Questo è uno di quei romanzi che io reputo senza età, capace di irretire grandi e piccoli, e portarli in un luogo dove il tempo sembra essere sospeso, dove sembra di vivere un'altra dimensione, proprio come fu per Alice nel Paese delle meraviglie. Se avete amato Hugo Cabret e siete affascinati dagli automi e dalle invenzioni, e volete muovere i vostri passi in mezzo a personaggi folli, lontani dalla realtà di tutti i giorni, La fabbrica delle meraviglie è proprio il romanzo che fa per voi. Non è uno steampunk, è un fantasy vittoriano, dove le lancette scorrono inesorabili verso la fine di un sogno (o un immaginifico progetto?). E se vi dicessi che parte della storia che ha ispirato questo romanzo avesse molto più che un briciolo di verità? Forse vi accostereste a questo romanzo con più curiosità?
DAL 27 GENNAIO IN LIBRERIA
LA FABBRICA DELLE MERAVIGLIE
Sharon Cameron
Titolo originale: The dark unwinding
Traduzione di: V. Daniele
Editore: Mondadori
Collana: I grandi
Genere: Fantasy
Pagine: 308
Prezzo: 17.00
Ebook: 6.99
Trama
In una notte di nebbia Katharine arriva in una misteriosa tenuta vittoriana con l'incarico di controllare che l'eccentrico zio George non stia dilapidando il patrimonio di famiglia. Convinta di incontrare un uomo sull'orlo della follia scopre invece che lo zio è un geniale inventore e sostenta una vivace comunità persone straordinarie come lui, salvate dai bassifondi di Londra. Aiutato dal giovane e affascinante Lane, George realizza creazioni fantasmagoriche: pesci meccanici, bambole che suonano il pianoforte e orologi dai mille ingranaggi. Ma Katharine comprende ben presto che una trama di interessi oscuri minaccia il suo mondo pieno di meraviglie e, forse, il destino di tutta l'Inghilterra. Età di lettura: da 12 anni.
Opinione di foschia75
Stranwyne era un luogo a sé,
come aveva detto Lane,
con regole diverse
da quelle del resto del mondo.
Adoro quando la fantasia entra in contatto con la storia o meglio le leggende tramandate nel tempo e per questo avvolte dal nebuloso fascino del passato. Sharon Cameron scrive un romanzo davvero, davvero affascinante, avvolto da un alone di mistero vittoriano, che getta le sue radici nell'interessante storia del quinto Duca di Portland, un personaggio schivo che ingrandì Welbeck Abbey, la tenuta di famiglia, facendoci costruire lunghi tunnel sotterranei (per collegare tutte le zone tra loro) e vaste sale da ballo ed equitazione. Diede lavoro a tantissime persone, e i lavori durarono anni, esigendo che si trasferissero a vivere sul posto. Questa parte della storia è riportata, seppur in modo fantasioso, nel romanzo La fabbrica delle meraviglie, nella quale gli automi e le invenzioni, sono l'altro argomento, che contribuisce a rendere la trama, assolutamente irresistibile.
Quando Alice nel Paese delle Meraviglie incontra Hugo Cabret, impossibile non rimanerne ammaliati. L'autrice ha saputo creare un microcosmo in cui il tempo sembra scorrere più lentamente che a Londra, dove le musiche dei balli dell'alta società, sono sostituite dal ticchettio degli orologi e dai goffi eppur affascinanti movimenti degli automi.
Katharine Tulman vive a Londra con la zia vedova e il cugino che presto dovrebbe ereditare una fortuna. ma perchè ciò avvenga, lo zio ritenuto pazzo deve essere internato e lasciare la sua rendita e i possedimenti di famiglia al successore maschio.
