Ho avuto il privilegio di conversare con Giuseppe Russo, e grazie al suo approccio diretto e cordiale ho potuto avvicinarmi allo spirito della sua ricerca storico-artistica: basata sugli avvenimenti raccontati da chi li ha vissuti, su immagini ed emozioni, e non su date e nomi altisonanti. Attraverso Giuseppe ho compreso come i fatti che hanno segnato pesantemente generazioni, famiglie, territori, non debbano essere classificati come " nozioni da imparare a memoria", ma come parte integrante del nostro presente. E ho capito che se uno storico divulga i suoi studi adottando un metodo piacevole e un linguaggio accattivante, il fruitore si può divertire, arricchendosi culturalmente e spiritualmente al contempo.
Il risultato del nostro scambio di opinioni è questa intervista, facente parte di un progetto articolato di promozione del lavoro di Giuseppe Russo; che mi auguro contribuisca a diffondere quel patrimonio di conoscenze ed esperienze aventi implicazioni universali a venire, perchè esse non cadano nell' oblio.
Vi ricordo che cliccando QUI avrete tutte le informazioni relative al blog tour: il calendario delle tappe, le coordinate per l' incontro di presentazione del libro che si svolgerà a Roma il 10 ottobre, le regole di partecipazione al contest culturale, il minibanner da stampare per ricevere una sorpresa in sede di incontro.
E ora, godetevi questa stimolante conversazione, informale ma pregna di contenuto!
TAPPA N. 3: INTERVISTA ALL' AUTORE
Innanzitutto, per
poterci relazionare correttamente allo spirito della tua ricerca, vorrei che ci parlassi un po’ di te, del tuo
percorso personale e in particolare del tuo
approccio alla storia e all’ arte .
Beh il mio percorso personale
verso arte e storia è piuttosto "popolare". La Reggia di Caserta, con
il suo immenso parco, appena fatto visitare ad una mia amica americana, è stata
la mia mamma culturale. Pensa che ho imparato a camminare alla Flora, ovvero dentro
i fantastici giardini adagiati sul lato della facciata del palazzo reale (oggi
purtroppo chiusi). Non puoi non assorbire il bello, la natura e l'arte se vivi
all'ombra di un tale monumento. Per la storia, già spinto dalla necessità di
capire il luogo in cui normalmente passavo il mio tempo da ragazzo spensierato,
sono stato catapultato negli eventi tragici delle guerre mondiali dai racconti
di famiglia. E qui c'è una grossissima differenza che oggi guida il mio
concetto di "riappropriazione della storia": i racconti che ascoltavo
erano quelli di componenti più o meno
intimi della mia famiglia, tutte persone normalissime. Il nonno materno e la
sua guerra, lo zio paterno morto di polmonite sotto le armi, mia madre che
dovendo evitare i tedeschi fu quasi soffocata da mia nonna quando si ruppe il
piede durante i rastrellamenti, non potendo permettersi di urlare per il
dolore, o i racconti di mio padre uscito sotto i bombardamenti a Catania perché
affamato e stufo di aspettare qualche iniziativa di mio nonno. Ma la grossa
differenza, cui ho accennato prima, è che in quei racconti non si parlava di
grandi strategie mondiali, né di altisonanti nomi di generali, assassini o
liberatori. In quei racconti si parlava di persone comuni, di omicidi piccoli e
grandi, di violenze carnali alle donne, di case requisite e di monumenti
abbattuti. Si parlava il linguaggio della storia vera, quella che non annoia ma
fa riflettere. Mi scusino i lettori, ma altro che
fantasy o saghe, e quando sento persone molto intelligenti che ancora tirano fuori la frase tipo "non è proprio il mio genere", allora si che non riesco a capire. Anche io amo la fantascienza, ad esempio, e guarda caso le storie inventate riguardano sempre gli stessi "temi" di una guerra che abbiamo subito realmente. E' tanto strano leggere di battaglie, lotte di potere, o di civili rastrellati dai tedeschi piuttosto che di Mordor o dall'Impero di Dart Vader ? Siamo davvero sicuri che stiamo facendo la scelta giusta e non abbiamo grossi pregiudizi anche leggendo il testo, e magari arronziamo perché "tanto non è il nostro genere" ?
