Immaginate parole, tante parole, racchiuse tra le pagine sbiadite di vecchi libri. Non importa quali siano la trama, i protagonisti, la storia, l'ambientazione. Ciò che conta sono le emozioni che questo semplice insieme di lettere riesce a suscitare nel cuore delle persone.
E poi c'è una bambina, avida di queste parole che già prima di imparare a leggere ha capito cosa un libro riesce a fare nell'esistenza di un essere umano. Ha capito dove un libro, un qualunque libro, riesce a trasportare la mente delle persone. Che siano su di un'isola felice, o ai margini di un paese prossimo alla guerra, o dentro un universo che si appresta ad assistere ad uno degli orrori più grandi del genere umano. Non è importante. No, perché le parole hanno il dono di trasportare le persone dovunque, lontano dai luoghi da cui vogliono fuggire e vicino alle realtà alle quali vogliono appartenere.
È così che quella bambina diventerà la ladra di libri, ladra di parole: e, giunti alla fine del romanzo, vi accorgerete che in fondo non avrà fatto razzia solo di libri, ma avrà rubato anche il vostro cuore.
STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI
Markus Zusak
Traduzione di Gian M. Giughese
Editore: Frassinelli
Collana: Narrativa
Genere: Romanzo storico
Pagine: 562
Prezzo: euro 16,90
E-book: euro 6,27
Trama
E' il 1939 nella Germania nazista.Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio.
Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si
fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché " ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri", poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto.
Raccontato dalla Morte -curiosa, amabile, partecipe, chiacchierona- Storia di una ladra di libri è un romanzo sul potere delle parole e sulla capacità dei libri di nutrire lo spirito. Con una scrittura straordinaria per intensità e passione, Markus Zusak ci consegna uno dei romanzi più indimenticabili del nostro tempo.
Opinione di Sybil
La prima cosa che mi ha spinto a leggere questo libro non è stata di certo la curiosità per l'uscita della versione cinematografica, nè tanto meno il passaparola che si è creato intorno. A dirla tutta, sono finita per leggerlo nel mese di agosto, a circa sette mesi dall'uscita nelle sale cinematografiche e dopo quasi nove anni dalla prima pubblicazione. Quello che ha portato ad incrociare la mia strada con quella di questo incredibile romanzo è stata la delicatezza che traspariva dalle pagine, la potenza della vita che sopravvive ad ogni cosa, persino alla più grande tragedia che l'intero universo abbia mai visto.
Siamo agli inizi della seconda guerra mondiale, in una Germania completamente travolta dall'idealismo della potenza di Hitler.
In un piccolo paesino alla periferia di Monaco inizia la storia di Liesel Meminger, una bambina che viene data in affidamento ad una nuova famiglia, quella di Rosa ed Hans Hubermann. Durante il viaggio per raggiungere la nuova famiglia adottiva, la povera Liesel farà il suo primo e devastante incontro con la morte. Infatti sarà in un freddo e tetro treno che vedrà morie il suo fratellino. Nel giorno del funerale, avvenuto in un posto a lei sconosciuto, la bambina inizierà la sua carriera di ladra di libri, sarà lì che commetterà il suo primo furto: un piccolo libro raccolto per terra, tra la neve, sul terreno che ha accolto il corpo senza vita di suo fratello. Quel libro rappresenterà per sempre l'ultima cosa che la terrà legata al ricordo del piccolo scomparso.
Arrivata dunque nella nuova famiglia, la piccola Liesel porta già con se un bagaglio troppo pesante: la scomparsa del fratello, la mancanza di un padre che non ha mai conosciuto e l'addio ad una madre che non trova consolazione. Nella sua tasca solo poche cose e un libriccino pieno di parole di cui non conosce il significato. Ha paura, tanta paura e non sa da dove cominciare.
Un'altra delle cose che ancora non sa è che presto imparerà ad amare un nuovo padre ed una nuova madre, sentirà sulla sua pelle il calore della famiglia, quel tenero posto in cui ogni bambino deve sentirsi a casa; persino alle porte di una delle più terribili guerre mai esistite, persino in una nazione che sta per commettere un crimine orrendo.
