sabato 26 settembre 2015

SO CHE SEI QUI Clélie Avit Recensione

In questo settembre che profuma ancora d’estate, Mondadori ci propone un romanzo in grado di farci riflettere sul significato più profondo della vita e su cosa si è disposti a fare per le persone che amiamo. Ci parla di una scelta, forse la più difficile in assoluto da prendere, e di tutte le conseguenze che immancabilmente genera. Ci parla di una donna, della sua passione e del suo corpo che, per un errore del destino, si ritrova a non poter più rispondere ai comandi del cervello, rendendola prigioniera della sua stessa esistenza.
Poi, un giorno, per caso, arriva l’amore.
E tutto cambia.



MONDADORI
SO CHE SEI QUI 
Clélie Avit



Traduzione a cura di Francesca Mazzurana
Casa editrice: Mondadori
Colana: Omnibus
Genere: Romanzo contemporaneo
Pagine: 207
Prezzo: 18.00€
Ebook: 9.99€



Trama


Elsa ha trent'anni, adora la montagna e le gite in alta quota. Ma è a causa di questa passione che ora si trova in un letto d'ospedale, dopo una brutta caduta da una parete ghiacciata. E in coma da venti settimane. Sente tutto, ma nessuna delle persone accanto a lei se ne accorge. Un giorno, per errore, entra nella sua stanza un ragazzo sconosciuto. Thibault non sa nulla della storia di Elsa, ma inizia a parlarle, conosce i suoi amici, qualcosa nella ragazza addormentata che profuma di gelsomino e gli sembra così dolce lo tiene legato magneticamente alla sua stanza. Giorno dopo giorno torna a farle visita. Ed Elsa? Sente tutto, ma non può rispondere. Non può chiedere a quel ragazzo gentile di prometterle che tornerà anche il giorno dopo, non può dirgli che sa riconoscere il suono della sua risata in corridoio e che ora quasi sente il calore del suo bacio sulla guancia. Thibault non sa che Elsa non si risveglierà più, perché a breve la staccheranno dalle macchine che la tengono in vita. L'hanno deciso i medici, la famiglia ha acconsentito. Tutti credono che sia impossibile che Elsa si risvegli, eppure ogni volta che Thibault entra nella stanza il suo cuore...



