lunedì 16 maggio 2016

CENERE DI MANDORLO Manuela Stefani Doppia recensione


Nuovo romanzo Mondadori con Manuela Stefani, per una collana che riserva immancabilmente sorprese di qualità. Pur condividendo la passione per la narrativa italiana, noi di Sognando tra le Righe abbiamo gusti e sensibilità assai diverse, per cui abbiamo provato a leggere questo libro in tandem: il risultato sono due recensioni molto differenti, che hanno in comune il gradimento complessivo  del romanzo.. e forse poco altro, avendo noi evidenziato chiavi di lettura assai diverse



Mondadori


CENERE DI MANDORLO
Manuela Stefani

Collana: Omnibus
Genere: Narrativa
Pagine: 245
Prezzo: 17,50
Ebook:  9,99



Trama 

Che cosa avviene quando si fa il bilancio della propria esistenza e i conti non tornano? Come si fa fronte all'inquietudine che ci invade quando la vita di coppia è pacifica ma lontana dalle attese, il lavoro non dà le soddisfazioni sperate e la vita sembra piatta e noiosa? Victoria Lo Presti, geologa americana di origini siciliane, è una donna alle soglie dei quarant'anni e ha tutto per essere serena: bella, brillante, amante della moda italiana e della cucina mediterranea, insegna vulcanologia all'università e ha un compagno che l'adora, con il quale vive sul lago Erie, in Ohio. Eppure, per quanto si sforzi di valorizzarlo, ciò che ha non le basta. Quando le si presenta l'occasione di partecipare a una missione scientifica in Italia, parte senza esitazioni. Ad accoglierla sulla nave da ricerca troverà un gruppo di geologi tutto al maschile, ben lontano dall'immaginare che il "dottor Lo Presti" sia tanto avvenente. E soprattutto eccezionalmente competente. Tra loro ci sono Leone Monti, estroso geologo di Catania, e Ugo Scotto Capuano, capo del Centro di osservazione del Vesuvio a Napoli, scontroso e tagliente al limite dell'arroganza, che tuttavia sviluppa subito una combattuta attrazione per lei. Quando la spedizione sta per volgere al termine e Victoria deve rientrare negli Stati Uniti, l'Etna entra in eruzione e anche i sentimenti s'infuocano.






opinione di Charlotte 

“…ogni partenza seguiva un ritorno, a ogni nero un bianco, a ogni buio una luce.”

“..tutto era in movimento a questo mondo e poteva cambiare. anche da un giorno all’altro.”

Quante volte immedesimandoci nelle eroine romance abbiamo vagheggiato di accasarci con un aitante veterinario dell’ Ohio ! Di sorseggiare tisane accanto ad un fuoco scoppiettante avvolte in un plaid, protette dal gelo da uno chalet con vista  lago , sazie dopo l' abbuffata di carne  di routine.. Forse, però, in fondo non tutti e non sempre vorremmo realmente questo dalle nostre esistenze; forse a volte ci si chiede se una vita così condotta possa bastare. 

