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martedì 25 settembre 2012

DARK HEAVEN: INTERVISTA a BIANCA LEONI CAPELLO

Cari lettori, dopo aver letto e apprezzato Dark Heaven, romanzo tutto italiano pubblicato dalla Sperling e Kupfer lo scorso 4 Settembre, siamo contente di potervi offrire un'intervista con le due autrici di quello che è senza dubbio uno dei migliori urban fantasy YA usciti nel 2012!
Noi Books'Angels ci siamo innamorate di questo romanzo, ma anche di queste due fantastiche donne, che sembrano avere molte cose in comune con noi tre: amano leggere, sono mamme e soprattutto sono grandi amiche.
...Andiamo a conoscerle meglio e a scoprire come, quasi per gioco, possa nascere un bel romanzo di qualità. (Cliccate QUI per leggere la nostra recensione).


Come è nata l'idea di scrivere dark heaven?
Lorenza – quando ero ragazza avevo scritto un racconto che parlava di un incidente mortale, di una donna e di un angelo. Si intitolava “Il fuoco e il silenzio”. L’ho scritto e riscritto nel tempo, e avevo sempre l’impressione che quella storia non fosse conclusa, non fosse stata ancora raccontata nel modo giusto. Restava sempre lì, come retro pensiero, a tormentarmi. Così, dopo moltissime letture condivise del genere, quando con Flavia decidemmo di “sfidarci” a scrivere un dark fantasy, mi venne naturale proporre che il protagonista potesse essere un angelo. Quando iniziammo a scrivere Dark Heaven infatti non c’erano ancora libri su quelle creature, imperavano ancora i vampiri e si affacciavano timidi i licantropi. Per noi era un terreno vergine, non ancora esplorato e fonte di grande ispirazione. Poi, naturalmente, durante le sessioni di scrittura, dal confronto tra me e Flavia la storia ha preso uno sviluppo tutto suo, lontano dalla mia idea iniziale, dando vita a un intreccio più complesso e articolato.
Come avete organizzato  la stesura del libro?
Dopo aver buttato giù una bozza iniziale della storia (che si è poi evoluta e modificata in corsa, com’è inevitabile) abbiamo preparato uno schema del romanzo che presupponeva la divisione in capitoli e l’ulteriore divisione dei capitoli in scene. E poi scattava il gioco di accaparrarsi le scene più divertenti o più stuzzicanti. In verità la maggior parte delle volte la spartizione era abbastanza spontanea, soprattutto se le scene in questione riguardavano personaggi o situazioni che una delle due “sentiva” di più rispetto all’altra.
Chi siete nella vita reale?
Due donne un po’ sognatrici, con un’adolescenza trascorsa assieme molto ricca – eravamo due pazze scatenate, molto creative e circondate da tanti amici -; due lettrici forti, con una biblioteca infinita e condivisa, commentata libro su libro; due mamme-lavoratrici stressate e sempre in attività, impegnate a cercare perennemente un equilibrio tra le varie dimensioni della vita.
Durante lo sviluppo della storia, le vostre idee hanno più o meno combaciato oppure ci sono stati momenti che non vi trovavate d'accordo?
Non ci sono mai stati momenti di vero disaccordo, siamo sempre andate nella stessa direzione… qualche volta c’è stata invece la censura di qualche idea assurda che nasceva da una delle due , ma la discussione di solito finiva con una risata e con l’ammissione che effettivamente  il “colpo di genio” era una sciocchezza clamorosa.
Potete svelare qualcosa, se c'è qualcosa da svelare, sul personaggio del padre di Virginia? Avrà un ruolo nel prossimo libro?
Il padre di Virginia è un uomo assente, freddo, che si prende troppo sul serio. In questo romanzo è solo un’ombra; nel secondo romanzo non avrà alcun ruolo, scomparirà totalmente, mentre altri personaggi marginali acquisiranno più importanza.
Quali sono i vostri prossimi obbiettivi?
