Care lettrici,
come molte di voi sapranno, da domani sarà in libreria e su tutti gli store online, il secondo volume della Trilogia delle stanze di Emma Mars, e la casa editrice Sperling e Kupfer ci ha fatto il grande onore di poter essere le prime a proporvi il capitolo in anteprima della "seconda stanza".
Perciò dopo avervi presentato il romanzo in uscita domani, potrete leggere le prime pagine e dulcis in fundo, se vorrete potrete inviarci un racconto per poter vincere una copia cartacea di Trovami (il primo romanzo della trilogia), che il blog Sognando tra le righe ha vinto come ambasciatore delle stanze.
DAL 15 OTTOBRE IN LIBRERIA
SCOPRIMI
Stanza n. 2
di Emma Mars
Traduzione di M. Zonetti
Collana: Pandora
Genere: Erotico
Pagine: 448
Prezzo: 14.90
Ebook:
Brossura con alette
Trama
Ormai
è passato un anno da quando Elle, abbandonata la vita da escort, ha compiuto la
sua scelta. Il cuore, e il corpo, sono andati in un'unica, inevitabile
direzione: quella di Louis, il fratello del suo ex promesso sposo David, ma
anche l'unico uomo che sia mai riuscito a farle da maestro, a letto e nella
vita. Ora, dopo i mesi trascorsi insieme con lui, come due amanti clandestini,
nelle stanze dell'Hotel des Charmes, Elle si sente finalmente pronta: nelle
mani sapienti di Louis ha scoperto che cosa vuol dire ascoltare il proprio
desiderio e, soprattutto, ora sa che non può più fare a meno della passione che
li lega. Per questo chiede a Louis di sposarla. La risposta di lui, però, è
inequivocabile: la "formazione" di Elle non è ancora completa, il suo
apprendistato sessuale deve continuare, e lei potrà restargli accanto solo
accondiscendendo ad alcune precise condizioni. Quando però Louis comincia a
comportarsi in modo strano Elle capisce che i demoni del passato sono tornati.
Decide allora di prendere finalmente in mano il proprio destino per scoprire
cosa si nasconda davvero nella vita del suo uomo. Ma anche del fratello David,
che non ha rinunciato a compiere la sua vendetta contro i due amanti. E poiché
l'amore, a volte, è più forte della verità, Elle non avrà paura di scavare fino
in fondo nel misterioso legame tra David e Louis, un legame nel quale forse ha
giocato un ruolo decisivo la donna che così tanto le somiglia: Aurore.
Ed ora un assaggio del secondo romanzo,
io ho letto le prime due pagine e sono più che mai convinta
che sia una trilogia che merita di essere letta.
SCOPRIMI
Anteprima
Parigi, primi di maggio
2010. Una camera d’albergo a metà pomeriggio
Il nostro rifugio. La
nostra casa.
Questo è diventata la stanza
numero uno, la Joséphine, dall’istante in cui mi ci sono rifugiata con addosso
il mio abito da sposa a brandelli. Quando Louis mi ha aperto le sue braccia. Può
aver perduto un po’ del suo smalto da quando siamo venuti ad abitarci, sepolta
sotto i vassoi di cibo e i vestiti spiegazzati, ma emana anche un fascino
più sottile, quello dei sospiri con cui pervadiamo giorno dopo giorno lo spazio
tra le mura, quello dei gemiti che stillano a terra e popolano il parquet,
armata effimera e invisibile che siamo i soli a cogliere. In ogni caso, non
autorizziamo nessuno a entrare. Fuori, la primavera è al suo culmine. L’estate,
poi l’autunno e infine l’inverno si sono susseguiti come un sogno. Chiudere gli
occhi, riaprirli e... puf! Già finito. È passato quasi un intero anno prima che
osassimo andare a casa nostra, in rue de la Tour des Dames. L’hôtel Mars sarà
presto pronto, restaurato in maniera da ridargli la sua aria romantica. Sono
dieci anni che Louis attende questo momento. È sempre in agitazione, scalpita e
digrigna i denti d’impazienza a ogni
parola, a ogni gesto. Le mie carezze fanno di tutto per raddolcirlo e placare
la sua fretta. Preferisco esacerbare i suoi sensi che irritare i suoi nervi. Da
