lunedì 29 settembre 2014

NON AVRAI IL MIO SHAMPOO Barbara Solinas Recensione

Un romanzo per tutti quelli che devono ancora imparare quale sia il significato della parola cambiare.Un romanzo per coloro che hanno perso fiducia e speranza negli altri e nella vita, imparando a capire che a volte, la cosa essenziale, è riuscire a trovarla dentro di se.Un romanzo di riscoperta, di perdita e di riconquista. Perché non è mai troppo tardi per ritrovare di nuovo se stessi.




NON AVRAI IL MIO SHAMPOO

Barbara Solinas



Collana: Emma Books Life
Genere: Romanzo contemporaneo
Pagine: 146
Ebook: 2.99 €



Trama

Provate a immaginare: una mattina vi svegliate e sentite qualcosa di “peloso” sul cuscino. Pensate sia il gatto, ma non è così. Vi alzate dal letto, vi guardate allo specchio: siete quasi calve. Vi toccate la testa e i pochi capelli che avete ancora vi rimangono in mano come ciuffi derba.
È quello che accade a Gio in “Non avrai il mio shampoo”, colpita allimprovviso da una forma di alopecia areata.
“Noi portatori di testa nuda abbiamo piccole convinzioni: lalopecia capita alle persone sensibili; non è mai per caso; ti rende, tuo malgrado, migliore. Credo sia vero, ma non per meriti, piuttosto per la fattispecie della malattia stessa: lalopecia ti lascia sano, non hai dolori, non ti ricoverano da nessuna parte, non devi occuparti di tamponare ferite, di fare riabilitazione. Niente. Non fa altro che portare via la tua immagine, te la strappa di dosso come limbianchino la tappezzeria vecchia.”
E così, tra pareri medici e parrucche, vacanze al mare, vergogna e moti dorgoglio, Gio riesce finalmente a guardare in faccia la realtà e a raggiungere il traguardo più difficile, ma anche quello che dà la soddisfazione più grande: accettarsi per come è e volersi ancora più bene.


Opinione di Sybil


Gio è una donna come tante, presa nel vortice del lavoro, della casa, del marito e di tutte quelle cose che fanno parte di una vita comune. Una mattina si sveglia e si accorge di avere una grande ciocca di capelli, dei suoi capelli, sul cuscino. Superato lo stupore iniziale, che non le permette di credere a ciò che i suoi occhi le stanno mostrando di riflesso dallo specchio, inizia lentamente ad accorgersi che i suoi capelli stanno abbandonando la sua testa. Parte così un drammatico crocevia di visite mediche, pareri scientifici, cure officinali e rimedi fai da te, ma niente e nessuno riesce a far rinascere i suoi capelli e i peli del suo corpo. Dopo tanto tempo impiegato in esami clinici ed analisi, arriva la diagnosi: alopecia. Gio non vedrà più i suoi capelli, non potrà più accarezzarli, non potrà più sentire quel setoso e confortante fruscio della sua chioma al vento. Un parte di lei non esisterà più. Ben presto si accorgerà che ad abbandonarla, in quella mattina, non sono stati solo i suoi capelli, ma anche gran parte delle sue certezze. Il marito le confessa di non provare più niente per lei e l'abbandona, al lavoro le consigliano di esonerarsi almeno per un po', giusto il tempo per ritrovare il suo equilibrio. Sembra che il mondo non abbia più bisogno di lei, che tutti possano fare a meno della sua esistenza, a tal punto da farla dubitare della sua stessa utilità anche prima della malattia. Si sente come un oggetto lasciato accanto ad un cassonetto, dopo anni passati a brillare sotto i riflettori di una vita comune, ma pur sempre speciale.


“È questo che fa il dolore, ti fa perdere tempo. È il tratto comune che lega il dolore per una malattia e il dolore per altre vicende. Sei talmente coinvolto e sconvolto dagli accadimenti da non riuscire a godere di altro, anche del pochissimo, anche di un niente che non sia la tua sofferenza. Non puoi fare diversamente, ma quando te ne rendi conto hai fitte di nostalgia per ciò che hai tralasciato, di cui non ti sei accorto o che hai allontanato. È la beffa del male.”


