Collana: Omnibus
Pagine: 391
Genere: narrativa contemporanea
Prezzo: € 19.00
ebook: € 9.99
Sono orgogliosa e - lo ammetto - compiaciuta nel
riportare in questo post la splendida chiacchierata virtuale che
Donatella Rizzati , disponibile e cordiale, ha concessa alla
sottoscritta.
L' autrice di quello che annovero tra i miei libri preferiti dell' ultima annata, si è davvero lasciata andare tra le righe, e ha parlato moltissimo di sé, del suo lavoro, della sua filosofia di vita. Il risultato di questo brainstorming è un' intervista ricca, tutta da gustare e sulla quale riflettere a fondo, indugiando su concetti chiave esposti con spontaneità e lungimiranza.
Ancora una volta, e ancor più alla luce di quanto raccontato da Donatella Rizzati, il mio invito è di non lasciarsi scappare La piccola erboristeria di Montmartre: una lettura che sono certa sappia risvegliare emozioni diversissime da persona a persona , nonché fornire spunti di riflessione e costituire stimolo a uno sguardo più empatico, bendisposto, verso se stessi e verso gli altri.
Ancora grazie infinite a Donatella !
L' autrice di quello che annovero tra i miei libri preferiti dell' ultima annata, si è davvero lasciata andare tra le righe, e ha parlato moltissimo di sé, del suo lavoro, della sua filosofia di vita. Il risultato di questo brainstorming è un' intervista ricca, tutta da gustare e sulla quale riflettere a fondo, indugiando su concetti chiave esposti con spontaneità e lungimiranza.
Ancora una volta, e ancor più alla luce di quanto raccontato da Donatella Rizzati, il mio invito è di non lasciarsi scappare La piccola erboristeria di Montmartre: una lettura che sono certa sappia risvegliare emozioni diversissime da persona a persona , nonché fornire spunti di riflessione e costituire stimolo a uno sguardo più empatico, bendisposto, verso se stessi e verso gli altri.
Ancora grazie infinite a Donatella !
L' intervista
Cosa rappresenta per te la
naturopatia , e qual è stata la molla che ti ha spinta a scrivere una storia di
amore e di amori, di rancori, di problematiche familiari, legata all’
olismo?
Quando ho cominciato a scrivere la
storia di Viola che è appunto una storia di conflitti che soltanto alla fine
trovano una risoluzione in un contesto più ampio che li comprende e assorbe
tutti, mi è venuto spontaneo assimilare questo quadro alla filosofia olistica.
Un principio basilare dell’olismo è, appunto, che le parti sono meno importanti
e meno funzionali dell’intero che vanno a comporre, quindi, se lo interpretiamo
in senso più ampio, è un principio che esorta a superare il particolare, il
contingente immediato perché sicuramente l’insieme offrirà nuovi spunti, visuali
inaspettate. I conflitti, soprattutto familiari, spesso restano irrisolti e si
incancreniscono proprio perché non riusciamo a “sollevarci”. La mia intenzione
era mostrare, con l’esempio di Viola, che esiste una via possibile per
ripristinare un equilibrio che si pensa irrimediabilmente perduto.
Perchè scrivere una storia intrisa di
positività e di possibilità, partendo dalla morte, dalla perdita?
Per il contrasto, senza ombra di
dubbio. La morte di una persona cara è il dolore più grande con cui una persona
possa misurarsi. Mi interessava molto analizzare e illustrare il percorso di
elaborazione del lutto e il suo conseguente superamento, anche perché ritengo
che sia un cammino simbolico, universale. Mi piacerebbe se fossero in molti a
potersi riconoscere nei passi, a volte claudicanti, di Viola.
Perché hai scelto proprio Parigi come
location per la tua storia?
Ho amato Parigi ancor prima di
vederla, da bambina. Avevo una maestra innamorata di quella città e della
lingua francese, infatti è stata lei a insegnarmela per la prima volta. E
insieme alle parole e alle regole grammaticali mi ha trasmesso anche tutto il
fascino che Parigi esercitava su di lei. Poi le mie letture, una su tutte
Nôtre-Dame de Paris di Victor Hugo, non hanno fatto altro che accrescere la
curiosità, e insieme le fantasie, su quello che ormai era diventato un luogo da
sogno. Poi finalmente, a vent’anni, in macchina con due amici sono arrivata
nella mia città... ed è stato il consolidarsi di un amore che era già sbocciato
molto tempo prima... Ho ritrovato tutto quello che avevo letto e immaginato: i
ponti, i tetti, le ringhiere liberty, gli edifici bianchi, i giardini, la
luce... Parigi è la mia città del cuore, e ambientare lì il mio romanzo è stata
la cosa più naturale del mondo, non mi sono nemmeno posta il problema del
“dove”, era scontato che fosse lei la prescelta.
Qual è il tuo modus operandi quando
ti accingi a scrivere? Rifletti davanti ad un antico
scrittoio con una penna stilografica in mano a lume di candela , o lavori
come un ipertesto affidandoti alle tecnologie più disparate e ai
post-it per fissare il pensiero fuggevole?
Premetto che, purtroppo, non sono mai
stata, né sarò mai, una prsona metodica. La scrittura per me non è qualcosa che nasce spontaneamente e
fluisce senza interruzioni finché l’ispirazione non è passata. Al contrario, la
scrittura è ricerca, non solo di parole, ma anche di suoni, di ritmo, di
capacità evocativa... e tutto questo richiede molto impegno e tempo. Quindi,
per tornare alla domanda, appunto i pensieri estemporanei su un quaderno, poi
mi siedo al pc e ci resto finché quei pensieri non hanno trovato la forma che
ritengo più adeguata. Il che significa che per giorni cerco di rimanere seduta
alla scrivania per almeno... venti minuti consecutivi... poi scatta la
passeggiata riflessiva in tutta la casa.