Naturalmente terminare la saga di Dark Heaven (di fatto il terzo volume è ancora solo un abbozzo) anche se ci sono già altre idee che ci frullano in testa e che ci fanno voglia di battere furiosamente i tasti delle nostre tastiere…
Scrivere a quattro mani presuppone una certa  complicità, come è nata e come coltivate la vostra?
Ci conosciamo da 27 anni, nel tempo abbiamo condiviso assieme non solo la vita quotidiana e le amicizie, ma anche esperimenti creativi più o meno divertenti, più o meno ambiziosi (scrivere, suonare la chitarra, recitare, ballare, dipingere magliette, persino montare sveglie…). Da quando avevamo undici anni abbiamo anche condiviso le stesse letture, passandoci quasi tutti i libri che ci capitavano sottomano. L’intesa tra di noi – che a volte sfiora la telepatia – è inevitabile con il passato che abbiamo in comune. Forse, chissà, potrebbe essere addirittura karmica. Certo, l’amicizia nel tempo è stata alimentata e curata. Non è facile restare amiche nel tempo, si cambia, si cresce, si prendono direzioni e si fanno scelte diverse, che talvolta allontanano. Noi siamo riuscite a restare vicine, un punto fermo una per l’altra.
Siete mamme, questo influenza  la caratterizzazione dei vostri personaggi, oppure quando scrivete, tenete fuori la vita privata e entrate in un mondo parallelo?
No, quando scriviamo perdiamo ogni contatto con la realtà in cui viviamo e ci immergiamo davvero in un mondo parallelo che condividiamo con i nostri personaggi. Direi che l’essere madri in questo senso non ha influenzato minimamente il racconto che abbiamo scritto, e, più in generale, è una componente che non entra proprio nella dimensione della scrittura.
C’è un personaggio che avete amato più di un altro?
Flavia - Francesco, per un motivo ben preciso.. Al tempo avevamo pensato di introdurre un personaggio maschile che si contrapponesse a Damien ma senza entrare in rivalità come già faceva Lacombe. Avevamo pensato ad un amico tranquillo, che la ascoltasse nei suoi momenti di sfogo, che insomma rappresentasse la normalità. Invece, in fase di scrittura, è saltato fuori Francesco, con il suo carico di fantasia, umorismo e follia! Insomma, si è davvero “imposto” nella storia e ci ha conquistate subito, tanto da ritagliargli un ruolo particolare che si andrà intensificando nel prosieguo della saga.
Lorenza – Damien, per il motivo che spiegavo sopra (il racconto di quando ero ragazza) e poi perché è un personaggio tormentato, che non appare sempre per quello che è. Si interroga, cambia, evolve. E’ complesso e intrigante. È stato uno spasso cercare di raccontarlo nei vari sviluppi della storia.
Quali sono i vostri personaggi fantasy preferiti? Dopo gli angeli s’intende.
Se i vampiri non fossero così inflazionati ci piacerebbero ancora molto. Rappresentano di sicuro l’archetipo del bello-dannato, sono potenti e affascinanti, crudeli e voluttuosi. Un mix davvero interessante. Poi, naturalmente, ci sono gli spettri. Appartengono alla migliore letteratura gotica e da sempre ci hanno affascinate. Chissà, magari nel futuro potremmo scrivere un libro che parla di loro… Ma dovrà essere crudele e terrificante, come da tradizione.
Perché la scelta degli angeli. Stanche dei soliti vampiri e licantropi?
La scelta degli angeli è stata dettata dal motivo di cui vi ho già parlato. Quando noi abbiamo iniziato a scrivere Dark Heaven non c’era ancora nessun libro fantasy in Italia che parlasse di angeli. E comunque i licantropi non ci piacciono, preferiamo creature soprannaturali che mantengono le loro sembianze umane sempre.
Come nasce la doppia ambientazione di Dark Heaven. C’è qualcosa di personale nella scelta?
