Compiendo una scelta decisamente fuori dagli schemi, la
scoppiettante ed eclettica Emma Books ha proposto per la prima volta in
versione digitale un romanzo uscito in edizione cartacea per Passigli nel 2005.
Il passo della dea è un libro di qualità ineccepibile nel quale, pur
affrontando alcune tematiche che forse erano più “ di moda” dieci anni fa, vengono messi in
evidenza l’ eleganza e la bravura dell’ autrice e aspetti ideologici molto
attuali.
IL PASSO DELLA DEA
Editore: Emma Books
Collana : Emma Mistery
Genere: Thriller esoterico
Pagine: 205
prezzo( solo ebook): € 4,99
La Trama
È un’amicizia speciale, quella fra il reporter Federico Beccaria e il commissario Gianni Ferretti, cementata dai molti casi risolti insieme oltre che dalle cene luculliane preparate dal poliziotto. Eppure neanche Gianni conosce il vero motivo dell’attrazione che il mondo della danza esercita sul solitario giornalista di cronaca nera. La morte di Sabrina Neirotti, giovane promessa della Scala, farà precipitare entrambi gli uomini in un mistero dalle tinte cupe e dai risvolti insospettati, dove la leggiadria e la perfezione dei passi di danza diventano le chiavi di un universo parallelo pericolosamente attraente. Nei giorni che precedono la chiusura della Scala per i restauri, sullo sfondo di una Milano malinconica e suggestiva, si dipana un thriller esoterico che scava in profondità nell’animo dei protagonisti, trasformandosi in un viaggio fra la magia della danza e le inquietudini del passaggio al nuovo millennio
Opinione di Charlotte
Il passo della dea è un libro che al primo impatto fa la felicità degli amanti dei
gialli classici e in particolare dei gattofili – leggendo di Ninja, come non riandare con il
pensiero alla deliziosa e longeva serie di gialli targata Lilian Jackson Braun,
in cui mici con atteggiamenti antropomorfi e sesto senso impareggiabile giocano
un ruolo determinante nella risoluzione di un’ indagine ? – nel quale viene abbozzata con efficacia
una Milano riconoscibile, ingentilita dalla leggiadria del passo di
danza e del tulle impalpabile, ma anche permeata di presenze da incubo soverchianti. Il giallo “ vecchio stampo” tuttavia è destinato a subire repentinamente un cambio di rotta,
assumendo una connotazione moderna e imprevedibile.
Lo si comprende ben presto dal percorso interiore affrontato dai
protagonisti de Il passo della dea, che colpiscono il lettore per la loro umanità: riflessivi, compassionevoli più che cinici, mostrati nelle loro fragilità piuttosto che
per i loro aspetti forti, influenzati nel
loro vivere quotidiano da un passato che non li ha mai abbandonati. In particolare è “calda” e nettamente percepibile l’ amicizia
fraterna che lega i due investigatori: quello ufficiale – il commissario capo
Gianni - e quello “ ufficioso” – il giornalista dilettante Federico, complementari e in grado di comprendersi ad
intuito, di affidarsi l’ uno all’ altro incondizionatamente, di costituire un
appoggio salvifico reciproco. Sono loro due a doversi mettere in gioco, ad essere obbligati a
scavare in se stessi e nelle loro vicende per fare luce su un mistero basato su omicidi efferati: provando a immedesimarsi nelle vittime e nel
carnefice, costringendosi loro malgrado a rivedere le loro convinzioni di
fronte all’ evidenza dei fatti nei quali rimangono coinvolti. In confronto a
loro i personaggi secondari sono presenze accennate, seppur con estrema intensità: puntando su
scenografiche pennellate di colore luminose o coprenti, su fasci di luce e di ombra che comparendo e scomparendo influenzano la
dinamica degli eventi cambiando di volta in volta la visione d' insieme. Siano essi ballerine
eteree, sensitive , coreografi, cubiste dalla dubbia moralità, presenze
oscure animate da malvagità, i comprimari sono colti nell’ essenza più che nella loro
personalità, attori diretti dai due registi Gianni e Federico in preda a suggestioni che diventano veri e propri incubi.
E’ fondamentale in questo romanzo sottolineare l’ aspetto onirico nel quale l’ autrice spesso indugia e che
sovente lascia il lettore nel dubbio di avere superato o meno il confine tra
vero e falso, tra reale e immaginario, tra
razionalità e allucinazione.
In questo contesto il particolare scabroso viene trattato con
delicatezza visiva ma al contempo con coinvolgimento emotivo, senza timore di mostrare la paura dei protagonisti; e l’ imperfezione
umana è tanto più tangibile quanto più viene sottolineato il fascino astratto
della danza che costituisce esempio di perfezione
e strumento per la comprensione del
mistero cupo, sanguinario e forse ancestrale che avvolge Milano e il Teatro
della Scala.
I capitoli brevi e succosi invogliano a proseguire la
lettura: alternando le azioni dei vari personaggi, i colpi di scena aumentano pagina
dopo pagina, e il ritmo dapprima sotto
controllo si fa sempre più incalzante, in un crescendo di eventi che crea vivacità senza sminuire l’ aspetto passionale della vicenda.
La connotazione visionaria
è imprescindibile per cui se non amate le contaminazioni di genere , se vi
piace rimanere costantemente con i piedi
per terra e amate le decodificazioni basate sulla logica - le indagini “ alla
Dan Brown” per intenderci - Il
passo della dea a mio avviso non è il
libro che fa per voi. Questo romanzo spesso sfida la ragionevolezza, si concede delle “licenze” e spazia su altri
generi letterari creando un’ aura di mistero mediante scenari immaginifici. Per entrare nello
spirito del libro e apprezzarlo al meglio bisogna essere disposti a farsi suggestionare e coinvolgere dalle
regole concepite da Bianca Garavelli, per quanto a volte possano sembrare poco ortodosse; per un ' interessante e originale esperienza letteraria tra realtà e fantasia.
L' Autrice
Bianca Garavelli vive a Vigevano; è un po’ vigevanese e un po’ mantovana. Ama le atmosfere di tensione con una sfumatura soprannaturale, anche in storie d’amore e di viaggio, come il romanzo Amore a Cape Town (Avagliano 2006, premio “Angeli nel cielo del Cilento” 2007) e i racconti L’oscurità degli angeli (Ladolfi 2013, premio “Città di Fabriano” 2013). Dante è il suo grande amore: ha curato il commento alla Divina Commedia per Bompiani Scuola (con supervisione di Maria Corti, 1993; nuova edizione 2001-2006) e il volume di Ètienne Gilson Dante e Beatrice (Medusa 2004, nuova edizione 2015). Nel 2012 è uscito per Baldini Castoldi Dalai il thriller dantesco Le terzine perdute di Dante. Collabora da molti anni alla pagina libri di “Avvenire”; nel 2010 è uscita una scelta di suoi articoli e interviste, Nelle pagine dell’anima (Moretti & Vitali), una sorta di mappa della letteratura fra il 1989 e il 2009. Ha tradotto due libri di una delle prime scrittrici della storia, Christine de Pizan: Il Dibattito sul “Romanzo della Rosa” (Medusa 2006) e Il libro della pace (Medusa 2007)
Il sito dell' autrice
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