanto difficile viaggio alla ricerca di se stessi.
L'autrice
Maria Ielo, origini calabro-pugliesi, vive a Foligno (Umbria). Questo è il suo primo romanzo.
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