martedì 12 marzo 2013

LA MEMORIA DEGLI ALBERI Bernardo Notargiacomo Anteprima

Cari lettori,
per quelli che sono in cerca di un titolo, che regali emozioni come ha fatto Vita di Pi, vorrei segnalare un titolo in uscita oggi per PIEMME. Sto parlando del romanzo dell'italiano Bernardo Notargiacomo, un apologo denso di avventura e poesia sull’importanza della sensibilità e della conoscenza.
 
 
 
Da oggi in libreria
 
LA MEMORIA DEGLI ALBERI
di Bernardo Notargiacomo
 
Collana: Narrativa
Genere: Varia
Pagine 182
Prezzo: 13.50
Brossura con alette
 
Trama
 
La carnagione pallidissima, gli occhi azzurri e una manciata di lentiggini a incorniciargli il naso. Joan Blanco ha tratti delicati che stonano con gli stracci che indossa. Sopravvissuto a una pestilenza che non ha risparmiato i suoi genitori, è costretto da un’anziana donna a chiedere l’elemosina. Ma il destino non si è scordato di lui e, dopo averlo salvato dalla strada, lo consegna nelle mani di una famiglia benestante che gli dà finalmente una casa e una vita normale. Eppure, anche tra tutti quegli agi, Joan fatica a trovare il suo posto. Silenzioso e diffidente, trascorre le giornate chiuso in se stesso.Fino alla notte in cui, all’età di dieci anni, intuisce di possedere un dono inestimabile: la capacità di comprendere il linguaggio segreto delle piante. Sarà l’inizio di un’incredibile avventura, fatta di scoperte uniche, incontri straordinari, emozioni indimenticabili.Joan conoscerà un vero e proprio mondo parallelo, denso di mistero e bellezza. In un tempo in cui gli uomini subiscono il fascino delle esotiche orchidee, e per ottenerne alcuni esemplari sono disposti a spingersi verso l’ignoto, un tempo in cui scienza e filosofia coesistono senza che nessuna delle due abbia tutte le risposte, solo il candore di uno sguardo assoluto è capace di scorgere il volto nascosto della realtà.Una favola spirituale, un apologo denso di avventura e poesia sull’importanza della sensibilità e della conoscenza.
 
 
L'autore ha lasciato per i lettori, la storia di come è nato
La memoria degli alberi
 
 
Il mio libro è il mio maestro.
L’idea di questo libro l’ho portata a lungo con me.
Mi venne come per incanto una sera, mentre innaffiavo le piante del mio terrazzo. Erano, le piante, già da qualche anno una passione. Avevo studiato ossessivamente argomenti troppo ampi in un tempo troppo breve. Le famiglie botaniche, le avventure e le spedizioni dei secoli passati in cerca di nuove specie, i metodi di coltivazione. Da quando avevo scoperto il mondo vegetale, mi sembrava che la realtà fosse persino diversa. Gli alberi ai lati delle strade, di cui avevo improvvisamente notato l’esistenza, erano capaci di oscurare i lampioni illuminati mentre guidavo di notte. Mi addormentavo con un manuale di botanica che mi scivolava dalle mani, la luce ancora accesa. Questo, per parlare di una passione. Una delle tante, che alla lunga può farti credere di aver perso tempo. Di aver dirottato la tua attenzione dalle cose importanti. Poi, in modo inaspettato, accadde qualcosa. Il romanzo che da un po’ aleggiava nell’aria si manifestò. Quel giorno, mentre innaffiavo il mio terrazzo, ci fu un cambio di punto di vista radicale. Le mie piante avevano qualcosa da dirmi. Stetti ad ascoltare, e la prima idea della storia fu pronta prima ancora che potessi mollare la pompa dell’acqua e scrivere una sola parola. Fu una folgorazione. Da allora, protessi e custodii la storia che avevo in mente fino a farla diventare reale, scrivendola e riscrivendola molte volte. La protessi soprattutto da me stesso, impedendomi di dimenticarla, e scoprendo che non ci sarei riuscito neanche se l’avessi voluto.
Quando persi il lavoro, e ogni cosa divenne incerta, il libro che avrei dovuto affrontare era sempre lì che mi aspettava. Quando persi anche l’amore, del quale aspettavo il ritorno dal luogo più distante al mondo, il mio libro diventò la mia missione. Lo portai lontano, con un biglietto aereo che recava due nomi e un solo passeggero. Mi chiusi in una casetta galleggiante su un fiume tranquillo e scrissi ininterrottamente, isolandomi dal mondo. Ricordo che fu bellissimo. Il protagonista acquisì un volto, un carattere, un passato. Tutto iniziò a prendere forma. Successivamente portai il mio manoscritto con me dovunque andassi. Si era trasformato in una ragione di vita. Non avevo nessuna sicurezza e solo pochi soldi in tasca, ma ciò che scrivevo mi era accanto e mi dava forza. Avevo la sensazione che il protagonista e gli altri personaggi mi parlassero e mi suggerissero il da farsi. L’importante, oltre ad applicare una certa disciplina, era saper ascoltare. La storia stessa mi raccontava quali nodi sciogliere, quali stringere di più. Dove tagliare, dove ampliare. I consigli e gli sguardi attenti di persone amiche fecero il resto.
Fu dopo un po’ di tempo che capii che il mio libro era stato il mio maestro. Capii che i veri argomenti di cui avevo trattato erano molteplici, e che riguardavano molti aspetti della vita. E che nessuna passione sincera avrebbe mai potuto farmi perdere tempo.
 
Dopo questa "confessione" dell'autore, la mia curiosità è davvero salita alle stelle!!! Lo voglio leggere!!! E il numero di pagine invoglia!!!
 

1 commento:

Flauto di Pan ha detto...

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