martedì 3 novembre 2015

MUSICA PER UN AMORE PROIBITO Hanni Münzer Recensione

Il coraggio può avere molte facce, molti punti di partenza e altrettanti d'arrivo. Si può essere coraggiosi in mille modi differenti, per amore, per difendere un'ideologia, per orgoglio, per devozione. Gli effetti lasciano ciò che trovano, lo sappiamo, non c'è scelta in questo, ma il coraggio spesso è il motore che brucia il nostro carburante, è ciò che ci toglie tutto ma che ci mantiene vivi, e tutti in fondo siamo coraggiosi, anche chi crede di non esserlo abbastanza.
Musica per un amore proibito è una storia di coraggio che lega quattro differenti generazioni di donne ignare della loro reciproca esistenza. In ognuna di loro si cela una forza dirompente, pronta ad esplodere,  a portarle lontano nel mezzo di una guerra e in grembo al perdono e alla riscoperta. Quattro donne che in modi e in tempi storici diversi si sono ritrovate a combattere una lotta devastante, potente e dilaniante, ognuna con le proprie debolezze e paure.  
Cadranno, si rialzeranno, ferite, smarrite, tremanti ma forti e consapevoli di avere ancora nuove battaglie da portare a termine.



MUSICA PER UN AMORE PROIBITO 
Hanni Münzer 
Traduzione a cura di Lucia Ferrantini
Casa editrice: Giunti
Genere: Romanzo storico
Pagine: 460
Prezzo: 11.90€
Ebook: 6.99€


Trama


Da Monaco a Berlino fino alla romantica Cracovia, la storia di una passione proibita che getterà le sue ombre su quattro generazioni di donne.
Fino a che punto si può spingere una madre per salvare i suoi figli?
E fino a che punto si può spingere una figlia per vendicare suo padre?
Amore, ossessione, coraggio e tradimento nell'Europa devastata dal nazismo.

Mentre la giovane e inquieta Felicity è pronta a lasciare Seattle e l'adorabile fidanzato Richard per realizzare il sogno di fare il medico a Kabul, una serie di eventi drammatici sconvolge la sua famiglia: la madre di Felicity scompare nel nulla a pochi giorni dalla morte dell'anziana nonna Deborah. Felicity si metterà sulle sue tracce, riuscendo finalmente a raggiungerla a Roma. In quel luogo la madre sta cercando di ricomporre la tumultuosa storia della sua famiglia, dopo aver scoperto che Deborah ha sempre mentito sul suo passato: un vecchio ritaglio di giornale la ritrae in prima fila durante il processo di un criminale nazista. Chi è quell'uomo? E quale legame aveva con Deborah? La risposta potrebbe nascondersi nel misterioso diario in ebraico rinvenuto tra le sue cose. Inizia un trascinante viaggio che porterà Felicity nella Germania dell'ascesa hitleriana, sulle orme della bisnonna Elisabeth, celebre cantante d'opera sposata con un medico ebreo, e della nonna Deborah, pianista di talento, la cui indole ardente e impulsiva segnerà il suo destino in modo imprevedibile.

Opinione di Sybil



Ogni essere umano è l’anello di una catena, siamo tutti collegati, perché portiamo dentro di noi parte della vita e dei pensieri di chi ci ha preceduto. Se l’amore risiede nel cuore, allora il ricordo risiede nell’anima, ed entrambi sono immortali. Ma a volte succedono cose terribili che strappano via un anello della catena e rabbuiano sia il cuore che l’anima. Il mio legame si è lacerato anni e anni fa.