Di sicuro questa è la domanda che si pone di frequente la protagonista di Cenere di mandorlo: quarantenne intraprendente, dotata di particolare abilità e passione nel  lavoro, compagna di un uomo rassicurante e devoto, Victoria sembra ancora aspettare che le accada qualcosa di sconvolgente. Sentendosi come in una sala d' attesa:  nel complesso tranquilla ma ancora incompleta e sottilmente insoddisfatta. Alla donna viene inaspettatamente offerta su un piatto d’ argento l’ occasione per misurarsi con se stessa e per realizzare un sogno nel cassetto; nonché un’ opportunità per entrare in contatto con le proprie radici mediterranee che le sono state raccontate, che l’ hanno sempre attratta e nelle quali si riconosce, ma che lei non ha mai davvero toccato con mano. Da queste premesse prende il via un viaggio fisico e spirituale, che porta Victoria ad allontanarsi dal porto sicuro rappresentato da Henry, ad incontrare - spesso scontrandovisi -  un mondo dapprima diffidente verso la sua essenza femminile, a intrecciare la propria esperienza di vita con quella di antenati evocati da oggetti, usi, racconti tramandati di generazione in generazione.  E a incontrare un altro uomo carismatico e tormentato, a lei affine per interessi e sensibilità, ma molto sfuggente. La stabilità esistenziale chiaramente vacillerà: come gestirà Victoria il suo rapporto  con una libertà e una consapevolezza di sè  sempre più allettanti seppur disseminate di incognite  ? Avrà la meglio  l’ indole paziente e delicata, o quella focosa e imprevedibile ? La risposta non è scontata: perchè Victoria non è sicura di niente,  perché le due figure maschili opposte tra di loro sono ugualmente importanti per la donna, e perchè Cenere di mandorlo è un romanzo d' amore inteso  in senso ampio,  come presa di coscienza prima di tutto di sè, e solo in seguito  degli altri. Il lettore accompagna i personaggi del passato e del presente prendendo parte a frammenti delle loro esistenze: viene riscaldato dalla passione di Sicilia e dai vulcani , e congelato dai tormenti dell’ anima e dai ghiacci d’ oltreoceano; segue percorsi interiori e avventure in mare, mescolando l’ intimità della riflessione con il dinamismo di accadimenti frenetici. Vic, Henry e Ugo pagina dopo pagina riflettono molto su se stessi e sul loro legame, effettuando valutazioni personali influenzate dal loro vissuto, dal loro carattere , dai loro sensi di colpa ma anche da esigenze,  inadeguatezze, bisogni: e si cercano, si respingono, si rispettano, pur non arrivando mai a comprendersi fino in fondo. 
Cenere di mandorlo è un romanzo che mi ha colpita non tanto per la sua empatia con la protagonista, quanto per il non voler  rinnegare o sminuire nulla di quello che ciascun personaggio prova , ha  vissuto e sperimentato;  comprendendone le ragioni, e al contempo  non dando mai nulla per scontato, in virtù di una sete di esperienza  incessante  per la quale  una situazione apparentemente stabile può cambiare anche da un giorno all’altro . Quel che cerca la Victoria di Manuela  Stefani  non è la sicurezza, la serenità, ma quella luce che la trasformi da donna qualunque in divina creatura: questo è il Vero Amore e non è il riflesso di qualcosa di generato da altri,  ma scaturisce nel profondo della protagonista nel romanzo,  e nella vita reale in  ognuno di noi  . Grazie a una narrazione emotivamente partecipata , composta in modo equilibrato e stimolata dai molteplici  punti di vista,  l’ autrice riesce a catturare l' attenzione del lettore e a farlo sentire parte attiva della lotta interiore dei personaggi, invogliandolo a leggersi dentro. Forse in ognuno di noi c’è o c’è stato un po’ del temperamento di Victoria: potente come i vulcani che ella ama tanto, forza generatrice e distruttiva, magnifica e temibile per se stessa e per gli altri . Talvolta soffermarsi sul proprio io, guardando alle proprie radici e ai propri sogni,  può permettere di canalizzare l’ irrequietezza e l’ irruenza, e  può arrivare a pervaderci in modo costruttivo.


opinione di foschia75

Quanto mi piace quando io e Charlotte leggiamo "due romanzi con lo stesso titolo"... 
Il potere di un libro è anche questo!


