giovedì 20 novembre 2014

HO LASCIATO ENTRARE LA TEMPESTA Hannah Kent Recensione

"Dicono che debbo morire. Dicono che ho sottratto il respiro agli uomini, e che adesso debbo subire la stessa sorte. E allora immagino che siamo tutti come fiammelle di candele accese, sctintillanti, tremule nell'oscurità, e poi immagino l'ululato del vento, e nel silenzio della stanza sento dei passi, passi che si avvicinano minacciosi, che vengono a soffiare su di  me e a ridurre la mia vita a un refolo di fumo grigio."

L'intensità di questo romanzo penetra l'animo umano come il ghiaccio tra le ciglia... rimanendo prigioniero dei ricordi.
Era da tanto, tantissimo tempo che non mi immergevo fisicamente in un romanzo, che non mi estraniavo totalmente dalla realtà per essere catapultata in una terra povera e inospitale, e pur tuttavia così bella e struggente da diventare una trappola mortale per chi ci visse quasi due secoli or sono. Un romanzo basato sulla triste storia di Agnes Magnúsdóttir , l'ultima donna decapitata in Islanda per aver commesso un omicidio. Hannah Kent ricostruisce non solo la triste e breve vita di questa donna accusata di molti reati, ma anche la misera esistenza di tutti gli islandesi che cercarono di sopravvivere al lunghi e gelidi inverni, alla fame, alle malattie e alla povertà. Uno spaccato di inizio ottocento che penetra nell'immaginario, come il freddo della tundra nelle ossa. Una giovane donna provata dagli eventi e dal dolore, privata dell'amore di una famiglia, alla ricerca di un posto nel mondo e nel cuore di un uomo. La sua unica colpa? Aver voluto amare ed essere corrisposta. Una delle letture più belle, tristi ma intense e indimenticabili, degli ultimi anni.
Un romanzo d'esordio che colpisce per la vividezza dei particolari, delle descrizioni e delle emozioni, un elogio alla figura femminile, al coraggio e all'amore nelle sue più intense manifestazioni.


PIEMME

"Così era la mia vita: 
immersa fino ai gomiti nel succo delle cose,
lavorando verso una dignitosa sopravvivenza".


HO LASCIATO ENTRARE LA TEMPESTA
Hannah Kent

Traduzione di:
Editore: Piemme
Collana: Narrativa
Pagine: 350
Prezzo: 17.50



Trama

Strega, seduttrice, colpevole, assassina: Agnes Magnúsdóttir è accusata di molte cose. Perché nell’Islanda dell’Ottocento – immersa nella nebbia come in mille superstizioni – lei, con la sua bellezza, il suo animo ribelle, la sua intelligenza troppo vivace, è diversa da tutte. Diversa anche per l’uomo che si è scelta: Natan Ketilsson, un uomo più vicino ai diavoli dell’inferno che agli angeli del paradiso, come mormorano nel villaggio, capace di risuscitare i morti con pozioni a base di erbe conosciute solo da lui. E ora che Natan è morto, ucciso da diciotto coltellate, il villaggio decide che la colpevole dell’efferato omicidio non può che essere lei, Agnes. La donna che lo amava. E mentre, ormai condannata, attende la morte per decapitazione, Agnes racconta la sua versione della storia alle uniche persone amiche che il destino le concede nei suoi ultimi giorni: la moglie del suo carceriere, e un giovane e inesperto confessore. E anche se la morte sarà la fine inevitabile, per Agnes la vita continua altrove: nei pensieri, nei sogni, nelle storie che ha letto, e nell’amore per Natan. Le cose che appartengono soltanto a lei, e che nessuno potrà toglierle.

