Quando ho dato il nome al blog, con il "tra" volevo rendere l'idea di una completa e avvolgente "immersione", in mezzo a parole, frasi e messaggi che potessero dare al lettore qualunque sensazione stesse cercando..... perché un libro è come un viaggio "terapeutico", in qualsiasi dimensione più vi piaccia andare, dalla più fantasiosa alla più realista.... la destinazione la scegliete voi.
Ma questa volta è stato diverso. In quel libro non mi ci sono potuta immergere.... perché solo leggendo la trama, mi sono resa conto che c'ero dentro fino al collo e non sarebbe stata una nuotata rilassante.... ma un annaspare in acque agitate.
Un romanzo che mi ha scelto. Una porzione di cuore, non solo della sua autrice, ma di tutte "noi" di cui nessuno sa.... perchè a volte non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
La mia non sarà una recensione come quelle che leggete di solito. La mia sarà una lettera aperta da una mamma a una mamma.
NESSUNO SA DI NOI
di Simona Sparaco
Collana: A
Pagine: 256
Prezzo: 12.00
Rilegato con sovracopertina
In libreria dal 16 Gennaio
Trama
Quando Luce e Pietro si recano in ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto, sono al settimo cielo. Pietro indossa persino il maglione portafortuna, quello tutto sfilacciato a scacchi verde e blu delle grandi occasioni. Finalmente, dopo anni di inutili tentativi, di “sesso a comando” e di calcoli esasperanti con calendario alla mano, conosceranno il loro bambino. Non appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della ginecologa si spegne di colpo. Lorenzo è “troppo corto”. Ha qualcosa che non va.
Comincia così il viaggio di una coppia nella nebbia di una realtà sconosciuta. Luce e Pietro sono chiamati a prendere una decisione irrevocabile, che cambierà per sempre la loro vita e quella di chi gli sta intorno. Qual è la cosa giusta quando tutte le strade li conducono a un vicolo cieco? E l’amore fino a che punto potrà salvarli?
Nessuno sa di noi è la storia della nostra fragilità. Di un mondo che si lacera come carta velina e di un grande amore che tenta in ogni modo di ricomporlo. Un’esperienza di dolore e rinascita raccontata da una voce così potente e umana da rimanere impressa per molto tempo. Un romanzo che scuote l’anima.
Comincia così il viaggio di una coppia nella nebbia di una realtà sconosciuta. Luce e Pietro sono chiamati a prendere una decisione irrevocabile, che cambierà per sempre la loro vita e quella di chi gli sta intorno. Qual è la cosa giusta quando tutte le strade li conducono a un vicolo cieco? E l’amore fino a che punto potrà salvarli?
Nessuno sa di noi è la storia della nostra fragilità. Di un mondo che si lacera come carta velina e di un grande amore che tenta in ogni modo di ricomporlo. Un’esperienza di dolore e rinascita raccontata da una voce così potente e umana da rimanere impressa per molto tempo. Un romanzo che scuote l’anima.
AVVERTENZE
Chi non ha provato non può capire
(e tantomeno giudicare...)
Chiedo a chi leggerà la mia opinione su questo potente romanzo, di non lasciare commenti in fondo al post. Vi chiedo il silenzio, che è meglio di mille parole. E..... sono e rimango quella che voi conoscete....
Opinione
Cara Simona,
sono sveglia dalle quattro di questa notte. Ho chiuso il tuo "cuore" e si è spalancato il mio armadio, quello con dentro i fantasmi (non uso per rispetto l'altro termine). Quello che tengo chiuso a doppia mandata a chi mi sta più vicino (e ha sempre evitato l'argomento), ma che ogni tanto torno inevitabilmente ad aprire per "sentire", ricordare....
Per te è Lorenzo, per me è Riccardo, per te è il numero 29, per me il 21, per te rieccheggia l'ineluttabile parola displasia scheletrica, per me il signor cromosoma 15 che una mattina, all'adunata, invece di stare sull'attenti, ha deciso che voleva fare flessioni e si è chiuso ad anello, decretando per un "capriccio", il destino del mio primo figlio. Attraverso la tua coraggiosa confessione, ho rivissuto e per certi versi rielaborato, il mio dolore e il mio inevitabile nuovo modo di affrontare la vita.
Dio ha cominciato a sbiadirsi quando a quindici anni ho visto mio padre arrendersi al cancro in cinque mesi. La visione "iniettatami" dalla famiglia e dal catechismo ha cominciato a perdere nitidezza, e oggi con un'insegnante d'eccezione come la vita, ho una visione tutta personale e forse un pò scientifica della vita dopo la morte e di Dio stesso. Ho cominciato a credere che l'uomo ad un certo punto dell'evoluzione, abbia sentito l'esigenza di una presenza discreta ma potente al suo fianco, e abbia idealizzato un uomo, una figura più "alta" di lui, che lo facesse sentire meno solo davanti alle avversità e allo sconforto. Abbiamo bisogno di credere che ci rincontreremo, ma non ci è dato sapere nè come, nè quando. Penso che se mai succederà lo capiremo. Siamo di passaggio, torneremo...
