Lo so, tutti voi lo conoscete e i suoi romanzi non hanno assolutamente bisogno di presentazioni, ma sono rimasta talmente folgorata da Multiversum e in particolar modo da Multiversum - Memoria da sentirmi privilegiata e onorata per averlo qui, nel salottino virtuale di Sognando tra le Righe, a raccontarci un pezzettino della sua storia.
Leonardo bazzica nel mondo dell'arte sin da piccolo, destreggiandosi con successo tra musica, doppiaggio e, per l'immensa gioia dei miei neuroni, scrittura.
Multiversum non si può definire propriamente il suo libro d'esordio: nel 2001, per una piccola casa editrice torinese, è uscito Labirinto, il suo primo romanzo portato a termine.
Leonardo, con umiltà, si è messo in gioco e grazie alla sua bravura e ad una storia originale ha catturato l'interesse di una delle più importanti case editrici, la Mondadori, vedendo realizzare così il sogno di ogni scrittore: vedere il suo libro su tutti gli scaffali delle librerie, fare tesoro delle critiche e gioire, tenendo i piedi ben piantati per terra, del suo successo.
Non mi resta che rinnovare i miei complimenti e invitare chi ancora non l'avesse fatto, a leggere questa meravigliosa saga che, sono sicura, vi porterà lontano verso universi fantastici.
Intervista a Leonardo Patrignani
Ciao Leonardo, benvenuto a Sognando tra le Righe! Innanzi tutto parlaci un po' di te, chi sei e come è iniziata la tua carriera di scrittore.
Un saluto ai vostri lettori, innanzitutto! Sono un amante dell'arte, credo di essere stato programmato per esprimere i miei sentimenti con la voce, la musica e la scrittura, e questo mi ha portato negli anni a studiare e darmi da fare in tal senso. Ho fatto qualche anno di teatro, perfezionato la dizione per diventare doppiatore professionista, e ho pubblicato tre dischi con una metal band tra il 2000 e il 2004. La scrittura mi accompagna sin dall'infanzia. Ho scritto racconti, disegnato fumetti... scrivere era il mio gioco preferito anche a sei anni! Il primo vero romanzo l'ho pubblicato con un piccolissimo editore nel 2003, si intitolava "Labirinto". Negli anni insomma, il gioco che mi appassionava da bambino si è trasformato in professione.
Nella tua biografia ho letto che sei un fermo sostenitore dell'esistenza di forme di vita aliene. Questa tua convinzione (che io condivido) quanto e se ha influito nella creazione di Multiversum?
Aprire la propria mente all'Altro è di certo un fattore determinante nel raccontare storie come quella di Alex, Jenny e Marco. Sarebbe piuttosto presuntuoso credere di essere soli in un cosmo così vasto e dalle molteplici possibilità. Alieno è, per altro, non solo ciò che vive al di fuori della Terra ma anche, secondo il mio punto di vista, ciò che è qui attorno a noi ma è alieno ai nostri sensi. Un ultrasuono, per esempio.
Anche se ho adorato Multiversum, devo ammettere che con Memoria hai fatto un salto di qualità, sotto ogni punto di vista, davvero notevole. Quanto ti sei messo in discussione e in gioco per arrivare a scrivere un libro così splendido?
Mi sono sotterrato e ho sudato per emergere. Sarebbe stato impossibile avere un primo libro privo di pecche o passi falsi classici dell'esordio, e mi sono fatto il mio bagno di umiltà prendendo spunto da ogni critica (anche le più severe, che tengo sempre in grande considerazione) per lavorare molto sul mio stile e sulla narrazione. Mi hanno confermato tutti questo grande passo avanti offerto da Memoria, e non posso che ringraziare e promettere che siamo solo all'inizio di un percorso che amo definire "artigianale". Ho valanghe di idee, questo è un bene, ma la forma è qualcosa che migliora con l'esercizio, si eleva e si perfeziona con la pratica. Non ho intenzione di adagiarmi, ma di lavorare e lavorare giorno dopo giorno per offrire ai lettori un'esperienza sempre più convincente.
Tecnicamente, cosa è cambiato nella stesura tra il primo e il secondo libro?
Il secondo è stato un lavoro più "compatto", se il termine rende l'idea. Multiversum nasceva da un testo il cui primo capitolo è datato 2008 ed è stato modificato più volte fino all'editing con Francesco Gungui, dunque si parla di una stesura portata avanti per anni. Memoria, invece, l'ho scritto in due mesi esatti, con la piena consapevolezza delle scadenze lavorative, e gli obiettivi chiari in testa. E, cosa non di poco conto, con un fiume in piena di idee a disposizione. Questo si riflette sulla struttura del romanzo, indubbiamente più maturo e consapevole. Grazie a questa compattezza anche la fase di editing redazionale ha portato via meno tempo.
Oltre ad essere uno scrittore sei anche un musicista affermato: useresti le stesse melodie come colonna sonora tra Multiversum e Memoria?
