"..sedursi
reciprocamente, sforzandosi di svuotare i rispettivi piatti. Parole, poche. Ma
una sorta di complicità immediata."
Cos' hanno in comune un’ insegnante depressa ,una ragazza
anoressica, una ricca invalida ?
Baldini&Castoldi
LE CONVALESCENTI
MICHELE GAZIER
Collana: Romanzi e racconti
Genere: Narrativa straniera contemporane/drammatico
Pagine: 268
Prezzo: € 17.00
ebook: € 7.99
La Trama
Saint-Libron, nel Sudovest della Francia, ospita un centro di riabilitazione fisica e psicologica. È lì che si incontrano Lise, insegnante trentacinquenne, sposata con un figlio di due anni, che vi si rifugia dopo un esaurimento nervoso, alla ricerca di solitudine e nuovi stimoli che la vita sembra averle tolto, e Oriane, giovane parigina di buona famiglia, sofferente di disturbi alimentari, che trova in Lise una compagna di viaggio e un’amica. Questo fragile rapporto, tuttavia, viene messo a dura prova nel momento in cui conoscono Daisy e suo marito Maxime. Mentre Daisy, una simpatica americana temporaneamente costretta su una sedia a rotelle, vorrebbe approfondire il rapporto che comincia a legarla alle due donne più giovani, Maxime, uomo misterioso e affascinante, cerca di isolarla dal mondo. Oriane, sensibile al fascino di quest’uomo più grande di lei, vorrebbe scoprire di più sulla coppia; Lise, invece, refrattaria alle lusinghe dell’ambiente ricco e sofisticato a cui appartengono, preferisce rimanerne distante. Ma quando Oriane rimarrà intrappolata nelle maglie del mistero che avvolge Maxime, Lise non potrà più limitarsi a guardare.La solidarietà, ovvero quell’empatia che nasce fra donne che non si conoscono, ma che si riconoscono nel disagio di vivere e negli errori di percorso, la cura di sé, l’analisi psicologica, fanno di questo romanzo un’originale riflessione sulle forme dell’amicizia nell’universo femminile.
Opinione di Charlotte
"..L’inizio di un malessere, riflette, deve assomigliare a quel
primo foruncolo che ci dà prurito e che scopriamo troppo tardi essere la
puntura di una zanzara, la prima di una lunga serie. Perché le zanzare hanno
cominciato a deliziarsi del nostro sangue ben prima che ce ne accorgessimo."
Molti di voi loro malgrado avranno sperimentato le dinamiche
della convalescenza , periodo di recupero dell’ equilibrio psicofisico dopo un
trauma che spesso si traduce in riflessione e cambiamento. Durante questa fase di transizione, in cui si è concentrati su se stessi e isolati dal mondo
che corre ugualmente, spesso mutano le
priorità, si stabiliscono nuovi progetti di vita, si osserva la realtà circostante secondo un punto di
vista diverso. E possono consolidarsi con chi condivide la stessa condizione dei legami che non si creerebbero in condizioni normali : persone diversissime per
età, esperienza, modo di pensare, che non avrebbero mai pensato di relazionarsi
tra loro e di apprezzarsi, individui fragili, disorientati e
soggetti a ricadute, diventano appigli, mutuo sostegno, folate di speranza e di normalità.
E’ questo il rapporto che si crea tra le tre protagoniste del
romanzo Lise, Oriane e Daisy, ospiti di
una struttura riabilitativa situata nell’ entroterra della Linguadoca: personalità complesse, esistenze permeate da insoddisfazione, dolore, passato
inconfessato persino a se stesse . Vittime e artefici di un destino poco generoso, guerriere armate malamente contro problematiche che le costringono
costantemente in bilico, tra l' imminente caduta e la remota possibilità di ripartire da zero, in un’ atmosfera
costrittiva nella quale solo la loro empatia fatta di lievi e sporadiche presenze
riesce a aprire uno spiraglio di positività. Una sorta di mano tesa che non è in grado di
aiutare, ma che strappa al desiderio di autodistruzone, e conforta contro il facile e crudele giudizio altrui.
Le convalescenti è strutturato come un percorso che avviene
nella testa di ciascuno dei personaggi, indagando con una lucidità che non è distacco ogni percezione distorta, ogni ricordo e turbamento, individuando luoghi della
memoria ai quali agli altri è
vietato l’ accesso; evidenziando l' incapacità di comunicazione . Questa intelaiatura
fa sì che si sviluppi un romanzo carico di tensione emotiva trattenuta e negata fino allo stremo, per poi essere sprigionata da più parti: un ordigno che esplodendo apre a
temi chiave quali la sorda e lacerante sofferenza
interiore, la solitudine come rifugio dell’ anima, il desiderio di normalità
associato all’ oggettiva impossibilità di
ottenerla.
Queste riflessioni , un po’ come i pensieri nel
cervello, si accavallano mentre si dipana una trama articolata su più piani temporali , e si alternano a visioni, fantasie, deja-vu: che
associati secondo la logica suggerita dall’ autrice evocano scenari tangibili e ricompongono quadri rigorosi. Cosicché anziché ridursi a viaggi mentali in un’
atmosfera permeata di sonniferi e ansiolitici, le proiezioni conscie e inconscie vengono confrontate con la realtà e fanno nascere sospetti
concreti, rivalità, attrazioni . Un quotidiano che finisce per essere imperniato, facendone elemento di mistero, sulla figura
enigmatica e ambigua di Maxime, il profilo
del seduttore e la discrezione di un banchiere. L' uomo, visto dalle tre donne in
modo completamente diverso, diviene catalizzatore di emozioni ed elemento di conflitto, punto focale di una vicenda che porta il romanzo verso atmosfere nebulose, incerte, inaspettate. Un universo tutto da
scoprire insomma, quello creato da Michéle Gazier attraverso tre donne sensibili
e fragili unite da un legame atipico, che non può
essere definito amicizia, ma che le coinvolge e le stimola.
Un atteggiamento da convalescenti, appunto, per un romanzo a tinte variabili, dal ritmo sincopato: da trattenere nella mente e nel cuore liberandosi dal luogo comune e dalla presunzione di poter giudicare, capire, sapere.
L' Autrice
Michèle Gazier è nata a Béziers (Languedoc-Roussillon) nel 1946. Professoressa di spagnolo, all’inizio degli anni Ottanta contribuisce a far conoscere in Francia diversi autori di lingua spagnola tra cui Manuel Vázquez Montalbán e Francisco Umbral, di cui è anche traduttrice. Dopo aver lasciato l’insegnamento, si dedica alla critica letteraria dalle pagine di «Libération» e «Télérama». Oltre a far parte, dal 1995, della giuria del Prix de l’Écrit Intime, nel 2010 ha fondato, con Marie-Claude Char, la casa editrice Éditions des Busclats.
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