lunedì 25 gennaio 2016

IL DIO DELLA COLPA Michael Connelly Recensione

Il dio della colpa è stata un’inaspettata ed entusiasmante nuova lettura che ha messo in moto tutte le sinapsi del mio cervello.
Continuo ad essere sempre più convinta che libri di questo tipo siano assolutamente indispensabili per  disintossicare la mente, uno scaccia pensieri efficace in grado di liberare il cervello dalle cosiddette nubi di passaggio. Non fraintendetemi, ormai sapete che la mia più grande passione sono le storie romantiche e drammatiche allo stesso tempo, ma sostengo che a volte leggere un romanzo capace di far ragionare il lettore sulle dinamiche degli eventi narrati, avvalendosi dell’aiuto di millimetrici dettagli “cinematografici”, sia quanto di più salutare si possa desiderare, perché riesce a tirarci fuori della spirale avvolgente del romance classico. Se a questo ci aggiungiamo un avvocato come Mickey Haller, allora il risultato è garantito!

PIEMME
IL DIO DELLA COLPA
 Michael Connelly

Traduzione a cura di Mariagiulia Castagnone
Casa editrice: Piemme
Collana: Narrativa
Genere: Thriller giudiziario
Pagine: 420
Prezzo: 19.90€
Ebook: 9.99€



Trama


Mickey Haller è un uomo complicato, con una vita complicata. Deve fare i conti con un passato di eccessi, con una figlia che non vuole più saperne di lui e, più prosaicamente, con le necessità quotidiane, tra cui quella di guadagnare quel tanto che basta a mandare avanti il suo studio.
È per questo che, quando riceve un messaggio sul cellulare mentre è in un’aula di tribunale, impegnato a difendere il suo cliente dall’accusa di aggressione, la sua attenzione viene immediatamente catturata. A mandarglielo è Lorna, la sua segretaria, e il testo è questo: «Chiamami subito. Si tratta di un 187». Il numero, che in California corrisponde al codice dell’omicidio, cattura immediatamente la sua attenzione. Occuparsi della difesa in un caso di omicidio significa guadagnare un bel mucchio di soldi e l’eventualità non lo lascia certo indifferente.
Quando poi scopre che la vittima, una prostituta che pensava di aver rimesso sulla retta via, era già stata sua cliente, non ha più dubbi sull’opportunità di accettare l’incarico. A muoverlo però non è solo il bisogno di guadagnare, ma i fantasmi di un passato che gli si rivela diverso da come l’aveva vissuto e una sete di giustizia che nasconde un forte desiderio di redenzione personale.
Ed è proprio il personaggio di Haller, l’avvocato fuori dagli schemi che prepara i processi dal sedile posteriore della sua Lincoln, un uomo pieno di difetti, ma forse proprio per questo decisamente autentico, a rendere così speciali i romanzi di cui è protagonista.
Ancora una volta Michael Connelly riesce a creare un universo che supera i confini della narrativa di genere per avvicinarsi alla vera letteratura.