fantasy o saghe, e quando sento persone molto intelligenti che ancora tirano fuori la frase tipo "non è proprio il mio genere", allora si che non riesco a capire. Anche io amo la fantascienza, ad esempio, e guarda caso le storie inventate riguardano sempre gli stessi "temi" di una guerra che abbiamo subito realmente. E' tanto strano leggere di battaglie, lotte di potere, o di civili rastrellati dai tedeschi piuttosto che di Mordor o dall'Impero di Dart Vader ? Siamo davvero sicuri che stiamo facendo la scelta giusta e non abbiamo grossi pregiudizi anche leggendo il testo, e magari arronziamo perché "tanto non è il nostro genere" ?
Anche se parli di storia non sei affatto un “topo da biblioteca” immerso in una realtà parallela, al contrario nella vita di tutti i giorni una
persona attiva e “sociale” : in che modo questo tuo modo di essere si riflette
sul tuo lavoro?
Si riflette in maniera
riflessivo, empatico e comunicativo. Alle volte mi fermo a pensare agli eventi
che viviamo oggi, ad esempio le tragedie della guerra in Siria, o la caduta di
storici dittatori come Hussein, o ancora l'abbattimento delle Torri a New York,
e provo ad immaginare cosa leggeranno e comprenderanno i figli di mia figlia. L'essere
immerso nella normalità dei problemi quotidiani mi permette di comprendere che
tutti gli attori del nostro passato avevano vite normali. Erano madri, figli,
padri, lavoratori, volevano magari solo tornare a casa e stare bene, e invece
hanno subito la peggiore delle tragedie: la stupidità umana. E' esattamente la
stessa cosa che accade ogni giorno in altre parti del pianeta, mentre noi siamo
tranquillamente seduti a guardare le News, e quasi assopiti ci lasciamo
scorrere davanti agli occhi le tragedie di un bambino morto sulla spiaggia.
Poteva essere mia figlia. Questo penso nella mia normalità, e quando guardo le foto della seconda guerra
mondiale, e scorgo la luce del terrore e della pena negli occhi dei soldati
dell'epoca, e ancor più in quelli dei civili, e osservo cosa accadde alle
piazze, alle chiese, ai nostri palazzi storici e anche a stadi e ritrovi
popolari, beh allora riesco ad immaginare il dolore di chi oggi si trova negli
stessi orrori. Cosa posso fare io per onorare, indipendentemente dall'ideologia
delle parti in causa, il volto umano di tutti quegli esseri che forse
inconsapevolmente combatterono senza capirne la ragione ? Beh, posso raccontare
la loro storia affinché le nuove generazioni siano in grado di evitare la
discesa all'inferno, quel decadimento di valori e idee che arriva sempre prima
di ogni guerra. Forse stiamo nuovamente perdendo la bussola, e guarda caso a
scuola si eliminano materie come l'arte e la storia dai percorsi di studio.
Fatevi i vostri calcoli. Ci conviene? Non sono un genio, nemmeno uno scrittore,
anzi forse faccio pena, ma so che ho il dovere di raccontare la storia in modo
semplice nel tentativo di recuperare un pizzico di interesse con episodi reali
e vicini alla gente comune. Le presentazioni mi danno ragione. La gente deve
solo essere stimolata, e ci vuole ancor meno per l'intelletto dei ragazzi. Io
ci provo, nonostante i "non è proprio il mio genere". Forse sono solo
un Don Quijote de la Mancha. Aiutatemi, non ne ho bisogno io per vedere pochi
libri che non mi renderanno certo ricco. Ne abbiamo bisogno tutti, come
società.
Quali sono le
motivazioni che spingono un uomo giovane e integrato nella realtà quotidiana a
riflettere sul passato e a volerne trasmettere il ricordo?
Scusatemi, ho risposto già sopra ! Ahahah.
A chi si rivolge
principalmente il tuo lavoro? Qual è il tuo obiettivo principale?
