Anna riprese a respirare e a sentirsi viva, perché in quel suo sguardo, in quelle parole, in quei gesti, riconobbe finalmente se stessa, lo specchio del proprio bisogno folle e disperato e del loro amore crudele e malato. Un amore corrosivo, tagliente, tossico, che non avrebbe chiesto scusa per ciò che era, per il male che avrebbe fatto, e per le vittime che si sarebbe lasciato dietro.
“Non ti permetterò mai più di lasciarmi” disse lui, continuando a camminare. “Mai più”.
……
“Siamo quello che siamo, Anna, e vogliamo quello che vogliamo, a dispetto di ciò che è giusto. A dispetto della sofferenza che causeremo, perché in mezzo a tante parole inutili e a fatti senza peso, una sola è la verità. E la conosciamo entrambi”
NEMMENO UN GRAMMO D’AMORE
Robin C.
Genere: Romanzo erotico
Pagine: 233
Ebook: 2.99€
Romanzo self
Trama
William non era mai stato disonesto con Anna. Non aveva finto di amarla per conquistarla.
Il loro era un rapporto deviato e corrotto. Una relazione simile a una crudele spirale, in grado di trascinare entrambi sempre più in basso, verso un inevitabile disastro.
Lui l’aveva fatta sentire importante, l’aveva fatta sentire una nullità, l’aveva fatta sentire sensuale, l’aveva fatta sentire sporca.
Soprattutto l’aveva trasformata nell’oggetto di un desiderio potentissimo e assoluto.
Non rimpiangeva nulla, Anna, ma era stanca del loro gioco. Stanca al punto di mettere la parola fine alla loro folle storia.
Non poteva però prevedere le conseguenze di quella scelta.
Opinione di Sybil
Leggere e poi parlare di un romanzo di Robin C. è assai complicato. Chi ha letto almeno uno dei suoi libri si troverà d’accordo con me, ne sono certa. Personalmente adoro quest’autrice e il modo in cui riesce a sviscerare i sentimenti umani, quelli più estremi e potenti , e a proporli a noi lettori nella loro cruda interezza. I suoi personaggi sono corde tese, nervi scoperti, fusi avvelenati pronti a contaminare anche l’anima più cupa e colpevole, sono peccaminosi, un attimo prima carnefici e quello dopo vittime indifese, piegate dalla forza della passione più perversa. Leggendo i suoi tre libri mi sono resa conto che nessuno di loro rispetta un copione ben preciso, tutti sono guidati da una forza primitiva che non segue regole o canoni, vanno dove devono andare, guidati dall’istinto e dalla prepotenza della passione. Robin C. ci fa soffrire, ci fa contorcere lo stomaco in uno spasmo di rabbia e gelosia, ci consuma e ci rende schiavi delle sue parole perché una volta iniziata, è impossibile interrompere la lettura. Quando si apre il primo capitolo, non si chiude il libro finché non si arriva alla parola fine. Vi giuro che mi è capitato sempre, ogni volta: con Mathias, con Betrayal e adesso con Nemmeno un grammo d’amore. Ogni storia ha toccato differenti tasti dolenti e lo ha fatto con impeto, con una precisione chirurgica e disarmante allo stesso tempo, al punto da portare il lettore in uno stato di completo stordimento dove è impossibile ragionare con razionalità, dove esiste solo l’istinto e la sua innegabile risposta primordiale fatta di odio, rancore, dolore e rassegnazione. Nei suoi romanzi non esistono luoghi comuni, non si seguono strade già percorse, non si ha l’impressione di leggere un libro già conosciuto, tutto è nuovo, tutto è potente, tutto ci viene restituito con estrema lucidità. È per questo che consiglio sempre a tutti miei amici di leggere almeno uno dei suoi scritti, perché sono un’esperienza forte, potente, disarmante, una tempesta che vale la pena di affrontare con le dovute protezioni, perché il pericolo di crollare è in agguato. Sono sicura che concorderete con me sul fatto che non è facile dar vita ad un gioco di colori e prospettive come quello che Robin C. riesce ogni volta ad imprimere sulle sue pagine. Ci parla di sentimenti scomodi, ingombranti, di azioni devastanti, come il tradimento, la vendetta e di ossessioni che rendono l’uomo vulnerabile e fragile.