Opinione di foschia75

L'idea che questo romanzo sarà trasposto per la seconda volta in film non mi meraviglia affatto, perchè le descrizioni di Hannah Kent sono davvero meritevoli di rimanere impresse su pellicola come le sue righe nell'immaginario del lettore. Un romanzo che diventa documentario, descrivendo magistralmente il clima, l'ambiente e le usanze della terra d'Islanda di quasi duecento anni fa. Quando per sopravvivere al gelido e buio inverno, i contadini e pastori bruciavano il letame nelle piccolissime baracche costruite con la torba e perciò soggette all'implacabile umidità che si riversava inesorabilmente sulla salute degli abitanti. La povertà, la fame, la superstizione agro pastorale, l'infima considerazione della donna, davano adito a dubbi, paure e dicerie che poco avevano da condividere con gli aspetti religiosi. 
Il romanzo ha inizio dalla proclamazione della condanna a morte di Agnes Magnúsdóttir, fino al suo ultimo giorno di vita. Durante questo lasso di tempo, la sua storia si presenterà al lettore sotto forma di confessione spirituale, prima con il padre confessore inviato dall'intendente reale, poi dalla donna incaricata, con tutta la famiglia, di tenerla in custodia fino al giorno dell'esecuzione, in cambio di una somma di denaro, che a quei tempi avrebbe convinto chiunque di tenere in casa un reo accusato di omicidio. Agnes è stata accusata di aver ucciso senza pietà, il suo padrone e amante Nathan Ketilsson. Verrà giustiziata secondo le leggi in vigore in quegli anni. La sua è una storia vera, Agnes è stata l'ultima donna soggetta alla pena capitale in Islanda. Grazie alle certosine ricerche della giovane Hannah Kent, la sua triste esistenza è tornata dal passato, dandoci un'immagine di Agnes intensa e struggente, il profilo di una donna dall'infanzia triste e difficile, privata di una vera famiglia, senza una figura paterna e una madre che l'abbandonò ancora piccola. Divenne così una vagabonda e poi una serva, sempre in cammino da un lavoro duro ad un altro, da una fattoria alla successiva, fino al suo arrivo a Illugastadir, la fattoria di proprietà del suo nuovo padrone e poi amante Nathan, un uomo molto carismatico e affascinante, ritenuto da molti uno stregone per le sue abilità nel campo erboristico, fatto che porterà molti, poveri e ignoranti, a considerare Agnes una strega, una donna di facili costumi, una traditrice. Non si fa fatica a capire dalla narrazione il nullo grado di istruzione della popolazione, il dilagare della superstizione, e il maschilismo che fa della donna una serva e un oggetto del desiderio e della depravazione degli uomini. Insomma ciò che colpisce di questo magistrale romanzo d'esordio, sono la ricostruzione storica, la condizione socio-culturale della popolazione e le emozioni vivide che si riverberano intensamente sul lettore. 
Agnes è giovane. vulnerabile davanti a ciò a cui inesorabilmente è destinata: la morte. Ma nonostante sia stata condannata senza potersi in alcun modo difendere, neanche con un processo equo, l'intendente reale decide di inviare un confessore che la faccia tornare sui suoi passi e pentirsi ad un passo dalla gogna. Il suo padre confessore, otterrà una confessione, attraverso i ricordi di Agnes, senza riuscire a redimerla, conoscerà tutte le sofferenze, il dolore e il senso di perdita che le hanno fatto compagnia nei suoi primi trent'anni di vita. Dal suo racconto, viene fuori il profilo di una donna forte e vulnerabile allo stesso tempo. Forte perchè indurita dai dispiaceri e dall'abbandono delle persone a lei più care, ma vulnerabile perchè vittima dell'amore in tutte le sue più intense manifestazioni. L'amore di una figlia verso una madre che non l'ha mai ricambiata, quello verso i fratellastri, e infine quello per l'unico uomo che abbia amato. Non posso dirvi di più sul suo rapporto con Nathan Ketilsson, perchè vi rovinerei l'aspettativa, perché anche su questa parte della storia ci sarebbe tanto da dire, come ci sarebbe tanto da dire sugli altri personaggi chiave presenti la notte in cui accadde ciò di cui Agnes è accusata. Qualche riga va giustamente spesa per parlarvi della famiglia che terrà sotto custodia Agnes gli ultimi mesi della sua vita. Una famiglia di pastori, povera ma unita, che suo malgrado dovrà sottostare all'ordine del'intendente reale. Margret, moglie e madre, la cui considerazione verso Agnes subirà un'evoluzione inaspettata; Jon il capofamiglia, un uomo taciturno spesso assente per via del suo lavoro, e le loro due figlie. Una convivenza forzata che porterà a galla l'animo dei componenti, le loro emozioni e i loro limiti. E infine il rapporto particolare con il suo confessore, che chiaramente cambierà entrambi. 
Questa storia è tra le più belle e struggenti che abbia letto negli ultimi anni. Un baule di emozioni, un docu-romanzo dove, panorami mozzafiato e ricostruzione storica davvero magistrale, coinvolgono totalmente il lettore, dove le emozioni dei personaggi entrano sottopelle senza riserve.
Non potete perdervi questo toccante romanzo... assolutamente no! Se poi vi dicessi che nel 2015 dovrebbe essere trasposto in film con protagonista la splendida e bravissima Jennifer Lawrence, avete un motivo in più per leggerlo.




L'autrice



Giovanissima autrice australiana (1985), ha esordito con Ho lasciato entrare la tempesta nel 2013, lasciando stupefatta la critica e incantando il pubblico dei molti paesi in cui il romanzo è stato finora tradotto. L’ispirazione per il romanzo è nata durante un periodo di studio in Islanda, dove per la prima volta ha sentito la storia di Agnes Magnúsdóttir – l’ultima donna a essere stata condannata a morte sull’isola – e se n’è innamorata. Ho lasciato entrare la tempesta ha vinto l’Indie Award, il premio dei librai indipendenti australiani, come miglior debutto dell’anno. Inoltre è stato finalista al Guardian First Book Award e al Baileys Women’s Prize.


A questo link trovate l'intervista molto interessante
do IoDonna a Hannah Kent:

http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2014/hannah-kent-scrittrice-5022347435.shtml


A questo link trovate immagini e un trailer del film Agnes del 1996:

Nessun commento: