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venerdì 13 marzo 2015

LA DITTATURA DELL' INVERNO Valeria Ancione Recensione


Valeria Ancione racconta la storia di Nina:  moglie e madre quarantenne benestante, con   una vita appagante che si snoda tra l’ attività che gestisce con il marito e che la stimola culturalmente, cinque figli di età e sensibilità differenti, una bella casa. Sembra non mancarle nulla, ma improvvisamente nella sua vita compare Eva che stravolge il suo mondo e i suoi punti fermi:  grazie a lei la vita di Nina assumerà un sapore diverso, del quale sarà difficile e forse impossibile  volere o potere più  fare a meno.


Mondadori
LA DITTATURA DELL' INVERNO 
VALERIA ANCIONE


Collana: Omnibus
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 308
Prezzo: € 18,00 
E.book: € 7,99 

La trama:

"Tu sei fatta per correre e ogni tanto fermarti a prendere fiato" dice a Nina suo marito Michele, che la conosce bene, la ama e con lei ha avuto cinque bellissimi figli e aperto una piccola catena di librerie. Nina è così, una donna che corre, come e più di tutte, tra la famiglia multicolore cui ha dato vita e la famiglia allargata dei clienti, che nella Tana di Michele, la libreria più speciale, possono anche gustare le sue crostate squisite e il suo tè profumato. Ma Nina ha freddo, perché è sopraggiunto l'inverno, con gli abiti pesanti, gli impegni a ogni ora, la negazione della luce, che induce al nascondimento, al proibito... L'inverno è una dittatura che la attanaglia, le accende il desiderio del sole sulla pelle, di una libertà dai molti ruoli che tutti si aspettano che lei interpreti senza sbavature. È così che Nina va in piscina a nuotare, solo l'acqua intorno come in uno scampolo d'estate. E lì conosce Eva: nemmeno trent'anni, un corpo vibrante, occhi affamati di felicità. Eva è coraggiosa e originale, è dolce e capisce tutto al volo. È una donna, non c'è nulla di male a diventarne amica, a vedersi nei ritagli di tempo... Fino a che un sentimento immenso, imprevisto e imprevedibile, sorge tra loro con la forza di un'onda che non si può arginare. E mentre l'inverno porta con sé molti altri turbamenti, tanti incontri che la fanno sentire viva e insieme mettono in discussione ogni equilibrio, Nina cerca di guardarsi dentro, di capire che cosa vuole davvero...

Opinione di Charlotte 

"Eva era il mio nascondiglio e io il suo rifugio."
"C’era una nudità di sentimenti ed emozioni tra di noi, eravamo senza pelle. e ancora non conoscevo tutto il peso di questa nudità e quanto mi avrebbe segnata per sempre".

