mercoledì 6 febbraio 2019

REVIEW TOUR JANÀSA Claudia Zedda Terza tappa

Buongiorno Lettori! Oggi abbiamo il piacere di ospitare la terza tappa del Janàsa Review Tour dedicato al romanzo di Claudia Zedda che con magistrale dedizione e attenzione alla Storia e alle leggende ci porta in una Sardegna arcaica, ricca di mistero e figure carismatiche, le cui gesta sono giunte fino a noi grazie ai racconti che si tramandano da millenni. Janàsa è un romanzo di un'attualità disarmante, un manifesto sulla resilienza delle donne dalla comparsa dei nuraghi fino ad oggi. La ricostruzione dell'autrice denota la sua grande preparazione e dedizione verso la lunga e spesso controversa Storia della nostra Isola. 




CONDAGHES EDIZIONI 

REVIEW TOUR 
JANÀSA 

Claudia Zedda



Io sono della terra fertile e del cielo stellato madre e figlia. Io sono del vento e del mare sorella e amante. Io sono dell'acqua e del ricordo memoria e respiro. Io sono una e tutto. 







Titolo: Janàsa
Autore: Claudia Zedda
Editore: Condaghes Edizioni
Genere: Miti, saghe, leggende
Pagine: 288
Prezzo:  20,00      Ebook:  5,99
Trama: Nella Sardegna nuragica si incontrano sette donne. Alcune sono originarie dell’Isola, altre provengono dal mare. Tutte hanno una particolare competenza, tutte sono fedeli al culto della Madre Terra. Convivendo e creando una piccola società di donne, aiuteranno il villaggio che sorge poco distante dalla loro dimora a prosperare. Le doti delle protagoniste suggestioneranno la popolazione che inizierà lentamente a considerarle maghe, sacerdotesse, guaritrici, veggenti, donne a metà strada fra l’umano e il divino, creando nel tempo il mito di quelle che ancora oggi sull’Isola sono chiamate Janas.






opinione di foschia75

Inizialmente pensavo che Janàsa potesse essere apprezzato solo da chi in Sardegna ci è nato e cresciuto, ha prestato orecchio fin da bambino a tutte le storie che si tramandano di nonno in nipote o di madre in figlia. Ma pagina dopo pagina, mi sono resa conto che Claudia Zedda ha scritto un libro di donne per le donne, attraverso la Storia e i millenni, ricordandomi a gran voce che non conta quante lune siano passate e quante ancora ne passeranno, le donne sono nate per combattere. Ha rinsaldato in me la convinzione che l'evoluzione ha scelto la donna per portare in grembo la vita perchè solo lei poteva affrontare il peso del bagaglio che ognuna di noi porta su di sé fin dal primo vagito.  

Sardegna, Mediterraneo, siamo figlie della stessa culla, nate per portare avanti la specie in un mondo difficile ieri come oggi. Quello che fa di noi donne sarde una "stele vivente" sono le tradizioni, quelle orali che siamo riuscite a portare attraverso il tempo fino ad oggi, facendone un lascito inestimabile. 
I tempi cambiano, ma la volontà di lasciare un'impronta nel nostro popolo non è mai venuta meno, perché la nostra identità è scritta nelle pietre, scolpita dal vento e dal fuoco, i miti e le leggende hanno cavalcato il tempo, giungendo fino a noi che oggi parliamo con riverenza delle Janas come di figure leggendarie e che Claudia riabilita in modo assolutamente avvincente.
In queste sette donne, sacerdotesse e guerriere dotate di sola resilienza, io vedo le donne di oggi, combattenti dall'alba al tramonto, impegnate nel cercare di dare e ricevere rispetto, lottando per la loro dignità ed emancipazione da luoghi comuni e violenze di genere. 
Janàsa e le sue sorelle hanno promesso alla Madre Terra di proteggere il proprio popolo, di mantenere l'equilibrio tra bene e male, di scongiurare odio e guerre, di propriziare il raccolto e di sacrificare la propria felicità in nome della propria gente. Credo che attraverso questa promessa ci passiamo tutte ogni giorno. Quel pesante fardello col quale nasciamo è la promessa di difendere l'equilibrio e le persone che amiamo. Non lo abbiamo scelto, è la natura che ci sceglie e noi dobbiamo rispondere a quella chiamata con orgoglio e dignità.

