sabato 23 giugno 2012

PESCA AL SALMONE NELLO YEMEN di Paul Torday


Avete visto il film "Il Pescatore di Sogni" del bravo e pluripremiato regista Lasse Hallstrom ( ChocolatHackickoLe Regole della Casa del Sidro )?
Ebbene, questo è il libro da cui è stato tratto.
O meglio, a cui si è "liberamente" ispirato, perchè sono due cose molto diverse... Sebbene abbiano in comune lo stesso punto di partenza hanno due finali diversi ( per non dire opposti ) e sebbene analizzino gli stessi - importanti - temi quello che viene messo in evidenza meglio in uno non traspare altrettanto evidentemente nell'altro e viceversa.
Ad ogni modo, entrambi , sono una straordinaria esperienza, e un vero INTRATTENIMENTO DI QUALITA'.




editore: Elliot
pagine: 256
prezzo: 16.50 euro
Brossura
traduzione di ANNAMARIA RAFFO

Recensione

Vi aspettate un libro romantico?
No. Pesca al salmone nello Yemen è un ATTO DI FEDE.
una risposta alla domanda "Possiamo realizzare ciò che sembra impossibile"?
Una storia di SPERANZA, di CAMBIAMENTO. 
Un viaggio per ritrovare o riscoprire sè stessi.
Una sorta di "illuminazione sulla via di Damasco"; innanzi tutto per il protagonista, ma in un certo senso anche per il lettore che dalla lettura di questo libro può trarre molti "insegnamenti" e non potrà fare a meno di riflettere su molteplici argomenti importanti - sia a livello universale che personale.
Anche se lo scrittore Paul Torday col suo tipico humor inglese riesce a divertire strappando qualche risata,  nel suo romanzo parla di temi molto seri; il romanticismo, ad esempio, preponderante nel film, nel libro viene quasi appena sfiorato... e semmai diventa motivo di riflessione e di analisi nella sua "sfera meno piacevole"... ovvero nella sua "assenza".
Assenza da un matrimonio freddo e senza amore.
Assenza "imposta", in una coppia forzatamente separata dalla guerra e dalla morte.
Assenza in una storia d'amore "mai nata" assenza in un amore non corrisposto.
Un assenza che però al tempo stesso diventa la "potenza" del libro proprio per la sua intensità.
Perchè, in un certo senso, Pesca al Salmone nello Yemen è un libro pieno di "'amore".

Amore per le idee, per il cambiamento.
Amore per i propri sogni... specialmente quando i sogni hanno l'intento di "modificare il pensiero del mondo" e renderci tutti più uniti, più simili, più fratelli....
Amore come FIDUCIA.
Fiducia e amore incondizionato per un Dio che a sua volta ci ama incondizionatamente e che opera nella vita delle persone - di qualunque razza o credo - con disegni inspiegabili e che, se abbiamo il coraggio di affidarci a Lui, ci permette di realizzare grandi cose...
Anche quando gli esiti non sono proprio quelli che ci aspettavamo.

E poi c'è l'amore per se stessi - l' EGOISMO - che poi è la forma d'amore più diffusa dei nostri tempi.
L'amore per il futile...
L'amore per la politica... gli intrallazzi, le scappatoie. L'amore per il potere.

In realtà quindi, il libro Pesca al Salmone nello Yemen è un libro "politico".
La storia si struttura su un sottofondo socio-politico molto marcato.
Entra ad esempio in gioco il governo inglese, che decide di partecipare attivamente al progetto per deviare l'attenzione dalla guerra in Afganistan e coprire un increscioso fatto accaduto inaspettatamente ed "involontariamente" in Iran. C'è il terrorismo islamico e le sue congiure ( che prenderanno di mira proprio lo sceicco fautore della grande impresa di portare i salmoni nello Yemen, malvisto per la sua filantropia e le sue simpatie per l'occidente ). 

La forma stessa in cui è scritto il romanzo è molto particolare e sui generis.
Non è un vero e proprio racconto.
Ma una raccolta di testimonianze.
Abbiamo pagine di diario.
Lettere.
Verbali di testimonianze in tribunale.
Estratti di libri autobiografici.
Interviste.
La cosa anche se inizialmente - in un certo senso - non mi ha facilitato la lettura, l'ho trovata molto interessante, perchè rende il tutto più realistico e credibile. 
Mi sono commossa in alcune occasioni, ma soprattutto mi ha particolarmente toccata una lettera che Harriet, la protagonista femminile del romanzo che si occupa da vicino del progetto in qualità di "assistente dello sceicco, scrive al suo fidanzato Robert, "disperso" in Afganistan.
Ho adorato la "contagiosa pazzia" dello sceicco, la sua visione, il senso di pace che sa infondere con i suoi discorsi e le sue idee. L'ispirazione che riesce a dare a tutti quelli che lo circondano.
Ciò che lo sceicco vuole realmente dimostrare è dimostrare che le cose si possono cambiare, che non esistono imprese assolutamente impossibili.
Una fede quindi non solo "religiosa", ma anche e soprattutto laica.
Siamo noi, ciascuno di noi, che dobbiamo guardarci dentro e cercare in noi stessi... farci una domanda e trovare la risposta. E quella risposta deve essere e sarà necessariamente la Fede.

Più di tutto, questo è quello che mi rimarrà della lettura di questo libro:
"SENZA FEDE NON VI E' NE' SPERANZA NE' AMORE.
LA FEDE VIENE PRIMA DELLA SPERANZA E PRIMA DELL'AMORE."

Vi consiglio questo libro, perchè anche se può essere considerato un libro "di nicchia" può rivelarsi una straordinaria, intensa e piacevole lettura.


Ma preparatevi ad un finale amaro.
Diametralmente opposto a quello, edulcorato, del film.




Ringrazio infinitamente Chiara e la Elliot Edizioni per avermi permesso di leggere questo prezioso libro!


Trama

Alfred Jones, un oscuro e timido ittiologo londinese che lavora per l’ente statale di tutela della pesca, viene incaricato da un ricchissimo sceicco yemenita di collaborare al progetto di introdurre il salmone tra le aride montagne dello Yemen. Alfred, consapevole dell’ assurdità del progetto in questione, all’inizio rifiuta, ma poi viene esortato ad accettare l’incarico – pena il rischio di licenziamento – dai suoi superiori, e quindi addirittura dal portavoce del primo ministro inglese, convinto in questo modo di poter sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle tensioni della guerra in Iraq. Così Fred viene trascinato controvoglia in quest’impresa bizzarra e apparentemente impossibile insieme al carismatico e visionario sceicco e alla sua giovane assistente Harriet. È solo l’inizio di una serie di avventure e disavventure esilaranti e tragicomiche che lo vedranno protagonista tra politici spregiudicati, terroristi islamici, nazionalisti scozzesi, pescatori lobbisti e dubbi sentimentali: Alfred, infatti, partirà per lo Yemen lasciandosi alle spalle un noioso matrimonio senza amore e molte delle certezze che lo hanno guidato fino a quel momento della sua vita.

«Una brillante satira, affascinante ed estremamente divertente»
THE OBSERVER

«Bellissimo»
THE NEW YORK TIMES

«È straordinaria la capacità dell’autore di affrontare argomenti così seri facendoti ridere…
Un trionfo»
THE GUARDIAN

«Paul Torday è il miglior narratore inglese di oggi»
TIZIANO GIANOTTI – D DI REPUBBLICA





2 commenti:

foschia75 ha detto...

Questa volta mi hai lasciato senza parole....magistrale!!!

Chiara - Elliot Edizioni ha detto...

Sara, grazie a te per la bellissima recensione e complimenti per il blog.