Valeria Ancione parla intensamente, con  raffinatezza e grande sensibilità,  di un tema che spesso ho constatato essere una sorta di  tabù: l’ attrazione e l’ amore tra donne;  raccontato  senza decontestualizzarlo dalla realtà quotidiana, senza improbabili voli di fantasia, bensì con estrema attenzione alle  dinamiche di situazioni potenzialmente  complesse e profonde:  evitando la  visione pruriginosa e preferendo  parlare di nuove opportunità, di sincerità dei sentimenti, di riflessioni interiori.
In una realtà come quella dell' esistenza di Nina, scandita da ritmi frenetici e da responsabilità che seppur volute e cercate non le lasciano tregua , la donna forse ha perso l’ abitudine di guardarsi, di capire cosa desidera; in un terreno di questo tipo che non attende altro che l’ evasione, il seme della vitalità e della spontaneità senza regole rappresentato della più giovane e spregiudicata Eva attecchisce con facilità  e  dà  a Nina lo stimolo ad  esplorare la propria essenza e femminilità come mai aveva fatto. 
E così la protagonista  intraprende un cammino incerto e nuovo alla ricerca della propria  autenticità , di un' identità ben definita al di là di convenzioni, degli obblighi familiari: e soprattutto  dell’ amore incondizionato e irrinunciabile che la lega ad un marito complice in grado di comprenderla  e aiutarla,   e ai  figli che crescono . Nina deve provare per capire, smantellare i punti cardine della sua esistenza per poi ricomporla,   magari migliorandola e soprattutto  imparando a non mentire a se stessa.
Nel rapportarsi a Eva,  la donna affronta le dinamiche di un rapporto extraconiugale: mente , sottrae tempo ai suoi doveri, è soggetta a confusione emotiva che la porta ad alternare  sensi di colpa e negazione dell’ evidenza a momenti di bramosia e irrinunciabilità.  Eva e Nina  sono anime che si avvicinano, si allontanano, si feriscono, provano a staccarsi, ora complici ora distanti: ma tutto quel che accade tra loro ha un suo disegno ed è parte di  un percorso che vede Nina raccontarlo da protagonista, ed Eva seguire parallelamente un  cammino  di maturazione che il lettore coglie di riflesso.
L’ attrazione tra le due  viene affrontata con vivezza ma al contempo con  estrema delicatezza. Il lettore non confonde mai il sentimento che lega le due donne con quella che potrebbe essere considerata una grandissima amicizia al femminile, poiché il desiderio viene manifestato con chiarezza e assiduità. Ma l’ aspetto carnale della  relazione  è raccontato in modo    casto ed elegantissimo , rifuggendo voyeurismo e sensazionalismo e optando per  la dissolvenza sull' incontro fisico:  e proprio perchè improntata sul " suggerimento" , la chimica dell' attrazione  risulta particolarmente evocativa e struggente. 
L’ amore che Nina nutre per   Eva, evanescente e dolce come una nuvola di panna montata,  è parallelo a quello per il marito Michele, un personaggio di una forza e solidità incredibili che nel corso della vicenda dà prova di essere  uomo di spessore e lungimiranza fuori dal comune, ricoprendo un ruolo sorprendente e determinante per lo sviluppo del libero pensiero di Nina ma anche di Eva, dei figli e persino di se stesso. Lui e altri personaggi, dalla spiccata personalità e con ruoli ben precisi,   fanno da contraltare alla “fuga” di Nina, senza prevaricazioni ma compiendo delle  azioni che servono alla donna per capire quale sia per lei  la direzione giusta da percorrere.
E così passando per sofferenza, abbandono , realismo, ricongiungimento, le carte vengono rimescolate, nella  restituzione di un rapporto che non è a due, ma a tre, a quattro… in nome di un Amore che si rigenera e moltiplica in continuazione.
Con La dittatura del inverno Valeria Ancione non vuole sconvolgere ma raccontare con passione e plausibilità ,   si  dimostra naturale  nel linguaggio e fluida nell' esposizione:  ma in questa “ immediatezza narrativa” camuffa contenuti profondi  che fanno riflettere in generale sulla condizione umana, e nello specifico sulle inquietudini  di una donna che raggiunto un certo grado di maturità e di esperienza ha la possibilità di diventare maggiormente  consapevole di se stessa  alimentando la scintilla provocata da un sentimento (in)aspettato, (in)opportuno, irrevocabile; con esiti tutti da scoprire.   


L' Autrice 


Valeria Ancione è nata a Palermo nel 1966 e cresciuta a Messina, dove torna ogni anno per l'estate. Dal 1989 vive a Roma. Lavora come giornalista al 'Corriere dello Sport-Stadio', si occupa anche di calcio femminile.
Ex giocatrice di basket, è sposata e ha tre figli.
Di sé dice: «Amo la focaccia e la granita messinese, il pane palermitano con farina rimacinata e sesamo, i colori dell'alba sullo Stretto, i gechi appiccicati alle pareti, la menta e il basilico. Amo raccontare le donne.
Non finisco un libro se non mi piace. Non guardo la tv. Il mio film preferito è Via col vento, la mitica frase 'ci penserò domani, dopotutto domani è un altro giorno'. Ho una casa quasi sul mare sempre piena di gente che entra ed esce, va e ritorna. Contesto il fuorigioco e pertanto mi rifiuto di capirlo».

