mercoledì 9 aprile 2014

IL MARCHIO Aurora D' Evals Recensione



Non è un mistero la mia convinzione che ultimamente  molti autori italiani esordienti stiano riservando ai lettori emozioni intense e inaspettate, con una produzione originale e ricca di spunti. E’ il caso anche di questo incandescente romanzo erotico a tematica dom/sub: dimenticatevi il BSDM soft  che ha fatto gridare al fenomeno “ mommy-porn” ;  scordatevi   di James, Kery, Kenner,  di qualsiasi sfumatura  grigia,nera o rossa, di carte di credito e limousine lussuose, di “stanze dei giochi” in cui il dannato dal passato burrascoso trova la redenzione  sculacciando una  giovane inesperta  . Questo non è un legame romance all’ acqua di rose tra un maschio alfa navigato e una donna ingenua da “svezzare”, e il lettore si accorge fin dalle primissime battute che l’ unico contratto fra i due protagonisti viene  stipulato tra le loro anime. 

IL MARCHIO
AURORA D' EVALS


Editore: Runa Editrice
Collana: Erotika
Genere: Erotico
Pagine: 334
Prezzo: 14.00
Ebook:  4.99
Brossura

La Trama 

Sara e Ginko non potrebbero essere più diversi: lei, figlia di ricchi borghesi, giovane, carina, educata, con un futuro assicurato, lui di professione tatuatore, musicista heavy metal, figlio di nessuno, indipendente e dal forte carattere. Niente li accomuna, niente li lega.
Eppure dal loro incontro fortuito nasce improvvisa e fortissima un’attrazione irresistibile, perché Sara è una slave, una sottomessa, e Ginko un master, il dominatore che prenderà subito in mano le redini della sua vita e darà loro il deciso strattone che Sara attende da sempre.
Per lui la brava bambina di papà rivolterà completamente la sua esistenza, seguendo i propri impulsi e la propria vera natura, legata a un guinzaglio invisibile, fatto d’amore e di erotismo travolgente, che la porteranno a esplorare territori sempre più lontani, sempre più pericolosi, fino a conoscere i propri limiti, quelli oltre i quali il suo guinzaglio non può tendersi. Perché un guinzaglio ha due estremità, e chi lo tiene in pugno non è meno prigioniero di chi ne viene guidato.
Ginko non è meno succube della sua slave di quanto lei lo sia di lui, in un rapporto di simbiosi nel quale ciascuno dei due ha bisogno dell’altro, per realizzare la propria natura segreta e reale.
E, quando questo guinzaglio finirà per spezzarsi, le conseguenze saranno imprevedibili, per entrambe le sue estremità.

La mia opinione

"Si era fatto amare, e usava quell’amore come un guinzaglio per condurmi, all’epoca non mi rendevo conto che il guinzaglio ha due capi, che deve averne due per forza, o smette di essere un guinzaglio, e che chi lo tiene in mano non è meno prigioniero di chi lo porta al collo, pensavo solo a farmi condurre dove lui voleva e basta".

