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giovedì 27 agosto 2015

IL GIARDINO D'ESTATE Paullina Simons Recensione

Se la guerra, l’assedio di Leningrado, il freddo, la fame, gli addii, i campi di prigionia, le fughe, le ferite e le percosse non sono state abbastanza, arriva per voi Il giardino d’estate, capitolo conclusivo della serie che vede come protagonisti l’instancabile e impavido Alexander Belov/Barrington e Tatiana, la sua coraggiosa infermiera. Superati tutti i pericoli, i nostri due giovani amanti si troveranno di fronte ad un nuovo inizio, in un nuovo paese, ma quello che non sanno è che la guerra non finisce mai. Dopo anni di sofferenze indicibili, affrontate e superate con dignità e ardimento, paradossalmente verranno attaccati da una bomba inarrestabile: la vita quotidiana e con essa tutte le complicazioni che abitualmente l’arricchiscono. E non mancheranno nemmeno questa volta delle prove insormontabili.
Prima hanno vissuto il loro amore, poi hanno cercato di resistere in suo onore e ora l’amore stesso riuscirà a sopravvivere alle loro scelte? Riuscirà a salvarli?


IL GIARDINO D’ESTATE 
Paullina Simons

Traduzione a cura di Roberta Zuppet
Casa editrice: BUR Rizzoli
Genere: Narrativa
Pagine: 663
Prezzo: 10.90€
Ebook: 6.99€




Trama


La travolgente storia d’amore tra una donna coraggiosa e un uomo in lotta per ritrovare la pace con il mondo e con se stesso. Dopo anni di dolorosa separazione, Tatiana e Alexander sperano di realizzare i loro sogni di libertà in America. Il figlio Anthony è la prova vivente che nessuna distanza può tenerli lontani. Eppure si sentono estranei, ancora turbati dai fantasmi delle tragedie vissute. Ex capitano dell’Armata Rossa, Alexander vive con sospetto e paura il clima della Guerra fredda e Tatiana non riesce a ritrovare con lui l’intimità di un tempo. Quando Anthony si arruola volontario in Vietnam e scompare nella giungla, Tatiana e Alexander sentono che gli incubi del passato sono tornati. Potranno ancora passeggiare nel giardino d’estate?


Opinione di Sybil


Francamente trovo che questo terzo e ultimo romanzo sia il più difficile da accettare. Non prendetemi per pazza, mi rendo conto che a livello emotivo il primo e il secondo sono stati quelli che più hanno graffiato l’anima, ma Il giardino d’estate mi ha lasciata davvero sconcertata. Voglio prima fare una premessa: a mio avviso Il giardino d’estate, sia nello stile che nei contenuti, è il degno finale della storia. È più maturo, lo definirei pure sublime, in quanto l’autrice eleva ulteriormente la descrizione dei sentimenti dei suoi personaggi ad un livello ancora più profondo  e concreto. Gli angoli della relazione tra Tatiana e Alexander invece di venire smussati, vengono affilati, i vuoti invece di essere colmati vengono ampliati, non c’è riscatto, non c’è redenzione, c’è solo l’incredibile asprezza delle conseguenze di una vita devastante, vissuta come se davvero ogni giorno fosse stato l’ultimo. In questo l’autrice è stata eccellente e magistralmente efficace, perché è riuscita a carpire i resti di due anime traumatizzate e distrutte offrendoli a noi lettori nella loro più completa pienezza, rimarcando ogni aspetto più profondo, più intimo della relazione tra Tatiana e Alexander. 
Le bombe sono lontane, la fame, le tessere annonarie, il pane di cartone un brutto ricordo da dimenticare, adesso quello che devono fare è ricominciare a costruire quel futuro che mai avrebbero creduto di meritare.
Sembra facile, ma non lo è, perché le ferite che portano dentro sono diventate marce, sono apparentemente incurabili e le loro anime lacerate invece di guarire, si barricano dietro a dei muri altissimi, allontanandosi ogni giorno di più, cadendo nel silenzio, nell’isolamento. Fin qui è tutto comprensibile perché Tatiana e Alexander hanno vissuto delle esperienze al limite della sopportazione o meglio, che la ragione stessa si rifiutava di accettare. Ora che tutto è finito, ripartire non è ovvio e scontato come sembra, perché i fantasmi del passato e soprattutto di quel passato non possono sparire all’improvviso, non se ne vanno solo perché la vita sembra migliorare. Come dicevo, questo è più che comprensibile. 
Ciò che invece mi ha lasciata interdetta è stato il comportamento di Alexander verso metà libro. Ora, per ovvi motivi, non posso dirvi cosa farà, ma sono certa che chi ha letto il libro sa di cosa sto parlando. Vi giuro che arrivata a quel punto è come se una forza superiore mi avesse dato un pugno in pieno volto, mi sono sentita davvero male. Non riuscivo a trovare una spiegazione, un motivo. Entrambi hanno superato le pene dell’inferno, sono sopravvissuti a delle atrocità insostenibili, alla fame, al freddo, alle peggiori condizioni di vita umane, hanno dato il via ad un amore così straordinario da far tremare ogni pagina del libro e poi mi vanno ad inciampare in un qualcosa che mai avrei preso in considerazione. Per me è stato inammissibile. Per un attimo ho chiuso il libro, scaraventandolo lontano con tutte le intenzioni di non riaprirlo. Chiaramente due minuti dopo ero di nuovo con il romanzo in mano, pronta ad affrontare le cinquanta pagine più dure e fastidiose di tutta la serie. 
Non so se qualcuno di voi si troverà d’accordo con il mio punto di vista, se ha provato le mie stesse emozioni contrastanti, se si è sentito smarrito in quel breve tratto di storia. Per me è stato così. Ed è per questo che sostengo che Il giardino d’estate sia il più difficile da accettare, semplicemente perché arrivati a questo punto avrei immaginato di tutto meno che quelle quaranta pagine.
Poi, nell’enormità della storia tutto ha ritrovato il suo posto e questo macroscopico dettaglio è stato digerito e installato nel nuovo personaggio di Alexander, incrinando a mio avviso l’integrità e lo splendore della coppia. Ma questo è solo quello che penso io.
Nonostante ciò, Il giardino d’estate è la colossale conclusione di un amore che in realtà non avrà mai fine e noi ne siamo stati tutti testimoni. Non mi stancherò mai di pensare alle intense e travolgenti emozioni che questa serie mi ha fatto provare. Al suo interno sono nascosti più di sessant’anni di storia, il dramma della seconda guerra mondiale, la guerra fredda, il Vietnam, il dolore delle famiglie dilaniate dai conflitti, l’incertezza del futuro, della mancanza di cibo. È una lettura che infonde speranza, coraggio, lealtà e passione, che fa piangere, sorridere, esultare e soffrire, che non da mai niente per scontato e nella quale ogni emozione viene vissuta intensamente, con trasporto e devozione.

