Un thriller nella sua forma più sublime e angosciante. Ecco che cos’è Il prigioniero della notte. Un viaggio angusto, buio e ossessionante nella mente di un uomo devastato, uno spettro che cammina negli anfratti più oscuri dell’esistenza, sulle tracce di un killer spietato e affamato di giovinezza che si ciba della paura e di un malato bisogno di possesso. La sua firma: un tulipano nella bocca delle vittime.
Un killer, un detective, una profiler e la notte scura e vischiosa come la pece, che si attacca a tutto senza lasciare via di scampo, trasformando i protagonisti di questa storia in pedine sottomesse ad un unico grande padrone: il male nascosto nelle pieghe della mente.
Il male, soprattutto quello che facciamo a noi stessi e a chi ci sta vicino, ha una sorprendente capacità di nascondersi. Il male sa rintanarsi, sa rimanere in agguato. E sa convincerci di non essere mai stato lì dove l’avevamo visto.
CORBACCIO
IL PRIGIONIERO DELLA NOTTE
Federico Inverni
Casa editrice: Corbaccio
Collana: Top Thriller
Genere: Thriller
Pagine: 480
Prezzo: 16.90€
Ebook: 9.99€
Trama
Sai vivere nell'oscurità Sai cogliere l'impercettibile Sai intuire dove si nasconde il male Ma tu non puoi nasconderti Lucas è un detective. Nella sua vita gli sono rimasti solo il nome e il lavoro. Il suo passato è una ferita sempre aperta da un evento sconvolgente ha segnato la sua vita... e la sua mente. Come un automa attraversa i delitti su cui è chiamato a investigare, mettendo al servizio della giustizia il suo intuito straordinario, quasi visionario, e la sua sensibilità persino eccessiva. Fino a quando incappa in un caso diverso da tutti gli altri: una giovane donna trovata morta con il terrore negli occhi e nessun segno di violenza apparente. Lucas sa che il colpevole è un assassino seriale e ne ha conferma da Anna, psichiatra profiler, abituata a scandagliare il male in tutte le sue forme, da quando lei stessa, da ragazza, ha vissuto un’esperienza traumatizzante. Lucas e Anna annaspano in un labirinto di follia in cui i ricordi del loro passato, tenuti troppo a lungo sepolti, riemergono taglienti come vetri rotti in un’indagine che li coinvolge da vicino, lasciandoli devastati di fronte a una verità impensabile.
Opinione di Sybil
Più di quattrocentocinquanta pagine divorate in due notti insonni, passate ad arrivare alle tre del mattino senza avvertire il minimo bisogno di spegnere la luce e cadere nel sonno. Il colpevole? Federico Inverni, un autore che non si è limitato soltanto a scrivere la storia di un killer, ma è riuscito a dotare le sue parole di vita propria, rendendo la lettura magnetica, appassionante ed angosciante, un mix letale per chi ama il genere. Personalmente negli ultimi sei mesi ho letto tanti thriller, alcuni dei quali sono riusciti a creare quell’alchimia irresistibile che tiene incollati alle pagine, ma Il prigioniero della notte ha segnato il punto di svolta. Adesso posso dire che nella mia libreria mentale esiste un prima e un dopo. Non so ancora incanalare correttamente le mie emozioni perché ho chiuso da poche ore il libro e vi garantisco che è una di quelle storie che va fatta sedimentare per poterne assaporare tutte le migliori sfaccettature, ma allo stesso tempo sento il bisogno di scaricare le emozioni vissute e accumulate nella lettura. Tensione, ansia, angoscia. Quando dico che nella mia mente ci sarà ormai un prima e un dopo, voglio semplicemente sottolineare che per quanto mi riguarda da oggi in poi il romanzo di Federico Inverni sarà il mio metro di paragone, lo specchio nel quale affonderò tutte le letture appartenenti a questo genere.
