giovedì 22 maggio 2014

IL PALAZZO D' INVERNO Francesca Rossi Recensione



Ho appena terminato questa lettura e sono arrivata ancora una volta alla conclusione –  sono campanilista lo so, ma non posso esimermi dall’ esprimerla – che sia un delitto promuovere bestsellers d’ oltreoceano banali e frettolosi, scritti male e tradotti peggio,   e far passare in sordina lavori italiani intensi e coinvolgenti. Come questo acuto ed espressivo romanzo breve, che sconsiglio di scegliere come “ riempitivo” nonostante il numero esiguo di pagine.  Poiché per essere fruito al meglio richiede una certa dedizione, nonchè predisposizione ad abbandonarsi  ad un turbinio  di emozioni  ed eventi inquadrati nel periodo storico della Rivoluzione Russa; che segna una  drammatica svolta sociale e durante la quale  violenza, diffidenza, paura , disorientamento regnano sovrani. Solo in un clima del genere la favola dell’ amore impossibile tra  due protagonisti diametralmente opposti, il bolscevico  Dimitri e la contessa Elena, può trovare terreno  fertile per nascere, crescere e svilupparsi in un' unica  plausibile  direzione: quella di un legame che  annulli le differenze sociali , di età, di educazione,  di obiettivi. 

IL PALAZZO D' INVERNO
FRANCESCA ROSSI 



Editore: La Mela Avvelenata
Genere: Historical romance
Pagine:83
Ebook:2,05
La Trama

Pietrogrado 1917. L’incendio rivoluzionario che sta per sconvolgere la Russia è ormai divampato nelle città principali e l’antica residenza degli zar, ormai sede del governo provvisorio, ma anche memoria di un passato non ancora tramontato, rappresenta l’ultimo baluardo da conquistare per accedere a un futuro fatto di incognite tutte da risolvere.
Il 25 ottobre (calendario giuliano), data fatidica dell’assedio al Palazzo d’Inverno, si intrecciano i destini della Storia, ma anche quelli di un uomo e una donna che non avrebbero dovuto incontrarsi.
Elena, infelice nobildonna tradita da tutti gli uomini che ha amato e Dimitri, un bolscevico fiero degli ideali su cui ha costruito la sua intera esistenza, lei acqua che scivola sulle rocce della tradizione aristocratica, lui fuoco che arde fiero per distruggere un’epoca di disuguaglianze e privilegi.
Le loro due anime così diverse si scontrano nei giorni dell’odio e della rivolta, su sponde opposte, per caso, tra i marmi e gli arazzi di una villa saccheggiata. Tra loro solo un desolante abisso fatto di differenze sociali e culturali in apparenza incolmabili.
A farli incontrare sono due simboli del passato, un uovo Fabergé e un carteggio che non deve finire nelle mani sbagliate. A tenerli uniti, loro malgrado, un sentimento che non può e non deve nascere, negato, soffocato dal dovere e dagli ideali e destinato a non vedere l’alba del cambiamento.
Elena e Dimitri sono gli emblemi di due mondi inconciliabili, le due facce della rivoluzione, ma anche la personificazione di una Russia immensa, non sempre decifrabile in cui bene e male si confondono ai piedi della Storia, madre degli uomini che con una mano accarezza il passato, con l’altra afferra il futuro.

