mercoledì 25 settembre 2013

CONTEST BALLO DEL PECCATO Ecco la vincitrice!

Cari lettori che avete partecipato al Ballo del peccato, abbiamo il vincitore!!! Anzi la vincitrice, "incoronata" dall' autrice Liliana Marchesi che ha voluto mettere in palio una copia cartacea del suo romanzo L'origine del peccato, primo della Trilogia omonima. Liliana è una grande amica delle Book's Angels e ha gentilmente voluto scrivere alcune personalissime righe sul racconto vincitore.
Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato al contest, e Liliana che ha sempre un occhio di riguardo nei confronti di Sognandotralerighe. Grazie di cuore, a tutti i lettori che hanno partecipato!

 

 
 
 
La parola a Liliana Marchesi:
 
"Scegliere il vincitore non è stato affatto semplice. Ogni racconto racchiudeva in sé l'anima dei personaggi, i loro timori e desideri. Le vostre parole sono state in grado di emozionarmi e mi hanno mostrato un lato sconosciuto dei miei personaggi. E per questo vi ringrazio. Ma il vincitore del contest non poteva essere che uno, perciò... a malincuore (perché avrei voluto premiarvi tutti) ho dovuto fare una scelta. Il racconto che ho scelto, l'ho scelto perché l'autrice è stata in grado di stravolgere la storia catapultando i personaggi in una nuova dimensione. Un luogo affascinante e misterioso, dove sono state lasciate abilmente le basi per di una trama ricca e accattivante. I miei complimenti a Jenny! Se il tuo racconto fosse stato più lungo... avrei continuato la lettura molto volentieri. E questo vale anche per gli altri. Grazie a tutti per la partecipazione, e per le splendide parole che il brano del mio romanzo vi ha ispirato!"
 
 
 
Come avrete capito dal commento di Liliana,
la vincitrice è Jenny che,
ci ha permesso di pubblicare la sua personale versione de
Il ballo del peccato:
 
 
 