Immaginate un’atmosfera cupa alla Sin City dove solo alcuni colori hanno il diritto e la capacità di essere spennellati nelle scene, il resto è solo buio, è solo notte. C’è un killer spietato, che abbandona le sue vittime nude, inermi, in luoghi dismessi e degradati di una città chiamata Haven. E c’è una profiler che lo cerca disperatamente per fermare la mortifera catena di follia. Accanto a lei un detective, Lucas, prova con il suo intuito infallibile a ricostruire i passi del killer, cercando di entrare nella sua mente al punto da confondere i confini della propria immaginazione con quelli dell’artefice di tutto questo male che sta strappando alla vita giovani donne innocenti. Ma Lucas è un uomo devastato, e lo è anche Anna, la profiler, entrambi vittime e carnefici di un passato che non li abbandona, che li segue come un’ombra sempre in agguato, pronta ad inghiottirli nelle tenebre. Lucas è uno spettro che cammina sopra le ceneri della sua vita passata, in bilico tra realtà e finzione, tra follia e ragione. Non riesce più a provare emozioni, passioni, non teme la paura ne il buio, ne l’oscurità. Non esistono ricordi per lui, solo il presente che grida al cielo più per sfogarsi che per dare una risposta e così facendo, cerca di sfruttare il suo intuito per entrare nella mente del killer perché è lì che si nasconde la verità, negli scantinati più oscuri della psiche umana. Sarà un viaggio pericoloso, intenso e travagliato nel quale un uomo dovrà fare i conti con la propria anima e una donna si troverà a combattere contro i suoi peggiori demoni perché non esiste modo di risolvere un enigma senza prima uscire dal labirinto della propria mente. È come se continuamente all’interno del libro la mente del lettore entrasse in contatto con quella dei protagonisti diventando un unico corpo. In poche parole, ad un tratto arriva un banco di nebbia che non permette più di avere una visione d’insieme razionale e questo accade nel momento in cui i personaggi da protagonisti diventano pedine controllate da un unico etereo soggetto: la mente umana, il territorio più selvaggio in cui l’uomo naviga senza bussola, il luogo nel quale nessuno è riuscito ad entrare completamente. In questo l’autore è stato grandioso perché è stato capace di portare gradualmente il lettore dentro un circolo vizioso in cui niente è come sembra, tutto può essere messo in discussione, avvalendosi dell’aiuto di un’atmosfera così cupa e realistica da sembrare vera, intrisa di vita nonostante sia la morte a dominare. Degno di nota è lo stile dell’autore, denso, vischioso al punto da incollarsi addosso al lettore, avvolgendolo completamente e alterandone le percezioni fino a renderlo parte integrante degli infiniti “scatti fotografici” che convulsamente escono dal romanzo stesso.
Avrete intuito che Il prigioniero della notte è un romanzo che vale davvero la pena di leggere, non solo perché è scritto divinamente ma anche perché, con le sue parole, riesce a dar vita ad un gioco di parti irresistibile e catartico, un thriller con i fiocchi, degno del nome che porta. Lo stesso autore ha voluto sottolineare nelle note finali che tutto è nato dal constatare quanto l’immaginazione e la mente stessa siano il motore che regola l’esistenza, sottolineando gli infiniti modi in cui una persona può diventare vittima dei meccanismi del proprio cervello, spesso impossibili e complicati da governare.
Per concludere, mi permetto di citare le parole stesse dell’autore, tratte dalle sue note, nelle quali si riflette parte del messaggio del libro e dell’incondizionato amore che noi lettori proviamo nei confronti di chi, ogni giorno, scrive e racconta storie.
Il bisogno di raccontare storie è perciò fondamentale per l’essere umano. Anzi di più: è fondante, è ciò che siamo. È nelle storie che la nostra memoria, cioè la nostra identità, si scatena-si libera dalle sue prigioni, e incontra la luce del giorno.
Senza storie, saremmo prigionieri della notte.
L'autore
FEDERICO INVERNI è uno pseudonimo dietro il quale si nasconde l’autore di questo romanzo d’esordio. Italiano, di circa quarant’anni, Federico ama le storie, da qualunque parte provengano. Si sente in pace circondato dalle pagine scritte, ma a volte ha l’impressione che i libri lo guardino. Del resto, i libri hanno una vita indipendente: ecco perché ha scelto di celarsi dietro un nome diverso e lasciare che «Il prigioniero della notte» trovi la sua strada e i lettori. E forse anche perché teme che i personaggi gli assomiglino troppo.
Nessun commento:
Posta un commento