Il tocco più profondo di questo romanzo è la voce narrante. Infatti vedremo il mondo attraverso gli occhi gentili di Liesel, ma a raccontarci la storia di questa piccola ladra di libri sarà la Morte in persona. Si,avete capito bene, la Morte. Una Morte attenta alla vita di noi umani, stanca del suo interminabile lavoro, soprattutto in tempo di guerra. Una Morte che non si lascia mai coinvolgere dal genere umano, ma che, per uno strano motivo, non riesce a rimanere indifferente alla storia di Liesel e proprio per questo ce la vuole raccontare, fino all'ultimo dettaglio, fino al suo ultimo respiro.
E sarà grazie alla Morte, che le starà accanto per molto tempo della sua esistenza, che la storia di Liesel prende vita, si intreccia a quella della sua mamma, del suo papà, del suo migliore amico Rudy e a quella di Max. Max. Di lui ne parleremo tra un attimo.
Grazie al padre Hans, Liesel imparerà a leggere, a scrivere, a volare grazie alla potenza delle parole. Ne farà tesoro e si arricchirà di tutto ciò che quelle semplici parole scritte su una pagina riescono a suscitare nell'animo umano. Grazie ad esse riuscirà ad avvicinare le persone, darà colore e passione ad un mondo che si sta apprestando a diventare sempre più grigio e tutto questo sullo sfondo di una nazione che è appena entrata in guerra.
Inizierà il suo rituale di rubare, all'occorrenza, dei libri, soprattutto dalla grande biblioteca della moglie del sindaco del paese. Ruberà parole, storie, amore e dolore e li conserverà come il suo più grande tesoro. Ne farà dono alle persone accanto a lei nelle lunghe notti passate nei rifugi antiaerei, aspettando che l'allarme bomba cessi e soprattutto lì custodirà nel suo cuore come il più grande segno d'unione tra lei,suo padre e Max. Ecco che ritorna Max.
In un giorno come tanti, alla porta degli Hubermann, bussa un giovane ragazzo. All'apparenza uguale a tanti altri, alto, atletico. Un pugile. Segnato dalla vita. Come tutti d'altronde in quel periodo di guerra. A distinguerlo dai giovani come lui c'è un particolare però . Un particolare che in qualsiasi altra parte del mondo non avrebbe avuto rilievo, ma lì, in Germania, intorno al 1940 era di fondamentale importanza. Max è ebreo. Tedesco, nato in Germania, ma ebreo.
Tra le sue mani, il peso di una promessa fatta a suo padre da Hans, ai tempi della Grande Guerra.
Ben presto Max diventerà parte di quella piccola e imperfetta famiglia e allo stesso modo crescerà in loro anche il terrore di essere scoperti, con tutte le conseguenze che può avere tenere un ragazzo ebreo nascosto in cantina. Liesel si aggrapperà con tutta se stessa alle spalle di questo giovane ragazzo, aiutandolo, con le sue letture e con le sue descrizioni del mondo esterno, a farlo sentire meno solo; e ben presto quelle quattro mura chiuse della cantina diventeranno non più la prigione di Max, ma la sua unica speranza di salvezza. Vedrà il mondo attraverso gli occhi di Liesel.
Mi piace immaginare questi occhi come due piccoli filtri che riescono a selezionare per Max solo le immagini migliori del mondo circostante. Più passavano i giorni e la situazione, nel mondo esterno, precipitava, più la bambina riusciva a vedere tutto a colori. Il cibo scarseggiava, la mancanza di lavoro aveva mandato sul lastrico intere famiglie e la vicinanza con il campo di concentramento di Dachau offriva, purtroppo, sfilate di ebrei mandati al massacro. Ma Liesel riusciva comunque a filtrare il male e regalare a Max l'immagine di un mondo con un cielo blu e nuvole a forma di orso. Un mondo che ancora valeva la pena salvare, un mondo che meritava di essere vissuto.
Ciò che più mi ha travolta di questo libro non è tanto lo scenario tragico che ne fa da sfondo, ma la sua capacità di mettere la condizione umana sotto una gigante lente di ingrandimento, con tutta la sua immensa tragicità. Noi uomini non siamo solo i fautori del nostro destino, ma anche le vittime. Cadiamo miseramente, ma troviamo poi la forza di rialzarci e ripartire. Alla fine di tutto, non ci sono mai vincitori, ma solo vinti. Solo immense crepe che attraversano l'umanità intera. Ma la forza di noi esseri umani ci spinge a ricominciare, a vedere di nuovo nel male un briciolo di speranza su cui gettare le basi per un futuro. Persino la Morte rimane stupefatta di fronte al coraggio degli uomini, a tal punto da esserne ammirata. In tanti anni di servizio non ha mai finito di stupirsi di fronte al coraggio e all'imperfezione degli uomini. Alcuni sono capaci di immensi, grandi orrori, altri hanno il dono di compiere miracoli.