Dopo duemila pagine non vi nego che avrei ancora voluto di più, altri dieci, venti, cinquanta capitoli, ancora una parola di Shura, ancora una parola di Tatia.
Un vero capolavoro.

Alexander pensa alle barche a vela su oceani lontani, al deserto della sua infanzia sfocata, al fantasma della fortuna, alla ragazza sulla panchina. Quando la vide, vide qualcosa di nuovo. Lo vide perché voleva vederlo, perché voleva cambiare la propria vita. Era sceso dal marciapiede ed era uscito dalla trappola.
Attraversa la strada. Seguila. E darà un senso alla tua esistenza.
Ti salverà. Sì, sì. Attraversa.




L'autrice



PAULLINA SIMONS è nata a San Pietroburgo nel 1963. Negli anni Settanta è emigrata con la famiglia negli Stati Uniti, dove tuttora abita. Con Il Giardino d’Estate si conclude la saga iniziata con Il cavaliere d’inverno e Tatiana & Alexander.



LA SERIE COMPLETA:

- IL CAVALIERE D'INVERNO (recensione QUI)
- TATIANA & ALEXANDER (recensione QUI)
- IL GIARDINO D'ESTATE




3 commenti:

  1. Li ho letti tutti e 3 qualche anno fa, e mi rispecchio in tutto quanto scritto da Sybil, ogni momento, minuto, attimo era buono per aprire il libro.
    Scritto in maniera che mi entrava sottopelle.
    Arrivata alla fine del primo per fortuna che avevo già il secondo in mano e, tra l'altro la prima edizione del secondo libro non lasciava spazio ad un seguito...
    Concordo sulle famigerate quaranta pagine, anch'io mi sono arrabbiata per poi riprendermi.
    La mia personalissima conclusione è stata che anche in una grande storia d'amore si può cadere e poi rialzarsi.
    Questo me l'ha fatta sentire ancora più vera.
    Rimane comunque, per me, LA STORIA D'AMORE per eccellenza.
    Peccato non abbia scritto altro
    Marta

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    Risposte
    1. Marta,quelle terribili quaranta pagine le ho vissute come una coltellata! ma come giustamente hai detto tu, hanno reso tutto "più vero" quindi....
      Anche per me è stata la storia d'amore più bella...

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    2. Marta,quelle terribili quaranta pagine le ho vissute come una coltellata! ma come giustamente hai detto tu, hanno reso tutto "più vero" quindi....
      Anche per me è stata la storia d'amore più bella...

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