Immaginate una serata come tante passata con gli amici. Poi, d'improvviso, il nulla. Vi risvegliate il giorno dopo, dall’altra parte dell’oceano, stesi su di una panchina nel bel mezzo della zona più selvaggia di Central Park a New York, ammanettati ad un uomo sconosciuto, dall’aspetto dismesso e confuso e con una pistola che non vi appartiene dentro la giacca. Che cosa avreste fatto?
Questo è quello che accade ad Alice, protagonista dell’ultimo romanzo di Guillaume Musso, che, senza riuscire a capire cosa le sia successo, si ritrova inchiodata al polso di un uomo anche lui ignaro dell’accaduto.
La sera prima erano entrambi nel vecchio continente, lei a Parigi, lui a Dublino e la mattina dopo, alle otto, si ritrovano seduti su di una panchina, disorientati, privati dei loro effetti personali e sinceramente preoccupati per la loro sorte. Intorno a loro un parco e in lontananza, il chiassoso ronzio di una città.
Dove si trovano? Chi li ha portati lì? E come?
CENTRAL PARK
Guillaume Musso
Traduzione a cura di Sergio Arecco
Casa editrice: Bompiani
Collana: Narratori stranieri
Genere: Giallo/Thriller
Pagine: 304
Prezzo: 18.00€
Ebook: 9.99€
Trama
New York. Otto del mattino. Alice, una giovane poliziotta di Parigi, e Gabriel, pianista jazz americano, si svegliano ammanettati tra loro su una panchina di Central Park. Non si conoscono e non ricordano nulla del loro incontro. La sera prima, Alice era a una festa sugli Champs-Elysées con i suoi amici, mentre Gabriel era in un pub di Dublino a suonare. Impossibile? Eppure... Dopo lo stupore iniziale le domande sono inevitabili: come sono finiti in una situazione simile? Da dove arriva il sangue di cui è macchiata la camicetta di Alice? Perché dalla sua pistola manca un proiettile? Per capire cosa sta succedendo e riannodare i fili delle loro vite, Alice e Gabriel non possono fare altro che agire in coppia. La verità che scopriranno finirà per sconvolgere le loro vite. Un thriller magistrale - oltre un milione di copie vendute in Francia - che conquista il lettore sin dalla prima scena e lo avvolge in una spirale implacabile.
Opinione di Sybil
Nell’esistenza ci sono rari momenti in cui si apre una porta e in cui la vita ci regala un incontro inatteso. Quello con l’essere complementare che ci accetta così come siamo, che ci prende nella nostra interezza, che indovina e accetta le nostre contraddizioni, le nostre paure, i nostri risentimenti, la nostra collera, il torrente di fango nero che cola nella nostra testa. E che ci placa. L’incontro con colui che ci tende uno specchio nel quale non abbiamo più paura di guardarci.
Alice è una combattente. È una donna dal carattere di ferro, che tiene alte le difese contro tutto e contro tutti. Non lascia intravedere nulla di se stessa, se non quanto basta a spianarle la strada nelle le relazioni con le altre persone. Non teme il rischio e ha un solo obbiettivo: scovare la verità, sempre e comunque. Non a caso è una poliziotta, capitano di una squadra investigativa francese che si occupa di tutti i casi più complessi. Stana rapitori, serial killer, delinquenti. È determinata tanto nel lavoro quanto nella vita. Poi, un giorno, dopo una serata passata con delle amiche di vecchia data, si risveglia alle otto di mattina su di una panchina fredda e rigida. Ha la camicetta sporca di sangue, gli occhi pesanti, la testa confusa. Si guarda intorno e vede solo alberi e cespugli. Un parco. Ma quale parco? Sicuramente uno dei tanti di Parigi. Ma come è finita lì, in quello stato? Non si ricorda nulla, nemmeno un dettaglio e cosa ancora più sconcertante, ammanettato al suo polso c’è un uomo ancora addormentato che non da segni di vita. Dopo essersi accertata della sua salute, Alice lo sveglia e iniziano lentamente a ricostruire l’accaduto. L’uomo sconosciuto si chiama Gabriel, è un musicista jazz e come lei, non si ricorda assolutamente nulla. La sera prima era ad un concerto a Dublino e ora invece, naviga unicamente nella confusione.