Come nasce la figura di Viola?
Viola nasce da tante storie. È il
frutto di tante serate e tanti pomeriggi
passati con le amiche a raccontarsi e raccontare, a ragionare e dare consigli. Quando
ho cominciato a scriverla, a farla parlare, non avevo in mente un modello in
particolare, ma tanti piccoli particolari appartenenti a persone diverse. Poi a
poco a poco, lei ha assunto una sua personalità, è diventata indipendente e si
è trasformata in qualcosa di ancora diverso dal già variegato pot-pourri da cui
ero partita.
Quanto c’è di te in Viola? E negli
altri personaggi?
Ecco, mi riallaccio subito alla
domanda precedente: come ti ho detto, a un certo punto Viola ha preso la sua
strada, è diventata reale e... ha finito per somigliare a me! Non è mai stato
nelle mie intenzioni, però a detta di tutti gli amici e parenti che hanno letto
il libro, Viola sono io. Non c’è alcunché di autobiografico nella sua storia,
che è totalmente inventata, però credo che alla fine molte delle sue reazioni,
molta della sua emotività appartengano a me. Se sia un bene o un male, non lo
so, ma forse è stato semplicemente inevitabile.
Nel romanzo l' intesa al femminile è
una vera e propria terapia, e coinvolge donne di età ed esperienza diverse che
si arricchiscono relazionandosi l' una all' altra. Quanto è
importante secondo te l' amicizia al femminile nella vita quotidiana?
Le amiche sono sempre state di
fondamentale importanza per me. Per quanto io sia una persona che sta bene da
sola, tanto è vero che mi sono trasferita in un paesino minuscolo praticamente
lontano da tutto, la certezza degli affetti è un pilastro imprescindibile nella
mia vita e gli affetti femminili sono i più importanti. La complicità,
l’accettazione senza riserve, il confronto con l’altra, simile e diversa allo
stesso tempo, sono aspetti unici dell’amicizia fra donne, non credo si possano
trovare in relazioni di altro genere e penso che siano elementi di cui tutte
abbiamo bisogno. Una complementarità che è scambio e crescita.
Nel romanzo compaiono piatti gourmet,
locali sfiziosi con immancabile tocco di originalità : sei una persona
mondana, ami i piaceri della vita..?
Mondana proprio non direi... al
contrario, non amo girare per locali a meno che non si tratti di luoghi davvero
particolari. Amo ascoltare musica dal vivo, di qualsiasi genere, mi piacciono
le vibrazioni degli strumenti... Poi, se parliamo di piaceri molto “terrestri”,
mangiare bene e bere bene, in compagnia degli amici... be’, è quanto di meglio
possa immaginare per le mie serate.
Passiamo alla parte romantica della
storia: parlaci di come si è sviluppata nella tua mente la relazione tra Viola
e Romain: due personaggi " ai margini" , difficili , tormentati,
imperfetti: che sebbene scostanti e " randagi" riescono a
sviluppare un' intesa fortissima
Uhm, in questo caso la risposta richiede
una premessa: ho scritto la storia d’amore fra Viola e Romain in un momento
molto difficile, forse il meno indicato per parlare d’amore, perché avevo
appena chiuso una storia molto importante. Inizialmente non l’avevo immaginata
così, ma credo che, come è accaduto per il personaggio di Viola, alla fine
anche nella loro relazione è finito qualcosa di personale. Io mi sentivo una
“sopravvissuta” e quindi mi è venuto naturale raccontare una storia che in
parte rispecchiasse le emozioni che provavo in quel periodo. Credo di poter
dire che sia stata una sorta di terapia per me, soprattutto considerando il
fatto che mi ha consentito di avere accanto il mio uomo ideale... anche se per
il momento soltanto sulla carta...
Torniamo pragmatici: come è nata la
tua relazione con Mondadori, e come hai vissuto il tuo rapporto con la CE
?
Se sono entrata in Mondadori, lo devo
soltanto alla mia agente, Laura Ceccacci. È stata lei a proporre il mio
progetto alla persona giusta, Giulia Ichino, che poi è stata per mia fortuna la
mia editor. Anzi, definire Giulia “soltanto”
un’editor non basta. Lei è stata molto di più, mi ha guidata, con
pazienza e molta comprensione per tutto il percorso che abbiamo seguito
insieme, è stata sempre al mio fianco, disponibile, gentile, ma anche severa
quando è stato necessario. Dire che lavorare insieme a lei è stata
un’esperienza bellissima, sotto tutti gli aspetti, potrebbe apparire retorico,
ma il bello è che risponde alla verità. Non avrei potuto iniziare il mio
cammino di autrice con una persona migliore.
Nuovi progetti nel cassetto?
Ho una storia che mi gira nella testa
già da un po’, ma sono ancora in fase di
riflessione. Le sto dando forma. Adesso sono nel periodo “pensieri estemporanei
appuntati sul quaderno”.
Qual è il messaggio che vuoi
trasmettere al tuo lettore con La piccola erboristeria di Montmartre?
Che la rinascita è potenziale in
ognuno di noi, che l’amore, inteso in senso universale, può essere uno degli
strumenti più potenti che abbiamo per riconoscere qual è il percorso che può
rivelarsi quello giusto per noi.
Che amare noi stessi è il primo passo
da compiere. Il resto viene di conseguenza.
Il link Amazon per l' acquisto del romanzo:
https://www.amazon.it/piccola-erboristeria-di-Montmartre-ebook/dp/B01BUNSKCA/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1464616391&sr=8-1&keywords=donatella+rizzati
La recensione di Sognando tra le Righe:
http://sognandotralerighe.blogspot.it/2016/04/la-piccola-erboristeria-di-montmartre.html
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