5 commenti:

  1. Di romanzi che trattano l'amore tra donne se ne leggono pochi, purtroppo. E a volte l'argomento non è nemmeno trattato bene, ma non mi sembra questo il caso! Non è propriamente il mio genere di libro, ma la tua recensione come sempre riesce a mettere curiosità! Complimenti tesoro!!
    Non so se lo leggerò, come ho detto non è proprio il mio genere, però magari in un periodo in cui avrò voglia di sperimentare chi può dirlo... =)E sarà grazie alla tua recensione invogliatrice xD
    Un bacione immenso e ancora complimenti! Ti adoro <3

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  2. Da un libro d'esordio ci saremmo aspettati una forte pulsione verso inesplorati sentieri della letteratura, un seppur minimo tocco di genio che ci avrebbe accompagnati con fervore creativo invece di lasciarci desolatamente soli nella impervia lettura della "Dittatura dell'inverno". Il pur certosino lavoro di editing evidentemente non è venuto a capo di una materia troppo grezza che, pagina dopo pagina, si è aggrovigliata fino a divenire inestricabile. Circumnavigare l'ovvio non ha portato mai da nessuna parte e la scansione noiosa della vita privilegiata della classe medio-alta non può che suscitare il fastidio di chi pretende che i fatti siano sottesi da una logica non solo edonistica. Nessuna legittimazione contenutistica, infine, viene dal carteggio con lo psicologo che alla fine del libro dovrebbe, verosimilmente, sollevarne qualitativamente le sorti. Invece si rivela inutile cesura in cui la corrispondenza tra la protagonista e il "tecnico della mente" fa pensare allo scambio di maldestre opinioni in un giornale femminile probabilmente del terzo mondo. Inutilmente lungo, il romanzo trova l'unico punto di legittimazione editoriale nella celebrazione pseudo-erotica e bacchettona dell'amore saffico.

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  3. Ho letto il libro e non mi è piaciuto affatto, l'ho trovato noioso, pieno di luoghi comuni, banalissimo! Non mi sono riconosciuta come donna in una protagonista tanto vanitosa, superficiale e borghese! Una storia come tante, nessuna novità interessante. La prosa poi... priva di eleganza! Insomma un romanzetto che non consiglierei di leggere a chi ama la letteratura, quella vera e degna di questo nome!

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  4. Gentile anonimo molto esaustivo e forse un po' drastico, sono d' accordo con parte delle critiche mosse alla figura di Nina ma questo non sminuisce a mio parere la qualità di un libro molto curato e a mio gusto piacevole, proprio perché non troppo serioso o sofisticato : non ho la presunzione nè le qualifiche per legittimare il contenuto di un libro, il mio obiettivo è quello di tentare di individuarne una chiave di lettura e di entrare in sintonia con il suo autore. Il mio approccio non è quindi critico-analitico come il tuo ma sicuramente più immediato e istintivo: leggo per divertirmi. Il modo in cui l' autrice sceglie di far parlare Nina con l ' amico psicologo ha fatto venire in mente anche a me i giornali radical chic, e l ' ho trovata una soluzione in linea con il personaggio e con lo spirito del libro. Posto che quelli di Nina siano una logica e un mondo che non mi appartengono, non la trovo un personaggio poco credibile, ma una persona che affronta un cammino personale edonistico, ipocrita , incerto, superficiale, più o meno condivisibile e irritante; non così irreale da poter pensare che non esistano donne così, anzi nella mia limitata esperienza di persone così ne ho incontrate molte. Fra poche ore sarò presente all' intervista all' autrice e forse mi farò un' idea personale più definita del suo pensiero. grazie dello stimolante confronto e buona giornata!

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  5. Non sono d'accordo sul fatto che il libro sia "curato". Secondo me aveva bisogno di "cure" più appropriate che neppure il complesso e suppongo frustrante lavoro di editing, evidentemente, è riuscito a dispensare. Poi la protagonista è indubbiamente irritante, esponente di una classe medio-alto borghese che non vede a un passo dal suo naso, e blatera di libertà solo perché fa le corna al marito. Non mi diverto con libri di questo genere, sono purtroppo l'emblema della deriva mediocre verso la quale s'indirizza l'editoria...

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