La zia manda Katharine, senza tanti convenevoli, a testimoniare con i suoi occhi la follia dello zio, e così avere le prove che non è capace di amministrare le rendite di famiglia. Ma quando Katharine arriva a Stranwyne, viene subito avvolta da quell'aura di mistero e fascino che avvolge la magione e chi vi abita. Le si apre un mondo che non avrebbe mai immaginato e che cambia del tutto le sue future prospettive.
Chiaramente viene subito additata come un'estranea e una potenziale traditrice, che cospira contro gli abitanti della grande dimora. Qui è tutto molto diverso da Londra, ci sono tantissime persone che lavorano per lo zio Tully (come lo chiamano tutti affettuosamente), e Katharine comincia a sospettare che una mente semplice e folle come quella dello zio, non possa aver costruito una "macchina" così perfetta. dove tutti lavorano e si auto gestiscono vedendo i manufatti. Ci dev'essere qualcuno di più lungimirante dietro questo microcosmo meccanizzato, nel quale sembra tutto scandito dagli orologi che vengono caricati ogni giorno, dalle fabbriche e dalle centrali che producono gas, acqua e vapore per mandare avanti tutto il meccanismo sociale.
Katharine rimarrà affascinata da quell'ingranaggio fuori dal tempo e, fuori dal mondo che lei conosce. Ha bisogno di capire, e poiché è una ragazza assai sveglia e curiosa, decide di andare a fondo nella storia, incontrando l'avvocato dello zio Tully e parlando con chi lavora a stretto contatto con lui. Oltre allo zio Tully, giocattolaio matto, c'è Lane il suo stretto collaboratore e discreto inventore, Davy il bambino muto sempre accompagnato dal suo coniglio bianco (non parla ma sa tutto di tutti, e qualsiasi cosa succeda a Stranwyne), la governante, la signora Jefferies che ha a cuore l'intera popolazione del luogo.
Nelle due settimane che Katharine ha a disposizione per provare la pazzia dello zio, succederanno tante cose che cambieranno per sempre la visione di ciò che è reale e quello che non lo è. Perchè una volta entrati nel pazzo mondo degli orologi e degli automi dello zio Tully, nulla sarà come prima, e anche Katharine comincerà a pensare di essere diventata pazza e vedere cose che non esistono. A sue spese scoprirà di essere il bersaglio di un personaggio insospettabile, che mira alle invenzioni dello zio Tully, ma per scopi che Katharine ignora. In questa bellissima e avvincente storia, c'è anche la tiepida storia d'amore in evoluzione, c'è l'amicizia, l'affetto e la speranza. Riuscirà Katharine a far valere le sue prove, e così evitare al caro zio Tully il manicomio? Riuscirà a mettere fine ai piani diabolici di colui che si finge amico?
Ci sono bellissime e pericolose invenzioni, e c'è l'evoluzione di un'eroina che sembra caduta in un buco spazio-tempo dal quale sarà difficile, se non impossibile, tornare. Perché una volta arrivati a Stranwyne e conosciuti i suoi abitanti... anche i balli e i tè Londinesi sembreranno un inutile quanto noioso passatempo.
Bello, visionario, meccanicamente affascinante. Un micromondo fantastico dove il tè potrebbe rivelarsi davvero la porta per l'oblio...
Non vedo l'ora di conoscere il seguito di questa storia che si legge tutta d'un fiato!
La zia manda Katharine, senza tanti convenevoli, a testimoniare con i suoi occhi la follia dello zio, e così avere le prove che non è capace di amministrare le rendite di famiglia. Ma quando Katharine arriva a Stranwyne, viene subito avvolta da quell'aura di mistero e fascino che avvolge la magione e chi vi abita. Le si apre un mondo che non avrebbe mai immaginato e che cambia del tutto le sue future prospettive.