Queste sono le parole con le quali Deborah, in un ultimo momento di lucidità a lei concesso dalla malattia, si congeda dall’affetto della figlia Martha, scusandosi per le sue mancanze di madre e per lo scarso amore con il quale l’ha nutrita. A prima vista può sembrare qualcosa di imperdonabile, in quanto Martha è cresciuta con dei seri problemi affettivi, al punto da essere messa in croce dalla sua stessa religione e da essere stata a sua volta negli anni una cattiva madre per Felicity, sua figlia, ma queste sono solo conclusioni affrettate, senza senso. Infatti, ancor prima di arrivare a questo bisogna capire chi è Deborah e quale mostro l’ha fatta diventare la donna che è stata. Solo così potremo scoprire e imparare a conoscere tutte le donne che danno vita a questo intenso romanzo, che parla d’amore e odio in tutte le sue declinazioni. Un romanzo storico tutto al femminile, che partendo dalla madre di Deborah, Elisabeth, arriva sino ai giorni nostri, piombando nella vita di Felicity e Martha come un uragano. Infatti, nel giorno della morte della madre Deborah, Martha si ritrova per le mani una vecchia scatola appartenente alla defunta, uno scrigno al cui interno è custodito il passato della madre e quindi anche il suo. Scavando a fondo riporterà alla luce la difficile vita di Deborah, nata negli anni più cupi della storia. Si ritroverà catapultata nella Germania del 1940, nel bel mezzo della seconda guerra mondiale e, aiutata dalla figlia Felicity, conoscerà la vera anima di sua madre Deborah, il dolore, la follia, la perdita, l’abbandono e le innumerevoli umiliazioni che si è ritrovata a subire.
Ecco che in un attimo la protagonista principale diventa la giovane e impaurita Deborah, caduta nelle grinfie di un ufficiale delle SS che, alle prese con i primi anni della giovinezza, si ritrova confusa dall’amore, dal desiderio, dalla passione e dal male. Perde la sua identità e la ritrova nel modo più complicato e devastante possibile, a centinaia di chilometri da casa, appesa ad un filo sottilissimo chiamato coraggio. L’unico punto d’appoggio è la musica, un insieme di note che la legano indissolubilmente alla madre, famosa cantante lirica degli anni antecedenti il conflitto e grazie ad essa riuscirà a sopravvivere lasciando però entrare dentro di lei il buio più assoluto.
Ho adorato questo romanzo fino in fondo. È una storia che permette alle domande di nascere dentro il cuore del lettore e allo stesso tempo procura immediatamente le risposte. Non resta niente di incompiuto e ogni pagina in più è l’arricchimento di quella precedente. L’autrice in questo è stata eccezionale perchè non ha mai abbassato il tiro, chiamando in gioco emozioni davvero potenti e dando vita a dei personaggi unici.
Questi ultimi sono davvero un collage di sentimenti devastanti e contraddittori,  ognuno di loro porta dentro di sé il buio più assoluto, ma attingono ad esso in maniera del tutto differente.  Hanni Münzer ha dimostrato di avere un’abilità affilata, perché ha trovato un punto a loro comune e lo ha analizzato, dissezionato e reso reale attraverso gli occhi stessi dei suoi protagonisti: Alberct, portatore di un male innato si relaziona ossessivamente al buio di Deborah che, in realtà, possiede una natura completamente diversa. Nel suo caso è stata la vita a strapparle via tutto e a impiantarle in seno il seme dell'oscurità,  lasciandole la vaga illusione di trovarsi in paradiso anziché all'inferno. Chiaramente quando si accorgerà che la sua condizione è tutt'altro che favorevole, gli effetti saranno devastanti e anche le ferite diventeranno voragini inguaribili. Immaginate una storia che ha come sfondo uno dei periodi più cupi e inconcepibili ai quali il mondo abbia mai assistito: il male è nell'aria, vola di casa in casa, di nazione in nazione e si insinua tra la gente, nelle loro menti,  nelle loro paure e diventa un dominatore incontrastato, dilagante come un'epidemia . Da questo sfondo purpureo si staccano i personaggi che danno vita alla storia, unici e contraddittori,  che ci donano l'illusione di conoscerli per poi togliercela perché non sono quello che vogliono dare a vedere. L'immagine che a noi arriva è un riflesso sfocato catturato da uno specchio rotto, nulla di più.  Poi, a poco a poco, iniziano a svelarsi,  a spogliarsi di ogni strato di pelle, mostrandosi a noi senza freni, senza timore e il male, il buio nascosto dentro le segrete della loro anima, inizia ad uscire infestando tutto nei modi più differenti possibili, portando ad esiti così diversi tra loro da dar realmente vita ad una melodia cupa, dolorosa,  malinconica, che sa di perdita, di sofferenza e di riscoperta. 
Questo meccanismo è difficile da spiegare perché l'autrice è riuscita a mettere in piedi un gioco di parti contorto ma allo stesso tempo lineare: nella parte iniziale della storia passata della famiglia di Felicity è la bisnonna Elisabeth a tenere testa alle prime difficoltà dell'inizio della guerra, poi il testimone passa alla piccola Deborah che, ancora nel fiore della giovinezza, viene strappata dal torpore infantile da un uomo privo di scrupoli e coscienza: il glaciale Alberct .
Farà di lei una cieca dama nazista, inconsapevole spettatrice delle sorti di un conflitto che ancora non conosce, incantata solo dal lusso che i soldi possono comprare. Deborah è un personaggio del quale ci si affeziona subito, al primo incontro, e risveglia nel lettore sentimenti contrastanti: tenerezza quando ancora è una bambina, compassione per la sua terribile relazione con Alberct, tanto inevitabile quanto distruttiva e ammirazione per le sue scelte, tutte dettate dall’odio e dall’amore.
Come avrete potuto capire, l’alternarsi degli opposti in questo romanzo è alla base di tutto, protagonista indiscusso di una giostra che lascia solo vittime e feriti. Unico punto fisso: l’orrore della seconda guerra mondiale e di tutte quelle persone che, per colpa di un'ideologia, hanno dovuto assistere alla fine di ogni libertà, alla fine del mondo.
L’autrice è riuscita ad intrecciare tutte queste storie in un unico quadro, vivido, intenso e travolgente, regalandoci pagine di passioni ardenti, dolore, perdita e rinascita, senza permetterci di dimenticare il passato.

Passato e presente si incontrano facendo diventare quattro donne una cosa sola,  un grande ingranaggio meccanico in grado di smuovere le sorti del loro rapporto. Su piani temporali differenti, divise dalla storia, Elisabeth, Deborah, Martha e Felicity scopriranno che quando la verità desidera venire a galla, non c’è segreto che riesca a riportarla indietro.





L'autrice 



Hanni Münzer è nata e vive attualmente in Germania, ma ha abitato per lunghi periodi a Seattle e a Roma. Da sempre appassionata di narrativa, nel 2013 ha iniziato ad autopubblicare online i suoi romanzi, finché nel 2014 il clamoroso successo di Musica per un amore proibito ha attirato l'attenzione del prestigioso editore Piper, che ha deciso di pubblicare il libro, piazzandolo per mesi ai primi posti della classifica dello Spiegel.




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