Avrei voluto smettere di pensare a tutto. Avrei voluto lasciarmi guidare dalla musica in quella danza che entrava nel mio corpo come veleno e si impadroniva delle mie membra senza via di fuga. Il profumo di Seth, i suoi occhi sensuali e la sua presa forte  avrebbero potuto trattenermi e non farmi sprofondare in quello che avrebbe potuto distruggere la mia vita, il mio mondo. Sapevo bene cosa significava soffrire e perdere tutto. Non volevo provare ancora quella sensazione. Era inevitabile perderlo. Era inevitabile soffrire. Lilith sapeva bene come ammaliare, sapeva come trovare ed infliggere dolore. Lei stava rovinando la  mia vita. La mia mente era un groviglio di pensieri e più pensavo più non capivo. Seth non voleva più parlare di noi. Non  importava cosa provasse per me. Dovevo allontanarmi da lui, aveva detto. Dovevo smettere di apparire nella sua vita. Eppure rieccoci qui, a questo dannatissimo ballo, ancora insieme. Si era avvicinato a me e mi aveva preso la mano trascinandomi in quella danza senza proferire parola. Non capivo perché l'avesse fatto. Era una sfida? Una sfida a Lilith? Sentivo il suo sguardo che ci trapassava. Era consapevole di quello che sarebbe successo dopo? Sì lo era. Poi la musica finì e con essa i miei pensieri. Non mi resi conto di quanto avessi voluto trattenere a me Seth e specchiarmi ancora nei suoi occhi. Seth si dileguò come un felino nell'ombra. Il modo in cui lo fece mi sembrò così innaturale. Era come se qualcosa lo attraesse ogni volta che lui si allontanava dalla sua origine. Forse era Lilith, del resto anche lei era scomparsa dalla sala.
Quella festa ormai mi sembrava banale e noiosa Gli invitati sembravano tutti uguali nelle loro maschere settecentesche, a tratti erano inquietanti. La luce non era particolarmente intensa e la sala sebbene immensa sembrava non riuscire a contenere tutti quei corpi che si aggrovigliavano gli uni sugli altri, quasi stessero compiendo qualche rito sacro. Ero consapevole che non sarei mai dovuta andare da sola ad una festa piena di sconosciuti, eppure quando il biglietto era arrivato nella posta ne fui affascinata. Non ero mai andata ad una festa in maschera, sopratutto con costumi settecenteschi e sopratutto non mi aspettavo di trovare là anche Seth e Lilith.
Oh Seth! Quanto avrei voluto che in quel momento ballasse ancore con me.
"Così persa, così sola.." sentii un eco risuonare nella mia mente. L'avevo pensato io?
Il ballo diventò sempre più frenetico ed il suono del violino diventò stridente ed innaturale. Mi coprii le orecchie non volevo sentire più quella musica. Ma cosa stava succedendo? Dov'era la porta? La testa mi girava. Mi guardai intorno, intrappolata. Gli invitati si erano tolti le maschere ed ora stavano cantando e ballando intorno a me. Avevo gli occhi appannati, sentivo il sudore freddo scendere e quel vestito sfarzoso che avevo addosso soffocarmi. Erano sempre più vicini. Cosa volevano da me?
"Chi siete?" urlai " Lasciatemi in pace!". Volevo allontanarmi e scappare. "Smettetela!" urlai ancora, barcollando. E poi tutto si spense.
"E' lei!" sentii dire qualcuno. "Sì." disse qualcun altro.
Poi ci fu silenzio. Avevo paura ad aprire gli occhi. Ero sveglia da qualche ora credo, ma non osavo aprire gli occhi. Sentii dei passi allontanarsi.
Osai ed aprii gli occhi. Tutto era buio come mi aspettavo, solo in lontananza c'era una luce accesa.
Ero stesa a terra in quella che avrei potuto definire una cella. Era piccola e tutto intorno era cementate, senza alcuna finestra. C'era una sola porta fatta di sbarre di acciaio. Mi accorsi di non avere più addosso il vestito del ballo al suo posto indossavo una camicia bianca che riusciva a stento a coprirmi le ginocchia, accentuando il freddo del pavimento.
Mi alzai in piedi e andai verso la porta. Non c'era nessuno. La mia cella sembrava essere la fine di quello che era un lungo corridoio simile ad un tunnel. Abbassai lo sguardo verso le mie caviglie illuminate dalla fiocca luce. Mi piegai leggermente verso i piedi e fui inorridita dalle due lunghe cicatrici sui polpacci e da alcuni strani segni rossi scavati nella pelle sulle caviglie.
Sentii dei passi.
"Ti sei svegliata bambolina! Sei proprio una brava bambina." un uomo robusto aprì la porta e mi trascinò fuori a forza spingendomi contro il muro e fratturandomi il naso.
"Chi sei?" chiesi a stento. Non avevo ancora sentito la mia voce e non aveva un bel suono. "Cosa vuoi da me?"
"Zitta e cammina!" intimò l'uomo spingendomi nel corridoio.
Faticavo a camminare e a vedere. Tremavo. Non so se fosse per il freddo o per quella strana sensazione che irradiava il mio corpo. Paura? No. Era qualcosa di più oscuro e terribile. Avrei voluto parlare, urlare, scappare..