Chiaramente viene subito additata come un'estranea e una potenziale traditrice, che cospira contro gli abitanti della grande dimora. Qui è tutto molto diverso da Londra, ci sono tantissime persone che lavorano per lo zio Tully (come lo chiamano tutti affettuosamente), e Katharine comincia a sospettare che una mente semplice e folle come quella dello zio, non possa aver costruito una "macchina" così perfetta. dove tutti lavorano e si auto gestiscono vedendo i manufatti. Ci dev'essere qualcuno di più lungimirante dietro questo microcosmo meccanizzato, nel quale sembra tutto scandito dagli orologi che vengono caricati ogni giorno, dalle fabbriche e dalle centrali che producono gas, acqua e vapore per mandare avanti tutto il meccanismo sociale.
Katharine rimarrà affascinata da quell'ingranaggio fuori dal tempo e, fuori dal mondo che lei conosce. Ha bisogno di capire, e poiché è una ragazza assai sveglia e curiosa, decide di andare a fondo nella storia, incontrando l'avvocato dello zio Tully e parlando con chi lavora a stretto contatto con lui. Oltre allo zio Tully, giocattolaio matto, c'è Lane il suo stretto collaboratore e discreto inventore, Davy il bambino muto sempre accompagnato dal suo coniglio bianco (non parla ma sa tutto di tutti, e qualsiasi cosa succeda a Stranwyne), la governante, la signora Jefferies che ha a cuore l'intera popolazione del luogo.
Nelle due settimane che Katharine ha a disposizione per provare la pazzia dello zio, succederanno tante cose che cambieranno per sempre la visione di ciò che è reale e quello che non lo è. Perchè una volta entrati nel pazzo mondo degli orologi e degli automi dello zio Tully, nulla sarà come prima, e anche Katharine comincerà a pensare di essere diventata pazza e vedere cose che non esistono. A sue spese scoprirà di essere il bersaglio di un personaggio insospettabile, che mira alle invenzioni dello zio Tully, ma per scopi che Katharine ignora. In questa bellissima e avvincente storia, c'è anche la tiepida storia d'amore in evoluzione, c'è l'amicizia, l'affetto e la speranza. Riuscirà Katharine a far valere le sue prove, e così evitare al caro zio Tully il manicomio? Riuscirà a mettere fine ai piani diabolici di colui che si finge amico?
Ci sono bellissime e pericolose invenzioni, e c'è l'evoluzione di un'eroina che sembra caduta in un buco spazio-tempo dal quale sarà difficile, se non impossibile, tornare. Perché una volta arrivati a Stranwyne e conosciuti i suoi abitanti... anche i balli e i tè Londinesi sembreranno un inutile quanto noioso passatempo.
Non vedo l'ora di conoscere il seguito di questa storia che si legge tutta d'un fiato!
L'autrice
Sharon Cameron è nata e cresciuta a Nashville in Tennessee. E' stata insegnante di pianoforte,mamma a tempo pieno, una genealogista part-time a titolo gratuito. Presidentessa di un gruppo teatrale no profit della sua città, e coordinatrice della Società del libro e illustrazione per bambini Midsouth Conference. Oggi vive con la sua famiglia a Nashville e coordina ancora la Midsouth Conference Society. E' scrittrice, l'unico lavoro retribuito, tra i tanti che fa.Le sue passioni sono, l'Irlanda, il tiro con l'arco, gli alberi secolari e le commedie in costume. Il suo sogno è quello di trovare un passaggio segreto...
A questi link potete tradurre e leggere, la storia del quinto Duca di Portland, colui che ha ispirato, insieme alla sua bellissima magione, la storia narrata da Sharon Cameron (è stato davvero un uomo eccentrico che ha alimentato tante storie):
Qui un articolo su uno dei padri inventori degli automi:
2 commenti:
La tua recensione mi ha convinta ancor di più ad acquistarlo ma c'è un seguito,in tutto quanti libri sono? Carolina
Ciao Carolina, questo è il primo e al momento in inghilterra è uscito anche il secondo che speriamo di leggere entro l'anno... se non altro Mondadori, non interrompe le serie, altro non so dirti per ora, neanche se è una trilogia...
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