Quello che l'autore ci regala, sono parole che arrivano dritte al cuore, come missili, capaci di lasciarci turbati dalla potenza con la quale ci arrivano addosso. Ed è proprio questo il risultato che ci si doveva aspettare da un libro che mette la parola, la sua immortalità e la sua forza, al centro di ogni cosa.
Questa non è soltanto la storia di una ragazza, un ebreo, un padre, una madre, una guerra ed un orrore. No. Questa è la storia di ognuno di loro e delle loro paure, dei loro sogni e della loro forza. È la storia di chi è riuscito a dare colore ad un mondo che puzzava di marcio e ha dato voce a chi purtroppo non ne aveva più. È una storia di coraggio e di amore, di amicizia e di lealtà. È una storia che ci farà tremare ma ci farà anche sorridere È la storia di una bambina che ha amato i libri, di un uomo che ha saputo lottare e di un ragazzo ebreo che ha fatto a pugni con la morte.
È una storia che ci ricorda che non bisogna mai dimenticare.
E ora, la parola alla Morte:
"Le loro anime si alzavano in piedi quando i loro corpi cessavano di cercare fessure nella porta. Le loro unghie avevano graffiato il legno, e in qualche caso vi si erano piantate dentro con la pura forza della disperazione, e i loro spiriti venivano verso di me, tra le mie braccia, e ci arrampicavamo fuori di quelle docce, sul tetto e più su
ancora, nel respiro sicuro dell'eternità. Non cessavano di rifornirmi: un minuto dopo l'altro, una doccia dopo l'altra.
Non dimenticher mai il primo giorno ad Auschwitz, la prima volta a Mauthausen. In quel posto, mentre il tempo si consumava, ne raccolsi anche sul fondo del grande baratro, dove i loro tentativi di fuga si concludevano orribilmente. C'erano corpi straziati e dolci cuori morti. Eppure era ancora meglio del gas. Ne afferravo alcuni mentre erano ancora a metà strada: ti risparmiava la fatica di trattenere le loro anime a mezz'aria, pensavo, mentre il resto del loro essere-il loro involucro fisico- piombava al suolo. Erano tutti leggeri, come gusci di noce vuoti. In quei posti il cielo era fumoso; l'odore era quello di una stufa, ma sempre tanto freddo.
Quando ci ripenso rabbrividisco.... perci tento di non pensarci. Mi soffio aria tiepida sulle mani per riscaldarmele. Ma è difficile tenerle calde, quando le anime tremano ancora di freddo."
L' Autore
MARKUS ZUSAK è nato nel 1975 ed è l'autore di cinque romanzi, tra i quali il bestseller internazionale Storia di una ladra di libri,
tradotto in più di quaranta lingue, in vetta alle classifiche del New
York Times da otto anni, con 8 milioni di copie vendute. Vive a Sydney
con la moglie e i due figli.
Il libro è stato pubblicato nel 2005 con il titolo La bambina che salva i libri. Quest'anno il romanzo è divenuto un film.
Potete trovare Markus Zusak su:
Instagram username: MarkusZusak
Potete commentare il libro su Twitter:
#TheBookThief
Il sito dell' autore:
5 commenti:
Messo in wishlist :)
Bellissima recensione
Ho letto questo bellissimo libro tempo fa, concordo con la tua opinione. Complimenti per la recensione:)
Ho letto questo libro qualche mese fa. Adorabile. E ieri ho visto il film... Non male. L'hanno fatto bene, fedele alla trama.
È davvero una bellissima lettura...Soprattutto perchè è riuscita a raccontare un dramma immenso attraverso gli occhi di una bambina affamata di conoscenza e lealtà...e le parole..forti come bombe! Bello bello bello...
Ora mi voglio vedere il film... sono curiosa di vedere ogni volta le trasposizioni... e se mi dici che hanno rispettato la trama lo guardo ancora più volentieri!!
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