Le donne sono caratterialmente camaleontiche, un momento si caverebbero gli occhi per una fesseria, il momento dopo sono solidali oltre ogni parola. Ma chi siamo per giudicare le scelte degli altri, men che meno se non abbiamo provato con mano? Siamo nate guerriere, tenaci, perchè evolutivamente programmate per portare avanti la specie. E siamo costrette a prendere decisioni e fare scelte.... e in quel momento che anche noi ci vorremmo appellare a qualcuno più forte di noi, che dia la risposta al posto nostro. E invece siamo sole davanti alla scelta se premere il tasto OFF.... solo che poi il nostro rimane in ON e siamo costrette ad andare avanti, urlanti nell' "insonorizzata" vita dove è meglio tacere perché chi ci sta intorno trova più facile parlare del più e del meno.
Nessuno sa di noi, perché a volte è più facile restare ignoranti....
Io sono dovuta essere forte per gli altri, mi sono dovuta rialzare perché questo ci si aspettava da me, ho dovuto modificare il vestito da sposa che avevo misurato con la pancia, ho dovuto sorridere il giorno del mio matrimonio, ma quella non ero io, era il mio automa. E ogni volta che guardo quelle foto, so cosa c'era nel mio sguardo.
L'amore rende egoisti.... la vita realisti.
Sai qual'è la cosa che non dimenticherò mai fino all'ultimo dei miei giorni?
Il freddo e il silenzio che hanno artigliato la mia anima e il mio cuore nel momento in cui ho dato quell'ultima spinta, quell'addio che ha strappato per sempre un pezzo di me. Non l'ho potuto vedere.... non ho avuto il coraggio di chiedere...
Pensando al tuo compagno e a quello che oggi è mio marito, mi sono venuti in mente Dante e Virgilio.... Noi, scortate all'inferno e ritorno, da una guida d'eccezione. Io non ho chiuso la porta a mio marito, perché quella mattina quando mi è crollato il mondo addosso, quando la voce attutita del ginecologo mi raggiungeva come se fossi sott'acqua, ho visto mio marito piangere.... l'unica volta da quando lo conosco. E lui come Pietro ha deciso il dopo, solo che mio figlio riposa in un cimitero e credo che neanche mio marito sappia quale.
Se mai leggerai questa lettera, spero tanto, con tutto il cuore che la natura ti dia una seconda possibilità.... ma se non dovesse essere così magnanima, spero almeno che la mattina appena sveglia, nell'altra metà del letto ci sia sempre il tuo Virgilio pronto a prenderti per mano e guidarti verso la "nuova giornata".
Indossa l'armatura e cavalca la vita, anche quando cercherà di buttarti a terra.
Un abbraccio, foschia75.
Risposta dell'autrice
Ti ringrazio ancora, per lo spazio che mi hai dedicato, per la forza incredibile delle tue parole e per il coraggio che hai deciso di condividere con me.
Alla prossima lettura,
Simona.
L'autrice
Scrittrice e sceneggiatrice, è nata a Roma. Dopo aver preso una laurea inglese in Scienze della Comunicazione, spinta dalla passione per la letteratura, è tornata in Italia e si è iscritta alla facoltà di Lettere, indirizzo Spettacolo.
UN GRAZIE A SILVIA PER LA SUA GENTILEZZA E SENSIBILITA'.
Cara Foschia, che si può aggiungere? Mi hai proprio fatto venire brividi...da mamma a mamma. La vita è una continua prova, e probabilmente non saremo mai forti abbastanza.
RispondiEliminaTi abbraccio forte.
Ho iniziato a leggere ieri notte questo libro e mi sono ricordata che anche tu ce l'avevi in lettura e baaam trovo questa recensione!
RispondiEliminaIo non ti giudico, ognuno è libero di scegliere e di decidere cosa è meglio per la propria vita e per quella degli altri. Trovo nelle tue parole una dolcezza e delicatezza infinita per come ne parli e per la forza che hai dimostrato.
Io ho 26 anni, in progetto ci sarà sicuramente quello di avere un figlio dato che convivo da tempo ... Non sono mai stata madre e probabilmente tante cose ed emozioni non potrò capirle, sei una donna con la D maiuscola.
ti abbraccio
Cara Foschia,
RispondiEliminaho letto il libro di Simona e il tuo commento e l'unica cosa che mi sento di dirti è di non mollare, di guardare avanti, perchè se quella volta mia mamma non si fosse rialzata io non sarei qui a commentare.
Devo tutto alla sua forza, alla sua grinta, alla sua voglia di riprovarci, e immancabilmente a mio papà che le è sempre stato vicino!
Ho molta paura per un domani quando verrà il mio momento ma la vita è un dono prezioso, e io tutti i giorni guardo il cielo e penso a quel bambino che doveva nascere prima di me!
Un forte abbraccio, confida nel tuo Virgilio! Con affetto,
Giù
Da mamma a mamma...la mia è Edith, anche lei 21...l'ultima spinta la ricordo ancora troppo bene, ma il dolore sulla mia pelle, sarà solo mio tutta la vita e lo sopporterei mille anni e ancora mille, perchè mai lo avrei fatto sopportare a lei...
RispondiEliminaRa75