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venerdì 13 aprile 2018

COL NOSTRO SANGUE HANNO DIPINTO IL CIELO Eleonora C. Caruso Recensione

Eleonora Caruso riesce a raccogliere in sole 45 pagine il disagio e l’immensa sofferenza che si nascondono dietro a vite apparentemente perfette. Mi sono imbattuta in questa storia per caso e ne sono rimasta folgorata. Col nostro sangue hanno dipinto il cielo è capace di catturare il lettore sia per le sue descrizioni dettagliate di Tokyo e le sue usanze, sia per la sua sincerità disarmante. Un viaggio attraverso il degrado, la disillusione e l’incertezza che regnano nella vita del giovane Shun.



Speechless


COL NOSTRO SANGUE HANNO DIPINTO IL CIELO
Eleonora C. Caruso

Racconto Speechless (QUI)
Genere: Drammatico
Pagine: 41
Prezzo: GRATUITO


Trama

Shun ha 25 anni e vive in una Tokyo vanesia e spersonalizzata. Shun è un host, uno degli accompagnatori più richiesti del Parfume, locale frequentato da uomini e donne, giovani e non, in cerca di affetto, comprensione e una parvenza di amore. Shun finge di amare le proprie clienti, e loro pagano per questa illusione. L’incontro con il giovane Toru potrebbe cambiare la sua vita, ma Shun è stanco e la sua storia, per sua stessa ammissione, è una di quelle nelle quali non aveva perso niente né imparato niente. “La maggior parte delle storie finisce così”. La Tokyo di Eleonora Caruso è malinconica e affascinante nella sua crudezza, e rappresenta con disincanto e cinismo l'immaginario pop giovanile.



opinione di Persefone


«Laggiù le persone sono felici»  «E qui non lo sono?» La risposta era servita proprio lì, su quella strada dove alle quattro del mattino ragazzine tristi giocavano con i pupazzi appesi al cellulare e dove lui, un altro ragazzino triste, attraversava la città soltanto per sfuggire temporaneamente alla sua scatola.

Col nostro sangue hanno dipinto il cielo è un urlo di dolore. Diretto, brutale e crudo, colpisce il lettore in pieno petto.
Il ritmo rapido ma costante rappresenta lo scorrere imperturbabile del tempo, diffondendo un senso di soffocamento e rassegnazione per tutto il racconto. La grande e invisibile protagonista è la profonda solitudine in cui viviamo. Prende parola e ci mostra una realtà che non vogliamo vedere, che camuffiamo dietro scritte luminose, vite fasulle e rumore assordante.
Il racconto dipinge con accuratezza, minuziosi dettagli e una scrittura ricercata il vuoto incolmabile che alberga nella società e che le clienti di Shun tentano di alleviare pagando le sue bugie.
Shun è il prodotto di questo mondo frenetico che incanta, illude e poi abbandona. Il ragazzo illude per non essere illuso. Cinico e rassegnato, però spera ancora di poter cambiare vita. Verrà anche lui ammaliato da una città che fagogita e poi sputa brandelli di vite e speranze.
Infatti l’altra assoluta protagonista è Tokyo, con le sue insegne sfavillanti, promesse vuote e amori comprati. La città si trasforma così nella metafora dell’esistenza umana rappresentata con maestria dall’autrice.

“Tokyo è un meccanismo che si autoalimenta. Crea desideri enormi che non vengono appagati, e questo genera disperazione. Ed è proprio la disperazione che spinge la gente a desiderare”

Ogni personaggio fugge da se stesso, dalla verità lacerante che lo circonda. Toru si nasconde da un’esistenza già scelta per lui fin dalla nascita, Shun da tutto lo sporco che ha visto e a cui ha contribuito. Tra questi c’è chi si rifugia in un’identità fittizia, chi nell’alcol e chi invece decide di rinunciare.
Col nostro sangue hanno dipinto il cielo ci mostra l’altra faccia della medaglia, l’incepparsi di un meccanismo in apparenza bel oliato. Tratteggia l’assenza e la mancanza che colpiscono anche se ci troviamo in mezzo alla folla. Disegna un mondo in cui tutto può essere creato, confezionato e venduto, perfino l’amore e l’affetto.
Eleonora Caruso ha creato un racconto inesorabile, spietato e profondamente intriso di sofferenza, che ha saputo stupirmi e colpirmi dolorosamente.

“Con le nostre ossa costruiscono i palazzi, con nostro sangue hanno dipinto il cielo”



L'autrice




Eleonora C. Caruso è nata nel 1986 in provincia di Novara. Ha iniziato a scrivere fanfiction nel 2001 con il nickname di CaskaLangley (da cui la "C") e non ha mai smesso. Nel 2012 ha pubblicato Comunque vada non importa con Indiana Editore. Collabora con varie riviste e case editrici di fumetti. Vive a Milano con il suo compagno e la sua collezione di manga. Il suo ultimo romanzo è Le ferite originali edito da Mondadori e di recente uscita. 


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