Prendete due personaggi sulla trentina non bellissimi – la loro è una caratterizzazione soprattutto psicologica-, non “sopra la media”, con due esistenze completamente differenti e  due indoli opposte. Sara, una “figlia di papà” con la cameretta traboccante  di orsetti di peluche, una vita prestabilita in ambiente iperprotettivo e una spiccata  tendenza all’ autolesionismo; Ginko, un estroso tatuatore “metallaro” carismatico e  indipendente, che non ha bisogno di ostentare la sua predisposizione al dominio perché essa fa parte della sua natura.   Il romanzo affronta le dinamiche di coppia tra  questi due adulti   consenzienti ben consapevoli delle loro azioni e delle loro tendenze emotive; che si riconoscono a prima vista, che si mettono l’ una nelle mani dell’ altro, che  vivono la loro sessualità e i loro sentimenti  come in un gioco di ruolo esplorandone  limiti e possibilità. Sara e Ginko si innamorano perdutamente e  a loro modo costruiscono un legame di coppia cercando mutua soddisfazione ai loro bisogni: quello di dominare di lui, quello di essere soggiogata di lei. In un rapporto  reciproco  molto anticonvenzionale di totale fiducia, audace e brutale,  che diventa il perno della loro routine quotidiana . Ginko ha la necessità di guidare Sara, di  marchiarla con qualsiasi mezzo e in qualsiasi momento della giornata: implacabile, mediante castighi psicologici oppure  lasciandole segni sul corpo, egli fa sì che la sua donna tenga  bene a mente che è lui che comanda, che a lui spetta decidere di qualsiasi aspetto della vita, finanche di  emozioni e pulsioni  recondite. Sara dal canto suo  venera il suo master, ne accetta passivamente qualsiasi punizione o regalo ,   trova in Ginko la soddisfazione al proprio bisogno di sentirsi viva, ripulita, di trasgredire le  costrizioni borghesi, di liberarsi  dalla paura del giudizio altrui. Sembra impossibile che tra due personalità così estreme e con questi presupposti  possa scaturire qualcosa di positivo per entrambi : in realtà quel che mi ha  spiazzata del contenuto di questo romanzo è proprio l’ intravedere  la possibile normalità e soddisfazione reciproca in un legame di questo genere, anomalo e forse esecrabile se visto da fuori,  ma forse meno “malato” di quel che si possa pensare; nel quale trovano spazio sentimenti comuni  come la gelosia, l’ insicurezza, che,  anche se in questo contesto vengono affrontati in chiave dom/sub,  in realtà sono parte di qualsiasi relazione amorosa . Un rapporto, quello di Sara e Ginko,  che pur essendo totalizzante e spietato, è privo di sadismo: Ginko  non deve far scontare niente a nessuno e men che meno a Sara, e non la punisce  per il gusto di farle del male ( come avviene  ad esempio nei romanzi della Reisz in cui abbiamo personaggi davvero feroci) ma per insegnarle ad obbedirgli incondizionatamente.
Qualche parola sullo stile del libro: Il marchio è un diario in prima persona, infarcito di termini e descrizioni che rafforzano sensazioni e stati d' animo,  nonostante questo estremamente fluido;  spesso l' autrice per stimolare la curiosità del lettore - e ci riesce-  concede una piccola anticipazione  di quello che succederà  nelle pagine successive. Molto coinvolgenti le parti in cui Sara “ sragiona” e in preda all’ adrenalina snocciola frasi perlopiù sconnesse che rendono compartecipe il lettore del turbinio di emozioni che la sta attraversando.  
Dalla penna di Aurora D’ Evals prendono forma personaggi non facili, dei quali vengono indagati motivazioni ed emozioni seguendo una logica non comune ma dal loro punto di vista inoppugnabile, mostrando senza condannarlo  un punto di vista diverso; l’ erotismo molto spinto ed estremamente esplicito  non è“ gradevole”,   non è funzionale al voyeurismo né stuzzicante o edulcorato; l’ atto sessuale  crudo, violento e spesso doloroso,  rappresenta una sorta di esemplificazione dell’ evoluzione di un rapporto di coppia inconcepibile se non affrontato con gli occhi dei protagonisti
Aurora D' Evals ha realizzato  un romanzo a mio avviso insolito, ben  scritto,  ben congegnato che mi ha piacevolmente sorpresa:    non è una lettura che consiglio indiscriminatamente, poiché per affrontarla  bisogna essere quantomeno predisposti a prendere in considerazione scelte e comportamenti reputati comunemente sgradevoli o indecenti,  che persone sensibili potrebbero trovare perversi, scabrosi e gratuiti  . Sono tuttavia convinta che liberando la mente da pregiudizi e preclusioni si possa apprezzare questo libro a suo modo ( in apparenza paradossalmente)  romantico: affrontandolo con apertura mentale e obiettività, anche solo  per valutare  l’ esistenza di  punti di vista difformi dalla morale diffusa ed estranei al proprio modo di pensare.

 L' Autrice 

Scrittrice, sognatrice, riservata. Perché l'erotismo è arte, l'arte è piacere, e il mio piacere è scriverne.
                        www.facebook.com/Auroradevals



1 commento:

Chiara Ropolo ha detto...

Lo sto leggendo anche io, sono circa a metà, e sono pienamente d'accordo con te. Mi piace molto che i personaggi siano normali, che facciano un vita ordinaria e che creino il loro legame come qualcosa di giusto, da non giudicare. L'unica cosa che non ho apprezzato sono gli scorci sul futuro, secondo me rovinano un pò l'aspettativa (il fatto di sapere subito dell'esistenza di Margherita mi ha dato fastidio), a me piace arrivarci pian piano. Però l'autrice nello scrivere è molto brava, non vedo l'ora di finirlo e sicuramente leggerò altro di lei. E' vero però che non è una lettura proprio adatta a tutti, ma merita di essere letta con la mente aperta