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mercoledì 6 gennaio 2021

LA DONNA DEGLI ALBERI Lorenzo Marone Recensione

Lascio le cose non destinate a me, ciò che non può farsi meraviglioso, i pesi alle caviglie, vincere le battaglie a tutti i costi, avere l'ultima parola. Lascio in città le cannucce di plastica e i cotton fioc, chi non sa rallentare, e chi non scorge il bello, lascio chi ha troppo e vuole ancora, chi non guarda negli occhi, lascio la parte di mondo che non ha rispetto, e nemmeno gratitudine. 

Ho voluto iniziare il nuovo anno con la recensione di questo romanzo che ho centellinato durante il mese di dicembre, ora perché non volevo arrivare in fondo troppo presto, ora perché ciò che ci leggevo graffiava un po' la pelle dell'anima. Questa lettura ha rinnovato il mio pensiero sul potere dei libri, su quel farsi specchio davanti a ciò che di noi non vogliamo vedere se non con un pietoso filtro.


Narratori Feltrinelli 


LA DONNA DEGLI ALBERI 
Lorenzo Marone 

Editore: Feltrinelli
Genere: Narrativa
Pagine: 224
Prezzo: 15.20
Ebook: 9.99 


Trama 

La donna è sola, inquieta, in fuga: non vuole più restare dove non c'è amore. Ha lasciato la città, nella quale tutto è frenetico e in vendita, ed è tornata nella vecchia baita dell'infanzia, sul Monte. Qui vive senza passato, aspetta che la neve seppellisca i ricordi e segue il ritmo della natura. C'è un inverno da attraversare, il freddo da combattere, la solitudine da farsi amica. Ci sono i rumori e le creature del bosco, una volpe curiosa e un gufo reale che bubola sotto un pergolato. E c'è l'uomo dal giaccone rosso, che arriva e che va, come il vento. A valle lo chiamano lo Straniero: vuole risistemare il rifugio e piantare abeti sul versante nord della montagna, per aiutarla a resistere e a tornare fertile. Una notte terribile riporta la paura, ma la donna si accorge che ci sono persone che vegliano su di lei: la Guaritrice, muta dalla nascita, che comprende il linguaggio delle piante e fa nascere i bambini; la Rossa, che gestisce la locanda del paese; la Benefattrice, che la nutre di cibo e premure. Donne che sanno dare riparo alle anime rotte, e che come lei cercano di vivere pienamente nel loro angolo di mondo. Mentre la montagna si prepara al disgelo e a rifiorire, anche la donna si rimette in cammino. Arriverà un altro inverno, ma ora il Monte la chiama.



opinione di foschia75

Gli anni lasciano tracce anche dentro di noi. Il primo fiato che ci dà forma e sostanza è nascosto sotto spessi strati di vita, che col tempo induriscono e si fanno corteccia, per proteggerci. Quello che siamo oggi, e che mostriamo, è solo l'ultimo dei nostri cerchi, che come gli altri passati sta tra le tempeste, e resiste. Fin quando riesce. 

Non so quante frasi ho evidenziato e riletto, nelle quali mi sono ritrovata. Ho perso il conto di quante volte mi sono immedesimata nelle emozioni e stati d'animo mutevoli della protagonista e con quanta naturalezza ho visualizzato quell'angolo di mondo nel quale si è andata a rifugiare. Perché è ciò che spesso succede nel mezzo del cammin di nostra vita: perdiamo la via, in senso metaforico e fisico, non sappiamo più a quale luogo tornare, perché la vera bussola si è inceppata dentro di noi. Non so come abbia fatto l'autore a entrare in modo così realistico nell'animo femminile, in quel turbinio di pensieri e stati d'animo che ti prendono la gola e tolgono l'aria, ma ci è riuscito in modo magistrale, descrivendo una donna che fugge dal presente e cerca rifugio nei ricordi, trovando uno scorcio di prospettive per il futuro. 
La donna degli alberi è un romanzo di ampio respiro nel quale ognuno troverà quello che cerca se letto nel momento propizio. Se mi fosse capitato tra le mani a inizio pandemia probabilmente mi ci sarei aggrappata con tutte le forze, ma l'ho apprezzato moltissimo perché in qualche modo la donna degli alberi ha intrapreso un viaggio personale simile al mio, un viaggio di cui non si può preventivare l'inizio e la fine, ma che ci indirizza verso un'evoluzione emotiva inevitabile. In questo anno funesto, molte donne hanno dovuto affrontare grandi cambiamenti, grandi sfide e battaglie emotive come poche, hanno dovuto cercare dentro di loro quella forza che indicasse la direzione giusta. Io credo di averla trovata, anche se non si finisce mai di cercare e camminare lungo il proprio sentire interiore. 
La donna degli alberi ha trovato, perso e trovato ancora, fino a quando ha capito quale fosse il suo posto nel mondo e la motivazione che spinge a guardare in faccia il sole ogni mattina, vestirsi e dare inizio alla propria nuova missione. Il nome scelto per lei non è casuale, ma frutto della stima e rispetto che ha raccolto nel tempo dalla comunità che l'ha accolta seppur con riserva. 
Non importa dove ci troveremo a un certo punto del nostro cammino, importa che tipo di impronte e segnavia vorremo lasciare per chi quei passi li metterà uno avanti all'altro dopo di noi. 
Un romanzo dove i silenzi valgono più di mille parole, dove un gesto vale più di una dichiarazone d'amore e dove i colori, profumi e rumori della natura completano una "scenografia interiore" come poche. 


L'autore 





Lorenzo Marone (Napoli, 1974) ha pubblicato La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015; premio Stresa 2015, premio Scrivere per amore 2015, premio Caffè Corretto – Città di Cave 2016), che ha ispirato un film, La tenerezza, con regia di Gianni Amelio; La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi, 2016; premio Como 2016), da cui è stato tratto un film omonimo con regia di Marco Mario De Notaris; Magari domani resto (Feltrinelli, 2017; premio Selezione Bancarella 2017); Un ragazzo normale (Feltrinelli, 2018; premio Giancarlo Siani 2018); Tutto sarà perfetto (Feltrinelli, 2019) e i saggi Cara Napoli (Feltrinelli, 2018) e Inventario di un cuore in allarme (Einaudi, 2020).
Ha una rubrica domenicale, “i Granelli”, su “la Repubblica” di Napoli e collabora con “tuttolibri”. È tradotto in diciassette paesi.

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