Certamente non sarà facile per Gio arrivare a queste conclusioni, anzi, tutt'altro. Dovrà imparare a convivere con tutte le insicurezze che l'alopecia ha riportato a galla, amplificandone la potenza. Dovrà combattere con il senso di abbandono, con la solitudine e la diffidenza di chi vede nelle persone "diverse" qualcosa da cui scappare lontano. Dovrà ritrovare il coraggio e la forza di riconoscere nel suo aspetto, una nuova forza e personalità, degna di quella che aveva prima.
In una società che mette l'apparire al primo posto, potete solo immaginare quanto tutto ciò sia complicato. Soprattutto quando chi si trova a farlo, è una donna che ha perso completamente la fiducia in se stessa e negli altri, che ama rinchiudersi in casa nella confortante solitudine del suo divano, piuttosto che buttarsi nel confronto con gli altri.
Tutta la storia sarà un percorso lento e delicato, dove essere ed apparire si scontreranno ad una velocità supersonica, lasciando solo brandelli di autostima e coraggio, da quali ripartire per ricostruire se stessi. Avremo l'onore di conoscere la forza di una donna che insieme ai suoi capelli ha perso ogni cosa, l'amore, il caldo rifugio delle certezze, ma che con l'aiuto di un analista, della sua famiglia e di una cara amica, che le ha portato conforto fin giù negli abissi dove si era nascosta, riscoprirà di avere ancora con se il suo io interiore. È vero, avere i capelli ti permette di poter usufruire di tanti privilegi, ti fa sentire protetta, uguale a tutti gli altri. Gio non potrà più lanciare sguardi da dietro una ciocca di capelli, non potrà più trastullarsi con la sua frangia nei momenti noiosi della giornata, non potrà più preoccuparsi di avere l'acconciatura in ordine o di andare dal parrucchiere, non sentirà più il profumo dello shampoo e non dovrà più perdere tempo tra gli scaffali del supermercato per sceglierne la fragranza. Queste sono tutte cose che si danno sempre per scontate e che se ne capisce il valore e l'importanza solo dopo averle perdute. Per Gio è lo stesso. Aver perso tutto ciò è il suo punto di non ritorno, la sua fine, è il tassello mancante che completa un disastro. Ma sarà proprio da questa privazione che la vita le ha voluto fare, che scoprirà un'altra parte di lei, quella parte che altrimenti non avrebbe mai conosciuto. Si ritroverà ad essere di nuovo donna, con tutti gli attributi, tenace guerriera uscita vittoriosa da una logorante battaglia. Si riscoprirà cambiata, determinata a portare a termine il percorso che aveva iniziato tanto tempo prima, quando ancora la vita non l'aveva indebolita. Finalmente riuscirà a guardare il suo riflesso nello specchio, ritrovando se stessa in quello sguardo. È vero, nell'insieme qualcosa mancherà, non potrà più pettinarsi, farsi la coda di cavallo, ma chi se ne importa! L'importante è essersi risollevata, con la consapevolezza che non sono le cose che ci vengono tolte ad impoverirci, ma siamo noi stessi, con le nostre scelte e le nostre decisioni.

Un romanzo davvero imperdibile ed intensamente brillante, che ci mostrerà la forza che gli esseri umani riescono a tirare fuori nel momento in cui perdono ogni cosa.
Una storia profonda ed interiore, in cui una donna coraggiosa ci dice di non perdere mai la fiducia in noi stessi, perché è ciò che siamo e non ciò che possediamo esteriormente a renderci unici e speciali.



“Ci vuole molta sensibilità, amore ed equilibrio per accettare mutamenti radicali e molta intelligenza per non cadere nella tentazione di voler tornare a essere come eri. Non lo saresti più comunque, perché sei cambiato tu e tentare di salvare lapparenza è goffo e inadeguato. Essere e apparire vanno di pari passo e bisogna amare entrambe, in egual misura, come due figli, dai caratteri diversi.”




L'autrice




BARBARA SOLINAS è nata in unalba fredda e nevosa di gennaio.
Di quanto fosse fredda e nevosa, nei ricordi dei suoi genitori, il racconto si arricchisce di anno in anno e pare certo che solo per un caso non sia nata in un igloo di fortuna approntato in piazza, a Varese.
Da questo inizio discendono due cose:
ama follemente la neve;
ama anche di più il mare, le spiagge calde e stare al sole;
vive, è evidente, di contraddizioni.
Lavora, è una mamma, osserva, si appassiona e ha una convinzione: tutto cambia, sempre, anche quando non vorremmo.
Nella vita di tutti i giorni corre tra casa, ufficio e altre cose.
Quando si ferma e respira, scrive.
Un giorno andrà a vivere al mare.




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