sabato 7 novembre 2015

LA NOSTRA ULTIMA CANZONE S.K. Falls Recensione



Quando l’amore chiama, il cuore risponde senza seguire regole ben precise, percorrendo strade e sentieri scoscesi, privi del sostentamento dato dall’autocontrollo, senza protezioni e paracolpi. Si possono commettere errori, distruggere il cuore di chi ci sta accanto, ma il risultato di fondo non cambia: se c’è quel legame, se esiste davvero, niente lo distruggerà.
Non sempre però la vita va come deve andare e il conto alla rovescia inizia ancor prima del previsto, togliendo al seme dell’amore il concetto temporale dell’eternità. 
Ed è così che, in un giorno qualunque, due giovani si innamorano, nonostante tutto e nonostante tutti. Si trovano, si riconoscono e si avviano lungo il sentiero della vita, iniziando un viaggio che li porterà lontani, zoppicanti sì, ma forti dell’intenso legame che li tiene uniti, prendendosi gioco del destino che incombe su di loro.

Ci guardammo per un lungo momento. Non mi era mai capitato di guardare una persona negli occhi per cercare di capire chi fosse e cosa intendesse dire con le sue parole. Fu come guardare il cielo. Ebbi l’impressione di poterlo fare all’infinito, senza mai stancarmi.

PIEMME

LA NOSTRA ULTIMA CANZONES.K. Falls

Traduzione a cura di Annalisa Biasci
Casa editrice: Piemme
Genere: Romanzo contemporaneo/ New Adult
Pagine: 348
Prezzo: 17.50€
Ebook: 6.99€

Trama


Il più grande desiderio di Saylor è ammalarsi, solo così, pensa, chi le è accanto la noterà e le vorrà bene. Ha la Sindrome di Münchhausen, infatti, e ogni scusa è buona per entrare in contatto con germi e malattie. Così, quando il suo psichiatra le consiglia di andare a fare volontariato per i gruppi di auto-aiuto, accetta con grande entusiasmo: per ammalarsi non c’è niente di meglio che passare del tempo in ospedale. Lì Saylor conosce un gruppo di ragazzi, malati terminali, e inizia a frequentarli. Tutto si basa su un equivoco - loro pensano che anche Saylor sia molto malata - ma lei non ha alcuna intenzione di fargli cambiare idea, perché per la prima volta si sente a suo agio con dei ragazzi della sua età. Tra di loro c’è Drew, un ragazzo bellissimo, un musicista, di cui a poco a poco Saylor si innamora. A separarli c’è quella tremenda bugia, Saylor non ha davvero la sclerosi multipla, ma a unirli c’è una forza potentissima, che li spinge a credere di conoscersi da sempre.


Opinione di Sybil



La nostra ultima canzone è la storia di alcuni ragazzi che si ritrovano a diventare amici in circostanze tutt’altro che felici, ovvero in un gruppo di sostegno per malati terminali. Non fatevi scoraggiare dal contenuto poco rassicurante di questo libro perché se è vero che la malattia raccontata tra queste pagine è triste e devastante, è vero anche che il messaggio che arriva a noi lettori è intenso e profondo, un inno alla vita, in onore di chi, purtroppo, è più sfortunato di noi.
La protagonista principale si chiama Saylor e anche lei è malata, ma di una sindrome paradossalmente inconcepibile. Infatti è una ragazza sana che però desidera ammalarsi a tutti i costi per poi finire all’ospedale o da un medico ed attirare così l’attenzione delle persone che le stanno accanto, soprattutto quella di sua madre. Il nome di questa malattia è Sindrome di Münchhausen e affligge Saylor al punto da portarla ad esporsi a batteri, malattie ed infezioni così da potersi ammalare e soddisfare il suo bisogno di cure e assistenza. È per questo motivo che i genitori decidono di farle abbandonare l’università e farla tornare a casa con loro. Una volta a casa Saylor si sente sperduta, soffocata dall’ambiente glaciale della sua famiglia. Il padre, un avvocato famoso, è sempre in giro per gli Stati Uniti  e la madre, silenziosa, si diletta a costruire case per le bambole, senza parlare o coinvolgere la figlia in alcun modo. 
Saylor non ha amici, passioni, solo l’insano desiderio di ammalarsi e dire bugie.
Ogni cosa cambia quando, d’accordo con il suo psicologo, viene inserita come volontaria nell’ospedale della città. La sua mansione sarà quella di occuparsi delle riunioni dei gruppi di sostegno che quotidianamente si incontrano in ospedale per condividere pensieri, idee, testimonianze. Quello che all’inizio le sembrerà un buon modo per entrare in contatto con l’ambiente ospedaliero, diventerà però il suo castigo perché sarà proprio lì che la sua vita cambierà per sempre e  purtroppo,ancora una volta, per colpa di una bugia.
Non voglio svelarvi altro della trama del romanzo se non che la giovane Saylor incontrerà l’amore vero, che rimetterà tutto in discussione e lo incontrerà proprio all’interno di un gruppo di ragazzi portatori di malattie terminali. Sarà questo contatto a cambiare la sua esistenza, il suo bisogno di calamitare attenzione, spostandolo non tanto verso se stessa, quanto verso gli altri, riscoprendo la bellezza della  vita proprio negli occhi di chi un futuro non ce l’ha più.

