La prima cosa che mi son chiesta una volta letto il titolo del romanzo di Lucia Del Pasqua è stata questa: sono dipendente dal tasto invio? Superato il blocco iniziale che mi suggeriva di non ritenermi minimamente assoggettata da qualcosa di diverso dai libri, dalle patatine in busta e dal gelato, mi sono ritrovata a rispondere in silenzio che sì, anche io ne sono dipendente. Non mi vergogno a dire che anche io sono una di quelle persone che quando viene a mancare la corrente non si preoccupa del fatto che per delle ore non ci sarà la luce in bagno o che non si potrà usare l’acqua calda, piuttosto mi dispero perché insieme alle lampadine non funzionerà nemmeno il router per l’adsl e addio wifi, addio chat, addio blog, addio tutto.
Quindi sì, sono dipendente dal tasto invio, ma nel senso buono. Non mi vedrete mai al ristorante con il telefono in mano, ne la sera prima di dormire. Ci sono dei luoghi sacri insomma.
Quella certa dipendenza dal tasto invio parte da questo presupposto senza giudicare chi come me appartiene a questa era socialmente virtuale, affrontando il tema con una limpidezza disarmante e portando il lettore a riconoscersi costantemente in molti dei comportamenti e dei pensieri della protagonista.
Con ironia e carisma, Lucia Del Pasqua ci regala un romanzo scoppiettante e sincero, di quelli che parlano chiaro sin dalle prime pagine
BALDINI E CASTOLDI
QUELLA CERTA DIPENDENZA DAL TASTO INVIO
Lucia Del Pasqua
Casa editrice: Baldini e Castoldi
Genere: Romanzo contemporaneo
Pagine: 352
Prezzo: 16.00€
IN LIBRERIA DALL’8 LUGLIO 2015
Trama
Mentre Penelope agogna l’impossibile ritorno delle cabine telefoniche e l’autodistruzione di qualsiasi social network, trova il suo Ulisse online. E la fashion blogger cinicasi ritrova a Itaca.
Un gatto per il quale Penelope nutre un amore sconfinato, e viceversa, per questo l’ha chiamato Saffo, un Mac dove scrivere noiosissimi e inutili pezzi sulle ultime tendenze, un piccolo bilocale, e la decisione di essere una fashion blogger di professione, e quindi di vivere di hashtag, e di soventi manifestazioni d’ipotetici «influencer» e orribili shatush.
Penelope odia la moda ma ci lavora, odia quelli della moda, ma ci esce, non ha un buon rapporto con i social network, ma ci campa, sogna le chiamate al telefono fisso e invece manda messaggini con facce, simboli e parole mozzate, non ha mai avuto storie, ma ha tanti uomini, perché ha sempre pensato che l’Illuminismo fosse più conveniente del Romanticismo. Fino a quando conosce Yiannis, su Facebook. Peccato viva ad Atene. Dopo mesi di chat i due concretizzano il rapporto virtuale materializzandosi a Parigi, dove Penelope avrebbe dovuto iniziare un libro. Da lì è tutto un rimbalzare tra Italia e Grecia, mentre Penelope da libertina e cinica diventa sempre più gelosa e paranoica, e Yiannis di conseguenza distaccato. Era più facile essere «illuminista».
Opinione di Sybil
Quella certa dipendenza dal tasto invio è un romanzo che si può benissimo adattare ad ogni condizione di lettura, sia sotto l’ombrellone che sul portico di casa. Se posso però darvi un consiglio, non iniziatelo la sera prima di dormire perché altrimenti vi troverete costretti a restare alzati fino alle 4 del mattino! Questo è ciò che è successo a me. Vado a letto, mi metto comoda, occhiale ben piazzato e mi dico:”leggo la prefazione soltanto e poi continuo domani”. Sì, ok, sono le tre e ancora sono lì, con più del 50% delle pagine lette. Quindi, se non volete regalare ore di sonno all'etere, iniziatelo di giorno, perché credetemi, lo stile di Lucia Del Pasqua è magnetico, ammaliante, diretto e senza veli, di quelli che non smetteresti mai di leggere.
Veniamo ora alla storia.