All'inizio ho navigato a vista.
Poi delle persone davvero speciali, incontrate durante le prime presentazioni,
hanno introdotto il mio libro come "seminario" in diverse scuole
medie e superiori. Beh ho capito che, oltre al normale target di lettori
adulti, devo operare come "ambasciatore della storia" per i ragazzi.
La più grande soddisfazione è stata la voglia, l'attenzione e l'interesse di
ragazzi che addirittura ancora non avevano studiato quel periodo storico.
Gli episodi normali che racconto ne I CADUTI DI PIETRA, come la perdita dell'unico stadio di proprietà del Calcio Napoli, hanno immediatamente "avvicinato" i ragazzi alla dimensione della storia. Vorrei che i giovani e gli adulti si sforzassero di leggere qualche libro di storia più leggero come il mio, e si sforzassero anche di superare i pregiudizi recuperando un interesse che ritengo sia solo "insabbiato" nelle nostre voglie. Siamo abituati troppo alla finzione e agli effetti speciali, e quando si inizia a leggere un libro di storia si pensa "non è proprio il mio genere". Ripeto, ne siamo sicuri o siamo solo troppo abituati ad un pregiudizio commerciale? Io proverei diversi testi e soprattutto a leggerli in maniera più empatica e non frettolosa. Sta a vedere che la storia è interessante come Harry Potter, e che le storie d'amore e di eroismo si trovano anche nei saggi storici ? Provateci !
Gli episodi normali che racconto ne I CADUTI DI PIETRA, come la perdita dell'unico stadio di proprietà del Calcio Napoli, hanno immediatamente "avvicinato" i ragazzi alla dimensione della storia. Vorrei che i giovani e gli adulti si sforzassero di leggere qualche libro di storia più leggero come il mio, e si sforzassero anche di superare i pregiudizi recuperando un interesse che ritengo sia solo "insabbiato" nelle nostre voglie. Siamo abituati troppo alla finzione e agli effetti speciali, e quando si inizia a leggere un libro di storia si pensa "non è proprio il mio genere". Ripeto, ne siamo sicuri o siamo solo troppo abituati ad un pregiudizio commerciale? Io proverei diversi testi e soprattutto a leggerli in maniera più empatica e non frettolosa. Sta a vedere che la storia è interessante come Harry Potter, e che le storie d'amore e di eroismo si trovano anche nei saggi storici ? Provateci !
I caduti di pietra
sono la testimonianza della storia, dell’estetica di un popolo, di vite
vissute, spezzate, di gioia e di dolore . Trovi che il termine “beni culturali” definisca al meglio questo concetto, o ne
limiti la valenza ?
Il termine beni culturali è più
votato all'economia e allo sfruttamento dei nostri tesori. Anche questa visione
amministrativa della nostra cultura è pericolosa e fuorviante. Io non la
preferisco. Io vorrei fosse ripristinato il giusto termine di PATRIMONIO
ARTISTICO. Il vecchio termine, patrimonio, racchiude in sé tutta la bellezza di
un'eredità lasciata dal passato, e non si limita al solo valore economico
indicato con il termine moderno di beni culturali. Qui dobbiamo far passare che
sfruttare economicamente il patrimonio, con le dovute cautele, è ottimo anche
per diffondere la cultura e vincere il degrado, ma non si può ridurre un'eredità millenaria alla stregua di un
telefonino da venderci con bella pubblicità. Per me una piazza, una chiesa, un
bar storico, un lungomare, uno stadio, una reggia, rappresentano un patrimonio
e la mia tradizione. Non svendiamo l'anima al diavolo.
Durante la Seconda
Guerra Mondiale la Campania è stata martirizzata, saccheggiata , devastata su
più fronti. Qual è secondo te l’ atteggiamento generalmente adottato al giorno
d’ oggi nel parlarne? Ritieni che venga data la giusta rilevanza ai fatti
accaduti?