Devo essere sincera, ho avuto un rapporto contrastante con Saylor perché all’inizio non riuscivo a capire la sua malattia. Nel momento in cui incontra i ragazzi del gruppo di recupero, con il loro dolore in lotta con la voglia di vivere ancora, ho pensato che in fondo il suo atteggiamento sarebbe cambiato, che di fronte a chi la morte ce l’aveva davvero nel sangue, avrebbe capito che era ingiusto desiderare di ammalarsi avendo addosso un’ottima salute e invece no, ha continuato ad essere se stessa, lasciando però entrare a tratti una nuova luce.  È per questo che all’inizio il suo atteggiamento mi faceva rabbia, mi destabilizzava, mi sembrava scorretto nei confronti degli altri ragazzi che lottavano per non cadere nell’oblio. 
A poco a poco però ho iniziato a pensare alla sua malattia, al modo in cui infettava ogni giorno la sua vita, i rapporti con gli altri, con l’amore e da lì è stato tutto un crescendo. Forse è stata proprio intenzione dell’autrice creare questo forte contrasto in grado di sottolineare l’importanza della vita, del ritrovare se stessi sempre e comunque, ad ogni costo, attraversando il buio e la sofferenza, per ritornare ad essere forti. In questo contesto non è tanto la durata della vita ad essere fondamentale, purtroppo, ma la qualità dei momenti belli che ancora restano. Il concetto del per sempre viene accantonato o quanto meno gli viene affibbiata una valenza spirituale e non temporale: molti dei personaggi del romanzo non riescono nemmeno ad immaginare di vivere per sempre perché non sanno nemmeno se riusciranno a sopravvivere fino alla prossima estate. Ma nonostante questo è la positività dell’esistenza a sbocciare e non la durezza delle morte, non è la tristezza e l’abbandono ad impossessarsi del lettore bensì la bellezza della vita.
È stato difficile scrollarsi di dosso l’amarezza che quei giovani ragazzi senza futuro portavano dentro, ma secondo me l’intenzione dell’autrice non è stata quella di rattristarci, ma di farci riflettere su quanto la vita sia meravigliosa al punto da far impallidire la morte , di farci capire che bisogna vivere ed essere coraggiosi in onore di chi questa possibilità non ce l’ha più e di dare il giusto peso ai problemi dell’esistenza, combattendo ogni giorno i nostri demoni interiori. 

La  nostra ultima canzone è la storia di tante storie che si intrecciano giorno dopo giorno, con dolore e gioia, con passione ed abbandono, parlandoci di amore e amicizia.
Tra bugie, sbagli e coraggio di vivere la vita, vedremo i personaggi di questo romanzo crescere e cambiare, guidati dalle mani dell’autrice che ha saputo raccontarci una storia triste facendoci però riflettere sulle mille sfaccettature dell’esistenza.




L'autrice 


S. K. FALLS è un’autrice americana, bestseller di vendite in ebook e non solo. La nostra ultima canzone è stato autopubblicato online, riscuotendo un grandissimo successo, prima di venir notato da una importante casa editrice.


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