martedì 18 novembre 2014

HUNGER GAMES recensione

Chi non conosce ormai le gesta della coraggiosa e ribelle Katniss Everdeen o non ha mai sentito parlare degli spietati Hunger Games? Per quei pochi che ancora ne sono all'oscuro e non hanno mai avuto il piacere di leggere i libri o di assistere alle proiezioni dei due film finora realizzati, ma anche per tutti i numerosi fan che invece attendono con ansia la data di giovedì - 20 novembre - in cui arriverà sul grande schermo la prima parte di Mockingjay, abbiamo deciso di dedicare ancora uno spazio speciale a questa meravigliosa e potente trilogia. In un modo o nell'altro infatti, bisogna riconoscere che ha fatto da apripista al genere distopico in Italia facendolo diventare un fenomeno se non di massa almeno di moda fra giovani e meno giovani.
Ripercorreremo insieme, quotidianamente, i vari libri della Serie fino ad arrivare a venerdì dove ci occuperemo dell'analisi del film, commentandolo insieme dopo la proiezione che, da noi, avverrà in anteprima mondiale (Già, perchè Mockingjay uscirà negli States un giorno dopo rispetto a noi!!). 



HUNGER GAMES
di Suzanne Collins

editore: Mondadori
genere: distopico YA
pagine: 376
prezzo: 14.90 euro
Rilegato
edizione economica disponibile
eBook: 6.99 euro
( 1° libro Serie "Hunger Games" )

Trama

Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.



Recensione di Foschia75

A young Lara Croft into the Truman show

Devo ammetterlo, questo Young-Adult ha veramente gli AT-TRIBUTI!!!
Il genere (con l'aggiunta dell'ingrediente distopico)  è di quelli che mi fa arricciare il naso, la realtà è che mi ha lasciato senza parole...
Appena iniziato a leggerlo, ha fatto capolino la mia diffidenza, complici i commenti letti qua e là circa la sua durezza, ma una volta dentro l'arena....non c'é stato più un attimo per pensare. E si, perché Suzanne Collins riesce, non so come, a buttarti dentro insieme agli altri tributi e riesci ad uscirne solo ad Hunger Games terminati, con il vincitore.
La cosa che mi ha colpito maggiormente è che mi sono ritrovata nella mischia, senza rendermi conto del momento in cui ero entrata. Non è facile spiegare ciò che attraverso la lettura di questo potente romanzo sono riuscita a "vedere" con gli occhi della fantasia, ma ho visto tutto quello che ha visto Capitol city in questo spettacolo alla "Truman show".
Due sono i fattori che mi hanno folgorato piacevolmente di Hunger games:
1) Le descrizioni, rese così magistralmente (grazie anche a Fabio Paracchini e Simona Brogli che lo hanno tradotto) che riesci a scorgere le venature dell'ultima foglia, senti lo scorrere dell'acqua, il tichettio della pioggia sul bosco, il canto degli uccelli all'alba. Era veramente da tanto che non "entravo fisicamente" in un libro. SE NON E' MAGIA QUESTA...
2) Il messaggio quanto mai forte e attuale che ha colpito le corde del mio sarcasmo e chiudendo il libro, la prima cosa che ho pensato è stata: DOVREI  SPEDIRLO CON PIEGOLIBRI A MARIO MONTI. E con questo penso di aver reso l'idea.

L'unica pecca? 
Il finale. Perchè nonostante il punto di sospensione che mette fine a questa magnifica avventura, sai che non potrai resistere senza aprire la prima pagina del successivo (LA RAGAZZA DI FUOCO).

Potrei scrivere pagine e pagine su personaggi, sentimenti e genetica, ma mi limito solo a consigliarvi calorosamente di leggerlo perché è veramente "uno spettacolo"!!!!



Recensione di Nippi


"Sta tutto nello spettacolo"

