domenica 9 febbraio 2014

LA FELICITA' STA IN UN ALTRO POSTO Sara Loffredi Recensione

Scrutavo la forza di sopravvivenza che mi abitava, nuova e spaventosa, nascosta appena sotto la pelle. Sapevo che sarebbe venuta fuori un giorno o l'altro perché la sentivo muoversi nel petto, graffiarmi le pareti interne. A volte credevo di vederne un riflesso, allora tiravo fuori i denti e ringhiavo come i cani, alla mia stessa immagine, senza riuscire a farmi paura. 
 
 
Ogni tanto mi piace riflettere e soffrire col personaggio.
Ho bisogno di "ricordare" che siamo nate per combattere, quotidianamente.
Perchè essere donna significa coltivare e difendere la propria dignità. E Sara Loffredi, mi ha ricordato che, la dignità è qualcosa che noi donne portiamo nel dna fin dalla nascita, come un "carattere ereditario femminile" che l'evoluzione ci ha "iniettato" nel sangue e che, nonostante tutto, ci aiuta a rimanere a galla, anche quando la vita sembra trascinarci a fondo. 
 
Un romanzo d'esordio che meriterebbe di diventare un film o una fiction, dove vedrei bene nel ruolo della protagonista la brava Valentina Lodovini, sullo sfondo della Napoli di inizio secolo (come tante volte l'abbiamo vista nei film di Totò, fattiscente eppur affascinante).
 
 
 
LA FELICITA' STA
IN UN ALTRO POSTO
Sara Loffredi
 
Editore: Rizzoli
Collana: Rizzoli best
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 305
Prezzo: 17.00
Ebook: 9.99
 
 
Trama
 
 
1908. Il terremoto rade al suolo Reggio Calabria e per Caterina, cresciuta in un convento, tutto cambia per sempre. Ospitata da un'anziana prostituta a Napoli, comincia il suo percorso negli inferi della città. Farà il mestiere in uno squallido bordello, avrà molti amanti e sarà chiamata Mimi. Ma lei sa che la vita le ha promesso altro, che non deve abbandonare i propri desideri. E così, lottando contro un destino che pareva segnato, grazie alla sua determinazione, convince la padrona della casa d'appuntamenti più elegante della città a prenderla con sé. E lì che incontrerà l'enigmatica Mariasole, la donna capace di mutare ancora una volta il suo futuro.
 
 
Opinione
 
La prima notte che cambiò la mia vita
aveva l'odore della polvere.
La seconda, quello del sudore di un uomo.
 
Questo è il passaggio che mi ha colpito di più, perchè è l'essenza stessa della storia di Mimì, una ragazzina il cui destino è stato scritto nella notte del terremoto di Reggio Calabria, e macchiato nella  notte in cui divenne vittima del degrado e della miseria. Una narrazione impeccabile (continuo a chiedermi come si possa esordire a livelli così alti!), struggente, che tocca i "tasti" più intimi di una donna e della dignità che ci accomuna, con la quale affrontiamo le pieghe più difficili della vita.  Scrivere una storia così forte, non deve essere stato facile, ricreare tutto il degrado e la miseria del post terremoto, senza averlo vissuto, deve aver richiesto una dedizione maniacale, soprattutto se a scrivere è un'autrice classe 78'. 
A sedici anni, protetta dalla sicurezza di un convento, cresci nella convinzione che tutto quello che hai ti basti per vivere serena, senza chiederti cosa succeda fuori. Attraverso la musica, esprimi il tuo modo di essere e sentire, con le coetanee cominci a percepire i cambiamenti del corpo e delle più intime pulsioni, senza mai osare chiedere. Fino a quando tutto il tuo piccolo castello di sogni non ti crolla addosso sotto forma di macerie e polvere, sotto forma di cacofonia di suoni, e quel velo di polvere che non riesce a posarsi per giorni, che ti entra dentro attraverso gli occhi, la bocca, la pelle stessa. Ti svegli e non sai più dove sei, chi sei stata, cosa farai. Sei sola, giovane e impaurita, in mezzo a donne vissute e consumate, e ti chiedi perchè nessuno è venuto a cercarti. Ma poi la vita ti impone di andare avanti, prendere in fretta, troppo in fretta, una decisione. Quella che in un istante, cambierà per sempre il corso dell'intera esistenza.
Mimì, conoscerà la fame, l'umiliazione, il dolore interiore, senza mai arrendersi, sapendo che c'è sempre qualcosa di meglio per cui vivere, per cui andare avanti. La musica sarà la sua ancora di salvezza, il lontano sogno da realizzare, quello che non perderà mai di vista e che lenirà le sue ferite interiori, quelle stesse ferite inferte da un amore corrisposto ma da tenere segreto, un sentimento forte che Mimì è pronta a dimostrare alla luce del sole, ma condannato dai costumi del tempo. Credere in quell'amore, la aiuterà a crescere, a maturare e diventare la donna rispettabile che merita di essere, anche se il futuro non sarà quello che ha sempre sognato.
La forza di questo indelebile personaggio, è tutta nello spirito di sopravvivenza agli eventi, in quella forza innata di rialzarsi, anche quando l'ennesimo colpo si sarà abbattuto come un pugno nello stomaco. Andare avanti, a testa alta, consapevole di meritare di meglio. Amare intensamente, anche quando è sconveniente. Guardare al futuro con speranza e fiducia, anche quando sai che la tua vita non sarà come avevi sognato.
Sara Loffredi esordisce con un inno alla forza interiore femminile, all'istinto di sopravvivenza che ci accomuna, come donne, madri, instancabili lavoratrici, amanti e impeccabili allieve della vita, pronte a far tesoro dei nostri errori e delle vicissitudini che forgiano il nostro animo.
L'ambientazione è l'altro punto di forza di questo toccante romanzo. Le descrizioni magistrali tra il divario della Napoli povera e fattiscente, e l'eleganza dei quartieri "per bene", che in realtà accolgono tacitamente, il vizio e la lussuria. 
 
 
 
L'autrice
 
 
 
Sara Loffredi vive e lavora a Milano, dove è nata nel 78'. Questo è il suo primo romanzo. In passato ha pubblicato due libri di riflessioni, con la casa editrice Starrylink, La consuetudine umida dell'ombra e Il tempo scalzo.

1 commento:

Luigi ha detto...

Ottima recensione. Complimenti, è stato colto nel profondo molta della forza di questo romanzo.