Lo so, soffro di campanilismo, ma sono nata e cresciuta in un Terra antica, che trasuda energia e coraggio, che conserva la Storia dei suoi antenati con geloso orgoglio e che forgia le donne come guerriere anche quando lasceranno l'isola perché il loro destino è altrove. 
Nonostante Janàsa e le sue sorelle siano rispettate e temute per l'aura che le avvolge, nel profondo sono donne con le loro insicurezze, colte da momenti di profonda solitudine interiore, eppure non abbassano mai la testa davanti al loro destino, anche quando questo è infausto. 
Claudia Zedda plasma sette guerriere con una dote ciascuna, sette messaggere che proteggono il loro popolo e la sua prosperità, sacrificando la propria felicità. Verranno le tentazioni per mettere alla prova la loro fedeltà, perchè il disegno si compia e la Storia attraversi il tempo fino a giungere alle labbra di Annita che le racconterà a sua nipote Piera che un giorno le racconterà a sua figlia Paola. 

«È una storia preziosa, Piera. Janàsa e le sue sorelle, e molte donne dopo di loro, hanno custodito questi segreti gelosamente, raccontandoli come una storiella di poco conto, ma non dimenticando il potere che queste parole custodiscono: della nascita, della cura, dell'assistenza e della morte. E se ci pensi bene, bellixedda, queste sono tutte cose che le donne sanno ancora fare. In fondo tutte noi siamo antenate di quelle che sbrigativamente la gente chiama Janas. E ora spetterà anche a te il compito di garantire la sopravvivenza di questi segreti raccontandoli agli altri e non permettendo che vengano dimenticati. Parlano di noi, sono le nostre radici, la nostra storia». 


In Janàsa, attraverso le arti e i poteri delle sette sacerdottesse, Claudia Zedda invita il lettore a intraprendere un viaggio, non solo introspettivo ma anche storico-culturale, alla scoperta di antichissimi mestieri e misteri che ancora oggi si tramandano in alcune comunità della Sardegna. Tra questi l'uso del telaio per tessere tappeti meravigliosi che raccontano le storie del passato, l'uso del miele e delle erbe aromatiche nella preparazione di moltissime ricette antiche, l'abitudine di lavorare il pane che diventa così prezioso pezzo d'arte, e non ultimo il fascino delle "pietre che parlano": le Domus de Janas, i nuraghi e i pozzi sacri, testimonianze indelebili della Storia millenaria di un popolo. 








«Il tempo è come il vento. A noi sembra che voli via lontano, ma lui ripercorre sempre le stesse colline, gli stessi mari, le medesime caverne.
È una ruota che gira in tondo, è un fiume chiuso come un anello: capiterà forse che tu possa incontrarle, quando sarà giusto che accada, perché quel che trascorre presto o tardi torna, quel che muore presto o tardi rinasce».   




L'autrice 




Mi sono laureata in Lettere Moderne con indirizzo socio antropologico, ho pubblicato il mio primo saggio “Creature fantastiche in Sardegna“ (ed. La Riflessione) che poi  era la mia tesi di laurea e ho pensato bene di scrivere per alcune riviste cartacee, ripiegando poi per il web, che diciamocela tutta, è un pelo più gratificante.
Nel 2011 dato che a scrivere di Sardegna ci ho preso gusto ho pubblicato “Est Antigoriu“(ed. La Riflessione), impiegando le mie giornate collaborando con Videolina, Sa Corona Arrubia, la Fondazione Lilliu e “girellando” in lungo ed in largo per la Sardegna a raccontar di creature fantastiche.
Giusto perché di cose da fare non reputavo d’averne abbastanza ho deciso di aprire i miei tre blog “KalarisWeblob”,”EssereFreelance” e “BottegaKreativa”, ho imparato a intrecciare cestini alla maniera di Narcao, e mi sto appassionando alla fotografia.
Nel 2012 ho iniziato la collaborazione con Radio Golfo degli Angeli e ho scritto il mio primo romanzo. 

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