Penelope è una trentenne cinica, ambiziosa, indipendente. È una fashion blogger che guarda il mondo della moda con occhio critico e disinvolto, ama il suo gatto, la sua vita, il suo piccolo loft a Milano. Adora ciò che è riuscita ad ottenere, con i suoi sacrifici e le sue interminabili scalate. Adora gli uomini, ma non crede nell'amore, quello vero, quello che si sogna da bambine, il principe azzurro intendo, impeccabile e senza ogni ombra di dubbio perfetto. Ha molte relazioni, ognuna delle quali la porta però ad un vicolo cieco. Nessuno degli uomini che frequenta è riuscito a darle o a suscitarle amore (se non nel modo sbagliato) e questo inevitabilmente scava un solco profondo dentro di lei. Un giorno però accade qualcosa di imprevedibile: Penelope si scopre desiderosa di incontrare l'uomo giusto, colui con il quale intraprendere un cammino insieme sotto la promessa del per sempre. Lei che da anni insegue la sua indipendenza, vuole un uomo che se ne prenda cura, che la porti a dormire se si addormenta sul divano, che le prepari la colazione mentre lei aspetta beata a letto, una roccia, un punto fermo. Vuole un uomo vero, maturo, non un eterno Peter Pan. D
esidera un uomo che non perda tempo ad imbalsamare i capelli con il gel o che tenga la barba solo perché di moda e che non vada in giro con la piega sui pantaloni, ma che la faccia sentire unica, speciale, desiderabile. Ciò che scoprirà sulla propria pelle è che in amore non ci sono regole, non è come nella moda, non ci sono trend utili a stabilire cosa sia meglio fare, bisogna viverlo e basta. Sarà proprio grazie al web che il suo sogno diventerà sempre più tangibile, reale, facendola finalmente sperare nel lieto fine.
Quella certa dipendenza dal tasto invio è un romanzo che colpisce per la sua schiettezza e per il forte realismo con il quale dipinge uno spaccato di parte della società attuale. Eccezionale lo stile dell'autrice, che non si limita a raccontare la storia di Penelope e della sua vita, ma infarcisce l'intera narrazione con esperienze personali così concrete da rendere il percorso unico.
Irriverente, accattivante e senza veli, ecco un romanzo che non deve assolutamente mancare nella libreria di quest'estate, grazie al quale osserveremo che non esiste una legge ben precisa in grado di regolare qualsiasi tipo di rapporto. L’amore è l’unico equilibrio in grado di rimettere in gioco tutte le carte perse nella mano precedente, sfumando e attenuando i contorni della personalità, al punto da sentire il bisogno di riscriverli completamente e di fare cose mai prese in considerazione tempo prima.
Attraverso gli occhi cinici di Penelope ci accorgeremo che anche il cuore più solitario e autosufficiente in realtà ha bisogno d'amore, di sentirsi protetto, indispensabile e questo altro non è se non la dimostrazione che tutti abbiamo la necessità di ricongiungerci con la parte mancante della nostra anima, anche chi crede che stare solo sia il dono più prezioso esistente al mondo.
"Questi baci sono sinfonie, danze, armonie, discussioni senza parole, melodie apparentemente casuali ma con un senso, sono l’insegnante di educazione artistica che ti dice di colorare di colori innaturali il cielo e la terra, i gavettoni rossi e arancioni dell’ultimo giorno di scuola, le culate con lo snowboard, le vernici gettate a caso sul muro, il ventaglio che quando lo apri in fretta fa quel drrr, i fogli che escono sparati dalla stampante che piacciono tanto a Saffo, saltare tre gradini alla volta rischiando di farsi male, un frisbee, un bignè spappolato tra palato e lingua che fa scoppiare la crema dentro la bocca, un lenzuolo bianco srotolato come un papiro giù dalla finestra, la shhh della Schweppes, un pomodoro spiaccicato sul muro, l’accensione di una lampadina più gialla che bianca."
L'autrice
LUCIA DEL PASQUA è toscana nel midollo, irremovibile gattara e nella vita scrive. Crede che mentre l’ironia salverà il mondo, la filosofia «a caso» salverebbe tante menti. Viva i cocomeri, la cellulite e i Liquidator, a caso, appunto.
2 commenti:
Molto carino! Lo aggiungo alla lista, che grazie a te è sempre più lunga! <3
Cara M.
Conoscendoti so che adorerai questo libro fino all'ultima pagina!
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