I fatti sono completamente
dimenticati. Rilevanza ? Con persone che continuano a dire "non è proprio
il mio genere" ? Sia chiaro che non le condanno. La colpa è di chi per
mestiere diffonde la cultura storica. Se lo si fa principalmente in modo
"pomposo, autoreferenziale e narciso", ovvero si scrivono testi di
600 pagine con paroloni da enciclopedia della lingua italiana, presentando
sempre le visioni maniacali dello scontro tra attuali ideologie politiche e
ritorni di fiamma per il passato politico italiano, è ovvio che i giovani
scappano e sono solo abituati al genere fantasy o rosa. Ma come, siamo nell'era
di twitter dove in 140 caratteri si deve comprimere un concetto, e questi
continuano a scrivere 600 pagine sul perché il comunismo, o perché il fascismo
o il nazismo ? La storia è fatta di episodi accaduti alla vicina, alla piazza
del paese, alla chiesa madre o all'ospedale con dottori impegnati ad operare
per strada sotto le bombe. In 220 pagine ho raccontato una storia vicina agli
italiani, addirittura inserendo accenni al periodo storico e alle leggi che
hanno tentato di tutelare il nostro patrimonio culturale. Il lettore deve poter
leggere velocemente in modo da soddisfare le proprie curiosità e non annoiarsi.
Siamo nel 2015 e in mano abbiamo telefoni che sono computers, e qualcuno ancora
si meraviglia che i libroni di 600 pagine allontanino dalla storia.
Abbiamo capito che il
tuo approccio alla storia non è “ classico” o pedante. Come ti relazioni invece
con l’ atteggiamento contrario, quello di
film come “Monuments Men”, ovvero con la spettacolarizzazione?
Per certi versi è un male
necessario. Diversi lettori iniziano a sviluppare la giusta curiosità su
argomenti storici grazie al cinema. Alcuni film, poi, come quello che hai
nominato di Clooney, sono basati su solide basi letterarie. Proprio Monuments
Men è basato sui testi del grande ricercatore statunitense Robert Edsel. Certo
la spettacolarizzazione distorce sempre la realtà, creando dei falsi miti in
talune occasioni, ma meglio fare troppo che non fare nulla. Spero solo che i
registi si avvalgano sempre più di storici per la sceneggiatura, e non si
basino solo su spezzoni di informazione letti qui e là sulla rete.
Il messaggio sulla
deturpazione storica e culturale è quanto mai attuale. Qual è il concetto più
importante che vuoi trasmettere alle
generazioni che verranno?
Vorrei diffondere curiosità. Dove
c'è curiosità c'è critica, e quindi voglia di conoscere e migliorare. Nessuno
si sogna di accettare passivamente la distruzione della propria casa. Vorrei
che gli Italiani tornassero a pensare ai monumenti come casa propria, e quindi
ad incuriosirsi e scoprirne la storia.
Una volta aperta la porta della cultura il gioco è fatto. Le nuove generazioni saranno i custodi del
futuro di questo passato che noi stiamo talmente trascurando da non conoscere
nemmeno qualche piccola curiosità storica. Quanti di voi collegano il Calcio
Napoli alla Seconda guerra mondiale? O i facoltosi proprietari del noto Caffè
Gambrinus alla Villa Comunale di Napoli e alla scomparsa di un chiosco storico
? Quanti di voi sanno che nascevano neonati nel sottosuolo e che si tentò di
cucinare con l'acqua di mare ? Qualcuno sa che la Basilica di Santa Chiara
bruciò per giorni tanto da trasformare le sculture in polvere ? E avete mai
sentito parlare degli orti di guerra ? Cioè di coltivazioni sparse anche nelle
aiuole cittadine di tutte le città italiane ? Incuriositevi alla vostra storia,
perché ogni cosa che fate oggi lo dovete ad azioni iniziate ieri. E smettiamola
anche con la stupida e speculativa abitudine di differenziare i testi tra
"locali" e "generali". Qualcuno mi ha detto "il tuo è
un testo di storia locale", ma l'ho freddato subito e ha cambiato idea.