Anche in questo suo nuovo romanzo non ci risparmia niente, non c’è nessun copione, nessun cliché e nonostante il protagonista sia l’immancabile uomo d’affari ricco, affascinate e incline al dominio, non si ha mai l’impressione di trovarsi in un sentiero già percorso perché, come sempre, è il modo con cui affronta l’intera vicenda a renderla unica. Questa è la storia di Anna e della sua perversa e devastante relazione con William, un uomo più grande di lei, dotato di un fascino e di una bellezza senza paragoni, capace di sottometterla ad ogni suo volere. William è il suo dominatore, è il suo capo, è un marito e padre di famiglia. È un arma da guerra. Tra i due esiste un legame potente e irrazionale, una lama che li trafigge con incessante voluttà e dalla quale loro ne traggono piacere, perché ciò che desiderano è proprio questo, ferire le loro anime, sprofondare nel buio, nella devastazione. Anna è giovane e bella e sente di non poter vivere senza quel suo malato bisogno di appartenere all’uomo che in realtà è il carnefice del suo ego ferito.C’è di fondo una visione distorta dell’amore, una repulsione nei confronti della bellezza dei più limpidi sentimenti, ed è per questo che Anna non riesce più ad uscirne, perché lei vuole tutto questo, non ne è vittima, ma è lei in prima persona a desiderarlo. Alle spalle dei due amanti esiste però una terza persona, della quale chiaramente non vi parlerò, che rimetterà tutto in discussione, che creerà scompiglio, inserendo nel quadro generale una piccola sfumatura d’amore, destinata a soccombere sotto il peso di sentimenti tutt’altro che accomodanti. E quando tutto sembra prendere una piega diversa, la mano dell’autrice ci riporta nel bel mezzo di una foresta buia e infestata, unico luogo designato per far da sfondo a questa storia. Perché come già ci suggerisce il titolo, non esiste nemmeno un grammo d’amore ed è questa la verità, oppure no…Voglio lasciarvi il dubbio perché è quello che ha spinto anche me nella lettura. Quel che è certo è che ancora una volta Robin C. è riuscita a stupirmi, a dar vita a dei personaggi discutibili, ingiusti, facendo spiccare quella che secondo me è la sua più grande dote: dare al lettore una storia che non è come se l’aspetta.
Opinione di Charlotte
Ho appena terminato questo romanzo e mi sento frastornata, appagata, sotto sotto un po’ maligna: non me l’ aspettavo. Quando della stessa autrice lessi Betrayal, soffrii perfino nei giorni successivi, sopraffatta dalle disparità riscontrate nel triangolo amoroso narrato , dal disgusto per un uomo edonista e ingiusto che approfittava di tutto ciò che gli veniva offerto, a discapito della buona fede di due donne a loro modo devote.
Nulla a che vedere con il lucido distacco, lo sguardo voyeuristico che nulla ha concesso all’ edulcorazione, l’ atteggiamento di curiosità e di “ studio comportamentale” che hanno caratterizzato la mia fruizione di Nemmeno un grammo d’ amore, portandomi a un’ esperienza di lettura sicuramente diversa dal solito.
Nulla a che vedere con il lucido distacco, lo sguardo voyeuristico che nulla ha concesso all’ edulcorazione, l’ atteggiamento di curiosità e di “ studio comportamentale” che hanno caratterizzato la mia fruizione di Nemmeno un grammo d’ amore, portandomi a un’ esperienza di lettura sicuramente diversa dal solito.
Mi sono trovata di fronte a un romanzo sull’ amore in cui l’ amore non esiste , seppure esso venga vagheggiato di frequente, e irrompa violento dalle pagine in virtù della sua totale assenza. In nome di esso si compiono le azioni più corrotte, devastatrici e autodistruttive; più lo si nomina, più lo si cerca, più l’ amore diventa un miraggio; più viene sminuito, più esso si fa essenziale.
Niente moralismi, né canovacci standard, né personaggi preconfigurati, ma un castello di carte costruito su sabbie mobili, sostenuto da bugie, sensi di colpa, bisogno, violenza, dolore, umiliazione, passione. Sentimenti annientatori, ossessivi, pertinenti tutti i protagonisti della vicenda: assecondandoli, fra follia e raziocinio, fra dominazione e sottomissione fisica ed emotiva, gli equilibri cambiano in continuazione, il male viene fatto e subito, ed è impossibile mantenersi onesti e coerenti persino verso se stessi.
William, Anna, Edward, non fanno altro che sfruttare e consumare quel che di buono individuano nell’ altro, fino a sbriciolarlo: William vede in Anna la giovinezza sulla quale dominare, Anna cerca in lui il padre che non ha mai avuto, Edward ,dapprima pedina nelle loro mani, arriva ad assumere talora le sembianze del carnefice. Ognuno di essi si espone con coerenza: né rimpianto, né rimorso, né volontà di cambiare. Non sono riuscita a parteggiare per nessuno, né a considerare alcuno malvagio fino in fondo: mentire, ferire, godere nell’ usare l’ altro fa parte della loro essenza, è frutto di un percorso di vita distorto, conseguenza di relazioni morbose e sadicamente/masochisticamente consenziente, che dall’ esterno non si possono giudicare ma solamente capire ragionandoci sopra.
I protagonisti sembrano sapere cosa vogliono, eppure dentro sono spezzati, fuorviati, non tanto dal vizio, dalla semplice lussuria, quanto dal bisogno di mescolare piacere e dolore, di prevaricare ma al contempo di essere annullati, arrivando ad essere soddisfatti nel provare sensi di colpa e mortificazione. Pensando in questo modo di entrare in possesso della chiave per amare ed essere amati, come in realtà sono incapaci di fare.