E' stato davvero imprevisto e geniale scoprire come una mente abbia saputo rendere un normalissimo reality show in qualcosa di unico e dirompente come Hunger Games.
Sì, perché qui non si parla di belle faccette che fanno a spallate per mettersi in mostra, o per tramare situazioni che possono incuriosire il pubblico da casa, solo per arrivare alla finale dove l'unico premio in palio è un bel gruzzoletto di soldi..
No, qua c'è molto di più… è vero, alla fine chi vince diventa ricco e, nel caso di Katniss, questo significa non dover più patire la fame, ma è l'ultimo pensiero di chi è chiamato a partecipare, obbligatoriamente, agli Hunger Games, dove si vince o si muore.
Ma nei Distretti, questo crudele "grande fratello della fame" viene giocato giornalmente; gli abitanti sono controllati, sono imprigionati dentro di esso, e sono tristemente sottomessi ad una realtà che non dà scampo.. fare il proprio dovere a testa bassa e cercare di non morire di fame almeno finchè non sorgerà di nuovo il sole, e con esso una nuova giornata di  duro lavoro per sfamare i prorpi cari. 
Il reality è solo la riprova, conferma e il mezzo con il quale il presidente Snow muove a suo piacimento le marionette a sua disposizione, che lui è il loro burattinaio e che, qualora ce ne fosse bisogno, giocando con i fili, ribadisce il concetto di sottomissione nella quale si trovano tutti i distretti.
 E' quasi scioccante quanto simile sia la storia raccontata da queste pagine a ciò che spesso vediamo sui nostri schermi, e al tempo stesso ritrovare quello che tristemente abbiamo letto sui libri di storia.. è come se passato, presente e futuro si fossero fusi insieme dando origine a questo romanzo distopico che tanto ho amato e, davvero tantissimo, mi ha fatto piangere. Questa storia ci racconta anche di un futuro dove la civiltà democratica è stata annientata per dar posto ad un'altra dittatoriale, in un'epoca futura dove solo gli abitanti dei Distretti hanno mantenuto una parvenza di umanità.
Eppure, nonostante tutto, non riesco a  dare una collocazione epocale a questo romanzo; si sa che l'intento dell'autrice è comunque di un futuro, anche se non precisato, invece ho avuto la sensazione che tutto si svolgesse in paradossali anni cinquanta/sessanta, con alcuni riferimenti e particolari dei nostri giorni, ma niente di futuristico.
 Gli Hunger Games si svolgono completamente in un'arena artefatta dove i concorrenti si sfidano, e chi vince è chi sopravvive, con un pubblico che esulta affamato di sangue e di crudeltà. 
Addirittura si scommette sul vincitore, e più il concorrente è quotato più si fanno strada gli sponsor, che sono disposti ad investire fior di quattrini per "aiutarlo e sostenerlo" durante il gioco.
Ritroviamo una civiltà dove l'apparire, il successo, i soldi e l'essere sempre un gradino sopra agli altri, magari a scapito di qualcun altro, è la cosa più esaltante che ci possa essere, e questo si discosta davvero poco da quello che talvolta vediamo sui nostri schermi.
Nulla è più importante del fare audience, anche l'essere umano non ha più valore, e nella grande città, Capitol City, la cosa importante è offrire un ottimo spettacolo, a scapito anche della vita umana..
Ed è proprio lo spettacolo e l'irrilevanza con cui viene trattata la vita, l'atto più efferato che vi ho trovato.
Per quanto abbia provato sentimenti di odio o affetto per tutti i partecipanti, li ho comunque accomunati in un grande abbraccio di pietà e di solidarietà, perché mi è risultato impossibile biasimarli per le loro crudeltà, che li avrebbero portati alla salvezza.
E se all'inizio dell'avventura, tutta la preparazione rende in una quasi ilare trepidazione l'attesa che i giochi inizino, quando l'Arena spalanca le porte ai ventiquattro sfortunati partecipanti, l'atmosfera si trasforma in ansia, adrenalina e paura. 
Non ho trovato difetti a questo libro se non nel finale, dove alcuni avvenimenti mi hanno temporaneamente smontato ciò che la Collins ha creato, ma la mia mente ormai troppo coinvolta, ha cancellato subito il fattaccio..
Suzanne Collins é stata brava ad imbastire una trama che, se in alcuni momenti l'ho trovata abbastanza prevedibile, in altri mi ha folgorato.
Difficilmente ho trovato una narrazione così fluida e coinvolgente, non perde un colpo e non ci sono inceppamenti; riesce abilmente a dare una stilettata al cuore ogni qualvolta la trama lo richiede, come se sapesse che anche chi legge è un po' cittadino e spettatore, ma non in versione sadica, che agogna sempre più emozioni e azione.
Belli e intensi nel loro ruolo ogni personaggio, ma se dovessi stilare una classifica sarebbe in questo ordine:
Katniss: non sempre mi è piaciuta, a volte addirittura mi ha indispettita, ma se fossi stata in lei, una volta preso possesso dell'arco, nascosta sopra un albero, avrei ucciso uno per uno ogni concorrente, togliendomi il pensiero una volta per tutte.. invece lei mi ha sorpreso facendosi coraggio e andando incontro al suo destino, cercando di doverne uccidere, nel suo cammino, meno possibili. L'amore e la devozione per la famiglia la rendono un'infallibile cacciatrice e guerriera e, sicuramente, in tutto e per tutto la principale protagonista.
Haymitch: Nonostante i fumi dell'alcool, si è dimostrato un'eccezionale mentore; sveglio, perspicace e ottimo stratega, ha saputo riportare a casa i suoi ragazzi, e sono sicura che nei prossimi libri, porterà anche noi tutti sempre più lontano da Capitol City.. forse ci svelerà anche i suoi tormenti che hanno distrutto la sua vita e il suo fegato.
Peeta e Gale: chissà quali pene d'amore patiremo insieme a loro! Sicuramente li troveremo sempre al fianco di Katniss, proteggendola e sostenendola nelle sue battaglie.
Cinna: vorrei avere anch'io uno stilista come lui, bravo nei costumi quanto coi sentimenti..
Rue: indimenticabile…
..E poi tanti altri personaggi che non è possibile nominare uno a uno, altrimenti divento davvero noiosa , ma che sono accomunati da una grande cura con la quale Suzanne Collins li ha descritti e fatti vivere attraverso le pagine.
Bellissime, minuziose e particolarmente dettagliate tutte le descrizione, tanto che sembra più di guardare un film che leggere un libro.
Ritengo che sia un libro per un target d'età molto più ampio per il quale viene proposto, perché credo che abbia spunti a sufficienza per far riflettere e apprendere qualcosa sia ai giovani, sia ai più grandi.

