mercoledì 15 dicembre 2010

Recensione de IL VENTO E LE ROSE di Leila Meacham



Leila Meacham è una simpatica signora che ha superato i settant'anni; vive a San Antonio, in Texas. Ha scritto Il vento e le rose mentre ancora faceva l'insegnante e, solo dopo essere andata in pensione, è riuscita a metterci le mani e a concluderlo. Quando il libro, appena uscito, si è piazzato nelle prime posizioni delle classifiche, il suo commento è stato: "Mi sembra di aver vinto il mio primo rodeo".







Quando Mary Toliver, ricca proprietaria terriera, decide di cambiare il testamento e di escludere la giovane pronipote dalla successione alla grande proprietà su cui i Toliver hanno fondato la loro fortuna, sono in molti a stupirsi. Eppure non si tratta del capriccio di una vecchia signora. Mary vuole proteggere la pronipote da quella che ritiene una sorta di maledizione legata a Somerset, il loro feudo, che, se da una parte ha reso i Toliver ricchi, dall’altra parte li ha privati della felicità.

Mary lo sa, l’ha vissuto sulla sua pelle, e il segreto che nasconde ha radici profonde nel passato.
Aveva solo sedici anni quando il padre, morendo, l’aveva nominata unica proprietaria di Somerset e lei, nonostante fosse così giovane, aveva dedicato a quella terra tutte le sue energie. Ma la decisione aveva distrutto la famiglia, sua madre e suo fratello non le avevano mai perdonato di essere la prescelta ed entrambi erano scivolati lungo una china di autodistruzione.
Poi c’era stato l’amore. Un amore appassionato e ricambiato per il giovane Percy Warwick, la cui famiglia era da sempre amica dei Toliver, interrotto solo dall’esplodere della prima guerra mondiale. Ma quando Percy era tornato e le aveva chiesto di sposarlo, purché rinunciasse a Somerset, lei non se l’era sentita di tradire la promessa fatta al padre e così la sua vita aveva preso una piega diversa. Ma ora, passati gli anni, una decisione imprevedibile imprime una svolta fatale nella vita di chi le sta attorno. Una storia di conflitti e di passioni, che ci travolge e non si fa dimenticare.


http://api.edizpiemme.it/storage/village/2010/08/02/566-0495.pdf


Commento

Una maledizione, una storia d'amore lunga una vita e forse più. Il romanzo è veramente ben scritto e nonostante la lunghezza, non è mai noioso e scontato. Durante l'intera lettura, si avverte la sensazione di impossibilità di avere ciò che l'amore reclama. I due giovani si amano e si respingono per via delle convenzioni dell'epoca in cui è ambientato il romanzo e vivranno un'intensa segreta storia d'amore destinata ad ardere a distanza per il resto delle loro esistenze. Con il loro orgoglio segneranno indelebilmente tre generazioni, e la maledizione dei Toliver farà il suo corso fino a quando, in un gesto di estremo amore-egoismo, Mary non metterà fine a tutto ciò permettendo alla nipote di vivere la propria vita lontano dalla piantagione di cotone che ha reso infelici le persone che lei ha amato di più. A fare da cornice a questo bel romanzo, è la storia. I personaggi sopravvivono alle due grandi guerre, ed è molto bello immaginare, attraverso le descrizioni dell'autrice, le mode e le etichette del tempo. Le convenzioni che non permettevano certi atteggiamenti e comportamenti poco consoni. Si doveva amare in silenzio se la società non consentiva certe libertà. Credo non sia facile scrivere una trama così ben ricamata sul tessuto storico, come ha fatto la Meacham, senza rischiarte di diventare noiosa. Lei c'è riuscita. Consigliato a chi ha un debole per romanzi quali Via col vento.

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