martedì 2 dicembre 2014

IL TREDICESIMO DONO Joanne Huist Smith Recensione

“Uno dei doni più grandi che tutti possediamo è la capacità di donare. Non serve essere facoltosi. La compassione e un cuore buono sono tutto ciò che serve. Quale modo migliore per onorare i nostri cari, anche quelli che non ci sono più, di aprirsi e cambiare una vita per il meglio? E le feste sono un momento ideale per guardare fuori da noi stessi, per essere veri amici. Una tradizione di generosità può creare ricordi che vanno oltre il momento contingente e che luccicano più di qualsiasi decorazione.”


 Molti libri ci parlano del Natale, mostrandocelo in tutto il suo sfavillante bagliore, arricchendo ogni  suo dettaglio di felicità, allegria, voglia di stare insieme. Ed è giusto così. Io stessa amo l'atmosfera che già da adesso si inizia a respirare nell'aria e vado proprio in cerca di storie che mi permettano di entrare in un mondo fatato fatto di elfi, neve e baci sotto il vischio. Ma con Il tredicesimo dono, tutto è stato diverso. Ho osservato il Natale con gli occhi di chi, in un momento difficile, lo vede solo come un terribile giorno fatto di ricordi stupendi, ma dolorosi da vivere. Ho sentito il debole respiro di chi cerca di tirare avanti, di sopravvivere alla distruzione della propria esistenza. E poi ho visto la luce. Un raggio così potente da far chiarezza su tutto e da strapparmi, per un momento, alla follia che spesso precede il Natale, permettendomi di riflettere, di partecipare al miracolo di cui si parla tra queste pagine. E non mi riferisco a chissà quale prodigio, anzi la meraviglia di cui diventiamo inaspettatamente testimoni risiede proprio nella semplicità con cui l'autrice ci apre il suo cuore e con esso, le porte per conoscere la sua vera storia di Natale.



IL TREDICESIMO DONO
Joanne Huist Smith



 Traduzione a cura di Elisa Ferrario
Casa editrice: Garzanti
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 168
Ebook: 9.99 €
Prezzo: 14.90 €



Trama


 «Mamma, abbiamo perso l'autobus.» È la mattina di un freddo e grigio 13 dicembre, e Joanne viene svegliata improvvisamente dai suoi tre figli in tremendo ritardo per la scuola. Ancora non sanno che quel giorno la loro vita sta per cambiare per sempre. Mentre di corsa escono di casa, qualcosa li blocca d'un tratto sulla porta: all'ingresso, con un grande fiocco, una splendida stella di Natale. Chi può averla portata lì? Il bigliettino che l'accompagna è firmato, misteriosamente, «I vostri cari amici». Mancano tredici giorni a Natale, e Joanne distrattamente passa oltre: è ancora recente la morte di Rick, suo marito, e vorrebbe solo che queste feste passassero il prima possibile. Troppi i ricordi, troppo il dolore. Ma giorno dopo giorno altri regali continuano ad arrivare puntualmente, e mai nessun indizio su chi possa essere il benefattore. La diffidenza di Joanne diventa prima curiosità, poi stupore nel vedere i suoi figli riprendere a ridere, a giocare, a divertirsi insieme. Sembra quasi che stiano tornando a essere una vera famiglia. E il mattino di Natale, mentre li guarda finalmente felici scartare i loro regali sotto l'albero addobbato, Joanne scopre il più prezioso e magico dei doni. Quello di cui non vorrà mai più fare a meno, e il cui segreto ha scelto di condividere con i suoi lettori in questo libro suggestivo, profondo ed emozionante. Il tredicesimo dono riesce così ad aprirci gli occhi sulla gioia che ci circonda sempre, anche nei momenti più impensabili. Sulle sorprese inaspettate che la vita sa regalarci. E sulla felicità improvvisa che tutti possiamo donare a chi ci sta accanto, non smettendo mai di credere nella forza e nella generosità dei nostri cuori.



Opinione di Sybil

Era da tempo che non mi capitava di provare una così potente connessione con una storia. Per quanto il mio autunno sia stato costellato di libri davvero belli e travolgenti, con Il tredicesimo dono è scattato qualcosa di diverso.
In questo romanzo l'autrice ci apre il suo cuore, facendoci diventare spettatori di uno dei più terribili momenti della sua vita e lo fa con una dignità incredibile, lasciandoci basiti di fronte alla sua forza e al suo coraggio. Una temerarietà fatta di piccoli gesti quotidiani, di minuscoli passi, fatti in ricerca di una via d'uscita un po' meno dolorosa dalla condizione nella quale è precipitata.
Joanne ci parla del suo primo Natale senza suo marito Rick. Una vita normale la loro, fatta di gioie, difficoltà, sacrificio e amore. Erano una famiglia speciale, come lo sono tutte e nel loro piccolo mondo erano davvero felici. Poi, in una mattina di ottobre, Rick non si è più svegliato e tutto il loro universo ha smesso di girare, travolto dall'insensatezza della perdita. Prima l'incredulità di ciò che è accaduto, poi la rabbia ed infine il vuoto lasciato dalla persona amata. È così che, a tredici giorni dal Natale, Joanne e i suoi tre figli si sentono catapultati in un campo minato, dove ogni passo falso può diventare quello fatale. Ogni cosa, ogni attimo è intriso di ricordo. Ogni più piccola parte di quel momento sembra portare addosso il peso dell'assenza di Rick e come un doloroso messaggero, la felicità che investe tutte le altre persone travolte dalle festività, sembra ricordare loro quello che invece non potranno avere più. Piano piano iniziano a riaffiorare i ricordi di quando erano ancora una famiglia unita, felice, ignara dello stravolgimento che presto li avrebbe scossi. La scelta dell'albero di Natale, le compere, la magia di quella notte in cui tutto sembra possibile, fantastico. I profumi della colazione, il rumore della cucina la sera della vigilia, le abitudini che di anno in anno si trasformano in tradizioni. Ogni angolo della casa sembra gridare al mondo la straziante perdita di colui che un tempo ne faceva parte con la sua esistenza. Joanne per prima sente l'assenza del marito ovunque, in una cassetta che racchiude le loro canzoni, nello sgabello in cucina, nel ripostiglio che sempre prometteva di riordinare, nella loro camera da letto. Persino le mura diventano rumorose nel loro assordante silenzio.