Un vero peccato non leggerlo..


Recensione di Sangueblu


Credo che l'aspetto predominante di questo romanzo - e probabilmente anche quello più efficace ed apprezzabile - è la potenza delle sensazioni emotive che riesce a scatenare. Tutto quello che il lettore vive, attraverso gli occhi della protagonista (Katniss), è di un'intensità devastante. Qualunque momento, qualsiasi avvenimento si vive in modo viscerale.
L'empatia con i personaggi ma anche con la situazione sociale che sono costretti a vivere; a subire. La rabbia e il disprezzo per un qualcosa così crudele e così superficiale ma che paradossalmente disegna scenari non così lontani dal modo di vivere e di pensare della società moderna.
Quella di Suzanne Collins è una metafora elaborata e ben congegnata di quelle che sono abitudini e attitudini della società del nostro tempo. Certamente esasperata e brutalmente rappresentata ma parimenti efficace e impattante sul lettore che difficilmente può rimanerne indifferente.
Anche se, come è stato più volte sottolineato, l'idea di Hunger Games non è propriamente originale avendo molto in comune con la famosa Battle Royale di Koushun Takami (almeno nell'asse portante della trama) o con "La lunga marcia e L'uomo in fuga di Backman per quanto riguarda il "reality mortale", l'elaborazione che fa la Collins secondo me è geniale perchè ha il merito di porre in luce degli aspetti assolutamente "nuovi" e più congeniali ai nostri tempi e alle esigenze del giovane pubblico a cui (principalmente) è rivolta. Qui l'attenzione è focalizzata sullo "sfruttamento" delle emozioni umane date in pasto al grande pubblico dalla televisione (di oggi). La strumentalizzazione della sofferenza, della paura, della violenza ma anche dell'amore per puro e semplice intrattenimento.
C'è una fondamentale differenza che merita di essere sottolineata: in Hungher Games non è tanto la violenza in sè a scioccare il lettore bensì la società di Panem; la sua reazione al programma. Tutti accettano, i Tributi in primis, passivamente e con rassegnazione il loro destino come un dato di fatto, assodato dai costumi dei vari distretti. Si dà ormai per scontato che esista una manifestazione mediatica di questo tipo. Gli Hunger Games sono presentati come un gioco, una festa spettacolare. Gli autori e i produttori si divertono a creare love story e rivalità tra i partecipanti, stimolano i ragazzi all’azione durante i periodi di eventuale inattività, e tramite gli sponsor il pubblico può acquistare oggetti d’aiuto per il Tributo che favoriscono e che li impressiona maggiormente. 
Nell'orrore e nella quasi certezza di morire - perchè alla fine solo uno sopravviverà - sconvolge che qualcuno possa pensare agli Hunger Games come una possibilità per migliorare le proprie condizioni vita per via del degrado e della povertà che sperimenta quotidianamente. 

C'è commozione. C'è tensione. C'è pathos.
C'è spettacolarità.

E' impossibile non venire risucchiati nel vortice della narrazione e staccarsi dalle pagine. 
Tutto succede velocemente ma ogni scena ha il potere di rimanere impresa a fuoco nella mente e nell'immaginario del lettore. Difficile scordare momenti come quello della sfilata dei carri, della mela colpita dalla freccia di Katniss all'addestramento, del saluto con Primm e ovviamente l'amicizia con Rue. I brividi più grandi me li hanno date, comunque, le tante mani alzate nel saluto di ringraziamento alla maniera dei minatori, del dodicesimo distretto... 
Un libro stupendo. Intenso. Forte.
Un pugno nello stomaco per la crudezza di tante, troppe cose ma anche un tripudio di bellezza, per certi versi. Ovviamente non potrà mancare quello che sembra essere il must della letteratura Young Adult, ossia il "triangolo" amoroso. Ma non disturba; anzi, appassiona.

Tutti i personaggi sono così ben caratterizzati da poterne non solo percepirne tutte le sfumature caratteriali ed emotive ma spesso si ha l'impressione di toccarli e la cosa sicuramente contribuisce alla buona riuscita del romanzo.

Tanto ci sarebbe da dire e da scrivere. Ma certe emozioni vanno vissute. Assaporate.
Non si può leggere Hunger games e non esserne colpiti e non rimanerne entusiasti.

Perciò, se ancora non avete letto questo piccolo capolavoro di genere non indugiate oltre! Anche se avete visto solo il film, per quanto ben fatto, troverete tanti spunti in più e la lettura vi regalerà emozioni amplificate.

Vi lasciamo anche i link
ai precedenti speciali dedicati alla saga
che ne analizzano i vari aspetti.
Se siete curiosi di approfondire
le vostre conoscenze sul
mondo disptopico creato da
Suzanne Collins
potete cliccare sui post sottostanti



A domani con 
La Ragazza di Fuoco

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