Sì. Abbiamo scelto di ambientare la storia a Venezia perché è una città magica, misteriosa, dai mille volti e con un passato glorioso e denso di sfaccettature. È anche la città dei miei genitori (Lorenza), ho ancora molti parenti là, e anche il luogo dove ho frequentato l’università, la conosco molto bene e la amo. Palermo è nato come contraltare, serviva una città di mare, ma totalmente diversa da Venezia, più calda, più conturbante. Palermo è anche la città di mio marito (Lorenza), e ci sono stata ormai così tante volte in visita (nella casa di Monreale…) che ormai la sento un po’ anche mia. E il suo passato medievale è dei più nobili e ricchi.
Qual è il genere letterario che più leggete, e quello che di fondo ha aiutato la nascita di Dark Heaven
Naturalmente quello attuale è l’urban fantasy; leggerne molti e di molti scrittori ci ha indubbiamente permesso di “entrare” meglio in questo genere. Prima leggevamo i suoi “antenati” se così possiamo definire i libri horror, thriller e i gotici.  Comunque sul nostro comodino c’è sempre posto di quando in quando per i classici, una lettura sicura, una coccola dell’anima.
Durante la stesura ascoltate la musica? Quando vi incontrate per scrivere?
No, a dire il vero la musica ci distrae. Anche quando ci troviamo nei locali, o a casa una dell’altra, non accendiamo mai la musica. Finiremmo per metterci a canticchiare o a cercare di capire le parole… e non penseremmo più alla nostra storia. Però invece la musica entra molto nel nostro romanzo, nel senso che tante canzoni ci hanno ispirato, o ci hanno regalato inconsapevolmente l’associazione di idee giusta.
La vostra musica preferita
A entrambe piacciono i Bon Jovi, i Gun’s Roses, Chris Cornell, Edoardo Bennato vecchia scuola (ai tempi di Sono solo canzonette e Burattino senza fili, per intenderci), Elisa... poi, singolarmente, apprezziamo anche altri artisti, come Nora Jones, i Muse, i Green Day. Se dovessimo dire un genere che rappresenta entrambe potremmo dire il rock melodico.
Il vostro colore preferito
Giallo, da sempre! – Flavia
Blu in tutte le sue declinazioni, dal blu oltremare all’azzurro acquamarina - Lorenza
Il vostro/ i  film preferiti
Penso che quello a cui siamo più legate entrambe per molteplici motivi è “Nel nome del padre”, un film datato con uno strepitoso Daniel Day-Lewis. E credo che entrambe a modo proprio abbiamo amato “Il Coraggioso” con Johnny Depp. Più recentemente mi ha colpito (Flavia) molto Batman – Il cavaliere oscuro (quello dove il vero protagonista era il Joker, per intenderci). Lorenza invece si è imbattuta incidentalmente ne “Il velo dipinto” con Edward Norton ed è rimasta incantata dalla storia e dai dialoghi.
Domanda da tutte e tre….   Potete darci una chicca del prossimo libro? Basta una parola chiave-
Potremmo dire che la lotta tra il bene e il male si farà sentire molto di più, e che anche questa volta i confini tra la luce e l’oscurità saranno molto flebili… Alcuni personaggi (ad esempio Francesco) acquisteranno molta più rilevanza e la trama si infittirà parecchio, per giungere a una vera risoluzione finale nel terzo e ultimo volume.
Cosa sentireste di dire a chi come voi ha un urban-fantasy nel cassetto e non ha il coraggio di lanciarsi?
 Gli consigliamo di fare come abbiamo fatto noi, ovvero di fare leggere il racconto ad altre persone, di target e tipologia diverse, e raccogliere consigli e pareri. Se la maggiorparte è entusiasta... bè, a quel punto buttarsi! Anche perchè le "recensioni" positive, anche di semplici lettori, danno una bella dose di entusiasmo e aiutano a credere nel proprio lavoro; viceversa cercare di capire dove la storia ha manifestato intoppi e lavorarci ancora un pò su prima del "lancio".


P.S.:  Tenete d'occhio il blog nei prossimi giorni......... abbiamo in serbo una sorpresa per i nostri lettori, in collaborazione con la casa editrice Sperling e Kupfer e Bianca Leoni Capello!!!

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