Naturalmente varierei. Terrei come tema centrale un brano di grande impatto, dalle atmosfere zimmeriane (lo Zimmer di Inception, per essere precisi). Per i vari punti salienti dei due romanzi invece sarebbe importante che la musica entrasse nelle viscere della storia, che fosse essa stessa pensiero, movimento, e che riuscisse a raggiungere questo scopo con originalità, con l'uso di strumenti particolari a seconda del contesto. Non una colonna sonora classica, insomma. Ma sperimentale.
Credi nella possibilità del multiverso?
Certamente. Torniamo al discorso degli alieni. Bisogna abituarsi a tenere la mente aperta e spostare i punti di vista. Il nostro è troppo limitato e limitante.
Visto che ci hai lasciato con un finale scoccante, puoi darci qualche piccolissima anticipazione sul seguito di Multiversum Memoria?
Rischierei la decapitazione per spoiler! Posso solo dirti che, come d'abitudine nei miei scritti, niente è mai come sembra. Uno degli spunti più interessanti su cui sto riflettendo è un paradosso. Sono riuscito a confezionare, grazie alle premesse sviluppate in Memoria, un paradosso spazio-temporale che si verificherà nell'ultimo libro della saga. Sarà un punto molto particolare di Multiversum 3, sono sicuro che ai lettori piacerà molto!
Come vivi i successi e le critiche dei tuoi lavori?
I successi: gioisco per qualche istante, dopodiché dimentico e passo al prossimo obiettivo. Abbiamo chiuso contratti per traduzioni in 15 Paesi con questa saga, per esempio, ma non ho indetto 15 feste! Eppure, per un esordiente, sarebbe un risultato da ubriacarsi ogni volta con uno Champagne diverso! Invece ho ricevuto la bella notizia di volta in volta dal mio agente, ne ho gioito con la mia compagna e il mio editor, l'ho condiviso con i fan online e poi ho archiviato mentalmente la cosa. Reminiscenze di liceo classico mi insegnano che l'atteggiamento dell'uomo saggio è quello di non esaltarsi troppo per i successi e di non abbattersi eccessivamente per le disfatte. E così, anche per le critiche, mi sono magari arrabbiato in un primo tempo (brevissimo, la reazione "a caldo", diciamo) poi ho cercato di estrapolare la parte "interessante" di ogni stroncatura, per elaborarla e renderla utile. È tutta energia. Va convertita e condotta nella direzione giusta.
Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere questo mestiere?
Tanta, tantissima umiltà. E un oceano di pazienza. Pazienza nell'attendere le risposte degli editori, pazienza nel lavorare su ogni revisione del proprio romanzo (che, come la fase di mix di un disco, rischia di farci odiare il nostro stesso lavoro, alla centesima volta che lo analizziamo), pazienza nel costruire un progetto valido e duraturo. E infine la grande serietà. Il piccolo merito che mi attribuisco da quando ho iniziato a produrre dischi a oggi è quello di aver sempre avuto un approccio molto serio e professionale. Al limite del maniacale. Così come suonare, scrivere (a questi livelli) non è un hobby. È una professione. Per esempio, i contratti li discutono gli agenti, non gli scrittori. E ci sono altre decine di regole non scritte da rispettare. Ho visto maree di ragazzi sprecare il proprio talento per colpa di una "testa" poco professionale. Sono ragazzi che nel 1999, quando io registravo il mio primo demo con la band (per poi firmare il contratto discografico un anno dopo), registravano il loro primo demo con la loro band. Oggi, a distanza di 14 anni, quei ragazzi stanno ancora registrando delle demo. Evidentemente c'è qualcosa che non va.
Ti ringrazio infinitamente per essere stato nostro ospite! Un grande in bocca al lupo per tutto!
Crepi il lupo, grazie a te e... Ci vediamo presto, da qualche parte nel Multiverso!
questo genere mi affascina... messo in lista. baci, Valeria
RispondiElimina@Valeria, ti consiglio di leggere questa saga! È meravigliosa!!!
RispondiEliminaHo letto questi due libri in termine di tre giorni e devo dire che sono qualcosa di meraviglioso!! Però solo un dubbio mi ha colto:alla fine di Memoria, le ultime pagine dell'epilogo, non riesco davvero a capire il senso di quelle pagine...una mano?! Grazie :)
RispondiEliminaCaro Mattia, sono felice che il bravo Patrignani abbia centrato il bersaglio anche con te! Il senso dell'epilogo in effetti lascia basiti, non ti nascondo che mi ha confuso un pochino... Il libro finisce in un certo modo e da quelle pagine si evince tutt'altro. Credo che l'autore abbia voluto aprire uno spiraglio su ciò che sarà il seguito, ma non posso aggiungere altro prima cosa perché ci ha lasciati, come sempre del resto, in un limbo di immaginazione dall' indefinita interpretazione, e poi perché non voglio fare spoiler!!! E' anche questo il bello di questa saga.. il perdersi nella nostra immaginazione tramite quella dello scrittore. MI sa che ti ho confuso ancor di più!!
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