Sara Bilotti ci ha fatti restare “ tra color che son sospesi” per due romanzi, concedendoci dei finali che immaginavamo non essere definitivi, provvisoriamente
soddisfacenti ma con quel pizzico di magone che ci faceva dubitare della
giustezza delle decisioni dei protagonisti. Insieme a Eleonora sceglievamo un fratello, e
subito rimpiangevamo qualcosa dell’ altro: Emanuele e Alessandro, due personaggi
totalmente complementari, vittime e carnefici a loro modo, tra i quali una preferenza radicale è sempre stata
difficile anche per la lettrice: figuriamoci per una protagonista controversa e attratta
irrimediabilmente da entrambi! Sara Bilotti è un po’ come Alessandro Vannini, ha creato illusioni che il lettore ha bevuto
come verità, ha fatto emergere degli aspetti e
ne ha tenuti nascosti degli altri. Ora però l’ autrice sfodera il suo "lato –
Emanuele" , quello concreto di chi vuole dire le cose come stanno...
IL PERDONO
SARA BILOTTI
Collana: Stile Libero
Genere: Erotico nero
Pagine: 260
Prezzo: € 14,00
ebook: € 6,99
La Trama
Eleonora ha ventotto anni e non vede Corinne da quattro. Così, quando la
sua amica d'infanzia la invita nella meravigliosa tenuta toscana di
Bruges dove vive insieme al suo compagno Alessandro, proprietario
terriero con la passione per il teatro, Eleonora accetta. Presto si
accorge che sulla villa e le persone che la abitano aleggia un segreto,
che riguarda Alessandro e suo fratello Emanuele. Eleonora è soggiogata
dal loro fascino. Il primo è generoso e gentile, l'altro è ruvido e
sanguigno, ma entrambi la catturano in un gioco ambiguo. Eleonora
desidera Alessandro, ma rinuncia a lui per proteggere Corinne, come fa
da sempre. Alla violenta bellezza di Emanuele però non riesce a
sottrarsi, e con lui scopre quanto possa essere eccitante perdere ogni
controllo. Ossessionata dai due uomini, Eleonora deve a ogni costo
capire cos'è successo nel passato. Non sa ancora che è l'unico modo per
liberarsi del danno originario che ha subito. Solo scavando nel loro
cuore e nel loro corpo potrà finalmente curare la propria ferita.
Opinione di Charlotte
– Le cose lontane sono
così attraenti. Come i luoghi che non hai ancora visto
Siamo alla resa dei conti e ancora una volta tutto viene azzerato e rimesso
in gioco : come in un puzzle complesso si
cerca di distruggere l’immagine imperfetta che era stata creata in precedenza, per poi incastrare nuovamente le tessere nel modo migliore
possibile. Ed ecco, un percorso esplorativo catartico vede protagonista indiscussa Eleonora: la quale una buona volta anziché indagare il vissuto complesso degli
altri personaggi immedesimandosi nei loro drammi personali, se non vuole perdere quello che ha trovato a
Bruges, se vuole trovare il proprio posto nel mondo e nel microcosmo che ha
cambiato la sua esistenza, è costretta e mettersi di fronte a uno
specchio e a guardarsi dentro sviscerando il passato sepolto, le proprie paure, i propri
blocchi; nella ricerca di una stabilità
emotiva. La seguono a ruota tutti i comprimari della vicenda, in parte già "smascherati" ma non per questo meno ambigui e sorprendenti del solito: essi ancora una volta stupiscono il
lettore con ruoli e comportamenti inaspettati.
Tutto in questo romanzo ruota attorno al perdono da guadagnare e da concedere, agli
altri e a se stessi, con lungimiranza e in modo definitivo. Ecco Alessandro l’ attore, Emanuele l’ istintivo,
Corinne la malinconica, Denise l’ egocentrica, Maurizio il dimesso : quanto c’è di vero in quello che
sappiamo di loro? Quanto c’è da scoprire? E’ proprio tutto così ben definito o
nei meandri del non detto e del sospeso si celano degli elementi a sorpresa
che possono mutare le prospettive?
