mercoledì 28 ottobre 2015

INTERVISTA A VIRGINIA BRAMATI

E' un grandissimo piacere ospitare sul blog l' intervista  a una delle nostre beniamine:  Virginia Bramati, che da pochissimo ha dato riprova della sua  abilità di scrittura e del suo " dono" di far star bene le persone attraverso le parole, pubblicando  il  romanzo E se fosse un segreto?. Una lettura che ci ha a dir poco conquistate, e che ci ha spinte  a volerne sapere di più  sui personaggi, sulle fonti di ispirazione, sul mondo di Verate e su quanto di Virginia vi sia in esso.  


 INTERVISTA ALL' AUTRICE
 

Editore: Mondadori
Genere: Romance contemporaneo
Pagine: 296
Prezzo: € 18,00
ebook: € 8,99







Abbiamo letto con piacere anche i tuoi libri precedenti . Questo, pur essendo come sempre spigliato e tenero,  l’  abbiamo trovato più malinconico e più “ cattivello” degli altri : conflitti piuttosto pesanti, spesso insanabili, posizioni di chiusura ( emblematica la figura della madre di Stefano) , situazioni di difficoltà che oggettivamente  nella vita reale possono compromettere i rapporti interpersonali . Perché hai scelto che il microcosmo Verate si sdoganasse dal ruolo di “ isola felice” e  diventasse lo specchio di qualcosa di più umano ma anche di più  “ ombroso” ?

In realtà qualche figura che possiamo definire ‘negativa’ (i cattivi insomma) c’era già nel mio primo romanzo (uno su tutti Carlo Maria Infanti,  l’infame) qui, anche per ragioni di economia del racconto, sono delle  figure più centrali ad essere non  proprio di specchiata moralità.  Certo questo getta su Verate un ombra che secondo me però dona più veridicità a questo luogo del cuore facendone risaltare ancora di più gli aspetti positivi. 

Gli uomini che presenti  nei tuoi libri sono figure  affascinanti a modo loro: generose, razionali , un po’ riservate,  difformi dagli inflazionati “belli e dannati”.  Perché la scelta di un personaggio maschile così caratterizzato?

E’ il tipo di uomo che più mi attira, detesto i piacioni ma amo i riservati (ma non i seriosi!) con un tocco di ironia e sempre della tenerezza capaci, in ogni caso, di accendersi di passione e desiderio.

Un aspetto che ci  ha colpite nel libro è la presenza costante  della religione  vista in modo aperto e positivo, ad  accompagnare i momenti felici dell’ esistenza di Alessandra. Qual è il tuo rapporto con la visione della Chiesa che hai comunicato al lettore  nel romanzo?

Quella che racconto è’ il tipo di Chiesa in cui  ho avuto la fortuna di crescere, un ambiente aperto verso le più svariate esperienze anche culturali (i viaggi sopra ad ogni cosa)  e sensibile verso le esigenze di tutti.  
Un luogo di impegno al contempo allegro e positivo che è riuscito a trasmettermi (spero) valori solidi.

Parlaci un po’ di Alessandra: vorremmo capire qualcosa della genesi di questo personaggio, e quanto di Virginia vi sia in lei. 

Non c’è in verità una genesi da raccontare, Alessandra è cresciuta da sola e si è emancipata da me finendo poi sulle pagine di un libro (o meglio sul monitor di un computer) senza che io l’avessi ‘studiata’ o ‘voluta’ e sinceramente mi piacerebbe essere come Alessandra forte e volitiva ma credo che sia una proiezione molto (troppo) ambiziosa.

Nei tuoi romanzi ricorrono sempre il potere e gli equilibri interni alla famiglia. C'è un briciolo della tua in quello che scrivi?

Ritengo che la capacità di un gruppo familiare allargato a sorelle e fratelli e alle loro famiglie unito nel mutuo sostegno ma sempre aperto agli altri sia alla base di una vita serena.

Il destino e le sue strane dinamiche permeano questo nuovo romanzo. Credi al destino?

No non al destino ma al casuale fluire della vita quello sì.

Dal self publishing alla Casa Editrice. Una cosa che rifaresti, e una che eviteresti.

Rifarei tutto, giuro.

Il tuo romanzo è un arcobaleno di sentimenti, si va dall’amore, all’amicizia, dall’importanza della famiglia (complicata e non) alla mancanza di essa, passando per la perdita, la delusione, l’abbandono e tornando alla riscoperta di se come nuovi individui, il tutto arricchito da una ricca dose di ironia e romanticismo. Partendo dal presupposto che questi sono gli ingredienti fondamentali per una vita piena ed equilibrata, quali sono secondo te gli ingranaggi più importanti dell’esistenza? E in quale misura questi “ingranaggi” (se così li vogliamo chiamare) influenzano i tuoi romanzi?

Il senso dell’altro cioè  la consapevolezza che non siamo soli e poi il voler bene a sé stessi, sempre.

Una caratteristica  straordinaria di questo romanzo è la fondamentale importanza che dai al primo amore, quello che ti toglie aria e ragione, che ti manda sulle stelle per poi farti stramazzare a terra senza pietà, che ti illude e che ti trasforma in una persona disincantata, ma che continua ad essere il centro di tutto. Dai voce a quello che succede dopo il “se”, dopo il “ma” e soprattutto dopo lo scorrere incessante degli anni che trasforma senza pietà una rosa in un groviglio di rami secchi, per poi vederla sbocciare sotto un nuovo sole. Fino a che punto credi nel primo vero amore?

Credo nell’amore, nel riconoscersi ma non solo nel primo amore. Anzi, contrariamente a ciò che succede a Alessandra e a Stefano spesso il primo amore, se vissuto da molto giovani, è ancora troppo ‘acerbo’ e il crescere, il formarsi della personalità fatalmente porta ad allontanarsi.


Virginia, hai creato un personaggio femminile sensazionale. Alessandra è forte e fragile allo stesso tempo, coraggiosa e arrendevole, cinica e romantica. Ma Stefano è davvero irresistibile, impeccabile fino in fondo. Qual è la fonte magica che ti ispira al punto da creare questa preziosa alchimia?

Vado sui classici, Mr. Darcy, of course, e poi John Thornton protagonista di Nord e Sud, uomini difficili a volte ruvidi che applicano alla vita una forte dose di pragmatismo ma capaci di tutto per la donna di cui si sono (quasi involontariamente) innamorati.  Uomini del fare, insomma.


La vita è un treno in corsa. Arrivi in ritardo e parte ugualmente, salti una fermata e perdi l’occasione di scendere alla stazione, rimani seduto e procedi ad alta velocità fino alla fine. Ragione e istinto si scontrano, una lotta senza esclusione di colpi che si protrae alla velocità della luce fino ad arrivare al giorno in cui l’ago della bilancia da il suo verdetto. Mente o cuore? Istinto o ragione? Chi è che guida il tuo treno Virginia?

Il cuore, sempre.


L' AUTRICE


Virginia Bramati vive e lavora a Milano. E assomiglia molto, per tenacia e simpatia, alla protagonista del suo primo romanzo, Tutta colpa della neve! (e anche un po' di New York). Il libro, nato come successo del passaparola in rete, nella versione cartacea riveduta e ampliata uscita per Mondadori è diventato uno dei bestseller dell'inizio del 2014. Nello stesso anno, sempre per Mondadori, è apparso il racconto di Natale Meno cinque alla felicità!, sempre ambientato nella magica Verate.

I SUOI ROMANZI
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Tutta colpa della neve... (e anche un po' di New York)
Meno cinque alla felicità
E se fosse un segreto?

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