La mia opinione 
La sinossi è molto dettagliata, e mi consente qualche divagazione senza il timore di incorrere nello spoiler selvaggio. 
Il primo punto di forza di questo lavoro a mio avviso è dato dall’ originalità dell’ ambientazione e dalla sua resa mediante tocchi fugaci che in  un contrappunto ideale  evidenziano le  contraddizioni di una società sbilanciata. Dimitri e i suoi fedeli compagni da una parte, Elena e i suoi familiari dall’ altra, si muovono  in una realtà in cui  convivono miseria nera e ricchezza sfacciata , bassezza e nobiltà d’ animo, superficialità e sensibilità. Il secondo punto focale del libro,  trait d‘ union  tra i personaggi, è costituito dal carteggio: lo strumento - che Dimitri sfrutta per legare a sé mediante il ricatto la contessa, ma che per lui si rivela galeotto -  restituisce uno spaccato della personalità di Elena e della sua vita infelice   fatta di costrizioni, umiliazioni e  disillusioni celati dagli agi e dallo sfarzo. Dimitri è puro, intransigente, onesto e nobile d’ animo,  e attraverso le lettere si innamora all' istante  perdutamente di Elena, verso la quale manifesta  un sentimento incondizionato e un fortissimo istinto di protezione ; e più si lega a lei  più si sente perduto.
Elena,  dapprima impaurita da quello che Dimitri rappresenta a livello sociale,   prende coscienza gradualmente  della gentilezza e dell’ onestà del giovane   e  lentamente comprende  i  suoi sentimenti per lei;  dapprima ne è inorridita, avvinghiata com'è al  ricordo di un amante perduto e di un ricco marito imposto dalle convenzioni sociali. Ma  quando si ritrova  sola, povera, privata dei beni materiali, Elena ha l' opportunità della  rinascita mediante l’ espressione della propria individualità:  imparando in particolar modo a  far tesoro  dell’ amore pulito e senza riserve di Dimitri.  
Al lettore la curiosità di scoprire se e come proseguirà il carteggio,  quali sono le scelte che i due ragazzi si troveranno a compiere, chi o che cosa  metterà loro i bastoni fra le ruote e se le eventuali ferite potranno cicatrizzare ; in un evolversi dell’ intreccio che media fra l’ aspetto romantico e la verosimiglianza risultando spesso avvincente ma poco confortante, sereno più che felice, speranzoso più che appagante.   
Quel che mi ha colpita maggiormente de Il Palazzo d’ Inverno è la musicalità della scrittura: frasi euritmiche, sostantivi armoniosi che creano una  sorta di "danza di parole"; termini scelti con cognizione a definire impeccabilmente luoghi e stati d’animo, a coinvolgere il lettore in atmosfere ora visionarie facendolo sognare , ora claustrofobiche creando  tensione emotiva.   
Una lettura super-consigliata, che per me si è rivelata una piacevole e inaspettata sorpresa: un romanzo  scritto molto bene  , capace di regalare emozioni forti mediante scenari inediti e dinamiche non scontate.  

   L' Autrice
biografia  tratta dal suo affascinante sito che mi ha lasciata a bocca aperta ....

                 
                                       
" Sono nata a Roma, sono italiana, ma fin da piccola ho sempre avuto la passione per l’Oriente. Il desiderio di conoscerlo ed approfondirne più aspetti possibile mi ha portato a laurearmi in Lingue e Civiltà Orientali a La Sapienza, curriculum di lingua e letteratura araba. Dopo la laurea sono partita per l’Egitto, per approfondire lo studio della lingua araba e della cultura islamica.
Ora sono di nuovo in Italia, per specializzarmi, ma un’altra passione che ho avuto fin da piccola si è affiancata a quella per l’Oriente: la scrittura. Attualmente collaboro con varie riviste e blog online, come Diario di Pensieri Persi, Speechless, Arabismo, Urban Fantasy, O Magazine, Egittologia. Net .
Inoltre ho in pubblicazione diversi racconti, ma di quello avrò modo di riparlare.
Tra le mie passioni non poteva mancare la danza del ventre, poi la musica, il cinema, la lettura, i viaggi e l’apprendimento di nuove lingue."

4 commenti:

cooksappe ha detto...

<3

lilia63 ha detto...

Carissima Charlotte come faccio a non leggerlo dopo quello che hai scritto?
Ti dirò a volte mi colpisce anche il tuo di lessico, niente niente mi diventi una scrittrice anche tu?
Mi prenoto come fan!!!
Unica obiezione, ma non sono poche 83 pagine?

Charlotte Sognandotralerighe ha detto...

Carissima ( e troppo, troppo buona! ) Lilia, confesso di avere fatto quello che ho sconsigliato caldamente nel cappello della recensione: ho affrontato questa lettura perchè è breve e cercavo un' " avventura di una sera" ! Ebbene, in realtà le sere che mi ha impegnato sono state due ( per 83 pagine!!) perchè mi sono davvero gustata con calma lo stile e la terminologia usati dall' autrice!!!

foschia75 ha detto...

Considerato che sono 83 pagine, si può tranquillamente leggere in una sera!!! Nonostante la marea di letture arretrate... se poi è scritto bene, meglio ancora, indolore