E poi, quanto
importante è scoprire la verità della mente, e quanto invece è fondamentale
sentirla visceralmente?
Se nei due libri precedenti abbiamo cercato di capire i personaggi
attraverso l’ indagine meticolosa della loro psiche, senza giungere a conclusioni risolutive, questa volta sono i sensi ad essere rivelatori, e
le consapevolezze sono ottenute dal corpo: Eleonora scopre attraverso
le sensazioni fisiche quel che non è riuscita
a capire in giorni e notti di
elucubrazioni. Ed ecco un sesso di quelli che purtroppo si leggono molto
poco: travolgente, disperato, intimo, che vale più di belle parole e di confronti
drammatici, di “ prove d' amore” e di confessioni più o meno piacevoli e verosimili.
All’ inizio de Il perdono Bruges è pressoché disabitata, quasi stesse
aspettando che i personaggi vi si insedino nuovamente con nuove regole e nuovo
spirito. Tutti sono in crisi ed emotivamente lontani se non ostili l’ uno all’
altro: Emanuele vuole tutto, Eleonora
non riesce a darsi, Alessandro è presente anche nel vuoto della sua assenza,
Corinne è ostinata nella sua ossessione a senso unico. E tutti sono accomunati dal credere di non meritare
amore, in un susseguirsi di fraintendimenti, illusioni, diffidenza, che se non
chiariti possono portare all’allontanamento definitivo.
Se nei volumi precedenti Sara Bilotti aveva ingarbugliato i
fili, adesso decide di dipanarli, ma lo fa alla sua maniera, e fino alle ultime
pagine il lettore non ha esatta coscienza di cosa troverà all' arrivo: è un po' come
un atterraggio di fortuna dopo un
viaggio transoceanico, del quale i personaggi non hanno chiara la destinazione, né
il tipo di accoglienza che verrà riservata loro, né da chi.
Lungi da me guastarvi il piacere della scoperta de Il perdono , l’ unica cosa che mi sento di anticipare è che l' itinerario progettato da Sara Bilotti
incuriosirà a dismisura il lettore già soggiogato dai romanzi precedenti: affrontando ambiguità, inquietudini e
- finalmente - consapevolezze e rivelazioni importanti, egli giungerà al traguardo dell’
epilogo, in una Bruges che lo ha già ospitato attraverso i personaggi della trilogia ma che gli parrà inedita. Chi
sembrava lasciarsi vivere manifesterà una forza insospettabile, chi sembrava
inarrivabile diventerà prevedibile; ma ognuno troverà il proprio posto nel bene e
nel male, nella propria piccolezza e fallibilità , nella propria grandezza e unicità: senza l' esclusione di nessuno.
In tutto questo Sara Bilotti fino all’ ultima pagina si
dimostra estremamente coerente con lo spirito dell’ intero suo lavoro,
fortemente introspettivo ed estremamente carnale,dando ulteriore conferma di grande eleganza
ed efficacia espressiva e di enorme lavoro interiore. Parlando di sentimenti
senza sentimentalismi, di attrazione senza luoghi comuni, di indoli che non
cambiano ma che vengono messe alla prova, di emozioni che non muoiono e restano latenti; di un domani mai troppo definitivo ed edulcorato, ma basato sulla
sincerità di oggi e sul
superamento delle difficoltà di ieri.
Opinione di Foschia75
Che dire, abbiamo atteso affamate di sapere che tipo di sipario sarebbe calato su questo dramma familiare, e adesso che sono arrivata alla parola fine, ho quel magone nostalgico che si riverbera sul lettore quando proprio non vuole accomiatarsi dalla storia. Inutile dire che la trilogia di Sara Bilotti ha funzionato dal primo libro, per diversi motivi. Il primo per questa sensazione di inquietudine che assale il lettore, nello stesso modo in cui assale i personaggi. Il secondo è la vulnerabilità e l'equilibrio instabile che Eleonora trasuda fino ad avvolgere anche l'impotente quanto ammaliato lettore; e in questo terzo romanzo tutte queste sensazioni sono amplificate, trasmettendo quella persistente quanto potente sensazione di smarrimento emotivo e frustrazione che permeano la vita di Eleonora. Casa è dove c'è Amore, casa è dove ci si rende conto di volersi assolutamente costruire il nido, ma tutte queste cose una donna come Eleonora le può capire solo dopo aver toccato il fondo, aver sguazzato nell'autocommiserazione e aver rischiato in tutto e per tutto di perdere ciò che forse in fondo è proprio Casa.
