mercoledì 2 marzo 2016

IN DIFESA DELL' AUTORE - La parola a Rossella Romano

Con grande piacere ospitiamo Rossella Romano nel nostro spazio virtuale,  con un articolo brillante e brioso  che punta dritto al cuore.  Le parole di questa scrittrice originale, grintosa  ma  anche estremamente riservata, che noi apprezziamo molto e che sta ricevendo importanti riconoscimenti  per il suo lavoro tenace e magistrale  ,  ci hanno toccate nel profondo:  in un momento in cui  ci riconosciamo particolarmente nel suo pensiero,   poiché ci sentiamo disorientate e fuori posto quando assistiamo alle  polemiche  tra gli autori, e tra di essi e i lettori.
Le frasi di Rossella parlano con schiettezza  della nostra passione, la bibliomania: le parole scritte sono una ricchezza inestimabile, aprono infinite possibilità di relazione, di viaggio, di conforto. Possono e devono creare connessione tra le  anime di chi scrive e di chi legge,  e non dividerle. 
 
L' immagine è relativa al profilo Goodreads dell' autrice, che potete "scoprire"  al link  
In difesa dell’Autore. Ovvero la sporca (bella) verità che risponde alla domanda: “Ma perché insistete tanto per essere letti?”
L’arcano (forse) non si risolve in due parole, ma vediamo di procedere con ordine. A tutti i lettori sarà capitato l’autore che afferma: “Io scrivo per me stesso, il piacere di scrivere è soddisfazione sufficiente.” E a tutti gli autori sarà capitato il lettore che, similmente, chiede: “Ma non dovrebbe bastarti il piacere di scrivere?” Il primo mente sapendo di mentire. Al secondo, se avrà la pazienza di leggermi, risponderò io.
Prima di tutto, il mio punto di vista sulla scrittura, ripreso tal quale dalla risposta a una domanda diretta che mi è stata posta pochi giorni fa, e che lo illustra a dovere. Citazione: “Scrivo per un bisogno profondo [da intendersi: “perché né voglio, né posso più farne a meno”], ma sapere che qualcuno leggerà le mie storie aggiunge una motivazione fortissima. Considero la scrittura una forma d’arte condivisa, diversa da ogni altra. Mi spiego meglio con un esempio. Se scrivo: ‘La ragazza lo guidò in fretta su per due rampe di scale e attraverso sale deserte e semibuie, dal pavimento a mosaico,’ sto chiedendo al lettore di fare uno sforzo d’immaginazione, mi sto appoggiando ai suoi ricordi, alle sue esperienze. Le due rampe di scale e le sale in penombra saranno diverse per ogni persona che leggerà quella frase. E lo stesso vale per l’aspetto dei personaggi, per le loro emozioni, persino per le creature fantastiche che popolano i miei libri. Nel momento in cui qualcuno decide di leggerla, la storia diventa anche sua. E questa è una forma straordinaria di condivisione, che non accade nemmeno al cinema: troppo passivo, troppo definito.”
In questo passo c’è già tutto quel che occorre sapere, ma voglio spiegarlo per gradi.
Prima di tutto, e mi rivolgo a voi lettori: immaginate di accendere il computer, un giorno, di entrare qui su Goodreads solo per accorgervi, con sconcerto crescente, che le vostre librerie sono vuote. Vuota quella che contiene i “da leggere”, spariti i “poesia”, i “thriller”, i “fantasy”, gli “storici”, gli “abbandonati”. Nessun aggiornamento dagli amici, come se tutti, all’improvviso, avessero smesso di leggere e condividere citazioni. Spariti i vostri progressi di lettura e anche, cosa ancor più allarmante, scomparse le foto dei vostri autori preferiti. Pensate a un malfunzionamento e provate a cercare un libro a caso, il primo che vi viene in mente. Nessun risultato. A quel punto ne siete certi: qualcosa non funziona, ma poi… alzate lo sguardo. Gli scaffali della libreria… anche quelli sono vuoti. Resta l’inquietante presenza del libro divulgativo di fisica che avete provato a leggere; o che avete letto e finto di capire, magari dedicando persino un lungo sguardo benevolo a tutte le equazioni; o che avete capito e gustato… Resta l’enciclopedia, ma, (ve ne rendete conto alzandovi, prendendo un tomo a caso e sfogliandolo), ha qualche pagina bianca, in corrispondenza della biografia dei Grandi Maestri della Letteratura e delle voci dedicate alle correnti letterarie. Resta il libro di ricette e le ricette ci sono ancora, ma manca il passo finale, quello in cui l’autrice raccontava l’aneddoto di quella volta in cui si era accorta di non avere uova in casa e…