Allora perché sono sola?
Lo cerco nelle ombre della casa, nelle ore tra i baci della buonanotte e la sveglia, pur sapendo che non c’è. Ho un continuo dolore alla schiena per le stilettate di una molla rotta del divano, ma non riesco a dormire di sopra, nel letto che dividevamo. Non mi sposto nemmeno dalla sua parte del divano.
Lo spazio che Rick occupava... è vuoto.”

 Sa che deve superare questo momento per i suoi figli, per ricordare loro che hanno perso un genitore, ma che non perderanno anche l'altro. Nonostante ciò, la spinta di cui ha bisogno non arriva. Il dolore ha lo strano potere di isolare le persone, di farle sentire sole, di renderle cieche di fronte alla semplicità della vita. Diventa come una corsa ad ostacoli, una sorta di rivendicazione in cui qualcuno cerca di mettere a confronto la propria sofferenza con quella degli altri, perdendo di vista la cosa più importante. E il Natale, in questi casi, rende tutto più complicato, amplifica il dilaniante grido della perdita, rendendolo ancora più insopportabile e portando le vittime di questo dolore a chiudersi in se stesse, per non sentire, per non soffrire.
Poi, una mattina, mentre Joanne e i suoi tre figli si accalcano per uscire dal portone di casa, trovano un timido regalo ad aspettarli sullo zerbino, accompagnato da un biglietto che recita le parole del Canto di Natale The Twelve Days of Christmas. Superato lo stupore iniziale, tutta la famiglia comincia a chiedersi chi sia stato a recapitare questo dono e perché. Mano a mano i giorni passano e con loro, anche il susseguirsi di altri magici regali, semplici, ma importanti, in quanto porteranno la madre e i ragazzi ad avere un obbiettivo comune, una spinta o meglio, quella spinta che li aiuterà a tornare alla luce, fuori dal buco di oscurità che li circonda. Lentamente ogni cosa sembrerà trovare un nuovo posto in un mondo diverso, quel mondo in cui Rick non c'è più fisicamente e dove ogni ricordo avrà la necessità di essere riscritto. Quei benefattori, di cui non ne conoscono l'identità, regaleranno alla famiglia di Joanne un motivo per ripartire, per vedere il bicchiere non più mezzo vuoto, ma pieno per metà, per capire che la vita spesso prende posizioni difficili da accettare, ma esistono dei mezzi per poter imparare a convivere con il dolore. Perché in fondo è questo che Joanne fa, sopporta la sofferenza urlandogli in faccia e lo fa per i suoi figli che non hanno più un padre, lo fa per se stessa, lo fa per ciò che suo marito è stato.
I doni che di giorno in giorno ricevono alla loro porta, assumono una nota miracolosa e grazie alla loro disarmante semplicità, si colorano di speranza. Quella speranza che da forza alle persone, che le aiuta a rialzarsi senza nascondere loro l'impresa titanica dell'andare avanti, spingendole a sopravvivere vivendo.

Questo romanzo mi ha dato davvero molto. Non vorrei aver fatto passare un'idea sbagliata, mostrandolo come un triste racconto di una famiglia distrutta dalla morte. In realtà è tutto il contrario. Trasmette il nitido desiderio di riemergere dall'ombra, di trovare qualcosa per cui continuare a lottare, di tornare a sorridere con la consapevolezza di ciò che è stato e di quello che sarà. L'autrice si apre a noi con una sincerità disarmante, dettata dal fatto che lei ha realmente vissuto questa vicenda, coinvolgendoci in una storia che profuma davvero di Natale, visto non solo come momento di euforia, ma anche come attimo di unione e conforto, dove ogni più piccolo gesto può diventare di un'importanza assoluta per gli altri, dove tredici doni misteriosi possono riportare un raggio di sole nella vita di quattro persone impoverite dalla sofferenza.

Un romanzo davvero intenso, profondo, che fa male ma che apre gli occhi su tutto ciò che di più caro abbiamo intorno e che spesso finiamo per dare per scontato. È la storia di una madre che ritorna a vivere per i suoi figli e di tre ragazzi che ritrovano la forza di sorridere negli occhi e nel ricordo di chi li ha messi al mondo. È un biglietto d'auguri speciale per tutti coloro che credono ancora nella forza della famiglia e continuano a lottare per essa.
Ho sentito molto spirito natalizio in questo libro, tanto da consigliarlo ad ognuno di voi e sono sicura che, se lascerete entrare nei vostri cuori la storia di Joanne, Rick, Megan, Nick e Ben, vi ritroverete profondamente arricchiti.





L'autrice



JOANNE HUIST SMITH è nata a Dayton, in Ohio. Dopo essersi laureata presso la Wright State University, lavora come reporter per il «Dayton Daily News». Ha tre figli. Il tredicesimo dono è il suo primo libro.


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