Inutile dire che anche questo terzo romanzo non può non soddisfare il mio amore viscerale per la belva Emanuele, l'uomo sanguigno e selvaggio, capace di far divampare il fuoco della passione e della lussuria con un solo sguardo (non faccio fatica a crederci!). Il grande pregio di Sara Bilotti è la magistrale cura con cui passa intense quanto violente pennellate per tratteggiare i suoi personaggi, plasmando un meraviglioso quadro dalle tinte cupe dove, tra un chiaro scuro, si intravedono pennellate pastello, capaci di restituirci quel briciolo di luce che alimenta la speranza nel perdono verso se stessi.
In questo ultimo appuntamento con i personaggi di Bruges, tutte le carte dovranno essere scoperte, tutti i sentimenti dovranno essere chiariti, il passato finalmente lasciato andare nell'oblio. Tra tutti quella che ancora non riesce a lasciare il passato alle spalle sarà Eleonora, che dovrà trovare dentro se stessa, la forza e il coraggio di rimanere, smettere di fuggire da se stessa e dagli altri; ha un uomo che, nonostante i difetti e l'essere scostante, la ama, profondamente, ossessivamente, e ormai ha gettato la maschera da un pezzo. Nonostante tutta l'insicurezza e le debolezze di Eleonora, lui sa quello che vuole, con chi vuole costruire il nido per il futuro. Rimane lei, l'ultima a non aver ancora chiuso i conti con le ombre del passato, a non aver ancora perdonato. Farà tanti sbagli, tanti errori di valutazione dettati dal non aver trovato ancora il suo posto nel mondo, ma quando ormai sembra tutto perduto, cercherà di giocare l'ultima carta, quell'asso chiamato perdono.
Un finale che non mi aspettavo, considerata l'incostanza di Eleonora durata tutta la trilogia. Avevo immaginato uno scenario diverso, e anche questa volta l'autrice mi ha spiazzato senza riserve. Posso ritenermi assolutamente soddisfatta del botto finale, anche se questo prelude a un fastidioso senso di malinconia da epilogo.
Infine, i miei più sinceri complimenti a un'autrice che mette sangue e cuore in quello che scrive, che soffia anime tormentate nei suoi personaggi, che non ha paura di graffiare l'immaginario del lettore, invitandolo anzi in un teatro cupo ma irresistibilmente affascinate. Una trilogia davvero difficile da dimenticare, che entra sottopelle per la sua inquietudine, che poi è quella che permea la vita di ogni essere umano. Spero che Sara Bilotti abbia tagliato il nastro di un nuovo filone, abbiamo bisogno di "nuovo", ci piace leggere qualcosa che colpisca nel profondo, percependolo con tutti i sensi, assaporandolo con gli occhi dell'immaginazione, anche quella più intima e introspettiva. E' stato un bellissimo viaggio, che ha restituito sempre forti sensazioni, dalle più fisiche alle più emotive.
Confido che Sara ci delizi ancora con un bel clafoutis di tormento, dove ciliegie nere, affondino in un impasto morbido e conturbante di crepes.
La Trilogia
L' oltraggio ( recensione QUI )
La colpa ( recensione QUI )
Il perdono
L' Autrice
Sara Bilotti è nata nel 1971 a Napoli,
dove vive. Ha esordito per Einaudi Stile Libero nel 2015 con L'oltraggio e La colpa, Il perdono, che costituiscono una trilogia nera erotica.
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