Opinione di Sybil


Negli anni ho visto in tv tantissimi thriller a sfondo giuridico, ne sono stata sempre affascinata. Arringhe, accusa, difesa, avvocati in giacca e cravatta, indagini, congetture, tradimenti volti a confonderci nel delicato viaggio verso la verità.
Per quanto riguarda i romanzi appartenenti allo stesso genere invece ho sempre avuto il dubbio di non essere il tipo di lettrice in grado di apprezzarli. Troppi nomi, troppe dinamiche da descrivere e altrettanti pensieri a cui dar voce. Per fortuna però, come spesso accade, mi son dovuta ricredere perché dopo il primo capitolo de Il dio della colpa di Michael Connelly non sono più riuscita a staccarmi dalle pagine. Sarò sincera, all’inizio ho impiegato del tempo per adattare la mia mente allo scorrere incessante delle immagini descritte dall’autore. In romanzi come questo ci sono delle dinamiche da assimilare e non sempre questo processo avviene in maniera immediata dato che non tutti siamo abituati a ragionare come un avvocato o più semplicemente non conosciamo i cavilli della giurisprudenza (senza considerare le nozioni apprese da Law&Order!). Nonostante ciò il collegamento mentale con la storia è immediato, istintivo. Un attimo e ci si ritrova catapultati in un mondo parallelo, fatto di intrighi, tradimenti, Lincoln nere parcheggiate davanti ad un tribunale e uomini in giacca e cravatta senza scrupoli, pronti a difendere  i propri clienti a suon di accuse e interrogatori, mettendo in piedi arringhe capaci di convincere anche noi lettori legalmente poco coinvolti. Michael Connelly in questo è un maestro. Quattrocentoventi pagine capaci di confonderci senza perdere minimamente il filo della storia, tutti i dettagli sono perfettamente collocati nei punti giusti, posizionati in modo da essere scoperti dal lettore sotto la sapiente guida di un autore che non lascia nulla al caso. Tutto è come una pennellata di colore intensa ma dai confini sfocati, che ci conduce all’epilogo del romanzo con una precisione chirurgica e infallibile.
Il dio della colpa è il quinto romanzo di Connelly che vede Mickey Haller come protagonista e si può benissimo leggere senza conoscere i quattro libri precedenti. Con questo romanzo ho conosciuto per la prima volta il famoso avvocato di difesa Haller e nonostante non abbia letto i capitoli precedenti della sua storia, sono riuscita comunque ad entrare nel vivo della vicenda e a visualizzare la personalità complessa e determinata del protagonista. Chiaramente, arrivata a questo punto, sono fermamente intenzionata ad approfondirne la conoscenza recuperando i libri precedenti! Questo per dire che chiunque può leggere Il dio della colpa, anche chi come me non si è mai avvicinato alla serie fino ad oggi.
Veniamo ora alla storia.
Mickey Haller è un affermato avvocato della California che si è trovato spesso a difendere uomini colpevoli di aver commesso reati discutibili. Questo per lui è un biglietto da visita non indifferente ma anche un viaggio di sola andata verso l’inferno in quanto lo porta sotto una cattiva attenzione mediatica e ad un burrascoso rapporto con la figlia adolescente che lo accusa di essere il difensore dei delinquenti. Haller alle spalle ha due matrimoni, entrambi arrivati al divorzio e il legame con la figlia è l’unico anello capace di tenere in piedi l’effimero castello di carte che è la sua vita. Perdere lei significa perdere tutto. Nel frattempo però c’è il lavoro che lo tiene impegnato e più precisamente la difesa di un cliente accusato di aver ucciso una prostituta nel suo appartamento e di aver dato poi fuoco a tutto per confondere le tracce. I casi d’omicidio sono complicati, portano molti soldi ma numerosi effetti collaterali. Haller non sa se accettare o no finchè un dettaglio lo porta a prendere una decisione: la prostituta morta è una sua vecchia conoscenza, una ragazza che aveva cercato di aiutare dopo un processo lasciandole aperta la strada per scappare da quel mondo sordido e complicato e poter così iniziare una nuova vita. Com’è possibile che sia ritornata e far parte di quel giro? E perché gli ha mentito? 
Colto da un insondabile senso di malessere e delusione, decide di accettare il caso per poter far chiarezza sugli ultimi giorni di vita della ragazza e capire cosa c’era dietro le sue azioni. Inutile dire che le intuizioni iniziali saranno solo la punta dell’iceberg e che niente sarà come sembra, un gioco d’ombre maligne e corrotte che getteranno un mantello di fumo sul cuore dell’avvocato ma non sulla sua mente sempre attiva e pronta a cercare una via d’uscita, un salvagente, nel modo più dinamico e infallibile possibile.

Sono rimasta affascinata dal fluire della narrazione e dalla complessa personalità di Mickey Haller. Lui sa essere affascinate, coraggioso, sentimentale. La sua lingua è appuntita come uno spillo e la sua mente affilata come la lama di un tagliente coltello. Niente sfugge alla sua attenzione, è come un predatore in attesa della sua preda. Sa essere sexy nel suo completo elegante, ma anche fragile nell’intimità della sua vita lontana dalle aule di tribunale.  Dal momento in cui inizia a montare la difesa del suo cliente si innesca un meccanismo irresistibile al quale il lettore non si può sottrarre. In poche parole, immaginate di entrare in un tunnel a senso unico nel quale si può solo andare avanti per poter ritornare alla luce. È così che vi sentirete leggendo Il dio della colpa e sono sicura che farete in modo di avere anche i libri precedenti, sempre che non lo abbiate già fatto!

Un romanzo veramente brillante, che saprà tenervi compagnia per ore, rendendovi complici di un meccanismo irresistibile e magnetico capace di assorbire tutta la vostra attenzione. Chi ama questo genere, conosce di certo l’autore e andrà a colpo sicuro, chi invece come me si avvicinerà per la prima volta al fascinoso avvocato Haller avrà modo di appassionarsi alle sue indagini anticonvenzionali.    









L'autore



MICHAEL CONNELLY è una delle più grandi star del thriller americano eraggiunge sempre il primo posto nelle classifiche con ogni suo nuovo romanzo. L’Italia lo ha accolto con grande entusiasmo fin dal primo romanzo pubblicato, Debito di sangue, da cui è stato tratto un film diretto e interpretato da Clint Eastwood. In seguito ha fatto la sua comparsa il detective Harry Bosch, indimenticabile protagonista di moltissimi suoi thriller, tra cui Il ragno, vincitore nel 2000 del Premio Bancarella. Con Il poeta, uno dei suoi libri più amati, crea il personaggio di Jack McEvoy, il reporter di nera che ritroviamo ne L’uomo di paglia. In anni più recenti Connelly ha ideato un nuovo, riuscitissimo protagonista, l’avvocato Mickey Haller, che svolge la sua attività nel sedile posteriore di una Lincoln, oltre che in tribunale, e che, nella riduzione cinematografica di The Lincoln Lawyer, ha il volto noto di Matthew McConaughey. Tra le presenze eccellenti di due edizioni del Festivaletteratura di Mantova, è stato anche ospite d’onore al Noir in Festival di Courmayeur, dove ha ricevuto il Raymond Chandler Award. Nel 2012 è tornato in Italia per partecipare al Festival internazionale delle Letterature, a Roma.
Il dio della colpa è il quinto thriller di cui è protagonista Mickey Haller.




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