qui al giorno del trasloco ci godiamo le giornate di sole attraverso le tende e
le lenzuola, dove i raggi luminosi vengono a snidarci. In tutti questi mesi ci
siamo abituati l’uno all’altra come due animali, come due bestie selvatiche,
rannicchiati costantemente fianco a fianco. Ci siamo esplorati minuziosamente,
avidi di scoprire tutti i segreti disegni, le sensibilità e le delicatezze di
un corpo, di un sesso, di un’anima. Andiamo in giro nudi per la stanza, e non
siamo quasi mai usciti dall’albergo, se non per la sepoltura di mia madre Maude
e poco altro. È già tanto se a volte apriamo l’unica finestra. Preferiamo
godere dei nostri odori mescolati, inebriarci della loro unione perfetta. Eppure,
non ho mai dimenticato David e le sue menzogne. Non ho cancellato la mamma
dalla memoria, né la sua intollerabile agonia. Non mi sono svuotata dei
ricordi, mi sono riempita di Louis. Ha saturato ogni minimo spazio dentro di
me. Ha conquistatotutto. Assoluta ebbrezza, assoluta dolcezza, assoluta voglia
di assoluto e di abbandono. Oggi non saprei dire quanti ne abbiamo. E ancor
meno in quale dimensione vivano gli
altri, giù di sotto, per la strada, coloro da cui sono rimasta tagliata fuori
per tutto questo tempo. Nella nostra dimensione ogni cosa è dolce, carezzevole,
smaltata d’amore, disturbata soltanto dai prosaici intermezzi delle pietanze
servite da Ysiam, malizioso complice della nostra gioia ancora tanto giovane.
Ogni raggio di luce chiede a gran voce di rischiararci per l’eternità. E noi ci
lasciamo cullare da quella naturale benevolenza, indolenti, affamati della
reciproca nudità. Avvolta dal chiarore, mezzo addormentata, sento la mano di Louis
scivolarmi fra le cosce, serpe di desiderio pronta a mordermi, e risalire verso
l’origine della sua tentazione. La sfiora appena, e io mi sento palpitare fra
le gambe, che si divaricano lentamente per un riflesso che lui accoglie con un
sorriso soddisfatto. Tre dita solcano la mia fessura fino a raccoglierne la
prima rugiada. Attenderebbe, se non fossi pronta, ma io mi sento costantemente disposta
ad accoglierlo. Lui lo sa. Ne abusa, e io non smetto di goderne e di chiamarlo
dentro di me. Gemo quel tanto che basta a farglielo capire. Mi sdraio sulla schiena
come una gatta per offrirgli una vista completa, scenografica, originale. Sono
decisamente cambiata. Non temo più il suo sguardo e mi ci abbandono senza un
briciolo di ritegno. Non importa la posizione, la luce o l’angolazione. Poco
importano le mie forme, cui i sonnellini e l’ozio hanno restituito le loro
abbondanti rotondità. Non apro gli occhi. Poiché lui mi vuole adesso, strappata
al sonno, mi prenderà con indolenza, senz’altra vivacità che quel molle abbandono.
Le sue mani si posano dove il sole mi ha già riscaldato la pelle, ornandola
d’uno splendore setoso. Quando sento la
sua lingua posarsi sulla mia clitoride, è troppo tardi per respingerlo. Ne ho
solo voglia? Non si applica come suo solito sul perimetro del mio organo rosato.
Preme la clitoride con la lingua di piatto, come per testare l’elasticità di
quella caramella bagnata d’umori zuccherati. Mi piace questa novità. Amo che
faccia dei tentativi, che riscriva le nostre regole, che vi trasgredisca, che
mi ami in maniera imprevedibile. Il confetto di carne si gonfia e freme. È
avido. Ne vuole di più. E anch’io. Gli imbratto le labbra dei miei succhi. Alla
cieca gli prendo il dito medio e me lo infilo dentro con urgenza. Lui sembra sorpreso,
dopodiché sta al gioco, descrivendo grandi cerchi contro le mie pareti, che si
contraggono, attraversate da spasmi, irradiate di piacere a venire. Quando
spinge in profondità l’ultima falange, la mia fica sboccia attorno al suo pugno
per accettarlo.