Ho deciso di leggere questo romanzo dopo aver visto la trama, perché mi sono resa conto che avevo molte cose in comune con la protagonista, partendo dagli studi e continuando con il mio sogno di salire su una nave da ricerca. Complici molti stati d'animo e la passione per la bellezza e violenza della natura, mi sono immersa in questa lettura, che si è schiusa pagina dopo pagina, restituendo una storia diversa dai soliti cliché, con personaggi originali e dal carattere tutt'altro che stereotipato.
Non è un romanzo Rosa, è un pregevole esempio di Narrativa, seppur con qualche impercettibile neo che poco si nota nell'insieme.
Questo romanzo è tutto fuorché scontato, e l'epilogo vale assolutamente la lettura. 
Cenere di mandorlo, è la storia di una donna alla ricerca di se stessa e del suo posto nel mondo. Le sue radici alla soglia dei quaranta anni, sono un irresistibile richiamo, che la chiama da oltreoceano. Non riesce a spiegarsi questo malessere che la assale ultimamente, quella sensazione di non essere dove vorrebbe e di non vivere come vorrebbe, fino a quando un'occasione fortuita, non la spinge a lasciare casa e lavoro, per andare all'avventura dall'altra parte dell'oceano, luogo di origine della sua famiglia. L'idea di sentirsi finalmente viva, le fa capire che fino a oggi ha vissuto come un automa, senza consapevolezza che oltre il giardino di casa, ci sono migliaia di possibilità, soprattutto scoprire qualcosa di più sulla sua famiglia e poter finalmente mettere in atto quello per cui ha studiato e quello che ha condiviso per tanti anni con suo padre: la passione per le meraviglie che la Terra offre a chi le vuole scoprire e studiare. 
Parte così alla volta del Tirreno, per salire su una nave da ricerca (somma invidia!) insieme a un gruppo di geologi italiani (tutti uomini).
Il suo arrivo nel ristretto entourage di maschietti universitari, creerà non poco scompiglio, per vari motivi. Il suo "tellurico" rapporto con il Prof. Ugo Scotto Capuano e la sua amicizia con Leone Monti si intrecceranno con le ricerche nel Tirreno centrale prima, e sull'Etna in eruzione dopo. 
Tra una raccolta dati e una corsa contro il tempo per salvare i paesi alle pendici dell'Etna, si dipaneranno le vicende presenti e passate di Ugo Scotto e Leone Monti, e qualche nodo verrà al pettine in modo del tutto inaspettato. Lo ammetto, leggendo la trama, avevo pensato ai galli nel pollaio, e invece ho apprezzato ancor di più questo romanzo, perché niente è come ci si aspetterebbe.
Victoria, la protagonista è una donna che vive un disagio emotivo, ha tutto quello che rende le sue giornate statiche e incolori, si trova a dover fare una scelta difficile che cambierà il corso della sua vita (e non di poco!), e senza guardarsi indietro non esita a lasciare casa e fidanzato e partire verso l'ignoto. Ho capito il suo "malessere" che credo affligga una o due volte nella vita tutte quelle donne che si chiedono come sarebbe stato se avessero preso un bivio rispetto ad un altro, domanda che mi pongo spesso, avendo nel cuore il sogno non realizzato di poter lavorare su una nave da ricerca. Sarà anche per questo che ho apprezzato la figura di Victoria e quella sua persistente sensazione di insoddisfazione e ricerca di se stessa che la spingerà ad allontanarsi da tutte le certezze.
Ma veniamo al Prof. Ugo Scotto Capuano, antipatico e arrogante fin dal principio, cosa che mi ha conquistato senza riserve. Un uomo scostante e indisponente mal visto dai suoi colleghi e "portatore sano" di rancore e vendetta. Non posso dirvi di più, perchè tutto il suo atteggiamento è legato al passato e al suo rapporto con  Leone Monti, altro bellissimo personaggio di cui non vi voglio parlare per non rovinare l'aspettativa. L'unico neo che ho riscontrato è stato il passato di questo personaggio, "incastonato" forse nel momento sbagliato del romanzo, come incollato a forza.
Un tassello importante della narrazione è il personaggio di Henry, fidanzato e compagno americano di Victoria che, seppur presenza marginale, avrà il suo bellissimo momento di gloria.
Ma quello che mi ha deliziato è stato il finale, assolutamente adatto alla personalità di una donna come Victoria.
Una lettura piacevole e inaspettata, che mi ha soddisfatto, seppur con qualche sorvolabile  pecca.
Un esempio di narrativa fuori dal coro.





L'autrice







Manuela Stefani è nata a Milano, dove risiede con i suoi tre figli. Giornalista di lungo corso, ha attualmente funzione di caporedattore per la rivista Airone del gruppo Cairo Editore, dove ha lavorato fin dai primi numeri, firmando reportage, articoli scientifici e culturali, speciali, monografici, allegati. Specializzata in Scienze della Terra, è stata inviata su diversi vulcani in tutto il mondo. Dieci anni fa ha esordito in narrativa con La casa degli ulivi (Mondadori, 2006), che ha avuto un buon successo di pubblico, arrivando a conquistarsi il 12° posto della Classifica dei romanzi italiani più venduti in Italia (luglio, 2006). Nel 2010, la Stefani ha pubblicato il suo secondo lavoro, La stanza del pianoforte (Mondadori, 2010). Il 3 maggio prossimo esce invece Cenere di mandorlo, terzo romanzo dell’autrice sempre per Mondadori.
L’autrice ha un sito web (www.manuelastefani.it) e una pagina Facebook, dove tiene un blog.

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