L'orribile sensazione amplificò quando il corridoio finì ed entrai in una stanza grande e buia. L'omone scomparve. Ero sola. Si accesero le luci. Fui accecata. Portai le mani al viso. Qualcuno le bloccò, scattai tentando di difendermi, ma Seth mi strinse forte le braccia con sguardo impassibile.
"Che succede?" mormorai "Cosa ci faccio qui?" non rispondeva. "Seth!" urlai. Non mi ascoltava. Mi guidò verso un uscio laterale.
"Perché ti comporti così? Seth!" piagnucolai inutilmente. Non capivo dove mi trovavo e l'unico aiuto che avevo era là accanto a me, insensibile e freddo.
Aprì una porta di ferro e mi afferrò per le spalle. Mi dimenai. Volevo scappare. Ma dove?
Mi trascinò per lunghi corridoi credo, fino ad arrivare in un'altra sala gigantesca malamente illuminata. Era vuota, senza decori, solo cemento su tutti i lati. Mi spinse ed io caddi a terra. La pelle sulle ginocchia si lacerò e macchiò il pavimento di rosso.
Volevo piangere. Cosa significava tutta quella situazione?
Passavano i minuti. Passava il tempo. Niente. Non stava succedendo niente.
"Seth" urlai. Urlai di nuovo, e poi ancora e ancora.
Mi svegliai. Non so quando. Ero stesa a terra nella mia cella, questa volta illuminata. Cos'era successo? Notai sui polsi gli stessi segni rossi che avevo sulle caviglie.
"Dormi troppo." una voce risuonò.
"Lilith?" mi alzai vacillando.
Aprì la porta e mi trascinò fuori.
"Cammina" disse.
"Lilith che succede? So che abbiamo avuto delle divergenze in pass..."
"Cammina ho detto." Avevo freddo e mi mancavano le forze per ribattere.
Percorremmo vari corridoi fino ad arrivare in una sala simile ad un'arena. Era rotonda: sul pavimento c'era sabbia e ai lati degli spalti. Lilith si allontanò per un istante, per poi spostarsi verso il centro. Mi accorsi che c'erano altre persone accanto a lei.
Erano tutte donne. Saranno state una ventina; tutte indossavano lunghi vestiti floreali e corone di fiori fra i capelli lunghi, sciolti sulle spalle.
"Benvenuta." disse Lilith.
"Chi siete? Cosa volete? Perché sono qui?" mormorai.
"Noi siamo esseri speciali. Tu sei stata prescelta per unirti a noi."
"Cosa siete un gruppo satanico? Per questo mi avete rapita e squartato le gambe?!" ero arrabbiata.
"Non sei stata rapita. Questo è il tuo destino. E' arrivato il momento per te di diventare una di noi."
"Diventare cosa? Siete pazze!"
"Noi siamo Amazzoni e tu sei una di noi. Io sono la guida."
"Tu sei pazza, Lilith! Fatemi uscire da qui! Farò chiamare la polizia!"
"Devi ascoltarci. Le Amazzoni sono creature antichissime. Ogni cento anni ne nasce una. I segni che hai sui polsi e sulle caviglie rimangono nascosti fino al momento dell'iniziazione. Il sangue estratto dalle tue gambe è stato un dono per il nostro Dio. "
"E avete una missione speciale per salvare il mondo immagino!"
"Non essere sarcastica. Essere prescelta è un dono del nostro Dio. Abbiamo incredibile forza fisica e non solo. Il nostro compito difendere gli umani dagli Immortali."
"Cosa?" ero scandalizzata. "Voi siete schizzate!"
"Non parlare così. Il nostro compito è divino. Gli Immortali sono creature spietate volte a eliminare l'umanità."
"Cosa sono zombie o vampiri?"
"No. Peggio. Sono esseri umani che hanno perso la via patteggiando con il diavolo, scambiando il cuore con poteri sovrannaturali. Uccidono gli esseri umani per accrescere i loro poteri e distruggono la natura per costruire i loro covi." concluse Lilith.
"Fatemi uscire da qui!" indietreggiai, girandomi. Ai lati della sala vidi Seth e l'omone del giorno prima. "Seth! Ti prego aiutami!"
"Non parlare agli schiavi." esclamò Lilith stizzita. Ero sconvolta. "Se uscirai da questa sala morirai. Una volta avviato il rituale d'iniziazione se non viene concluso comporta la morte della candidata."
Non riuscivo più a parlare. Lei proseguì fredda.
"Cosa scegli?"
"E che cosa bisogna fare per finirlo?" ero disperata. Ci stavo credendo.
"C'è un uomo in questa stanza, uno schiavo, che ti ha arrecato offesa. Devi ucciderlo."
"Perché li chiamate schiavi?"
"Sono esseri inferiori. Gli uomini sono destinati a servirci. Questo è il volere di Dio."
"Uccidendoli?!"
Mi voltai verso Seth: dovevo ucciderlo e loro avrebbero guardato. Ecco il perché di quella sala.
"Dovrete combattere" continuò Lilith. "Ci sarà un solo vincitore. Il combattimento sarà fino alla morte di uno dei due."
Le donne presero posto sugli spalti. Mi batteva forte il cuore. Guardavo Seth. Non poteva essere. No. Non l'avrei fatto. Vidi l'omone spostarsi al centro dell'arena. " Sei pronta bambolina." sogghignò. Non capivo. Poi guardai Lilith.
"Nessun uomo può ferire una donna. Nessuna Amazzone dimentica un affronto." concluse Lilith.
Mi tastai il naso ancora dolorante.
 
 
 
Per tutti gli altri partecipanti, ci saranno altre occasioni per mettersi alla prova qui sul blog....
Alla prossima!!!