Opinione di Sybil

Clélie Avit ha già dimostrato con questo suo romanzo d’esordio di avere lo stile adatto per poter scrivere una storia intensa e drammatica senza appesantirne i contorni, anzi lasciando emergere a tratti una sorta di leggerezza che crea un contrasto con la complessità della vicenda narrata. Correggetemi se sbaglio, ma secondo me esistono libri che raccontano storie talmente devastanti che, con lo stile e l’aspetto interpretativo dell’autore, possono diventare dei veri colpi bassi per il lettore. Stiamo parlando di romanzi che ci fanno letteralmente a pezzi e nei quali l’autore fa leva proprio su molti dei punti dolenti di ogni individuo, mettendo in moto una serie di colpi e contraccolpi che rendono l’esperienza estremamente emozionante ma anche distruttiva. Chi ormai mi conosce sa che amo farmi male con questo genere di romanzi, ma devo ammettere che adoro in egual misura anche i libri che, pur trattando temi commoventi, riescono comunque a trasmettermi positività e lucentezza.
So che sei qui è uno di questi. Come avrete capito dalla sinossi, non si tratta assolutamente di una commedia, ne di un qualsiasi altro genere più leggero e spensierato. Si parla di vita, di morte e di scelte complicate come quella di staccare la spina ad una figlia in coma irreversibile da più di cinque mesi, ma nonostante ciò l’autrice riesce a ricamare in fondo ad ogni pagina la parola più luminosa per eccellenza: speranza. E questo è un aspetto che ho apprezzato enormemente, perché con una trama del genere avrebbe potuto far leva su molti dei nostri punti deboli, facendoci soffrire e piangere, invece ha scelto una strada diversa, dando valore ad altri aspetti della condizione dei protagonisti, primo tra tutti l’irrazionalità e il potere salvifico dell’amore.
La protagonista del romanzo si chiama Elsa. Ha trent’anni ed è un’amante dell’alpinismo. Insieme a Steve, il suo compagno di cordata, ha scalato cime, attraversato ghiacciai, affrontato valanghe e crepacci. Nel suo sangue scorre l’amore per uno sport criticato dalla sua famiglia e soprattutto da suo padre. Ma niente è in grado di equiparare la brillantezza e la lucentezza del ghiaccio, dell’aria gelida dell’alta quota. Niente e nessuno riusciranno mai a renderla viva come il rumore della roccia sotto i suoi scarponi. Elsa ama la neve, ma purtroppo per lei non può più vederla. Adesso si trova in un letto d’ospedale, attaccata a mille macchine con tanti tubicini che le entrano ed escono dal corpo. Elsa è in coma da ormai cinque lunghi mesi e secondo i medici non si sveglierà mai più. Quello che però loro  non sanno è che Elsa può sentire. Non può vedere, non può annusare un odore,  non può avvertire il contatto di una mano sul suo corpo, ma sente la voce delle persone, sente sua madre piangere, suo padre sospirare, i suoi amici disperarsi. È forse un sintomo di un suo probabile risveglio o è solo una sorta di coscienza ultraterrena che le permette di udire per un’ultima volta le parole di chi ama? 
Dato che i medici non rilevano un miglioramento sostanziale delle sue condizioni, consigliano ai genitori di riflettere sulla possibilità di staccare la spina. 
Ma un giorno, un uomo di nome Thibault sbaglia la porta della stanza e senza accorgersene, entra in quella di Elsa. Non sa niente della ragazza che sembra dormire beatamente. Leggendo la sua cartella capisce che è in coma e che le sue condizioni sono stabili. Inizia così un rapporto strano, speciale, inconsueto, quello tra un uomo in fuga da una triste realtà e una donna prigioniera del suo corpo, che può sentire la voce del suo sconosciuto visitatore, ma che non può vederne i lineamenti, sentirne il profumo. Elsa grida al mondo la sua esistenza, ma nessuno riesce a sentirla. Forse Thibault è il principe nato per baciare la sua Biancaneve, forse in lui si nasconde la salvezza.

So che sei qui è un romanzo che tratta un tema davvero delicato e di grande attualità, affrontando problematiche assai controverse. Non giudica, non mette sotto al microscopio il dolore dissezionandolo in mille parti, ma spinge semplicemente il lettore a riflettere sull’importanza della vita e sulla potenza della speranza. Non induce a credere ai miracoli o al principe azzurro che con un bacio risveglia la sua amata da un sonno profondo, piuttosto cerca di porre l’attenzione sull’ampio spettro delle possibilità che la vita offre.
Non vi nascondo che in alcuni passaggi mi sono fermata a riflettere su come a volte ci perdiamo a rincorrere forti emozioni tralasciando l’importanza di un semplice contatto, di una mano che sfiora un’altra mano, di un sorriso, di un sospiro vicino all’orecchio, dei colori di un oggetto.
So che sei qui è un romanzo in grado di fare questo, di spostare la lente d'ingrandimento su ciò che realmente conta nella vita.

Contatto… Lo desidero da matti, come una bambina davanti a un gelato al cioccolato. È da circa ventun settimane che non ho più  provato la minima sensazione tattile. Tanto più che l’ultima volta è stata quella della neve contro tutto il mio corpo. Non proprio un bellissimo ricordo. D’un tratto, sarei felice di regalare l’intera serie dei  miei moschettoni per sentire anche un solo pezzettino di Thibault contro di me. Ci sono strati di vestiti e lenzuola tra noi, ma il suo calore passerebbe lo stesso e mi basterebbe.    




L'autrice



CLÈLIE AVIT ha 29 anni, è nata e cresciuta in Alvernia, insegna fisica e chimica al liceo. So che sei qui è il suo romanzo d’esordio.





Nessun commento: