Cover: la leggerezza della farfalla che filtra lo sfondo permettendo comunque di intravederlo, lo sguardo rivolto all' osservatore quasi ostentatamente, tanto a sfidarlo a conoscere segrete pulsioni quanto a tacergliele .
Quelle che vengono raccontate ne Le assaggiatrici sono vicende amare, che hanno fatto parte della normalità di tante, troppe persone, e che vengono presentate da Rosella Postorino senza pomposità o distanza storica: la costante del romanzo infatti è la straordinaria empatia , alla quale fa da contraltare in modo altrettanto incisivo l' assenza di essa.
Feltrinelli
LE ASSAGGIATRICI
ROSELLA POSTORINO
Collana: i Narratori
Genere: Narrativa storica
Pagine: 285
Prezzo: € 17.00
ebook : € 9.99
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La Sinossi
La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti,
Rosa Sauer è affamata. "Da anni avevamo fame e paura", dice. Con lei ci
sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana
del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È
l'autunno del '43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai
bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito,
combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: "Mangiate", davanti al
piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però,
prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un'ora sotto
osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al
Führer non sia avvelenato. Nell'ambiente chiuso della mensa forzata,
fra le giovani donne s'intrecciano alleanze, amicizie e rivalità
sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere
benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede,
la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella
primavera del '44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un
clima di terrore. Mentre su tutti - come una sorta di divinità che non
compare mai - incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame
inaudito.
Opinione di Charlotte
Rosa, un marito al fronte, un destino precario, la perdita sua compagna costante: di persone care, di riferimenti, di amor proprio, nel passaggio frequente e repentino tra terrore latente e sviluppo di legami ora fraterni ora morbosi. Le assaggiatrici è un romanzo molto affascinante, intriso di contrasti e di contraddizioni , che racconta un periodo storico di delirio e ossessione collettivi dal punto di vista di persone comuni lasciate a se stesse e abusate dalla guerra e dalla dittatura: vedove bianche, madri incapaci di sfamare i figli, soldati partiti al fronte in virtù di ideali ben presto demoliti. Ingannati e ingannatori, prevaricati e prevaricatori, vittime e carnefici: da un lato i lupi, forti del potere che il Reich conferisce loro, a decidere della vita, della morte, delle sofferenze altrui. Dall' altro i più deboli, pecore guidate da un pastore squilibrato, suggestionate dalla propaganda, impaurite, sfruttate e vessate dalle SS a concorrere a realizzare il disegno onnipotente di Hitler. Eppure, forse perfino nell' individuo più gretto albergano granelli di rimorso e di umanità. Eppure, anche la persona vessata , umiliata, privata del libero arbitrio, può cercare delle fugaci consolatorie evasioni : spesso vergognandosi di se stessa per questo, talora compiendo azioni meschine, affrontando comunque la quotidianità pur consapevole che ogni giorno vissuto potrebbe essere l' ultimo, e che a scegliere del suo destino sarà comunque qualcun altro.
Le assaggiatrici sfodera una serie di personaggi di quelli che mandano in cortocircuito emozionale, tante sono le sequenze narrative che portano il lettore a variare il proprio metro di giudizio, a confondere le percezioni e gli stati d' animo, a mutare opinione, elargendo tanto compassione quanto livore nei confronti ora dell' uno ora dell' altro protagonista della storia .
L' assaggiatrice è sola, affamata dalla guerra sia fisicamente sia nell' animo: ella affronta costantemente la dicotomia cibo -veleno / voluttà - paura , cercando di condurre una vita " normale" tra le mura del quartier generale di Hitler, sotto lo sguardo canzonatorio e glaciale delle sue guardie più fidate . Dieci donne vengono scelte come vittime sacrificali, e si ritrovano a condividere sia l' appagamento di un bisogno primario - nutrirsi- , sia l' angoscia di essere sospese tra vita e morte. Ognuna è sola in mezzo alle altre, specchio riflesso di dolori e bisogni altrui: a rischiare per sentirsi viva, a desiderare di fuggire anche solo per poco dal tormento, spesso compiendo scelte dalle quali scaturiscono biasimo e disistima di sè .Una complicità tra destini, che sovente anziché creare alleanze erge muri cementati dalla disperazione, enfatizzata dall' ironia amara, dall' inquietante normalità che stride con condizioni di vita anomale e denigratorie. Il punto di partenza della storia è la vicenda della narratrice del romanzo, che filtra gli accadimenti attraverso il suo vissuto, spesso affastellando infanzia e maturità, ricordi gioiosi e disincanto, a perdere inesorabilmente innocenza e fiducia lungo la strada della sua esistenza. Lo stile di Rosella Postorino è asciutto,scarno, talora quasi sbrigativo: a suggerire come il soffermarsi più del dovuto su un particolare possa inasprire il senso di colpa e il dolore. Per trasmettere emozioni , all' autrice è sufficiente sottintendere le contraddittorie e istintive pulsioni soverchianti, in grado di annientare anche il legame più solido e la convinzione più radicata: in quest' ottica spesso anziché riportare alla mente eventi cristallizzati nel tempo, la maggior parte dei quali purtroppo tristemente noti, ricorrono odori e sapori più o meno piacevoli o sgradevoli, a ricordare che qualcuno li ha vissuti sulla propria pelle, sperimentando la lussuria, il rischio, il disgusto, l' annientamento emotivo.
Tra invasati e detrattori di un uomo e del suo folle e lucido piano di distruzione e morte, Rosella Postorino pone al centro le famiglie devastate , gli amori corrosi. Il prezzo è stato altissimo: quanto è stato amputato, e cosa è sopravvissuto a tutto questo?
L' Autrice
Nata a Reggio Calabria nel 1978,
vive e lavora a Roma
Cresciuta in Liguria, a San Lorenzo al Mare, si è trasferita a Roma nel 2002 e ha esordito nella narrativa nel 2004 con il racconto In una capsula all'interno dell'antologia Ragazze che dovresti conoscere.
Nel 2007 è uscito il suo primo romanzo La stanza di sopra vincitore del Premio Rapallo Carige per la donna scrittrice nella sezione Opera Prima, del Premio Città di Santa Marinella e tra i 13 finalisti del Premio Strega.
Collaboratrice del quotidiano La Repubblica e del mensile Rolling Stone, ha in seguito pubblicato altri 3 romanzi (di cui uno, Il corpo docile, vincitore del Premio Penne-Mosca 2013), un saggio, la pièce teatrale Tu (non) sei il tuo lavoro all'interno di Working for paradise e ha curato alcune opere della scrittrice Marguerite Duras.
Cresciuta in Liguria, a San Lorenzo al Mare, si è trasferita a Roma nel 2002 e ha esordito nella narrativa nel 2004 con il racconto In una capsula all'interno dell'antologia Ragazze che dovresti conoscere.
Nel 2007 è uscito il suo primo romanzo La stanza di sopra vincitore del Premio Rapallo Carige per la donna scrittrice nella sezione Opera Prima, del Premio Città di Santa Marinella e tra i 13 finalisti del Premio Strega.
Collaboratrice del quotidiano La Repubblica e del mensile Rolling Stone, ha in seguito pubblicato altri 3 romanzi (di cui uno, Il corpo docile, vincitore del Premio Penne-Mosca 2013), un saggio, la pièce teatrale Tu (non) sei il tuo lavoro all'interno di Working for paradise e ha curato alcune opere della scrittrice Marguerite Duras.
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