L’arrosto era bruciato e anche l’umore di entrambe lo era. Bruciato, come una diapositiva lasciata al sole, traccia di un ricordo che si estingue ma che si sa d’aver vissuto.
In Deborah Fasola nulla è mai scontato: quando meno te l’ aspetti, arriva il colpo di scena che capovolge la percezione di quanto letto; quando pensi di aver inquadrato un personaggio, scopri un aspetto del suo carattere che non avresti mai immaginato. E se questa connotazione è evidente nei romance della scrittrice , lo è ancor di più in La foglia di Ambra , thriller sovrannaturale introspettivo difficilmente inquadrabile in un genere definito; un libro che parla di grande amore e di immenso dolore, che si presta a molteplici chiavi di interpretazione e gioca sulla mutevolezza degli stati d’ animo e sull’ imprevedibilità delle reazioni della protagonista. Prendendo sovente in contropiede il lettore, al quale non è permesso riposare e indugiare tra le eleganti e toccanti pagine del romanzo, e al quale vengono mostrati tutti i lati dell’ animo umano, siano essi intollerabilmente feroci o meravigliosamente sensibili.
Self publishing
LA FOGLIA DI AMBRA
LA FOGLIA DI AMBRA
DEBORAH FASOLA
pagine: 176
Prezzo: € 7,80
ebook: € 0,99
La Trama
Opinione di Charlotte
Presente e passato dolorosi si intrecciano nella storia di Anita, scrittrice di successo, fallita come moglie, madre, sorella. Una donna anestetizzata, anaffettiva: stanca di piangere, ossessionata dal senso di colpa, chiusa in una tristissima bolla di egoismo . Un personaggio che per buona parte del libro è francamente antipatico, con il quale è faticoso entrare in empatia soprattutto in considerazione della sua freddezza e del suo disinteresse spietato e crudele nei confronti della figlioletta Alice, incondizionatamente innamorata e sofferente a causa del distacco. Un rapporto madre- figlia innaturale, difficilmente comprensibile, che viene messo in discussione nel momento in cui Anita, attraverso Alice e i suoi comportamenti stravaganti, inizia a guardare nel proprio passato mai sviscerato prima.
Un percorso che la conduce gioco forza a confrontarsi con la figlia, col marito, e con il ricordo di Ambra, la sorella perduta: la resa dei conti avviene in una casa isolata “ da manuale” affacciata sul Lago di Bracciano, abitata dalla protagonista durante l' infanzia e custode di ricordi ormai rarefatti ma mai archiviati. Qui Anita viene sospinta verso la verità sul suo passato da una presenza visionaria che reclama attenzione: un’ entità molto cara ad Alice, che sembra emanare comprensione e comunicare fatti ignoti con un preciso obiettivo, ma le cui intenzioni rimangono oscure fino alla fine del libro. I suoi interventi inquietanti a tratti assimilabili a eventi horror – che col senno di poi sono riconducibili all' orrore vero e proprio- riportano a galla questioni rimaste in sospeso, sogni spezzati, ormai irrimediabilmente: che se affrontati potrebbero spingere Anita a riconsiderare la sua intera esistenza secondo nuove prospettive.
L' approccio figurativo di Deborah alla sceneggiatura del romanzo, tra l’ onirico e il reale, tra la malinconia e l' elemento fantastico, mi ha riportato alla mente Quando c'era Marnie , l’ ultimo lungometraggio di Miyazaki; Ambra è la figlia dei sogni, Anita la figlia reale. La soluzione dei misteri che le legano è giocata su piani evanescenti, sul potere della suggestione e dell’ immaginazione, , sulla connessione mentale ed energetica. La metafora della foglia, forte e fragile, flessibile ma distruttibile, è estremamente potente e rivelatrice, “una maledizione dal sapore amaro ma tanto amato”; se Ambra ha frantumato l’ esistenza di Anita con la sua scomparsa, Alice può ricomporne i tasselli con la sua presenza , aiutando la madre a vedere con occhi innocenti, privi di pregiudizio e scetticismo, quello che da adulta provata dalla vita Anita non è più in grado di scorgere. La foglia di Ambra è un romanzo agghiacciante nel suo realismo, accattivante nei suoi aspetti surreali : i contenuti vengono rivelati dall' autrice in modo potente e intimo senza nascondere morte e cattiveria, e tuttavia senza negare la possibilità del conforto della speranza e della pace interiore. Non sempre chi non può parlare, non può essere ascoltato: Anita ha perso la sorella, ma prestando attenzione a ciò che il passato sembra volerle trasmettere, può ancora abbassare gli scudi difensivi, affrontare i propri problemi, recuperare il legame con la figlia e tentare di salvare il proprio matrimonio. Del resto, è l'amore, non la ragione, che è più forte della morte; e forse non è troppo tardi per capire, per guarire le ferite, per salvare il salvabile.
Il video promozionale
Nata a Vercelli nel 1978 e laureata in Scienze dell’Educazione, ha
operato nel sociale prima di dedicarsi completamente al mondo della
scrittura. È editor freelance e articolista. Autrice poliedrica di
romanzi di vari generi letterari, ha poi trovato nella commedia
romantica e ironica la sua dimensione. Ama la sua famiglia, i libri e i
sogni sopra ogni cosa.
Di Deborah Fasola Sognando tra le Righe ha recensito anche:
Tradiscimi se hai coraggio - recensione QUI
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