Niente moralismi, né canovacci standard, né personaggi preconfigurati, ma un castello di carte costruito su sabbie mobili, sostenuto da bugie, sensi di colpa, bisogno, violenza, dolore, umiliazione, passione. Sentimenti annientatori, ossessivi, pertinenti tutti i protagonisti della vicenda: assecondandoli, fra follia e raziocinio, fra dominazione e sottomissione fisica ed emotiva, gli equilibri cambiano in continuazione, il male viene fatto e subito, ed è impossibile mantenersi onesti e coerenti persino verso se stessi.
William, Anna, Edward, non fanno altro che sfruttare e consumare quel che di buono individuano nell’ altro, fino a sbriciolarlo: William vede in Anna la giovinezza sulla quale dominare, Anna cerca in lui il padre che non ha mai avuto, Edward ,dapprima pedina nelle loro mani, arriva ad assumere talora le sembianze del carnefice. Ognuno di essi si espone con coerenza: né rimpianto, né rimorso, né volontà di cambiare. Non sono riuscita a parteggiare per nessuno, né a considerare alcuno malvagio fino in fondo: mentire, ferire, godere nell’ usare l’ altro fa parte della loro essenza, è frutto di un percorso di vita distorto, conseguenza di relazioni morbose e sadicamente/masochisticamente consenziente, che dall’ esterno non si possono giudicare ma solamente capire ragionandoci sopra.
I protagonisti sembrano sapere cosa vogliono, eppure dentro sono spezzati, fuorviati, non tanto dal vizio, dalla semplice lussuria, quanto dal bisogno di mescolare piacere e dolore, di prevaricare ma al contempo di essere annullati, arrivando ad essere soddisfatti nel provare sensi di colpa e mortificazione. Pensando in questo modo di entrare in possesso della chiave per amare ed essere amati, come in realtà sono incapaci di fare.
Dominio. Possesso. Sesso. Sporco e crudo.
La ribellione – o il suo tentativo - a tutto questo sublime degrado ha un prezzo da pagare, e un esito non certo scontato. Robin C. ci porta a conoscere il suo punto di vista al riguardo attraverso parole efficaci nel cuore e nella mente, che scoccano come frecce puntate su un bersaglio: immedesimando totalmente il lettore nei personaggi, mettendogli il fuoco addosso, facendogli provare l’ apatia, l’ egoismo, la fugace esaltazione , i tormenti e la fragilità, con mille valenze : l’ ebbrezza e la decadenza della relazione clandestina, la rassegnazione dell’ uomo maturo che odia dipendere da una ragazzina e al contempo la sua onnipotenza nel plasmare una bambola a suo unico uso e consumo. Spietata, efficace, febbrile, torrida, Robin C. lascia sbigottiti, turbati, spossati dal turbine di emozioni : senza nemmeno un grammo d' amore. Di quello - forse - i suoi personaggi non sanno proprio che farsene.
L'autrice
ROBIN C è nata a Torino, dove vive e lavora. È una psicoterapeuta e ama scrivere romanzi erotici per diletto.
Nel 2014 ha pubblicato altri due racconti: Betrayal e Mathias (quest’ultimo attualmente nelle mani di una casa editrice per una nuova futura edizione).
Della stessa autrice Sognando Tra le Righe ha recensito anche:
Mathias (recensione QUI)
Betrayal (recensione QUI)
Wowwww le vostre recensioni sono sempre spettacolari Sybil Ago. Mi lasciate sempre con la voglia di leggerlo subito. Io conosco già questa scrittrice leggendo prima Mathias e poi Betrayal e non posso che condividere le vostre opinioni. Sono sicura che anche questo nuovo libro di Robin.C mi saprà conquistare. Non vedo l'ora di leggerlo. Io adoro la sua scrittura. Intanto ringrazio voi per la bellissima recensione e faccio i miei auguri alla scrittrice per questo nuovo libro
RispondiEliminaAdoro le vostre recensioni! Siete così precise e accurate! Condivido in pieno le vostre recensioni, questo libro è un colpo al cuore, scritto con maestria in maniera perfetta. Ho detestato William e amato Edward da subito. William è il tipico uomo con cui non vorresti mai avete a che fare, invece Edward è quello che speri con tutto il cuore di incontrare. Per Anna non so, un misto di pena e rabbia per come si fa trattare.
RispondiEliminaAdoro questa autrice e tutti i suoi libri, scrive in maniera davvero meravigliosa ed è impossibile staccarsi dalla lettura finché non l'hai finito. Ora non mi resta che aspettare il prossimo! 😊
Adoro questa autrice e la vostra recensione, tanto accurata e precisa, le rende la giustizia che merita. Non è semplice trovare una novità qualunque in mezzo all'oceano di nuovi autori che troviamo ogni giorno, ma con Robin C. hai la garanzia di leggere ciò che non troverai altrove.
RispondiEliminaGrazie per queste bellissime recensioni e per ciò che fate quotidianamente.
Patrizia
Ragazze, siete davvero troppo buone con noi! Su una cosa siamo tutte d' accordo: Robin C. è strepitosa! :-)
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