«Continua… dai, come…»
Non ho tempo di dire
un’altra parola. Il suo sesso ha occupato il posto a sua volta. Strizzo le
palpebre in segno di riconoscenza. Attraverso le ciglia, immagino il suo torso
alzarsi e scendere su di me. Mi sembra meno magro del solito. Più muscoloso. Ma
senza dubbio è un effetto dei miei sensi intorpiditi, di quell’orgasmo che
ribolle da qualche parte nel profondo di me e mi avverte della sua carica
definitiva, imminente. Il suo pene è meno preciso del suo dito, ma la maniera in
cui mi riempie soddisfa i miei desideri. Lo sento gonfiarsi a una stoccata più
violenta, che aspetta di tornare a ciascuna ritirata. I nostri corpi indolenti,
caldi come pagnotte appena uscite dal forno, si urtano al rallentatore. Non è
una delle nostre grandi cavalcate. È un amore denso e corroborante, in cui
assaporiamo coscientemente il nostro piacere a ogni boccone. Sesso vitale, primordiale,
nutritivo. Niente è troppo intenso per noi. E perciò da noi s’irradia la
dolcezza.
«Sto per venire…» dice sottolineando
i suoi primi soprassalti.
«E allora vieni!»
Non appena si appresta a
inondarmi, spalanco gli occhi. Voglio contemplarlo nella sua integrità.
Lasciare entrare in me il suo sguardo, facendomi frugare dentro. Voglio
accordare l’immagine e i suoni, e gli odori, e il contatto della sua pelle
rovente cheimprime il suo desiderio su di me a ogni incontro con la mia. Più
che altro voglio leggere i pieni e i rilievi dei suoi muscoli lunghi, sui quali
si dipanano i suoi ultimi tatuaggi. La litania del suo alfabeto vivente, di cui
amo tanto veder ondeggiare gli arabeschi tutt’attorno a me. Ma non ne vedo… La
sua spalla sinistra è intatta. Così come l’interno delle sue braccia. Per poco
non lo respingo, quando infine mi appare il suo viso, solcato dal suo sorriso
smagliante, trionfante come sa di essere.
«David?»
Devo aver gridato in sordina,
strappata al mio sogno. Era decisamente la prima volta da mesi che sognavo
David. Quell’improvvisa intrusione del fratello non stupì Louis. E non ne parve contrariato. Mi prese fra le braccia
e mi cullò per dissipare ciò che restava dell’incubo che riusciva a leggere nei
miei occhi increduli. Gli spettri del passato potevano anche aggirarsi tutt’attorno
a noi, la forza dei suoi baci non aveva più rivali. Aveva trionfato senza
dubbio e senza pari. Ero completamente sua. Chi avrebbe potuto dubitarne?
CONTEST RACCONTACI LA TUA STANZA
E VINCI LA COPIA
DELLE AMBASCIATRICI DELLE STANZE
Ed ora, per le lettrici e scrittrici amiche del blog,
in palio la copia cartacea di Trovami, stanza n.1
gentilmente messa a disposizione
dalla casa editrice Sperling e Kupfer.
Come partecipare?
Semplice!
Inviateci un racconto di max 5 pagine word,
partendo dal seguente passaggio:
"No, un anno fa non sapevo che ogni camera è un crogiolo d'amore in cui ogni donna resta in incubazione imparando finalmente a essere se stessa. Non ero schiava come lo sono adessoe, tuttavia, ero prigioniera, molto più di oggi. Non ingannatevi, oggi sono io la padrona, e non solo dell'uomo che trepida dietro la porta. Il mio abbandono è totale, eppure non sono mai stata in grado di controllare il corso degli eventi come ora".
Raccontateci cosa è successo prima di questa riflessione, siete libere di scrivere una storia F/F, M/F o M/M, perchè nell'erotismo tutto è concesso!!!
AVETE TEMPO FINO AL 30 OTTOBRE
inviando i vostri racconti al seguente indirizzo mail:
Mettetevi alla prova...
dietro la porta della stanza n. 1 !!!
1 commento:
partecipo ed anche se non mi sono mai messa alla prova in questo genere, ci provo!
mi attrae la trama delle stanze!
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mando subito il racconto scritto in questi giorni per mail!
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