Con enorme stupore i due scoprono non solo di essere lontani dal luogo nel quale erano la sera prima, ma si accorgono di essere nel bel mezzo di Central Park, a New York, con una pistola a loro ignota alla quale manca un colpo nel caricatore.
Di chi è quel sangue? A chi hanno sparato? Perché sono lì?
Inizia così un viaggio che porterà i due protagonisti a scavare oltre il guscio della verità, facendo scoperte tanto devastanti quanto inaspettate. Alice, da bravo poliziotto raccoglierà tutti gli indizi a sua disposizione, cercando a poco a poco di ricostruire una storia folle, bizzarra, insensata. Avvalendosi della facoltà di non fidarsi di nessuno, cercherà di dare ascolto al suo istinto infallibile, diffidando dello stesso Gabriel che, seppur trovandosi nella sua stessa condizione, sembra essere un personaggio non più limpido di una pozza di fango.
Vi avverto, Central Park è uno di quei romanzi che non da tregua, che ti tartassa di giorno e di notte spingendoti a leggerlo pagina dopo pagina senza sosta. Strepitosa la ragnatela di intrecci che l’autore crea intorno ai personaggi, un rovo confuso di ipotesi, supposizioni, smentite e incertezze. La verità sembra vicina e un attimo dopo è lontana centinaia di chilometri, irraggiungibile e allo stesso tempo inimmaginabile. Per quanto mi riguarda, una sera non sono riuscita nemmeno ad addormentarmi sapendo di avere questo libro sul comodino. Nonostante l’ora tarda mi sono dovuta accendere la luce da lettura e mi sono immersa tra le pagine, testardamente affascinata dall’intreccio della storia di Alice e Gabriel. Nonostante nei libri appartenenti a questo genere la soluzione dell’enigma arriva sempre nelle ultime pagine, strada facendo ogni lettore costruisce mentalmente uno schema, si fa almeno un’idea, raccogliendo gli indizi sepolti dall’autore tra le parole e molto spesso le intuizioni iniziali racchiudono in parte la verità finale. In Central Park ho fatto lo stesso, ma con un risultato diverso. Ho costruito un castello di sabbia che però si è rivelato essere completamente differente dalla realtà dei fatti, niente di quello che mi ero immaginata era in realtà confrontabile con la realtà. E questo, a mio avviso, è grandioso, è il biglietto da visita che mi ricondurrà a leggere di nuovo un romanzo di Musso. Non ho mai letto quest’autore, ma da oggi, sono sicura che andrò alla ricerca dei suoi libri precedenti e ne aspetterò con ansia di nuovi.
Central Park è un romanzo dai mille volti, che associa abilmente uno stile concitato con un contenuto profondo e travolgente. Non si tratta solo di scoprire la verità pura e semplice, piuttosto di conoscere i personaggi, le loro paure, i loro segreti. Sia Alice che Gabriel hanno qualcosa da nascondere, da tenere al sicuro. Entrambi dotati di carisma, riescono a farlo con un’eccellente abilità, lasciando il lettore appeso al filo di un rasoio, con la costante consapevolezza di essere sempre un passo dietro di loro. Sono questi i dettagli che fanno di questo libro un ottimo thriller e che lo rendono irresistibile e coinvolgente, al punto da non riuscire più a farne a meno.
L'autore
GUILLAUME MUSSO(Antibes, 4 giugno 1974) è un romanziere francese, professore di scienze economiche e sociali al Centro Internazionale di Valbonne. Skidamarink (2001) è il suo primo romanzo, con uno stile che mescola enigmi e complotti tra Arturo Pérez-Reverte e Dan Brown. Nel 2004 L’uomo che credeva di non avere più tempo diventa un best-seller tradotto in più di venti lingue e che ha avuto un adattamento cinematografico. Con Central Park si conferma grande scrittore di thriller dal respiro internazionale.
3 commenti:
Bellissima recensione Sybil. Non fa parte del mio genere preferito quindi ho un po' paura a leggerlo
Bellissima recensione Sybil. Non fa parte del mio genere preferito quindi ho un po' paura a leggerlo
Carissima Bruny, anche io tempo fa non ero amante del genere... Un giorno, per caso, ho letto il libro giusto e tutto è cambiato. Ora lo adoro. Per quanto riguarda questo libro posso dirti che è un thriller davvero eccezionale, ottimo per iniziare l'avventura...
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