Quando gli ho fatto presente che nel testo, grazie alla ricerca seria che ho
fatto, ho dimostrato che la Campania si ritrovò nello scomodo ruolo di
"tragico esempio per terrorizzare il resto del Paese", beh il tizio
ha cambiato idea e ha poi scoperto che avevo ragione. Secondo voi le tragedie
accadute nel nord della penisola non mi riguardano ? E se la mia regione fu
martellata tremendamente per far crollare "il sistema nervoso" di
tutto il resto degli italiani è un problema solo dei napoletani ? Ma lo sapete
che da Bologna si sono interessati al mio lavoro ? E che studiano la guerra in
Campania come faccio io ? Continuiamo ad andare avanti per pregiudizi. Per
favore svegliamoci, e non facciamo passare mode errate che servono solo agli
speculatori della cultura e del libro.
La Scheda del Libro
GIUSEPPE RUSSO
I CADUTI DI PIETRA
Storia di una regione in cui cadde
anche la cultura
Collana: Campania 1940 - 1943
Genere: Saggio storico
Editore: Photocity Edizioni
Data pubblicazione: 24/03/2015
Genere: Saggio storico
Editore: Photocity Edizioni
Data pubblicazione: 24/03/2015
Numero di pagine: 224
Formato: Cartaceo - A breve anche in formato E-book.
Prezzo: 12,50€
Sinossi:
Il 10 giugno del 1940 l'Italia fascista entrava in guerra, persuasa da un'illusione storica e da calcoli politico-militari totalmente errati. A Napoli, diventata uno strategico trampolino di lancio verso il Mediterraneo, la guerra portò enormi disastri, inghiottendo non solo più di ventimila civili innocenti, ma danneggiando e devastando per sempre una grande fetta del patrimonio storico, artistico e culturale della città. La stessa sorte, seppur in misura minore rispetto alle tragedie della problematica città partenopea, toccò ad altre zone della regione. Numerosi centri furono prima bombardati dagli angloamericani, poi colpiti dai nazisti in ritirata, e successivamente usati e violentati dall'occupazione degli Alleati. Questi ultimi, inizialmente definiti "liberatori", alla fine agirono ugualmente come un esercito d'occupazione feroce e non meno odioso del nemico in ritirata. Gli anni della guerra, in Campania, furono tre volte più devastanti che nel resto d'Italia. Non caddero solo militari e civili. Caddero anche le pietre angolari della nostra cultura.
L' Autore
Giuseppe Russo, classe '72, amante della storia e delle tradizioni locali italiane ed europee, tecnico informatico, web master, scrittore di testi tecnici e dottore in scienze del turismo per i beni culturali cum laude (Master in Culture Ambientali in corso), si dedica da anni alla ricerca storica sulle deturpazioni culturali subite durante i periodi bellici del '900. Proprio a seguito di questa passione, termina il percorso universitario con una tesi che oggi rappresenta la base fondante del suo progetto personale: il recupero dei beni culturali e delle tradizioni locali perse o deturpate durante la Seconda Guerra Mondiale. Impegnato da tempo nel sociale, ha in corso progetti legati alla tutela dell'infanzia che stanno per concretizzarsi in una collana di favole che permetterà, attraverso la completa donazione dei proventi, la messa in sicurezza di istituti scolastici e strutture di accoglienza per bambini. La sua filosofia è semplice: ricordare il passato per costruire un futuro migliore. Su questo motto continua giornalmente ad impegnarsi per contribuire culturalmente, e anche come volontario di diverse associazioni nazionali, alla rinascita del territorio e dei beni culturali italiani.
Dove acquistare:
Sito ufficiale editore ( http://bit.ly/1Iu6Cx5 )
Ibs ( http://bit.ly/1FdIvnj )
Pagina punti vendita/librerie ( http://bit.ly/1zUjE5X )
Contatti
Twitter @cadutidipietra
Mail dell' Autore: giuseppe.russo@icadutidipietra.it
Sito ufficiale
Sul sito ufficiale potrete trovare bellissime immagini, leggere alcuni estratti dal libro e approfondire il progetto culturale di cui fa parte I caduti di pietra.
Nessun commento:
Posta un commento