Dev’essere uno scherzo, pensate prendendo il cellulare, solo per accorgervi che non siete i soli. I vostri amici confermano e anche la televisione non parla d’altro: è successo così, all’improvviso, ovunque… romanzi dissolti, racconti svaniti nel nulla, autori scomparsi, e nessuno più che sappia scrivere una sola riga che vada oltre la redazione di un manuale di istruzioni, o di una circolare interna.
Andiamo ancora oltre. Immaginiamo che i libri, romanzi e racconti, non siano mai esistiti. Pensate a come sarebbe stata la vostra vita, fino a questo momento, se l’aveste vissuta senza libri.
Quanti giorni vuoti. Quante emozioni perse.
Niente passaggi segreti, percorsi a lume di candela. Nessun dirupo da cui affacciarsi, per osservare il bosco, là in fondo, e chiedersi cosa nasconda. Nessun drago che aspetti paziente al vostro fianco che troviate il coraggio di montargli in groppa, per andare a scoprirlo. Nessun chiarimento, arrivato quando ormai sembrava davvero troppo tardi. Nessun tenero sussurro, più lieve di una piuma, perché ascoltato solo nella mente. Nessun folgorante colpo di scena, di quelli che danno i brividi e tolgono il fiato. Nessun lieto fine a farvi sospirare e sorridere, con gli occhi ancora colmi dell’ultima immagine e il cuore già colmo di nostalgia. Nessun personaggio a dividere con voi i suoi pensieri più intimi, come nella vita reale non è possibile fare con nessuno, mai, nemmeno per un istante. Già. I personaggi… quelli che per voi sono come amici, così misteriosamente reali, e amati al punto da dimenticare in fretta quella volta in cui vi hanno un po’ deluso; quelli che hanno un aspetto forse persino un po’ diverso da quanto suggerito dall’autore: magari una sfumatura ramata nei capelli scuri, o un guizzo d’oro nelle iridi verdi; quelli che vi hanno spinto, terrorizzati, a fingere che un certo libro non sia mai uscito, o che vi hanno costretto a leggerlo, nonostante tutto, e adesso siete lì, scorrete le parole in fretta, allontanando un po’ la pagina dagli occhi già offuscati, nel tentativo, che fallisce miseramente ogni volta, di allontanarli anche dal cuore, quando infine… No, ti prego, no, non è vero, dimmi che non è morto davvero…
Ed ora: pensate a come sareste voi, se non aveste mai letto alcun libro. Di certo più poveri, e naturalmente non sto parlando di soldi.
Ed anche più chiusi, in una misura difficile da definire, perché non avreste mai letto la frase che vi ha aperto non una semplice porta, ma l’accesso a tutto un nuovo modo di pensare. Che vi ha, letteralmente, aperto un mondo.
Da questo brutto scenario vi divide solo una cosa: gli autori.
Oh, certo, ma il mondo non è così, per fortuna; il mondo è pieno di libri, e sono tanti e tanti, sempre di più, quelli che voglio leggere, e il tempo non basta mai e, oltretutto, anno dopo anno, scorre sempre più in fretta…
Eppure anche l’Autore, il vostro preferito, quello che è più di un amico, e a cui augurate cento e rotti anni di salute, e che sperate trovi il modo d’imparare a smettere di dormire e di mangiare, e che in ogni momento scriva, scriva, scriva… anche lui, all’inizio, ha fatto fatica a trovare qualcuno che volesse leggerlo. Che tragedia, eh?, se non lo avesse mai trovato, quel primo gruppo sparuto di lettori disponibili; se si fosse scoraggiato in partenza.
Lo Scrittore è un viaggiatore solitario che percorre territori sconosciuti. Soltanto lui può esplorarli, perché sono personali, diversi per ciascuno. Il sottile terrore di non riuscire a perdervisi, (perché è bello farlo, talmente bello che, una volta provato, non può più farne a meno), lo accompagna sempre, in ogni istante. Per quanto spesso abbia varcato quella soglia, la cruda verità è che ancora non ha capito bene come accada. E in ogni istante la minima distrazione esterna, o un pensiero banale, insistente e molesto, rischiano di riportarlo indietro. Ma lui tenta, ogni volta, sperando di vivere quel momento in cui diventa completamente dimentico di se stesso, e il racconto corre, le immagini sono vivide, i personaggi prendono il comando, e con il proprio carattere e il proprio stato d’animo, gli strappano, letteralmente, lo scettro di mano. In effetti, più si addentra e arriva a scordarsi di dover tornare, più ricco, insolito e bello sarà quello che si accorgerà di aver raccolto durante il viaggio, al suo ritorno.
Ci riuscirò? Pensa ogni volta, davanti alle ultime righe scritte, o quando, peggio ancora, a confortarlo c’è solo il titolo in alto, (e a volte neanche quello), e il cursore, o la punta della penna, aleggiano su una pagina ancora vuota, e nella testa ha solo una vaga idea, (uno zaino leggero, per il nostro esploratore, fatto solo di nebbia), di quella che sarà la Nuova Storia.
La risposta alla nostra domanda, (sarebbero bastate poche parole, in effetti, ma le risposte importanti necessitano di tante premesse, altrimenti nessuno si accorgerebbe di quanto siano importanti), è giusto a un passo.
Perché gli autori insistono tanto per essere letti?
Perché, tralasciando per un attimo il periodo faticoso di riscritture, correzioni e limature, dal momento in cui uno scrittore, uno qualsiasi, (che sia famoso o sconosciuto, edito o indipendente, navigato o alle prime armi), scrive la parola “Fine”, la storia non è più sua. Appartiene al mondo. Lui la sente forte, anche con un po’ di giusta fierezza, questa realtà: per arrivare a esistere davvero, la storia va condivisa. Letta. Sofferta o goduta. Amata o odiata. Vissuta . Il compito dello scrittore, adesso, è cambiato. Deve assolutamente trovare qualcuno che voglia viverla.
Da bravo esploratore, deve condividere ciò che ha visto. Per portare altri con lui in quei territori sconosciuti. Altri che useranno le sue parole, ma vedranno con i propri occhi e udranno con le proprie orecchie e sentiranno con il proprio cuore. Anche loro saranno soli. E si approprieranno della Storia, rendendola personale, diversa per ciascuno, come diverso per ciascuno è lo zaino di esperienze, ricordi, sensazioni ed emozioni che li accompagneranno durante il viaggio.
La scrittura è una forma di pensiero magico che impedisce di crescere. Davanti a un libro chiuso siamo ancora capaci di meravigliarci, di provare una genuina aspettativa. E, mentre leggiamo, diventiamo capaci di vivere quello strano equilibrio che ci permette di riconoscerci nei gesti, nelle sensazioni, nelle emozioni dei personaggi, e insieme di vivere esperienze che in altro modo non potremmo mai vivere.
Senza contare che, nella vita reale, riconoscerci in un altro annienta il sospetto e la paura. È insito nell’innamoramento, ad esempio. E appiana conflitti di ogni tipo. Non è una cosa da niente.
In nome di quella categoria di persone che vi permetterà di assaporare tutto questo, cercate perciò di essere come bambini, quando vi accostate a un autore nuovo, mai sentito prima, magari un po’ insistente. Occhi bene aperti. Bocca socchiusa. Respiro… sospeso.
Non sia mai che sia proprio lui.
Il vostro nuovo amico.
L’Autore.
Rossella Romano

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1 commento:

Stefania Maria Magrí ha detto...

Fantastico! Condivido pienamente il tuo pensiero!